Volare si Può, Sognare si Deve!

Attività

MA CA E’ CHISTHU PARK? di Mario Marras


Volentieri pubblico la poesia scritta dal mio carissimo amico e poeta Mario Marras per noi dell’Associazione Parkinson Sassari e magistralmente letta dal poeta Antonello Bazzu entrambi fondatori e animatori di Sinuaria Poetarum. Grazie, amici, a nome del direttivo e di tutti i componenti dell’associazione.

Dora Corveddu


MA CA E' CHISTHU PARK?

“M’era piazuddu - ha dittu me’ zia Dora -
attuppazzi cun voi, amigghi veri,
pa’ imparthizzi puisii e casche fora
chi lu cori zi fozziani lizzeri!”

No pudia rifiutà chisthu piazeri,
l’amigghi so priziosi e impurthanti
e chisthi so ipiziari, so sinzeri,
ischribini eddi puru e poi…so tanti!

Hani gana di fa, d’isthà umpari,
lu mari brazzi e mani l’ha niziaddu,
ma lu zaibeddu è sincaru e assai vari,
cussì lu signo’ Park è ingraugliaddu!

Tandu la sera propiu disizadda
erami tutti in zozza, indillaraddi,
e la puisia è parthudda diricadda
e li racconti allegri e indiusaddi:

Franzischu, Dora, Eugenio e Antuneddu,
Giannella, Mario e l’althra cumpagnia
no s’hani posthu nisciun tasthaveddu
pa’ fa li cosi seri in alligria.

E puru cu’ li mani trimmurendi,
caschunu ha dittu lu c’abia in pettu
e pa’ Gianni chi era un be’ suffrendi,
un ammentu, un carignu e tant’apprettu,

acchì la vidda è bedda puru candu
lu coipu zi ripondi propiu mari;
ma si la menti nostra è sana, tandu
si po puru ciunfrà cu’ li cumpari.

E poi chisthu Park…ma car’è?
cosa vo assè, paddronu di lu mondu?
In cori di timoria no vi n’è,
noi lu cumbattimmu finz’a fondu

cun l’alligria e lu bonumori ,
pa’ fazzi immintiggà la maraddia
e diggirì puru lu ranziggori.
E fallu a fronti altha è garania!
MA CHI E’ QUESTO PARK?

“Mi sarebbe piaciuto – ha detto mia zia Dora –
incontrarci con voi, veri amici,
per condividere poesie e qualche racconto
che alleggeriscano il cuore!”

Non potevo rifiutare questo favore,
gli amici sono preziosi e importanti
e questo sono speciali, sinceri,
scrivono anche loro e poi…sono tanti!

Hanno voglia di fare, di stare insieme,
il male ha indebolito braccia e mani,
ma il cervello è integro e vale tanto,
così il signor Park è ingannato.

Allora la sera tanto attesa
eravamo tutti in fibrillazione, in delirio,
e la poesia è partita delicata
e i racconti allegri e intriganti:

Francesco, Dora, Eugenio e Antonello,
Giannella, Mario e gli altri
non si sono posti problemi
per fare le cose serie in allegria.

E anche con le mani tremanti,
qualcuno ha detto ciò che aveva in cuore
e per Gianni che soffriva molto,
un ricordo, una carezza e tanto affetto,

perché la vita è bella anche quando
il corpo ci risponde proprio male;
ma se la nostra mente è a posto, allora
si può anche scherzare con gli amici.

E poi questo Park…ma chi è?
Vuol essere padrone del mondo?
Nel cuore non c’è paura,
noi lo combattiamo fino alla fine

con allegria e buonumore,
per farci dimenticare la malattia
e digerire anche l’amarezza.
E farlo a fronte alta è dignitoso!

 

La Giornata Parkinson nel mare catalano….


La Giornata Parkinson nel mare catalano è stato un bagno ristoratore.           ..… E , anche se la giornata era fresca,  il cuore era caldo……..

