Volare si Può, Sognare si Deve!

LE CADUTE 2 di Kai S. Paulus

(seguito di “ LE CADUTE”)

Iniziamo, dunque, il nostro articolo sull’importante tema delle cadute con due semplici domande, apparentemente molto banali:

Perché cadiamo?

Perché perdiamo l’equilibrio.

E perché perdiamo l’equilibrio?

Perché con l’età e con diverse malattie si rende fragile il sistema muscolo-scheletrico, quello cardiovascolare ed il nostro sistema nervoso, sia quello centrale (cervello) sia quello periferico (i nervi).

 

Prima di proseguire vorrei brevemente definire tre importanti proprietà statico-dinamiche, ognuna delle quali, se alterata, può portare a cadute:

Le cadute 2

Come vedete, il tema delle cadute sembrava semplice e banale, ma questo argomento, a parte le spiacevoli conseguenze, si presenta molto vasto e complicato, ed altre domande ovvie vengono subito in mente:

In che modo si può cadere?

Quali sono i fattori di rischio che possono soggettarci alle cadute?

Ci sono tanti modi di cadere che riguardano le circostanze (da fermi in piedi o seduti, camminando, ecc.), la tipologia (in avanti, indietro, lateralmente), la frequenza (occasionali, frequenti), l’eziologia (accidentale, patologica), la modalità (senza apparente causa, inciampando, svenendo, ecc.), e la gravità (senza conseguenze o traumatica).

Se poi diamo uno sguardo ai possibili fattori di rischio che possono maggiormente esporci alle cadute il discorso diventa davvero intrigante.

I fattori di rischio delle cadute vengono distinte in non modificabili, come l’età ed il sesso femminile, e quelli potenzialmente modificabili, tra cui troviamo anche, pensate, la malattia di Parkinson che è quindi modificabile (ne parleremo dopo). Attenzione

La lista dei fattori di rischio di cadute potenzialmente modificabili è molto lunga ed include ostacoli architettonici e pavimentazioni sconnesse, malattie neurologiche (Parkinson, neuropatie periferiche, insonnia (!) e disturbi del sonno, demenze), metaboliche (diabete, carenze di vitamine B e D, ecc.), cardiologiche (ipotensione, aritmie, ecc.), ortopediche (artrosi, artrite, ernie discali, lombosciatalgie, asimmetrie di bacino, ginocchio/alluce valgo con problemi di corretto appoggio della pianta del piede), psicologiche (paura di cadere (!!), depressione, ecc.), oculistiche (glaucoma, cataratta, disturbi del campo visivo, ecc.), ed altre malattie ancora; ma anche gli effetti collaterali dei farmaci (vertigini, abbassamento della pressione, discinesie da levodopa, effetto fine dose,  ecc.) non vanno sottovalutati.

E la lista è ancora lunga e non si deve dimenticare lo stile di vita (vita solitaria, sregolata) e l’alimentazione (iponutrizione, malnutrizione, carenza di importanti sostanze quali ferro, magnesio, calcio e vitamine causate nell’anziano anche da malassorbimento per alterazioni della flora intestinale), disidratazione (!).

Come vedete, ci sono molte condizioni facilmente controllabili (come l’insonnia e, curiosamente, la paura di cadere, e, importantissimo, la disidratazione) e che meritano la nostra massima attenzione, ed altri fattori che invece sono difficilmente modificabili (malattie croniche) ma che vanno gestiti con l’ottimizzazione delle risorse individuali e sanitarie.

Giusto per anticiparvi un dato: con la sola riabilitazione di gruppo mirato all’equilibrio statico-dinamico le cadute possono essere ridotte del 15-30% … (giusto per ricordare il preziosissimo lavoro che Pinuccia Sanna sta svolgendo da tanti anni con noi).

 

(segue “ LE CADUTE 3 ”)

 

Fonti bibliografiche:

Goswani N, Abulafia C, Vigo D, Moser M, Cornelissen G, Cardinali D. Falls Risk, Circadian Rhythms and Melatonin: Current Perspectives. Cinical Interventions in Aging, 2020; 15: 2165-2174

Rapporto Mondiale OMS sulla prevenzione delle cadute nell’anziano. CESPI – Centro Studi delle Professioni Sanitarie, Torino, 2015

Van Voast Moncada L, Mire LG. Preventing Falls in OIder Persons. American Fam. Phisician. 2017; 96(4): 240-247.

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