Volare si Può, Sognare si Deve!

Scriviamo un libro

Buon Ferragosto dall’Associazione Parkinson Sassari

Candelieri di G_Porcu

Veduta interna della Chiesa di S. Maria a Sassari con i 10 candelieri che partecipano alla “Faradda” del 14 agosto – fotografia di Giovanni Porcu


 


La Discesa dei candelieri (in sassarese Faradda di li candareri o solo Faradda) è una festa che si tiene a Sassari la sera precedente alla festa della Madonna Assunta (ferragosto) ed è la processione religiosa più calorosa e più sentita dalla popolazione. Tutto un intero anno di attività religiosa della città, con processioni in onore dei patroni dei vari gremi, culmina con il 14 agosto.

Consiste in una processione danzante di grandi colonne di legno, ceri simbolici, detti “candelieri” (li candareri), che si svolge lungo il Corso Vittorio Emanuele II fino a Porta Sant’Antonio e dal Corso Francesco Vico fino ad’arrivare alla chiesa di Santa Maria di Betlem.

È chiamata anche Festha manna, ovvero “Gran festa” e, secondo la tradizione, deriva da un voto fatto alla Madonna Assunta, che avrebbe salvato la città dalla peste.

Ebbe un periodo di crisi tra la fine del XIX secolo e gli inizi del Novecento, ma attualmente è seguita da circa 100.000 persone, che giungono a Sassari anche dall’estero.

La festa rientra nella Rete delle grandi macchine a spalla italiane, dal 2013 inserita nel Patrimonio orale e immateriale dell’umanità dell’UNESCO.


Clicca qui per vedere la discesa dei candelieri 2015


Pillole sul Parkinson

Questa nuova rubrica vuole dare spazio a brevi chiarimenti, illustrazioni e spiegazioni di molte manifestazioni e sintomi della malattia e tradurre in termini semplici le espressioni mediche, magari sentite e lette da qualche parte che però non ci sono famigliari, quali scialorrea, acinesia, ipertono rigido, festinazione, discinesia, ecc.

La rubrica, come anche tutte le altre del nostro sito, è aperta a suggerimenti, commenti e domande.