Il Presidente e tutti i componenti del Consiglio Direttivo , coscienti dell’impegno profuso e soddisfatti per l’ottima riuscita  dell’evento celebrato nella splendida cornice della città di Alghero,  ringraziano il Sindaco del Comune per la cortese sensibilità dimostrata nella fase preparatoria del convegno e per la sua personale presenza e attenzione alle problematiche esposte; ringraziano ancora il dott. Orrù per la sua gradita presenza e per le utili informazioni fornite al pubblico. Ringraziano il dott. Paulus, ideatore e  da sempre appassionato animatore degli eventi pubblici connessi all’ Associazione Parkinson.   Ringraziano inoltre le dottoresse che sono intervenute al convegno , fornendo un importante contributo scientifico alla riuscita dei lavori.     Un grazie particolare vada al prof. Serra,  ispiratore  e costante sostenitore dell’Ecosistema che anima e dà vitalità   alla nostra Associazione. Ringraziano il Coro di Usini che ha dato colore e risalto al progetto, che non a caso ha titolo DIMONIOS..   Un sentito grazie agli amici Gian Paolo, nostro web master e Piergavino che documentano sempre con passione e professionalità i momenti più ufficiali ma anche quelli quotidiani delle attività dei parkinsoniani. Un caloroso grazie ai coniugi Balbina senza i quali  “ NO Balbina NO Convegno”……

Ringraziano infine tutti coloro che, pur avendo dato un valido contributo di idee, non hanno avuto sufficiente spazio temporale per farne conoscere i contenuti che costituiscono comunque un patrimonio prezioso che l’Associazione ha creato e al quale, prima o poi, si darà il risalto che assolutamente merita…

Continueremo a volare alto, a sognare e…..a raccontare…..


L’attesa di G.B.


Un clangore di battaglia
irrompe nell'immoto silenzio del mattino,
strinato dal furore del diverbio
dal verdetto già scritto.

Duellanti che si disprezzano.....
incrociano spade taglienti
per lenire le sofferenze
inflitte senza ragione a uno di loro.

Ciò... nella muta indifferenza del "volgo" ,
che non riconosce l'odiato disagio,
chiuso nel pregiudizio
che impone un inconscio distacco.

La "sofferenza" altrui impaurisce gli animi...
divaricando due mondi paralleli,
che inevitabilmente non si riconoscono .

E la richiesta di ascolto, venata dal dolore,
si perde nei meandri della retorica,
attenta solo a creare consensi da recita.

L'attesa di risposte lacera l'anima,
acuendo distanze che separano ....
mitigate solo dalla ferma volontà
ad non arrendersi alla bieca cecità del demone.

g.b.

 

IN MEMORIA


Caro Gianni, è passato già un mese dalla tua improvvisa scomparsa.

Troppo presto e in modo doloroso è stato interrotto il filo magico che si era disteso fra te e l’Associazione al cui interno avevi trovato un’altra famiglia che ti stimava, ti apprezzava e ti stimolava a distribuire agli altri almeno una parte delle ricchezze che conservavi con molta riservatezza e discrezione dentro lo scrigno della tua anima.

Ti astenevi dallo scrivere sul sito perché ritenevi di non essere all’altezza, e invece…E’ bastato un incoraggiamento al momento giusto perché tu cominciassi a raccontare con molta ironia (una delle poche armi che ci rimangono) qualcuna delle mille facce che il “rapace infingardo” riserva a ciascuno di noi. Per te, il Park era diventato un”terzo figlio”, generato da solo, senza il contributo di tua moglie che però seguiva con amore e trepidazione l’evoluzione di questo figlio anomalo nella speranza che ti desse meno fastidio possibile.

Gradualmente ti stavi adattando a considerarlo un inquilino del tuo stesso condominio col quale si deve necessariamente convivere stando attento, tuttavia, a non fargli prendere troppa confidenza…non si sa mai! Con la malattia, ancorché grave, ci permettiamo di ironizzare, persino di sbeffeggiarla, ma con l’altra sfinge -la morte quando decide di presentarsi e sorprenderti non c’è niente da fare: ti ghermisce brutalmente e per sempre. Noi, Gianni, nei pochi giorni di…preavviso che ti sono stati concessi, attendevamo con trepidazione l’esito del bollettino medico che ci veniva trasmesso quotidianamente da Antonella; e quando sembrava che si potesse cominciare a nutrire qualche filo di speranza, d’improvviso, inaspettata è arrivata la fine: neppure la tua tempra possente ha retto allo schianto. A quel punto tu uomo, tu Gianni, tiri i remi in barca, cancelli i sogni del futuro (non pochi per Te ancora giovane) sciogli tutte le speranze, e, lasciando il tempo terreno diventi pensiero d’amore per chi ti ha voluto bene entrando nel tempo infinito.

