Volare si Può, Sognare si Deve!

Attività

L’attesa di G.B.


Un clangore di battaglia
irrompe nell'immoto silenzio del mattino,
strinato dal furore del diverbio
dal verdetto già scritto.

Duellanti che si disprezzano.....
incrociano spade taglienti
per lenire le sofferenze
inflitte senza ragione a uno di loro.

Ciò... nella muta indifferenza del "volgo" ,
che non riconosce l'odiato disagio,
chiuso nel pregiudizio
che impone un inconscio distacco.

La "sofferenza" altrui impaurisce gli animi...
divaricando due mondi paralleli,
che inevitabilmente non si riconoscono .

E la richiesta di ascolto, venata dal dolore,
si perde nei meandri della retorica,
attenta solo a creare consensi da recita.

L'attesa di risposte lacera l'anima,
acuendo distanze che separano ....
mitigate solo dalla ferma volontà
ad non arrendersi alla bieca cecità del demone.

g.b.

 

IN MEMORIA


Caro Gianni, è passato già un mese dalla tua improvvisa scomparsa.

Troppo presto e in modo doloroso è stato interrotto il filo magico che si era disteso fra te e l’Associazione al cui interno avevi trovato un’altra famiglia che ti stimava, ti apprezzava e ti stimolava a distribuire agli altri almeno una parte delle ricchezze che conservavi con molta riservatezza e discrezione dentro lo scrigno della tua anima.

Ti astenevi dallo scrivere sul sito perché ritenevi di non essere all’altezza, e invece…E’ bastato un incoraggiamento al momento giusto perché tu cominciassi a raccontare con molta ironia (una delle poche armi che ci rimangono) qualcuna delle mille facce che il “rapace infingardo” riserva a ciascuno di noi. Per te, il Park era diventato un”terzo figlio”, generato da solo, senza il contributo di tua moglie che però seguiva con amore e trepidazione l’evoluzione di questo figlio anomalo nella speranza che ti desse meno fastidio possibile.

Gradualmente ti stavi adattando a considerarlo un inquilino del tuo stesso condominio col quale si deve necessariamente convivere stando attento, tuttavia, a non fargli prendere troppa confidenza…non si sa mai! Con la malattia, ancorché grave, ci permettiamo di ironizzare, persino di sbeffeggiarla, ma con l’altra sfinge -la morte quando decide di presentarsi e sorprenderti non c’è niente da fare: ti ghermisce brutalmente e per sempre. Noi, Gianni, nei pochi giorni di…preavviso che ti sono stati concessi, attendevamo con trepidazione l’esito del bollettino medico che ci veniva trasmesso quotidianamente da Antonella; e quando sembrava che si potesse cominciare a nutrire qualche filo di speranza, d’improvviso, inaspettata è arrivata la fine: neppure la tua tempra possente ha retto allo schianto. A quel punto tu uomo, tu Gianni, tiri i remi in barca, cancelli i sogni del futuro (non pochi per Te ancora giovane) sciogli tutte le speranze, e, lasciando il tempo terreno diventi pensiero d’amore per chi ti ha voluto bene entrando nel tempo infinito.

Un mese. Quest’ultimo mese, inesorabile e crudele, ha strappato ai nostri affetti due amici simbolo della nostra Associazione:Gianni Dessena e Oscar Iacomelli.

Non è possibile concludere questa memoria soltanto nella mestizia: Gianni era pieno di vita, allegro. E proprio di questa allegria voglio ricordare uno squarcio che accomuna nella comica confusione anche l’amico Oscar.

Stavamo rappresentando Romeo e Giulietta e si era ormai arrivati a proporre uno dei momenti drammatici dell’opera: l’incontro tumultuoso fra Tebaldo (Gianni) e Romeo (Oscar) accompagnato dall’inseparabile sanguigno amico Mercuzio (Franco) che si mette a discutere con Romeo di una banalità; Tebaldo approfitta del momento di confusione per colpire a morte Mercuzio. Romeo non riesce a tollerare quest’ultima insolenza e colpisce a morte Tebaldo. Questa la storia. Ma la realtà della nostra recitazione è stata diversa, comicamente diversa. Romeo (Oscar) che sempre si era presentato alle prove puntualmente armato di spada, quel giorno aveva fatalmente dimenticato di portare la sua arma; al momento di scaricare la sua ira furibonda contro Tebaldo si era trovato fatalmente inerme; a quel punto, Mercuzio, benché moribondo, porge (fra le risate) la propria spada a Romeo perché consumi la sua vendetta. Tebaldo colpito a morte cade a terra accanto all’odiato Mercuzio entrambi stavolta morti…dalle risate.

