(Pillola n. 80)
Sinora i cosiddetti sofisticati e costosi trattamenti “high-tech”, quali anticorpi, cellule staminali o terapia genica, sono ancora deludenti nella terapia della malattia di Parkinson, mentre con degli approcci “low-tech”, semplici e poco dispendiosi, si possono ottenere riguardevoli risultati. Così esordisce pochi giorni fa sul sito scientifico SpringerMedizin.de il neurologo Thomas Mueller nel suo commento al sorprendente lavoro di Wolfgang Oertel e collaboratori pubblicato appena una settimana fa sulla prestigiosa rivista scientifica Nature Communications.
Di cosa si tratta?
Nel lavoro citato da Thomas Mueller vengono descritte due persone con un disturbo comportamentale del sonno REM (sonno agitato, parlantina ed urla durante il sonno, ecc.), senza sintomi del Parkinson, ma con le tipiche alterazioni parkinsoniane all’indagine scintigrafica SPECT DATscan.
Come sappiamo (vedi “PREVENIRE IL PARKINSON. PARTE 3: I PRODROMI “) il disturbo del sonno REM fa parte dei cosiddetti “prodromi” del Parkinson e parkinsonismi, cioè una specie di campanello d’allarme che nei prossimi anni la persona possa sviluppare una patologia neurodegenerativa.
In questi mesi la ricerca internazionale studia intensivamente questi prodomi, a cui appartengono anche disordini intestinali, riduzione dell’olfatto e anedonia (ridotto interesse a cose piacevoli), perché essi presentano già le tipiche alterazioni della proteina alfa-sinucleina (vedi anche “ L’ALFA-SINUCLEINA“) e pare che curando questi problemi, si possa ritardare l’esordio della malattia, oppure, quando già conclamata, gestirla e ridurla.
Quindi, il gruppo intorno a Wolfgang Oertel ha somministrato a due persone con il disturbo del sonno un comune aminoacido, la leucina, in una forma modificata (acetil-DL-leucina, ADLL) per un tempo di 22 mesi.
La leucina è un aminoacido essenziale per la salute muscolare ed il metabolismo del nostro corpo e viene assunto con legumi e cereali.
E sapete che cosa è successo?
Dopo 22 mesi di trattamento con acetil-DL-leucina nelle due persone si è normalizzato il riposo notturno (!) ma anche i risultati della SPECT DATscan di controllo (!!!)
Verosimilmente la ADLL riduce notevolmente gli ‘scarti’ di alfa-sinucleina e quindi salva i neuroni dopaminergici dal processo degenerativo.
Una notizia bomba, vero?
Ora, gli scienziati vogliono confermare i loro risultati con degli studi su una ampia popolazione di persone con prodromi e con sospetto Parkinson.
Se queste ricerche dovessero confermare l’ipotesi di Wolfgang Oertel, allora sarebbe davvero una notizia grandiosa, perché avremmo a disposizione una terapia a basso costo, facilmente reperibile, e senza effetti collaterali.
Non vedo l’ora di poter conoscere i risultati di queste ricerche, ma una cosa è certa: la battaglia contro l’odiosa alfa-sinucleina alterata, la causa del dramma del nostro rapace infingardo, è appena iniziata!
Fonti bibliografiche:
Mueller T. Verbesserte Biomarkerwerte. Erste Hinweise: Aminosaeure bremst fruehen M. Parkinson. SpringerMedizin.de, Parkinson-Krankheit Nachrichten: 05.09.2024
Oertel WH, Janzen A, Henrich MT, Geibl FF, Sittig E, Meles SK, Carli G, Leenders K, Booij J, Surmeier DJ, Timmermann L, Strupp M. Acetyl-DL-leucine in two individuals with REM sleep behavior disorder improves symptoms, reverses loss of striatal dopamine-transporter binding and stabilizes pathological metabolic brain pattern – case reports. Nature Communications, 2024; doi.org/10.1038/s41467-024-51502-7.