Un mese. Quest’ultimo mese, inesorabile e crudele, ha strappato ai nostri affetti due amici simbolo della nostra Associazione:Gianni Dessena e Oscar Iacomelli.

Non è possibile concludere questa memoria soltanto nella mestizia: Gianni era pieno di vita, allegro. E proprio di questa allegria voglio ricordare uno squarcio che accomuna nella comica confusione anche l’amico Oscar.

Stavamo rappresentando Romeo e Giulietta e si era ormai arrivati a proporre uno dei momenti drammatici dell’opera: l’incontro tumultuoso fra Tebaldo (Gianni) e Romeo (Oscar) accompagnato dall’inseparabile sanguigno amico Mercuzio (Franco) che si mette a discutere con Romeo di una banalità; Tebaldo approfitta del momento di confusione per colpire a morte Mercuzio. Romeo non riesce a tollerare quest’ultima insolenza e colpisce a morte Tebaldo. Questa la storia. Ma la realtà della nostra recitazione è stata diversa, comicamente diversa. Romeo (Oscar) che sempre si era presentato alle prove puntualmente armato di spada, quel giorno aveva fatalmente dimenticato di portare la sua arma; al momento di scaricare la sua ira furibonda contro Tebaldo si era trovato fatalmente inerme; a quel punto, Mercuzio, benché moribondo, porge (fra le risate) la propria spada a Romeo perché consumi la sua vendetta. Tebaldo colpito a morte cade a terra accanto all’odiato Mercuzio entrambi stavolta morti…dalle risate.

Questa spontanea memorabile risata renderà più lieve la terra sepolcrale a Oscar e Gianni. Addio amici cari.

Franco Simula


 

Le emozioni di un viaggio in aereo di S. Faedda


Il periodo scorso io e mia moglie decidiamo di trascorrere un breve periodo dai nostri amici di Oleggio per ricambiare la loro visita da noi in Sardegna.
Dopo aver consultato gli orari di diverse compagnie e le tariffe imposte, decidiamo di prenotare per “Orio al Serio” a circa 100 km da Oleggio.
Io, che normalmente non amo viaggiare in aereo, dopo il viaggio in Cina con 12 ore di volo, mi dico che affrontare il breve tratto non sarà certo così preoccupante.
Imbarcate le valige con alcuni souvenir per i nostri amici, affrontiamo il volo con serenità e senza alcun brusco movimento anche perché…l’asfalto  è levigato alla perfezione.
Arrivati a destinazione i nostri amici, Giuseppe e Tina, come da programma, vengono a prenderci in aeroporto e raggiungiamo così la loro casa giusto in tempo per l’ora di cena.
In quella casa ormai da qualche anno abbiamo a disposizione una splendida camera da letto che è diventata la nostra camera delle vacanze.
Dopo circa una settimana trascorsa da veri signori, arriva il giorno del rientro in patria. Ed è qui che comincia la malinconia; prima di tutto perché dobbiamo lasciare in nostri amici e poi perché quel luogo è così rilassante tanto d’aver stregato il nostro cuore.
In aeroporto, poco prima della partenza per il rientro, telefono a mio figlio giusto per accordarci sull’orario d’arrivo e per conoscere le condizioni del tempo. “Qui il vento è piuttosto forte” mi dice “preparatevi per un eventuale atterraggio ad Olbia o addirittura a Cagliari”.
Saliamo sull’aereo con questa consapevolezza e, allo stesso tempo, con la paura di dover affrontare un ulteriore viaggio in pullman di altri 200 km.
L’aereo inizia a rullare; allacciamo le cinture di sicurezza, facciamo il solito segno di croce per scaramanzia, poi chiudiamo gli occhi in attesa della fase di innalzamento. Sembra che l’aereo non voglia spiccare il volo, tanta è l’attesa e la paura per la corsa sfrenata prima che questo avvenga. Quando inizia a sollevarsi ci rendiamo conto che il vento lo fa oscillare in maniera piuttosto paurosa ma, per fortuna, subito dopo, riesce a trovare il corridoio giusto per un volo normale e….sereno!
Mentre la tensione comincia a scemare ecco che improvvisamente l’aereo perde quota. Col cuore in gola e col sedile che si sfila dal sottofondo, mi rendo conto che la paura aleggia per tutto il corridoio.
Lentamente, dopo il forte trambusto, il brusio dei passeggeri si fa sempre più sottile ma….il peggio doveva ancora arrivare!!!
Quasi in prossimità delle coste della Sardegna, un fulmine colpisce l’ala sinistra dell’aereo con fuoriuscita di scintille provocando un forte boato.
Le urla dei passeggeri mi portano a pensare che tutto stia per finire nel modo peggiore. Mia moglie stringe forte le mie mani mentre una ragazza, seduta sull’altro fianco, attaccata al mio braccio come una piovra, comincia a piangere e a gridare invocando i genitori che, ovviamente, non sono sull’aereo.
Solo la grande abilità del pilota, che in fase d’atterraggio ha riportato più volte l’aereo in equilibrio, riesce a far arrivare l’aereo ad Alghero consentendoci di risparmiare altri chilometri di sofferenza.
Inutile sottolineare l’applauso spontaneo che ognuno di noi, dopo lo shock generale, ha innalzato al bravo pilota che ci ha riportato a terra.
Desidero comunque puntualizzare che dopo questo spiacevole breve viaggio, ho avuto la forza ed il coraggio di affrontare un viaggio di circa 12 ore per arrivare sino in Vietnam…semplicemente fantastico!!!