Questa spontanea memorabile risata renderà più lieve la terra sepolcrale a Oscar e Gianni. Addio amici cari.

Franco Simula


 

Le emozioni di un viaggio in aereo di S. Faedda


Il periodo scorso io e mia moglie decidiamo di trascorrere un breve periodo dai nostri amici di Oleggio per ricambiare la loro visita da noi in Sardegna.
Dopo aver consultato gli orari di diverse compagnie e le tariffe imposte, decidiamo di prenotare per “Orio al Serio” a circa 100 km da Oleggio.
Io, che normalmente non amo viaggiare in aereo, dopo il viaggio in Cina con 12 ore di volo, mi dico che affrontare il breve tratto non sarà certo così preoccupante.
Imbarcate le valige con alcuni souvenir per i nostri amici, affrontiamo il volo con serenità e senza alcun brusco movimento anche perché…l’asfalto  è levigato alla perfezione.
Arrivati a destinazione i nostri amici, Giuseppe e Tina, come da programma, vengono a prenderci in aeroporto e raggiungiamo così la loro casa giusto in tempo per l’ora di cena.
In quella casa ormai da qualche anno abbiamo a disposizione una splendida camera da letto che è diventata la nostra camera delle vacanze.
Dopo circa una settimana trascorsa da veri signori, arriva il giorno del rientro in patria. Ed è qui che comincia la malinconia; prima di tutto perché dobbiamo lasciare in nostri amici e poi perché quel luogo è così rilassante tanto d’aver stregato il nostro cuore.
In aeroporto, poco prima della partenza per il rientro, telefono a mio figlio giusto per accordarci sull’orario d’arrivo e per conoscere le condizioni del tempo. “Qui il vento è piuttosto forte” mi dice “preparatevi per un eventuale atterraggio ad Olbia o addirittura a Cagliari”.
Saliamo sull’aereo con questa consapevolezza e, allo stesso tempo, con la paura di dover affrontare un ulteriore viaggio in pullman di altri 200 km.
L’aereo inizia a rullare; allacciamo le cinture di sicurezza, facciamo il solito segno di croce per scaramanzia, poi chiudiamo gli occhi in attesa della fase di innalzamento. Sembra che l’aereo non voglia spiccare il volo, tanta è l’attesa e la paura per la corsa sfrenata prima che questo avvenga. Quando inizia a sollevarsi ci rendiamo conto che il vento lo fa oscillare in maniera piuttosto paurosa ma, per fortuna, subito dopo, riesce a trovare il corridoio giusto per un volo normale e….sereno!
Mentre la tensione comincia a scemare ecco che improvvisamente l’aereo perde quota. Col cuore in gola e col sedile che si sfila dal sottofondo, mi rendo conto che la paura aleggia per tutto il corridoio.
Lentamente, dopo il forte trambusto, il brusio dei passeggeri si fa sempre più sottile ma….il peggio doveva ancora arrivare!!!
Quasi in prossimità delle coste della Sardegna, un fulmine colpisce l’ala sinistra dell’aereo con fuoriuscita di scintille provocando un forte boato.
Le urla dei passeggeri mi portano a pensare che tutto stia per finire nel modo peggiore. Mia moglie stringe forte le mie mani mentre una ragazza, seduta sull’altro fianco, attaccata al mio braccio come una piovra, comincia a piangere e a gridare invocando i genitori che, ovviamente, non sono sull’aereo.
Solo la grande abilità del pilota, che in fase d’atterraggio ha riportato più volte l’aereo in equilibrio, riesce a far arrivare l’aereo ad Alghero consentendoci di risparmiare altri chilometri di sofferenza.
Inutile sottolineare l’applauso spontaneo che ognuno di noi, dopo lo shock generale, ha innalzato al bravo pilota che ci ha riportato a terra.
Desidero comunque puntualizzare che dopo questo spiacevole breve viaggio, ho avuto la forza ed il coraggio di affrontare un viaggio di circa 12 ore per arrivare sino in Vietnam…semplicemente fantastico!!!

Salvatore Faedda


 

Padre poesia di Geminiano


Un refolo di vento caldo

si infiltra nei capelli dell'uomo

che sale con fatica il viottolo acciottolato.

