Volare si Può, Sognare si Deve!

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Il ritorno di Moloch 19 – Testo di G.B.


Ti avevo dimenticato odiato Moloch.

Confinato negli anfratti  della memoria

sei tornato più nefasto che prima.

Questa notte hai bussato ai miei sogni

turbandomi  famelico  nel sonno.

Voli nel cielo livido di umori  e

irridente è il tuo stridulo verso.

Riprendi il rito sanguinoso da

immondo rapace che sei,  e travolgi,

privando  degli  affetti i rimasti.

Con frullio d’ali silente

spieghi al vento il malefico contagio

per godere del male che diffondi.

Nemesi bifronte  in sorte a mortali

che sorteggiati sul banco del giudizio,

rivolgono al Signore una preghiera.

Vorace ghermitore di uomini,

come vorrei sottrarti ai mie sogni,

 ma  ora  da sveglio ti vedo …..

e allora sgomento mi taccio !!

g.b.


Una giornata di sole di G.B


Vado cercando nei pensieri

un ricordo che mi appartiene.

Si affaccia tremulo alla memoria,

con contorni sfumati…

pudico come le cose belle

che non amano svelarsi.

E’ un ricordo lontano e lieto,

venato di un sorriso di struggente innocenza,

che mi rende felice.

La giornata luminosa emana fragranze

primaverili  nel tepore

di una giornata di sole.

Ecco …mi rivedo  bambino…. con

un bel grembiule a quadretti bianchi e blu

guarnito di fiocco vaporoso e colletto immacolato.

Scolaretti in gita con gli insegnanti;

la campagna si “colora” di suoni..

rincorrersi diventa gioioso

e l’allegria si riverbera nei sorrisi

dischiusi nella dolcezza infantile

In queste emozioni mi  perdo

ricostruendo serenità sopite.,,

g.b.


Il mio Parkinson – Testo di G.B.

Cogliendo l’invito del nostro eclettico webmaster,  mi accodo a quanti vorranno scrivere sull’argomento.

Per prima cosa  faccio  i complimenti a Franco per la dettagliata esposizione sul Mr. Park, raccontata col  suo inimitabile stile ironico e al contempo ricco di pregevoli  spunti diagnostici, sui quotidiani rovelli  che affliggono,  come una “Mano Nera” (purtroppo anche nella notte ), i parkinsoniani  in genere.

Il racconto  esprime con crudezza una realtà fatta di sofferenze  continue , di una condizione  fisica precaria che degenera progressivamente, con la sola prospettiva, di assumere, ininterrottamente,  una notevole  quantità di pillole per addomesticare i disordini neurovegetativi  che il “malvagio” ci dispensa .

Per quanto mi riguarda , ho già descritto,  alcuni anni addietro , la mia esperienza di “esordiente Parkinsoniano”, ma a beneficio di quanti non lo avessero letto, visto che benevolmente vengo alle volte citato, lo ripropongo al netto dell’aggiornamento attuale, fatto  dei progressivi piccoli peggioramenti, (ben descritti da Franco), comunque  accettati, ma senza mai abbassare la guardia, ultimo baluardo da contrapporre all’infido morbo.

Prima che potessi farne la conoscenza diretta….. il morbo di Parkinson per me era solo un termine nozionistico, remoto, non mi apparteneva, sapevo che si trattava di un disturbo neurologico a carico dei muscoli che per mancanza del giusto apporto di dopamina ne riduceva la normale funzione biologica, che si traduceva in un involontario tremore e irrigidimento degli arti, ma con una adeguata terapia , le funzioni tornavano normali e la vita riprendeva a scorrere sul binario naturale.

Ritenevo che ammalarsi di Parkinson non fosse un problema, rientrava nel “gioco “delle probabilità, e in caso…. tutto si poteva risolvere con un atteggiamento positivo e dinamico; ma la realtà purtroppo è ben diversa e va tenuta nella dovuta considerazione.