Salvatore Faedda


 

Padre poesia di Geminiano


Un refolo di vento caldo

si infiltra nei capelli dell'uomo

che sale con fatica il viottolo acciottolato.

E' vestito di niente...

gli rimane solo una composta dignità

plasmata nel tempo;

e il gesto familiare di ravviare i capelli con la mano

denota la sua condizione paterna segnata dall'ineluttabile.

La luce fioca dei lampioni che lo rischiara in tralice

rende viva la sofferenza

che appare sul volto devastato.

Osservando con delicata sensibilità

realizzo che la sofferenza umana

aggredisce tutti con la stessa intensità... -denti dilaniati-

dilaniando l'anima.

Aspetto che mi sia vicino per offrirgli il mio aiuto morale,

mi rivolge la parola premuroso.

Non vorrebbe coinvolgermi,

ma sollecitato, risponde

visibilmente commosso.

Sono i figli che partono

per costrizione che fa male.

Ferite insanabili.

Appena attenuate dalla speranza

del loro ritorno.

Un groppo alla gola mi toglie la parola

pensando a quanti di noi si riconoscono.

 

Cammino pensandomi di G.B.


Oggi lo scorrere della vita

mi appare rifratto in uno specchio oblungo

che distorce le figure.

Cammino pensandomi

con movimenti pigri che quasi odio…

Lo sguardo acquoso si posa

sulle cose che a stento riconosco,

confuse,

nello scorrere di un quotidiano irriverente.

Ho la sgradevole sensazione

che il “rapace” voglia riprendersi la scena;

ne avverto il sinistro stridìo del verso

che pulsa nei pensieri,

insinuandosi infido,

con movenze sinuose da mustelide,

perverso e ingannatore.

“L’infingardo” sa cosa vuole

e io so cosa devo pagare

per aver ragione di questa disputa aspra

che dovrò combattere senza esclusione di colpi

in un quartiere

dove non son previsti “prigionieri”.

Ma è solo un momento…

Riacquisto peso terreno

e la “turbolenza” svilisce

lasciando posto alla rinfrancata consapevolezza.

 

Ritornato il sereno

affretto il passo

verso orizzonti più ampi.

G.B.