ANNO NUOVO (Avventure nuove) di Salvatore Faedda

Normalmente l’ultimo giorno dell’anno veniva sempre festeggiato a casa perché così anche i nostri genitori potevano stare con noi. Dopo la loro dipartita, però, abbiamo deciso di modificare le nostre abitudini e di passare le feste in maniera diversa in qualche locale dell’isola. Per questa decisione, oltre alla voglia di cambiare, ha influito molto il limite imposto dal condominio che, oltre un certo orario, non permetteva di fare chiasso.
In coincidenza della fine del secolo scorso, insieme a tutta la compagnia, decidiamo di aspettare l’anno 2000 a “Chia”, sito bellissimo della Sardegna a pochi chilometri da Cagliari. Il posto scelto non è stato del tutto casuale perché mio cognato, che all’epoca lavorava ancora, era stato destinato a Cagliari in reperibilità, per essere prontamente disponibile a dare assistenza ai computer che, all’epoca, non erano stati elaborati in previsione del nuovo secolo.
Poiché il 31 dicembre, pur essendo l’ultimo dell’anno io e Giuseppe abbiamo lavorato sino alle prime ore del pomeriggio, decidiamo di partire per Chia verso le ore 16,00 e siccome il tempo stringeva e i chilometri da macinare erano più di 250 partiamo senza che io abbia fatto la doccia, riservandomi di sistemarmi e rilassarmi in albergo.
Al momento dell’arrivo, una volta parcheggiata l’auto, ci dirigiamo verso la reception per il ritiro delle chiavi e per sistemare i bagagli nelle stanze che ci avevano assegnato.
Appena arrivato in camera prendo possesso del bagno, mi rado con particolare attenzione e, subito dopo, mi infilo sotto la doccia, faccio scendere l’acqua, mi insapono e quando sto per risciacquarmi, ecco che manca l’acqua!!! Porca miseria dico io…e adesso come faccio????
Per fortuna avevamo con noi una bottiglia d’acqua minerale, per giunta gassata, e con quella ho ripulito le parti spumeggianti del mio corpo.
Subito dopo ci prepariamo e, con il resto della compagnia, scendiamo nella sala antistante il ristorante per un aperitivo prima del grande cenone. Ahi noi….l’aperitivo era già terminato e noi ci siamo dovuti accontentare di qualche sporadica patatina sparpagliata sul tavolo.
Alle ventuno esatte ci fanno accomodare in una grande veranda coperta. Il nostro tavolo è sistemato accanto ad una stufa a gas per esterni ed il tepore che emana ci gratifica degli spiacevoli inconvenienti precedenti.
Mentre aspettiamo l’antipasto, un ragazzo del tavolo accanto si alza, prende la stufa quasi di prepotenza e si lamenta dicendo che anche loro hanno tutto il diritto a riscaldarsi. Noi che non abbiamo voglia di bisticciare, lasciamo fare anche perché, nel frattempo, è arrivato l’antipasto. Antipasto???….ma quale antipasto!!!! due fette di prosciutto, due di salsiccia e tre olive a testa. Aspettiamo il primo che arriva dopo circa un’ora. Ne vogliamo parlare? Non ci abbiamo capito nulla; ha la forma di un diplomatico, è freddo e poco desiderabile. E così anche il primo….è andato!
Per fortuna ci rimane il secondo…naturalmente con molta calma. Il menù esposto in bellavista sulla tavola ci propone “aragosta allo specchio”. Già il nome è tutto un programma; praticamente si tratta dell’involucro dell’aragosta riempita con una gustosissima….insalata russa….tutto qui!!!
E pensare che abbiamo portato anche il “Diger” in previsione di una probabile indigestione.
Nel frattempo ci viene restituita la stufa….spenta e priva di gas! A che pro?
Intanto il tempo passa fra delusioni e malumori quando, ad un certo punto, si sente a gran voce che nel padiglione centrale del ristorante, vengono servite lenticchie con zampone e musica a go-go….ma vaffan….!!! Andiamo via un po’ delusi ma con tanta voglia di rifarci il giorno dopo.
La colazione del giorno successivo ci trova tutti d’accordo e soddisfatti (secondo me è solo fame).
Subito dopo colazione ci raggiungono due nostri amici, che vivono nei pressi di Chia, e ci portano a scoprire le meraviglie di quei luoghi.
Rientriamo per l’ora di pranzo, ci accomodiamo nel tavolo a noi riservato e attendiamo con impazienza che ci vengano serviti gli antipasti.
Nel frattempo chiacchieriamo del più e del meno, senza mai perdere di vista i camerieri che si muovono in continuazione….senza però servire.
Il tempo passa e i piatti sono sempre vuoti. Cerchiamo di scrutare i volti degli altri commensali per capire le loro reazioni ma, anche le loro espressioni sono alquanto dubbiose.
Ad un tratto si sente il gracchiare di un altoparlante e, subito dopo, una voce alquanto imbarazzata comunica che il pranzo di capodanno non sarà servito perché i NAS hanno invaso e bloccato le cucine.
Oh Dio mio…e adesso come facciamo???? Giuseppe, che deve rientrare al lavoro quella stessa sera, è disperato e comincia a girovagare per la sala pranzo; finalmente trova una scatoletta di tonno che manda giù con avidità accompagnandola con del pane che è rimasto in tavola.
Intanto nella hall, dopo lunghe proteste, i clienti vengono rimborsati dei loro soldini. A noi, invece, che dobbiamo stare lì ancora qualche giorno, ci viene assicurato un ottimo trattamento anche perché, poco più in la, avevano un altro locale adibito a cucina e che avrebbe funzionato senza l’ombra dei NAS.
Ad onor del vero, i giorni successivi allo spiacevole inconveniente, siamo stati trattati benissimo perché ci hanno fatto gustare piatti eccellenti e prelibati.
Ovviamente per noi, l’inizio dell’anno 2000 verrà sempre ricordato come l’anno degli inconvenienti più eclatanti.
Salvatore Faedda