I primi sintomi, subdoli e perfettamente inconsci, si sono manifestati alcuni anni prima della diagnosi, il mio viso perdeva progressivamente la mimica facciale, riducendo la mia espressione a una fissità involontaria, tanto che non sorridevo quasi più (per quanto mia moglie mi esortasse a farlo); il mio viso assumeva nel tempo un aspetto impenetrabile come un giocatore di poker, scambiato dai più , mio malgrado, come protervia supponenza. Successivamente si sono aggiunti l’irrigidimento della colonna e una postura anomala del braccio sinistro che non aveva più il movimento simmetrico e ciondolante che accompagna nel camminare la gamba controlaterale .

L’ortopedico di turno non ritenne le disfunzioni elencate sintomo di particolari patologie, mi prescrisse degli antinfiammatori e delle sedute di fisioterapia riabilitativa , purtroppo senza nessun esito migliorativo; infatti a distanza di alcuni mesi mi ritrovai con gli stessi problemi aggravati da una progressiva perdita di sensibilità della mano sinistra che diventava “pigra” e non rispondeva alle più elementari funzioni quotidiane (vestirmi, lavarmi il viso , ravviarmi i capelli) tutto mi era difficile e macchinoso e mi rendeva irritato e privo di alternative.

Decisi di consultare un neurologo, che dopo alcune visite e esami diagnostici mi prese in disparte e mi comunicò la “sentenza”…… MORBO DI PARKINSON GIOVANILE.

Tale condizione, che mi collocava inesorabilmente nel novero dei parkinsoniani, per quanto possa sembrare strano , nel mio caso non ebbe al momento nessun effetto deprimente; nel periodo di attesa del consulto rivelatore, si era prodotto in me , a livello mentale, una sorta di salvacondotto, più semplicemente, dal mio subconscio si era affacciato un timido ma pervicace processo di sfida a qual si voglia verdetto.

Dopo tutto, mi dicevo …..una “pastiglietta” al giorno non era una tragedia, ma soprattutto confidavo nella grande capacità del nostro cervello di autoproteggersi, ripristinando quelle cellule che per inspiegabile mutazione avevano deciso di non fare più il proprio dovere seminando guai; pensavo che la forza cerebrale , indiscussa, avesse la meglio sul vigliacco Parkinson, un po’ come accade alle lucertoline che hanno perso traumaticamente la loro coda e nel giro di qualche settimana se la ritrovano perfettamente rigenerata, nuova, più bella della precedente.

Questa solida convinzione mi accompagnava nelle mie giornate e la convivenza quotidiana con Mr. Parkinson era solo formale, avevo il pieno controllo della situazione, il mio lavoro procedeva come prima e i problemi iniziali del mal funzionamento della “macchina” erano stati ridotti alla ragione, non offendevano, si erano come placati.

Ma la costanza di Mr. Parkinson è inesorabile, un rapace infingardo appollaiato sul trespolo della coscienza, pronto a ghermirmi proditoriamente non appena avessi abbassato la guardia.

Le prime avvisaglie che questo artiglio luciferino si era rimesso in moto, si manifestarono in un leggero processo di rallentamento mnemonico con una irritabilità accentuata che mi rendeva poco propenso al dialogo con gli altri e una spossatezza che limitava la mia operatività quotidiana condizionando i rapporti interpersonali e minando le mie prime convinzioni.

Il MALE OSCURO ricominciava la sua opera demolitrice insinuandosi nelle remote pieghe dei miei pensieri, stravolgendone il flusso naturale e ordinato; era come sentire una muta di cani latranti pronta ad affondare i denti digrignanti e lacerare le ultime residue forze che mi rimanevano.

Dovevo assolutamente trovare un rimedio e, dovevo trovarlo necessariamente fuori dal mio isolamento, un aiuto esterno, pensai, avrebbe dovuto giovarmi e riportarmi una serenità che cominciava a vacillare.