 

PARKINSON questo sconosciuto di Salvatore Faedda


Tante volte mi son chiesto che cosa è successo al mio corpo quando, da un giorno all’altro, mi è stato diagnosticato il morbo di Parkinson.
Con la mente ripercorro l’itinerario della mia vita lavorativa e mi convinco sempre più che, l’essere stato a contatto con sostanze chimiche possa aver causato il disastro.
Oggi, domenica 5 febbraio, mentre scrivo queste due righe, sul televisore appare Papa Giovanni Paolo II° che, della sua malattia (Parkinson), ne ha fatto un dono di Dio portando la Sua croce in tutto il mondo con dignità e…sofferenza.
In questi giorni, ringraziando il Cielo, sto assaporando la normalità della vita anche se la possibilità che possa finire da un momento all’altro, mi tiene costantemente in guardia. Se almeno riuscissi a capire con un certo anticipo ciò che mi sta succedendo, penso che sarebbe una grande conquista per mettere in secondo piano il “bastardo”.
Per capirne di più ho chiesto ai miei compagni di sventura, che frequentano  l’associazione “Volare si può, sognare si deve”, come hanno percepito questa malattia ma, ognuno, ha dato un sintomo diverso perché il morbo di Parkinson è….un disturbo libero!!!

Salvatore Faedda


 

Figli di un dio minore di Patrizia Canu


Resoconto della 10° Giornata Sassarese della malattia di Parkinson scritto da Patrizia Canu su L’Unione Sarda del 27 novembre 2016

 

Sassari. Difficoltà e speranze alla decima Giornata della malattia

Figli di un dio minore

Manca il centro Parkinson

 

Due Centri contro il Parkinson a Cagliari. Nessuno a Sassari. Milleseicento pazienti da tutto il nord dell’Isola, rimandati a casa o ricoverati, in nome della “ottimizzazione delle risorse”. Che, in soldoni, vuol dire tagli, e risparmi apparenti . Perchè, a lungo termine, significa invece tanti costi in più: un giorno di ricovero costa alla Asl, e quindi al cittadino, quanto cinquanta visite ambulatoriali. E spesso sono ricoveri che si potevano evitare. Siamo patologie rinchiuse in una riserva indiana – dice il presidente dell’associazione Parkinson, Franco Simula – Forse noi pazienti del Nord siamo figli di un dio minore?.

     INCONTRO. Ma non di questo vuole parlare Kai Paulus, neurologo a cui si devono umanità, competenza e numeri, in egual modo. Nel presentela decima giornata di Sassari contro il Parkinson non vuole sentire lamentele. Preferisce parlare di quello che si fa, delle nozze con i fichi secchi. E sono nozze fantastiche, a vedere questa sala gremita. Ci sarebbero dovuti essere i nuovi vertici, ieri alla Camera di commercio, per ascoltare di questo piccolo miracolo, messo su con risorse risibili. Competenze sanitarie e poi tante terapie complementari: danzaterapia, musicoterapia, teatroterapia. I linguaggio del corpo, musica , teatro, l’amicizia e la condivisione che funzionano più delle pastiglie, Gratis, tutto gratis. E’ il sociale, di cui parla il psicologo Giovanni Carpentras. Quel lavoro da fare “nel frattempo”. Nel frattempo che la malattia viene diagnosticata, nel frattempo che avanza, nel frattempo che viene condivisa.

     PROBLEMI E SOLUZIONI. Quello che emerso ieri è stata la grande ricchezza delle associazioni, e delle professionalità. “Noi italiani siamo i ricercatori più bravi al mondo. E’ solo un problema di mezzi” dice il farmacologo Pier Andrea Serra. La ricerca significa speranza. “In Italia ci sono 40 milioni l’anno per tutta la ricerca. In America nel centro dove ho lavorato aveva 12 milioni a disposizione per due ricercatori”.

     ECOSISTEMA. Il primario di neurologia dell’ Aou Gian Pietro Sechi: ” Il mio sogno è di colpire queste patologie all’inizio, nella fase di danno biochimico, quando le cose sono ancora curabili. A quello tendono i nostri piccoli studi con i nostri piccoli mezzi”. Ma la strada è piena di ostacoli, dice Serra: “Non esistono studi accurati sul sonno: spesso l’ammalato di Parkinson o di una malattia neurodegenerativa, la notte non ha sintomi. Abbiamo presentato un progetto al Ministero, progetto giudicato eccellente, con il massimo dei voti. “Bocciato”, è stata la sentenza, “non c’è un euro”. Ma noi terremo duro.

Patrizia Canu