Le foto della commedia “Romeo e Giulietta 40 anni dopo”

Viaggio in Cina di Salvatore Faedda

15 Agosto 2014 Alghero/Roma

Finalmente è arrivato il giorno della partenza anche se, devo ammettere, un po’ di paura ce l’ho sia per la notevole distanza, sia per i numerosi aerei da prendere. Comunque ora ci siamo!!! Partiamo per Fertilia, Anna, Marco, Maria, Pierina ed io. Ci siamo fatti accompagnare da Giovanni e Anna, Giuseppe, Annalisa e Cinzia per non lasciare le nostre macchine nel parcheggio a pagamento.
Alle 17,30, in aeroporto, ci troviamo con tutto il resto della compagnia (Mercede, Paola, Lisetta, Barore, Immacolata, Graziella, Carla e la nostra preziosissima guida Piero Cunedda) e, dopo aver eseguito le operazioni d’imbarco, alle 19,30 partiamo alla volta di Fiumicino.
Ottimo volo, cena in pizzeria e pernottamento in Hotel prima d’affrontare il lungo viaggio.

16/17 Agosto 2014 Roma/Zurigo/Shanghai
Ci alziamo di buon’ora, giusto il tempo di fare una doccia e una veloce prima colazione, poi ci incamminiamo verso i voli internazionali dove ci attende l’aereo per Zurigo. Prima del volo, su consiglio del nostro amico Piero, prendiamo un buon caffè perché, secondo lui, a Fiumicino lo fanno buonissimo e….se lo dice lui…(che non beve caffè)!!!!
Dopo due ore di volo con la Swissaire, atterriamo a Zurigo e, alle 13,05 con altro aereo partiamo alla volta di Shanghai.
Durante il volo, su suggerimento dei vari servizi tecnologici che ci sono a bordo, per via del fuso orario spostiamo di 6 ore in avanti le lancette dei nostri orologi.
Durante il volo, che è stato piacevolmente tranquillo, abbiamo pranzato, merendato, cenato e colazionato. L’equipaggio di bordo ha fatto un ottimo lavoro perché è stato sempre presente per tutto il viaggio e per qualsiasi necessità. L’aereo era un aire bus 4 motori e le nostre postazioni erano nella economic class. Le prime file del velivolo sono riservate alla noble class ma, se posso fare una mia considerazione, visto il disordine che hanno lasciato al momento dello sbarco, di nobile non hanno nemmeno il nome.
In aeroporto incontriamo la guida “Giacomo” che, con un giro orientativo in pullman, ci fa conoscere alcune vie di grande comunicazione.

18/08/2014 – SHANGHAI

Giardino dell'Imperatore a Shangai

Giardino del Mandarino YU a Shanghai

Oggi siamo andati a visitare il giardino del Mandarino YU adiacente al quartiere detto “La città vecchia”, che ospita un ricchissimo bazar di dimensioni mondiali per qualità e quantità delle merci. Naturalmente tutti noi ci siamo buttati a comprare souvenir ed a contrattare su tutti gli articoli.
Poi siamo andati a mangiare al ristorante, che ogni giorno era diverso, anche se il menù era sempre lo stesso: carne dolce/piccante, pesce fritto, involtini primavera e riso bianco in abbondanza.
A fine giornata, cena in ristorante e poi tutti nanna per smaltire gli effetti del fuso orario.