E' vestito di niente...

gli rimane solo una composta dignità

plasmata nel tempo;

e il gesto familiare di ravviare i capelli con la mano

denota la sua condizione paterna segnata dall'ineluttabile.

La luce fioca dei lampioni che lo rischiara in tralice

rende viva la sofferenza

che appare sul volto devastato.

Osservando con delicata sensibilità

realizzo che la sofferenza umana

aggredisce tutti con la stessa intensità... -denti dilaniati-

dilaniando l'anima.

Aspetto che mi sia vicino per offrirgli il mio aiuto morale,

mi rivolge la parola premuroso.

Non vorrebbe coinvolgermi,

ma sollecitato, risponde

visibilmente commosso.

Sono i figli che partono

per costrizione che fa male.

Ferite insanabili.

Appena attenuate dalla speranza

del loro ritorno.

Un groppo alla gola mi toglie la parola

pensando a quanti di noi si riconoscono.

 

Cammino pensandomi di G.B.


Oggi lo scorrere della vita

mi appare rifratto in uno specchio oblungo

che distorce le figure.

Cammino pensandomi

con movimenti pigri che quasi odio…

Lo sguardo acquoso si posa

sulle cose che a stento riconosco,

confuse,

nello scorrere di un quotidiano irriverente.

Ho la sgradevole sensazione

che il “rapace” voglia riprendersi la scena;

ne avverto il sinistro stridìo del verso

che pulsa nei pensieri,

insinuandosi infido,

con movenze sinuose da mustelide,

perverso e ingannatore.

“L’infingardo” sa cosa vuole

e io so cosa devo pagare

per aver ragione di questa disputa aspra

che dovrò combattere senza esclusione di colpi

in un quartiere

dove non son previsti “prigionieri”.

Ma è solo un momento…

Riacquisto peso terreno

e la “turbolenza” svilisce

lasciando posto alla rinfrancata consapevolezza.

 

Ritornato il sereno

affretto il passo

verso orizzonti più ampi.

G.B.


 

PARKINSON questo sconosciuto di Salvatore Faedda


Tante volte mi son chiesto che cosa è successo al mio corpo quando, da un giorno all’altro, mi è stato diagnosticato il morbo di Parkinson.
Con la mente ripercorro l’itinerario della mia vita lavorativa e mi convinco sempre più che, l’essere stato a contatto con sostanze chimiche possa aver causato il disastro.
Oggi, domenica 5 febbraio, mentre scrivo queste due righe, sul televisore appare Papa Giovanni Paolo II° che, della sua malattia (Parkinson), ne ha fatto un dono di Dio portando la Sua croce in tutto il mondo con dignità e…sofferenza.
In questi giorni, ringraziando il Cielo, sto assaporando la normalità della vita anche se la possibilità che possa finire da un momento all’altro, mi tiene costantemente in guardia. Se almeno riuscissi a capire con un certo anticipo ciò che mi sta succedendo, penso che sarebbe una grande conquista per mettere in secondo piano il “bastardo”.
Per capirne di più ho chiesto ai miei compagni di sventura, che frequentano  l’associazione “Volare si può, sognare si deve”, come hanno percepito questa malattia ma, ognuno, ha dato un sintomo diverso perché il morbo di Parkinson è….un disturbo libero!!!

Salvatore Faedda


 

Figli di un dio minore di Patrizia Canu


Resoconto della 10° Giornata Sassarese della malattia di Parkinson scritto da Patrizia Canu su L’Unione Sarda del 27 novembre 2016

 

Sassari. Difficoltà e speranze alla decima Giornata della malattia

Figli di un dio minore

Manca il centro Parkinson

 

Due Centri contro il Parkinson a Cagliari. Nessuno a Sassari. Milleseicento pazienti da tutto il nord dell’Isola, rimandati a casa o ricoverati, in nome della “ottimizzazione delle risorse”. Che, in soldoni, vuol dire tagli, e risparmi apparenti . Perchè, a lungo termine, significa invece tanti costi in più: un giorno di ricovero costa alla Asl, e quindi al cittadino, quanto cinquanta visite ambulatoriali. E spesso sono ricoveri che si potevano evitare. Siamo patologie rinchiuse in una riserva indiana – dice il presidente dell’associazione Parkinson, Franco Simula – Forse noi pazienti del Nord siamo figli di un dio minore?.