Così, forzando la mia abituale riservatezza, dietro il consiglio del medico curante, mi sono iscritto all’Associazione Parkinson Sassari e questo punto e cominciata la mia frequentazione con gli altri associati che nel tempo si è rivelata salutare e rigeneratrice.

Per dovere di verità, devo dire che il primo approccio non e stato proprio ciò che mi aspettavo, infatti il primo giorno mi sono ritrovato in una palestra (fredda) assieme ad altre persone perfettamente anonime, di loro non conoscevo nemmeno il nome , perfetti sconosciuti che sapevo essere dei parkinsoniani come me, che riflettevano come uno specchio il mio stesso disagio motorio , in certi casi amplificato nei diversi stadi del morbo.

Però come ho avuto modo di dire in precedenza il tempo ha dato ragione alle mie aspettative, fornendomi quell’aiuto che contribuisce a rafforzare i rapporti e consolidare le rispettive conoscenze.

Nel tempo mi sono lasciato andare alle benefiche sollecitazioni di una bravissima fisioterapista (Pinuccia Sanna) che nella sua specificità ha migliorato il mio tono muscolare e pungolato benevolmente la reattività necessaria a contrastare il disturbo.

Questo,  associato  a tutte le altre attività socio ludico/terapeutiche  che svolgiamo nell’Associazione Parkinson Sassari, contribuisce a tenere al guinzaglio il già citato “rapace….” e sopratutto intrattenere rapporti sociali, diventati vere amicizie , con tutto il nostro splendido gruppo di casa Park.

AD MAIORA SEMPER

GEMINIANO

Moloch 19 :: di G.B.


Lungo tempo è passato,

ma la sua insaziabile ingordigia

non si è spenta.

L’immondo Moloch continua a vivere,

seminando distruzione e angosce .

Le sue fauci , lorde di sangue innocente,

reclamano ancora  vittime sacrificali

per saziare la sua infame voracità….

La sua nefasta opera distruttrice

non prevede distinzioni,

il suo essere non contempla il sentimento

e in lui non alberga la carità.

Perpetra  il suo perverso sterminio,

perché questo è il  suo credo ,

il fine ultimo per il quale è stato “creato”.

Infido…. grondante di fetidi umori

si annida negli anfratti più reconditi

per non esserne esiliato ,

pronto a rinascere nella perversa  metamorfosi

che è capace di mettere in atto

prima di essere  “processato” e morire.

Per quanto tempo ancora dovremo subire questa ferocia ?!

Forse  fino quando le nostre forze si esauriranno …. ?!

E chi sarà alla  fine  il vincitore della famigerata  disputa ?!

Quasi certamente  gli uomini  !!!

Forse …. gli stessi che lo hanno  colpevolmente  “generato” !!!

g.b.


 

Mi manchi – poesia di G.B.


Mi  manchi   …

fino allo sfinimento.

Tutte le notti ti sogno e

di  giorno dilato il tempo

per consegnarti al ricordo.

immobile è lo spazio che

mi circonda,  mentre mi struggo

nel sentimento di riabbracciarti.

Stretto tra cumuli di parole ,

privato  della  tua  fragranza,

mi sento prigioniero e solo.

A tratti, per evocarti,

mi sorprendo a costruire fantasie

profumate di boccioli in fiore

e corolle di petali,  palpitanti al sole.

Tutto profuma di te, parla di te

…… e ti sento vicina,

ma dolorosamente  sei lontana  !!

Perché questa privazione ….?!

Per quanto tempo ancora ….?!

Ma io, saprò aspettare,

……infinitamente !!

per assaporare ancora

la struggente emozione che mi susciti,

intensa quanto il  respiro,

che ora mi manca  !!.

g.b


 

Il mistero della vita – poesia di G.B.


