(seguito di “ LE CADUTE 2”)
La domanda principale riguarda il lato pratico:
Che cosa possiamo fare di concreto per evitare le cadute, ridurre il loro numero, o almeno rendere le cadute meno traumatiche?
Vi rispondo subito: moltissimo!
Dalla letteratura scientifica internazionale emerge l’evidenza che la riabilitazione neuromotoria, specialmente quella mirata al miglioramento dell’equilibrio e tono muscolare, così come quella complementare (ballo, trekking, tai chi, pugilato, ecc.), che coniuga il divertimento con l’attività fisica, con la musica e con lo sport, sono particolarmente efficaci nella prevenzione delle cadute e nella riduzione di fratture negli anziani. In particolare, impressiona il dato che da sola la terapia dell’equilibrio statico-dinamico può ridurre le cadute del 15-30%.
In questi ultimi anni la riabilitazione si è arricchita di tecnologie computerizzate ed interconnesse come la Realtà Virtuale e Aumentata e gli Exergames (vedi “ CONGELATI A TRADIMENTO: QUALCOSA SI MUOVE ”, archivio novembre 2020) che permettono degli strutturati percorsi riabilitativi anche a domicilio.
Come già riportato, la prevenzione delle cadute si basa, oltre che sulla riabilitazione ed il training delle capacità motorie e di equilibrio, sulla riduzione dei fattori di rischio che, come abbiamo visto, sono davvero tantissimi, e che qui riassumo brevemente:
Per tutto questo ci vuole la collaborazione di tutti i protagonisti: le persone instabili, i loro familiari e caregiver, e gli operatori sanitari inclusi i terapisti, psicologi, infermieri/OSS e medici.
Infine, vorrei rivolgermi ai diretti interessati:
fate ginnastica dolce tutti i giorni, senza affaticare ma costantemente, non aspettate la pillola miracolosa ma siate positivi, applicate nella vita quotidiana i consigli utili, cercate di migliorare piccoli aspetti, per esempio, riesco a camminare 50 metri senza sforzo, provo ad arrivare a 60, oppure, riesco a fare dieci gradini, prenderò di mira l’undicesimo, e così via, ma senza esagerare ed a seconda delle proprie possibilità; chi ha difficoltà ad esercitarsi in piedi, potrà allenarsi in tantissimi modi anche da seduto oppure sdraiato (su Youtube ci sono tanti tutorial al riguardo).
Importante: la ginnastica e la riabilitazione non devono rappresentare un faticoso e noioso dovere, ma un interessante e, possibilmente divertente, passatempo; noi siamo fatti per muoverci ed è proprio qui che l’infingardo, su nemigu, ci frega e ci rende tutto molto difficile. L’immobilità “arrugginisce” le persone senza disabilità, figuriamoci quelli con. Pertanto, ogni piccolo movimento che contrasta la rigidità è una conquista, ed ogni singolo passo correttamente compiuto contribuisce a diminuire l’instabilità posturale. E se a volte non funziona non dobbiamo disperare, ma riprovarci la prossima volta: con ogni tentativo non si perde niente, si può solo guadagnare.
Tanti fattori concorrono ad instabilità e cadute, quindi non è sempre colpa del Parkinson e bisogna tenere a mente che l’affaticabilità e l’instabilità possono dipendere anche da cardiopatie, alterazioni scheletriche, diabete, o semplicemente dall’età. Quindi, la nostra riabilitazione ha dei limiti, però non dobbiamo vincere le Olimpiadi ma migliorare la nostra quotidianità, le proprie autonomie e quindi la qualità di vita.
“Ritorno a casa”, Antonio Corriga, olio su tela, 2004
Abbiate voglia di migliorare, e mi raccomando, non siate precipitosi e non sopravalutate le vostre possibilità! Quando siete in difficoltà fermatevi, riflettete, ricordate ciò che avete imparato (per es., il freezing: alza il ginocchio, pensa al soldato, un-due, un-due, …), e chiedete aiuto, sempre! La vostra collaborazione è essenziale perché contribuisce in modo particolare a prevenire le cadute. Molti incidenti e traumi sono dovuti alla sopravalutazione delle proprie capacità quando si è fermamente convinti di riuscire a compiere azioni e percorsi senza l’aiuto di terzi, oppure, per non voler disturbare, ci si alza per andare in bagno o in cucina senza chiamare qualcuno, e poi, è troppo tardi…
E vi supplico: eliminate dal vostro vocabolario l’antipatica e controproducente frase “non ce la faccio”, casomai sostituitela con “ho difficoltà, ma ci voglio provare”.
Quindi, amiche e amici miei, piena collaborazione, la giusta valutazione della propria situazione, ed un po’ di disciplina. Chiedere aiuto non fa male, cadere invece sì.
(segue “ LE CADUTE NELLA MALATTIA DI PARKINSON ”)
Fonti bibliografiche:
Appeadu M, Bordoni B. Falls and Fall Prevention in the Elderly. StatPearls, Treasure Island 2021.
Blain H, Miot S, Bernard PL. How can we prevent falls? In: Orthogeriatrics: The Management of Older Patients with Fragility Fractures, Springer 2021; chapter 16.
Nishchyk A, Chen W, Pripp AH, Bergland A. The effect of mixed reality technologies for fall prevention among older adults: systematic review and meta-analysis. JMIR Aging, 2021; 4(2): 1-21.
Papalia GF, Papalia R, Diaz Balzani LA, Torre G, Zampogna B, Vasta S, Fossati C, Alifano AM, Denaro V. The effects of physical exercise on balance and prevention of falls in older people: a systematic review and meta-analysis. Journal of Clinical Medicine, 2020; 9(8): 2595-2614.
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