     INCONTRO. Ma non di questo vuole parlare Kai Paulus, neurologo a cui si devono umanità, competenza e numeri, in egual modo. Nel presentela decima giornata di Sassari contro il Parkinson non vuole sentire lamentele. Preferisce parlare di quello che si fa, delle nozze con i fichi secchi. E sono nozze fantastiche, a vedere questa sala gremita. Ci sarebbero dovuti essere i nuovi vertici, ieri alla Camera di commercio, per ascoltare di questo piccolo miracolo, messo su con risorse risibili. Competenze sanitarie e poi tante terapie complementari: danzaterapia, musicoterapia, teatroterapia. I linguaggio del corpo, musica , teatro, l’amicizia e la condivisione che funzionano più delle pastiglie, Gratis, tutto gratis. E’ il sociale, di cui parla il psicologo Giovanni Carpentras. Quel lavoro da fare “nel frattempo”. Nel frattempo che la malattia viene diagnosticata, nel frattempo che avanza, nel frattempo che viene condivisa.

     PROBLEMI E SOLUZIONI. Quello che emerso ieri è stata la grande ricchezza delle associazioni, e delle professionalità. “Noi italiani siamo i ricercatori più bravi al mondo. E’ solo un problema di mezzi” dice il farmacologo Pier Andrea Serra. La ricerca significa speranza. “In Italia ci sono 40 milioni l’anno per tutta la ricerca. In America nel centro dove ho lavorato aveva 12 milioni a disposizione per due ricercatori”.

     ECOSISTEMA. Il primario di neurologia dell’ Aou Gian Pietro Sechi: ” Il mio sogno è di colpire queste patologie all’inizio, nella fase di danno biochimico, quando le cose sono ancora curabili. A quello tendono i nostri piccoli studi con i nostri piccoli mezzi”. Ma la strada è piena di ostacoli, dice Serra: “Non esistono studi accurati sul sonno: spesso l’ammalato di Parkinson o di una malattia neurodegenerativa, la notte non ha sintomi. Abbiamo presentato un progetto al Ministero, progetto giudicato eccellente, con il massimo dei voti. “Bocciato”, è stata la sentenza, “non c’è un euro”. Ma noi terremo duro.

Patrizia Canu


 

 

Giornata del Parkinson: «Sanità migliore per tutti» di Paoletta Farina

Articolo di Paoletta Farina tratto dalla Nuova Sardegna del 27 novembre 2016

Giornata del Parkinson: «Sanità migliore per tutti»

Le richieste di malati e medici e il punto sulle ricerche per la cura del morbo Il neurologo Sechi: Sardegna ferma a trent’anni fa, diritti dei pazienti menomati

genteSASSARI. Le speranze per la terapia, le difficoltà di districarsi nella complicata macchina sanitaria sarda, i problemi legati all’ottenimento dell’invalidità civile. La Giornata sassarese della malattia di Parkinson, organizzata dall’associazione presieduta da Franco Simula che ieri ha gremito di pubblico la sala della Camera di commercio, ha messo ancora una volta in luce una quotidianità fatta di complicazioni ed ostacoli per i pazienti, di carenze croniche di strutture e macchinari sanitari, e anche di delusioni e frustrazioni per i ricercatori che vedono chiudersi sempre di più il rubinetto dei finanziamenti. Tanto che il direttore della clinica neurologica delll’Aou, Gian Pietro Sechi, rispondendo alla domanda di una malata che chiedeva più attenzione e organizzazione verso i pazienti, ha annunciato che chiederà un incontro all’assessore regionale Luigi Arru «perché la nostra sanità è ferma a trent’anni fa. Basta pensare che la Sardegna è l’unica regione italiana che non ha la risonanza magnetica a 3 tesla . Dobbiamo accontentarci di apparecchiature con un potenziale che è la metà. E questo significa che non abbiamo la possibilità di fare diagnosi migliori e più precise. Un gap con il resto d’Italia inammissibile, perchè i sardi hanno diritto agli stessi livelli di assistenza assicurati nel resto del territorio nazionale».