Il vecchio Thimor è sgomento !!

non ha memoria dell’inizio
sa soltanto che è iniziato …
ne avverte la potenza devastante
che corre veloce  più del vento,
seminando tra gli uomini
tragedie, privazioni e tormenti.
Sente che avanza, inesorabile,
come il mistero che lo perpetua.
lo cerca,  scavando l’ignoto,
chiedendosi …..
è  questo è il destino del mondo?!
Sprofondato nel flagello che
incombe come presagio divino,
sente  una stanchezza incolore
e il silenzio che  pervade.
Rigato è  il volto nel travaglio….
il progetto divino è altra cosa ?!
insondabile mistero…..
noi,  non siamo più gli stessi !!
Questa amara verità
trasformerà gli animi ?!  Forse.
In questa  esistenza
di discordie, l’umana genia
saprà dare
un nuovo senso  alla vita ?!!

g.b.


La mia Terra poesia scritta da G.B.


Lo assapori  ogni volta
che il vento  turbina negli anfratti ,
nelle piane assolate,
tra i rami  di alberi piegati dal tempo,
e  sei felice.
Profumo struggente
di fragranze  mediterranee…
rosmarino, timo,  pitosforo,
euforbia e corbezzolo,
mischiati nel  sentore di primavera.
Trascendenza  dei sensi,
che turbinano,
innamorati  del vento
che trascina  sentimenti.
Sapore di Sardegna, che non
trovi  nella lontananza
di  celi continentali
incupiti.
Ma basta in uno spicchio di sole
e ciò  che alberga  nel tuo cuore
riaffiora prepotente nel ricordo.
L’intenso profumo di donna.
Della  tua donna ….
che ha la stessa
fragranza della tua  Terra.
La Sardegna !!!

g.b.


Il sogno ritrovato – poesia di Geminiano Bevitori


IL SOGNO RITROVATO

Quando la vampa rovente
cala sulla piana del Marghine,
non si muove nulla.
I muretti a secco
calcinati dalla canicola,
sono i confini di terre
lasciate al pascolo
e al vento

... Sulla piana del Marghine.


Ridossato ad un muro a secco,
sorge un leccio antico
piegato dal vento,
dove trovano riparo
il gregge e il suo pastore....

.....Sulla piana del Marghine.

Il silenzio pomeridiano è totale
e il tempo è scandito
dal frinire delle cicale,
metronomo dello spazio immoto...

......Sulla piana del Marghine.

Il pastore,
ancora giovane nell’aspetto,
cullato dal dolce stormire
delle fronde del leccio,
assapora il silenzio,
e i suoi pensieri corrono
verso il mare che luccica
in lontananza...

......Sulla piana del Marghine.

Gli è rimasta fin da bambino
la passione per il mare,
che portava nel grembo
la grandezza dei suoi sogni,
ma ora che i sogni
sono rimasti soltanto sogni,
rivolge lo sguardo amorevole
al suo gregge...

.....Sulla piana del Marghine.

e come per incanto
nel balenio dei loro occhi,
come il lampeggiante
riverbero del mare,
ritrova l’altro suo sogno:
vivere libero nella sua terra,
fra freddo, maestrale e canicola,
libero e appagato
dalla sua esistenza...

.....Sulla piana del Marghine.

Geminiano Bevitori


SU BISU TORRADU IMBENNERE

Cando sa basca allutta
falat in su saltu ‘e su Màrghine
non si movet nudda.
Sos muros burdu
carchinados dae su caldu luinu
faghent de làccana a sas tanca
lassadas a pàsculu
e a bentu

... In su saltu ‘e su Màrghine.


Appozadu a unu muru burdu,
un’élighe antigu b’at créschidu
mujadu dae su ‘entu
e igue faghent umbraghe
bama e pastore...

.... In su saltu ‘e su Màrghine.

Fungudu est su mudore serentinu
e∙i su tempus est repiccadu
dae su chigulare ‘e sas chìghulas,
marcadore ‘e s’ispàtziu frimmu...

