Tornando nel mondo reale, e promettendo che dell’orologio interno ce ne occuperemo ancora, rimangono gli aspetti pratici dell’avvicendamento di sonno e veglia.
A questo proposito ci è molto utile il modello elaborato da Alexander Borbely nel 1982 e aggiornato nel 2016, in cui lo scienziato olandese spiega in modo semplice e comprensivo l’alternarsi ritmico tra giorno e notte.
Partiamo da ciò che conosciamo tutti perché imposto dalla rotazione della terra: giorno e notte:
Come mostra la figura, il fluido cambio tra giorno e notte, tra luce e buio, e quindi tra veglia e sonno, è intuitivo. Alexander Borbely chiama questa periodicità processo C (da Circadiano), e che è il nostro ritmo circadiano.
Quindi, tutto risolto: conosciamo il ritmo circadiano, conosciamo anche l’orologio interno (vedi “L’Orologio Interno – Una fiaba natalizia”) che adatta il nostro organismo a questa ritmicità, di giorno siamo svegli e di notte dormiamo, e pertanto, “caro Paulus, non dovevi neanche scomodarti per tale banalità.”
Invece, il caro Borbely aggiunge un altro elemento: il processo S (da Sleep drive, spinta del sonno). L’orologio interno ci rende possibili le attività diurne ed il riposo notturno, mentre il processo S mette in pratica l’orologio e lo ‘ricarica’.
Comunemente, durante il giorno siamo svegli ed attivi, con il corpo e con il cervello: ci muoviamo e pensiamo. Il movimento ed il pensiero sono azioni, processi attivi che consumano energia. Man mano che la giornata avanza, consumiamo sempre più energie e, conseguentemente, accumuliamo stanchezza. E con la crescente stanchezza aumenta la necessità di riposare, di dormire; il processo S agisce come una molla che si carica sempre di più, finché ad un certo punto, idealmente verso le ore 23, quando la stanchezza prende il sopravento, la molla si libera, e ci addormentiamo.
Notoriamente, durante il sonno ci si riposa e si ricaricano le energie necessarie per il seguente giorno (vedi anche “Pillola n.4 ‘Ho scritto alla notte…’ ”, archivio ottobre 2015) ed il ciclo riprende da capo.
Possiamo dire che il ritmo circadiano è dato dalla natura, procede per conto suo ed esisteva già prima della comparsa degli esseri umani, però il nostro orologio interno ed il processo S (l’accumulare stanchezza) ci inseriscono in questo ritmo per trarne il massimo vantaggio.
Verosimilmente, molti di noi domani notte non rispetteranno questo ritmo di alternanza per salutare l’anno nuovo, e dopodomani mattina se ne accorgeranno, ma poi ritroveranno il proprio ritmo. Ma molte, moltissime persone non riescono a seguire il ritmo circadiano per tante problematiche e ne risentono notevolmente, e che rappresenta anche uno dei principali disturbi del Parkinson. Ma di questo parleremo un’altra volta.
A tutti i migliori auguri di un Buon Anno 2022!
Fonti bibliografiche:
Borbely AA. A two-process model of sleep regulation. Hum Neurobiol 1982; 1: 195-204
Borbely AA, Daan S, Wirz-Justice A, Deboer T. The two-process model of sleep regulation. A reappraisal. J Sleep Res 2016; 25: 131-143
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