Il vecchio Thimor ,
nella sua lunga vita ha molto
viaggiato così come ha amato.
Ora a riposo,
nella casa che affaccia sul porto
guarda le barche ormeggiate;
altre che passano,
solcano onde spinte dalla brezza di ponente,
verso destinazioni ignote,
al nocchiero ricordano i suoi viaggi,
che la memoria silenziosa gli riporta.
Il suo sguardo ferito dai
bagliori di fuoco del tramonto
trova quiete sul mare di perla.
lontano, nel tepore salmastro della sera
lontano qualcuno canta,
e il pensiero riflesso
rincorre i timori dell’anima;
cirri mutevoli,
impetuosi in mare aperto
dilatano la sofferenza.
Rigato è il volto di pietra
che la bruma avvolge con
innocente carezza.
Scevro di coscienza
è il dilemma
che rovista l’arcano .
La vita rivive nella memoria
di ciò che è stato,
o il senso della vita è altra cosa ?!.
G.B.
Cara Egle,
nel tuo riesame della lettura, cogli l’essenza dei sentimenti contrastanti del vecchio Thimor, che nell’inventario del suo “intenso” vissuto si interroga se effettivamente abbia dato un senso alla vita, così da poter essere d’esempio, o nel progetto divino altre cose sono più importanti.
grazie per la condivisione.
Stimatissimo Kai,
concordo pienamente con i buoni propositi espressi , elementi fondanti della nostra vita, da vivere all’insegna del saggio orientamento cristiano, ma il dilemma del vecchio nocchiero emerge da un pensiero più riposto : perché le cattive azioni del mondo non vengono punite alla stessa stregua del premio, quale castigo divino, come esempio di giustizia.
Grazie del commento.
Egregio G.B.,
non ho risposta al dilemma del vecchio nocchiero; anch’io sto male davanti alle tante ingiustizie, ma cerco, anche se con fatica, di far bene le cose nel mio piccolo.
Paolo, grazie per il complimento.
Grazie Paolo.
Il profumo del mare, l’aria primaverile, così diversa da tutte le altre, la gioia di un gabbiano libero ,le barche e le onde .A volte la tristezza nasce dal desiderio dell’impossibile. A tutti noi piacerebbe imbottigliare qualcosa che amiamo . Mi piacciono i versi come questi, che suggestionano e lo fanno suscitando sentimenti contrastanti: gioia e malinconia. Gioia perché tutti ricordiamo qualcosa di stupendo, malinconia perché è qualcosa di inafferrabile . Quando siamo tristi nella nostra testa, tutto diventa triste in noi: il nostro sguardo, il nostro modo di camminare, il timbro della nostra voce. Ma non è sempre così “doloroso” essere tristi, perché vi è qualcosa di particolare nella tristezza: la dolcezza. Il senso della vita è quello che ci rimane dentro ,diverso per ognuno .
Grazie GB.
Carissimo G.B.,
complimenti per questa bella poesia.
Ma, perbacco, il senso della vita certamente è molto di più che ricordare ciò che è stato. Per me la vita è essere onesti ed utili, raccogliere esperienze e tradurle per il proprio cammino, affrontare difficoltà e trovare soluzioni, condividere le proprie idee, essere d’esempio.
Vivere è costruire e dare.
Poi, carissimo G. B., la sera ci sediamo a guardare le barche, magari sulla muraglia insieme a Franco Simula, ricordando ciò che è stato, valutandolo e, quando possibile, cercando di migliorare.
Molto bella