.......In su saltu ‘e su Màrghine.

Su pastore,
galu gióvanu a s’apparèntzia,
ninnadu dae su muidare durche
de sa frasca ‘e s’élighe
assaborat su mudore
e sos pensamentos suos current
abboju a su mare chi lùtzigat
addae...

......In su saltu ‘e su Màrghine.

L’est restada dae piseddu
sa passione ‘e su mare,
chi giughiat in sinu
sa grandesa ‘e sos bisos suos,
ma como chi sos bisos
sunt restados bisos ebbia,
abbàida contivizosu
s' 'ama sua ...

......In su saltu 'e su Marghine

e comente pro incantu
in su lampu ‘e sos ojo
che lampizare sighidu
de lampizu ‘e mare
torrat a imbènnere s’àteru biu sou:
bìvere lìberu in su saltu,
cun frittu, ‘entu mastru e calura,
lìberu e cuntentu
de s’esistèntzia sua...

......In su saltu ‘e su Màrghine.


traduzione (Antonello Bazzu - poeta)

 

“Dinamo” – La nuova terapia

Dinamo Sassari

L ‘Associazione Parkinson Sassari ha fatto  –  13 – !! , proprio così, mercoledì 13 – novembre,  al palazzetto dello Sport di piazzale Segni, una nutrita rappresentanza di associati  ha fatto conoscenza con un nuovo “generatore  dopaminico  – il suo nome mitico è DI-NA-MO.

La new entry , col “botto” – visto il risultato finale –   è la DINAMO BASKET Banco di Sardegna  Sassari:  squadra ai vertici della serie A , con una lunga militanza nel Basket nazionale con successi anche Europei.

Confermando il suo prezioso impegno nel sociale, il Presidente, Dottor Stefano Sardara, coadiuvato dalla sollecita e gradevole presenza della Dottoressa Viola Frongia che ha curato la logistica, ha consentito al gruppo Parkinson Sassari convenuto al palazzetto dello Sport , una “scintillante  “ospitata”  che ha goduto di una festa …. fatta  di  spettacolari canestri all’ultimo secondo, schiacciate, bombe, e adrenalina allo stato puro, condita  da un risultato finale debordante –  90 Vs 67 – con un avversario (Strasburgo) “stralunato”  fin dalle prime battute  e  già alle corde fin dal primo quarto.

Il tutto poi,  si è tradotto in un  esuberante pieno di dopamina: vitale energetico allo stato puro e,  ulteriore attività  terapeutica complementare, aggiunta alle altre già praticate dall’Associazione  (fisioterapia mirata – canto – teatro – ballo/movimento terapia), nei programmi quotidiani.

Un sentito ringraziamento, per questa nuova esperienza al Palaserradimigni , va a tutta la dirigenza della Società  Dinamo Banco di Sardegna,  da parte del Presidente Franco Simula e di tutti gli associati , con l’auspicio di proficua continuità,  in  nuovi eventi  sempre graditi.

g.b.


Il mare – 1950 – poesia di G.B.


– 1950 –

Concepito sul mare per volontà del destino,

sulla scogliera di ponente precipitata nell’anfratto

dove le onde si frangono con rumore di tuono

e creste d’argento.

Quando il vento di maestro

sferza il cielo cupo sul mare di cobalto,

a volte ritorna per sentire la voce possente

della natura che racconta le sue storie ,

confuse tra la fatica di vivere

e appagate dal quotidiano risveglio.

Immagine che tiene stretta nella mente

in attesa del vespro, come vecchiezza

addolcita dal respiro dell’onda.

E scorre il tempo pensato….in grembo

al cielo che si tinge di rosa, appoggiato

sui cirri ventati di elicriso e tamerici,

coi profumi che si stemperano nel tramonto.

In questa quiete, il suo essere trova dimora

accompagnato dal lento sciabordio del mare,

che nel silenzio traduce le parole che sente.

G.B