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PARKINSON – SALUTE ORALE di Kai S. Paulus

(Pillola n. 47)

Ho letto uno studio molto interessante, appena pubblicato da un gruppo di ricercatori olandesi, che riguarda una tematica molto frequente, ma della quale quasi non si parla mai: la salute e l’igiene orale nella malattia di Parkinson.

Nella malattia di Parkinson si riscontrano spesso alterazioni nel cavo orale che riguardano la mucosa, le gengive ed i denti, e queste alterazioni sono causati direttamente dalla malattia, ma spesso anche dovuti, o comunque accentuati, dalla terapia dopaminergica orale.

Conosciamo bene sintomi, quali eccesso di saliva (scialorrea) e secchezza della bocca (xerostomia) che spesso accompagnano il rapace infingardo.

E frequentemente possiamo riscontrare anche bruciore di bocca (stomatopirosi), parodontite, carie, e dolore all’articolazione temporomandibolare per contratture, tremore e malocclusioni.

Tutti questi problemi si manifestano più frequentemente nelle persone con Parkinson rispetto alla popolazione generale, e pare che peggiorino con la durata e la gravità della patologia.

Gli scienziati olandesi sostengono che nella malattia di Parkinson, a causa dei sintomi motori (rigidità, lentezza, tremore, dolore) ci si spazzoli meno correttamente i denti, ma anche le difficoltà deglutitorie (disfagia), la scialorrea e la xerostomia possono portare ad alterazioni della mucosa orale (il microbiota orale) e favorire la flora batterica su gengive e denti.

Invece, non si sono riscontrati differenze, tra persone parkinsoniane e popolazione generale, per quanto riguarda la perdita dei denti e numero di protesi.

Una precaria salute orale può aggravare lo stato generale parkinsoniano, portare ad ulteriore disagio e sofferenza, ed anche a denutrizione e perdita di peso.

Pertanto, concludono i ricercatori olandesi, l’igiene orale riveste primaria importanza nella gestione globale della malattia di Parkinson ed una buona salute orale può contribuire a modulare il decorso della malattia.

 

Fonti biografiche:

Verhoeff MC, Eikenboom D, Koutris M, de Vries R, Berendse HW, van Dijk KD, Lobbezoo F. Parkinson’s disease and oral health: a systematic review. Archives of Oral Biology, 2023; 151: 105712.

4 Commenti

  1. Silvio marino

    Buongiorno, mia madre soffre di parkinsonismo da 23 anni.Nell’ultimo periodo lamenta forte bruciore della cavità orale, il neurologo sostiene che non c’entra nulla con la malattia, è vero?vi è qualche rimedio in maniera tale da darle un po’ di sollievo? Abbiamo provato con gli infusi di malva, ma niente da fare. con colluttori vari con anestetico ma nulla nessun sollievo, cosa posso fare per darle del sollievo? Grazie per l’eventuale risposta

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    1. Kai Paulus

      Buongiorno Sig. Marino, anch’io penso non c’entri direttamente il Parkinson, ma potrebbe essere un effetto collaterale di un farmaco, oppure un problema diverso che necessiterebbe di ulteriori accertamenti. Parlatene con il medicio curante e con il neurologo di riferimento.

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  2. Antonello

    Caro il mio Doc, con la mia testimonianza, non posso fare a meno di confermare tali studi.
    Uno dei miei primi problemi, quando ancora non ero coperto da terapia, era proprio la difficoltà, tra molte altre, di non riuscire più a usare correttamente lo spazzolino da denti, non ero più capace di fare il movimento dall’alto verso il basso. Ora il tutto è tornato alla normalità, per quanto riguarda l’igiene orale…..
    Ma ultimamente, all’improvviso, di colpo sbatto i denti, come quando si ha la febbre alta….prima ogni tanto, ora più spesso tanto da farmelo notare…
    Ma per ora è sotto controllo… Più in là vedremo il da farsi.
    Grazie di questa pillola che mi ha datto delle risposte precise,ad un nuovo sintomo de su nemicu, a presto.

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    1. Kai Paulus

      Grazie, caro Antonello, per questa puntuale testimonianza.
      In effetti, una buona igiene orale può rappresentare 1) prevenzione (per evitare ulteriori disagi e sofferenze e per ritardare stadi di malattia più gravi), 2) riabilitazione e fisioterapia (specie quando tremore, rigidità ed impaccio motorio rendono l’atto difficile, allora conviene insistere), e 3) cura (contribuendo a migliorare il quadro neurologico complessivo).
      A volte cerchiamo miracoli fantascientifici, ed invece basta un semplice gesto quotidiano.

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