In questo periodo ci stiamo occupando molto del freezing della marcia e dei blocchi motori perché essi sono tra i sintomi più pericolosi della malattia di Parkinson in quanto portano frequentemente a cadute e con conseguenze anche gravi.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, OMS, le cadute vengono definite come
“pervenire non intenzionalmente, improvvisamente ed inavvertitamente a terra, sul pavimento o altro livello inferiore.”
Ovviamente, le cadute non sono tipiche del Parkinson, e la loro frequenza nella popolazione generale ultrasessantenne è piuttosto alta, circa il 30%, e che sale al 40% negli ultrasettantenni.
Nella malattia di Parkinson la frequenza delle cadute aumenta a causa delle tante difficoltà motorie, quali i passi più piccoli e strascicati, la rigidità, il rallentamento nei cambi posturali, la camptocormia (inclinarsi in avanti), la festinazione (passi veloci in avanti come se si cercasse di inseguire il proprio baricentro), ed il freezing della marcia, cioè l’improvviso incollarsi dei piedi al pavimento durante la camminata. Per tutte queste diverse situazioni la caduta rappresenta una conseguenza spesso traumatica, con ulteriori limitazioni delle proprie autonomie, ansia e preoccupazioni, peggioramento del quadro neurologico con maggior carico per familiari e caregiver e del sistema sanitario.
Per questo motivo è essenziale una maggiore conoscenza del fenomeno da parte di tutti, ammalati, familiari, ma anche degli operatori sanitari, al fine di ottimizzare la prevenzione, la terapia farmacologica, e la riabilitazione convenzionale e complementare.
Ispirato da “La Caduta” di Franco Simula, pubblicato in questo sito il 5 luglio scorso, vorrei percorrere insieme a voi le definizioni, le tipologie, le cause e le terapie delle cadute, per incoraggiare gli “abitué e professionisti delle cadute”, come gli chiama ironicamente ed amichevolmente Franco Simula, e per individuare delle possibili strategie da adottare per tutti gli interessati (ammalato/a, familiare, caregiver, operatore sanitario), rendendo meno invalidante questo importante capitolo della persona anziana in generale, e della persona affetta da Parkinson in particolare.
(segue “ LE CADUTE 2 ”)
Fonti bibliografiche:
Ganz DA, Latham NK. Prevention of Falls in Community-Dwelling Older Adults. New England Journal of Medicine, 2020; 382(8): 734-743.
Palakurthi B, Burugupally SP. Postural instability in Parkinson’s disease: a review. Brain Sciences, 2019; 9: 239-255.
Rapporto Mondiale OMS sulla prevenzione delle cadute nell’anziano. CESPI – Centro Studi delle Professioni Sanitarie, Torino, 2015
Van Voast Moncada L, Mire LG. Preventing Falls in OIder Persons. American Fam. Phisician. 2017; 96(4): 240-247.
Buonasera Sig. Enzo,
credo che il suo messaggio sia parziale. Nove anni di Parkinson, e come sta attualmente?
Ha nove anni che ho il parkinson da