Sei precipitata nel mio cuore prima ancora di conoscerti, con l’ irruenza del destino;
il tuo il sorriso, lo sguardo, l’incedere, erano già parte di me, mancava la tua figura, la tua presenza ; sapevo che saresti arrivata e ti avrei riconosciuta al primo sguardo del nostro primo incontro.
Così pensava Emiliano nel suo intimo, < ” la sua donna l’avrebbe riconosciuta tra mille ” > , doveva aspettare, doveva solo aspettare.
Nell’attesa, nel suo girovagare di giovane pubblicista “freelance” di un giornale sportivo, non aveva disdegnato amicizie con colleghe e altre amiche occasionali; ma erano state storie sentimentali di poco conto, relazioni superficiali, prive di veri sentimenti amorevoli e nessuna sopravviveva all’usura del tempo; rapporti, per così dire, vissuti e consumati in fretta, senza pretese ne rimpianti.
Il suo lavoro, nella scala dei valori , era al primo posto; era così importante da decretare la fine di un rapporto prima ancora che lo stesso mettesse radici.
Le relazioni , semplicemente finivano, senza “lacrime” , e di loro rimaneva solo uno sbiadito ricordo, poi dimenticato.
Poi, fu l’incontro galeotto, nel tepore di una primavera incipiente, alla fermata dei tram n° 19 – e n° 77 – di piazzale Loreto.
<Quando sono arrivato, lei era già in attesa del tram, lo sguardo fisso sul cellulare, estraniata da tutto, si distingueva da quanti gli erano intorno>.
Una figura snella, decisamente alta, ben proporzionata nel jeans attillato; mocassini, camicetta in tinta , e blazer poggiato sul braccio completava la sua “mise minimalista”; la sola concessione alla civetteria femminile era la borsa firmata che teneva a tracolla.
Nel vedere la sua figura così appropriata, d’istinto, mi sono rivolto a lei chiedendole < ” il – 77 – è già passato ?! ” ( …. )> lei, sempre confinata sul suo cellulare non dava ascolto , perciò , schiarendomi la voce, in modo da attirare la sua attenzione, ho ripetuto la domanda con tono più alto – dopo un tempo che a me è sembrato lunghissimo, disinvolta, ha rivolto il suo viso al mio.
Nel voltarsi, con gesto naturale, i suoi capelli castani si sono scomposti e lei li ha ravviati intrecciandoli tra le dita, così da rivelarmi il suo volto (….) !!
In quel preciso momento un tumulto di sentimenti mi è esploso dentro, – non ho sentito la sua risposta – , ma uno scossone che mi percuoteva l’anima !!.
L’ incarnato del viso esaltava il sorriso aperto, la voce flautata, che in quel momento poteva aver detto qualunque cosa, mi giungeva come una musica che stordiva i sensi, e il suo sguardo diretto, color ambra, penetrava il cuore artigliando i battiti che acceleravano senza ritegno.
Era Lei ( ….. )!! a conferma, il raffinato e semplice modo di porsi, che denotava una personalità decisa e tenera al contempo, mi aveva già conquistato.
Comicamente confuso, <ho solo occhi per il suo viso radioso > , mi rendo conto che mi guarda con espressione divertita , (….) < mi scuoto > , e la sola cosa che riesco a farfugliare dopo essermi ripreso é : < ” in attesa del prossimo tram, posso offrirle un caffè ” ?! > lei, sempre più divertita annuisce chinando la testa di lato !! così , con sguardo complice ci avviamo al bar dell’angolo (…..) incontro al nostro caffè e la nostra storia !!
Epilogo:
Non è dato sapere se la storia tra Emiliano e Ludovica, questo è il nome di LEI, sia sbocciata e loro siano le due anime gemelle che la storia promette.
Il lettore può dare il seguito che preferisce; a me resta il gusto del racconto e il sottile confine confuso tra realtà e sogno.
g.b.