Di Parkinson soffrono in Provincia almeno 1500 persone, oltre seicento quelle che vengono seguite nel Centro dei disturbi del movimento della clinica neurologica. L’incidenza in Sardegna non è diversa da quella di altre Regioni: 30/40 persone su diecimila soffrono del morbo che rientra tra quelle malattie neurodegenative per le quali la scienza ha raggiunto risultati soltanto nella cura dei sintomi. La causa resta ancora da individuare. E Sassari con i suoi ricercatori

«Studi recenti condotti dalla clinica Neurologica, in collaborazione con vari gruppi nazionali ed internazionali, tra cui gli Istituti di microbiologia e di farmacologia dell’Università di Sassari, il Cnr di Padova, Sassari e Pozzuoli, e l’istituto di ricerca inglese “Diamond Light Source Ltd, Harwell Science and Innovation Campus” hanno dimostrato che comuni infezioni virali come quella dal virus Herpes simplex tipo 1, nelle persone predisposte possono contribuire ad un più rapido peggioramento della malattia di Parkinson – spiega il professor Sechi – e che, invece, un antibiotico di uso comune, il Ceftriaxone, può essere in grado di rallentare o fermare la progressione della malattia di Parkinson, impedendo la aggregazione patologica della proteina Alfa-Sinucleina, che gran parte degli studiosi considera la determinante principale della neuro-degenerazione progressiva tipica del Parkinson». Proprio la scoperta delle capacità del Ceftriaxone è stata fatta sempre nella clinica neurologica sassarese, in collaborazione con l’Istituto “Gaslini” di Genova. Anche Le ricercatrici Giannina Arru, biologa, ed Elisa Caggiu, microbiologa hanno parlato della possibile associazione, la prima, del “micobatterium avium paratubercolus” e la secona dell’Herpes simplex virus di tipo 1, con il Parkinson.

Molto importanti anche le informazioni fornite da Rosanna Serra, dell’ufficio invalidi civili e da Francesca Dettori, dell’ufficio ricoveri Regione, entrambi dell’Asl. Dalla Giornata sassarese è emerso quindi l’appello generale a un’attenzione maggiore, in tutti gli aspetti, verso i pazienti.

10° Giornata sassarese della malattia di Parkinson – Resoconto


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La giornata sassarese del Parkinson si è tenuta sabato 26 in un salone affollato da un pubblico numeroso e attento. Dopo una breve introduzione del presidente dell’Associazione Parkinson Sassari Franco Simula sullo stato attuale dell’associazione, il dott. Kai Paulus, che con passione e abnegazione da anni segue i malati di Parkinson ed è responsabile scientifico del convegno, ha coordinato i lavori dando rilievo ai relatori presenti, che hanno illustrato gli aspetti medico scientifici, soffermandosi particolarmente sulla ricerca, penalizzata dalla scarsità di mezzi a disposizione nonostante il livello elevatissimo dei progetti in corso. Un vivace dibattito si è sviluppato tra il pubblico e le rappresentanti della ASL sulle pratiche burocratico-amministrative. Numerosi e graditi gli ospiti, dai rappresentanti di altre associazioni come Gianfranco Favini, recentemente nominato a far parte della Commissione Regionale sulle malattie dementigene, all’assessore alla cultura Raffaella Sau, che segue con interesse la nostra associazione. Il dott.Paulus, unico referente dell’ambulatorio per i pazienti Parkinson sempre più in difficoltà a causa dei tagli sull’organico, ha illustrato, a più riprese, la grande risorsa rappresentata dalle terapie complementari: fisioterapia, musico-danza terapia, teatro-terapia, tutte gratuite, che coinvolgono i pazienti e i loro familiari in un clima di solidarietà e amicizia che talvolta funzionano quanto i farmaci. Il convegno si è concluso in un clima festoso, con l’attribuzione del riconoscimento di “Personaggio dell’anno” a Franco Enna, noto autore di libri per ragazzi e di una rivisitazione del” Romeo e Giulietta” che ha coinvolto in una rappresentazione teatrale i pazienti parkinsoniani e i loro familiari, seguito da un simpatico rinfresco. E’ stata una giornata memorabile. Ringraziamo le due bravissime giornaliste presenti, che hanno fatto un resoconto circostanziato del convegno, offrendoci una maggiore visibilità sui nostri due quotidiani . Abbiamo bisogno del sostegno e della solidarietà di tutti, per continuare la nostra azione e perseguire i nostri obiettivi, mantenendo viva e incisiva la nostra associazione, in un clima di armonia e collaborazione.

Di seguito, potrete leggere i due articoli apparsi Domenica 27.

Franco Simula

Presidente Associazione Parkinson Sassari