19/08/2014 – SHANGHAI/ZHUJIAJIAO/XI’AN

Naturalmente qui piove sempre ma noi, di primo mattino, siamo andati a visitare il villaggio dei pescatori. Qui i pescatori hanno costruito le loro dimore sulle sponde di un fiume, quasi a voler imitare la nostra città di Venezia.
A parte la caratteristica del villaggio, il luogo è maleodorante al limite della sopportazione, eppure gli abitanti ci vivono e lavorano tranquillamente…tanto pe campà…..come direbbe Nino Manfredi.
Alle 12,30 siamo andati a pranzo in un ristorante moderno cinese con servizio a buffet. Io ho preso un bel po’ di spaghetti di soia (molto buoni) e tanto altro giusto per riempire lo stomaco.
Piove in continuazione, comunque il pullman è sempre a nostra completa disposizione

20/08/2014 – XI’AN

Esercito dì terracotta

Esercito dì terracotta

Il programma di oggi ci ha portato a vedere l’esercito di terracotta, una meraviglia nelle meraviglie. Sono state riportate alla luce più di 10.000 statue di grandezza naturale ma tutte col viso diverso…e tante ancora da portare alla luce. Dopo pranzo abbiamo sostato sulla piazza della pagoda della Grande Oca e successivamente abbiamo visitato la pagoda della piccola oca selvatica.

21-22/08/2014 – XI’AN/PECHINO

La grande muraglia cinese

La grande muraglia cinese

Una volta trasferiti a Pechino ci apprestiamo a visitare la “Grande Muraglia”. Di rigore la foto, ai piedi della muraglia, con tutto il nostro gruppo e con le due guide che ci hanno assistito durante il nostro percorso.
Di buona lena e finché le gambe ce l’hanno consentito, abbiamo fatto un piccolo percorso….rigorosamente in salita poi, però, abbiamo convenuto che era meglio desistere e andare a pranzo.
Dopo pranzo siamo andati a vedere la “Porta del Paradiso”…un’altra meraviglia che ci ha lasciati increduli. Ma ahimè o meglio ahinoi…ci aspettava un’altra sorpresa….uno di noi, (Barore, senza fare nomi) improvvisamente, si è trovato senza portafoglio. Gli era stato sottratto in un momento di grande confusione e mentre tentava di fare qualche foto. Le nostre due guide che conoscevano l’andazzo, dopo 10 minuti sono riusciti a recuperare il portafoglio con tutte le carte di credito ma…..senza soldi!!!! Beh…pazienza, in fondo è stato abbastanza fortunato.
La cena si è svolta nel ristorante dell’albergo ed abbiamo mangiato a volontà…incluso il gelato.

23/08/2014 – PECHINO

Piazza  Tien' anmen

Piazza Tien’ anmen

La giornata di oggi è dedicata alla visita della “Piazza Tien an Men”, simbolo della Cina di ieri e di oggi, della “Città Proibita” e del “Tempio del Cielo”. Le nostre guide si sono sempre dimostrate molto sicure e ogni qualvolta vi era qualche problema, loro l’hanno sempre risolto alla grande. Durante le pause pranzo ci hanno sempre spiegato la composizione delle pietanze che ci venivano servite.

24/08/2014 – PECHINO
In mattinata visita al “Palazzo d’Estate”, residenza estiva degli imperatori delle ultime due dinastie e, dopo pranzo visita al “Tempio di Confucio”. In serata, durante la cena, abbiamo potuto gustare la famosa anatra laccata…!!!!

25/08/2014 – PECHINO

Tempio della grande campana

Tempio della grande campana

Come sempre, dopo la prima colazione, il nostro impegno è quello di visitare qualcosa di bello perciò oggi siamo andati a vedere il “Tempio della Grande Campana”. In serata visita al “Grande Bazar del Tarocco” dove abbiamo lasciato gli ultimi spiccioli cinesi.
Sarebbe bello poter descrive nei minimi dettagli tutto ciò che i nostri occhi hanno potuto vedere ma, questo compito, lo lasciamo alle foto che niente hanno dimenticato di tralasciare.

25/08/2014 – PECHINO/ZURIGO/ROMA
Con nostro grande dispiacere sveglia alle ore 3 del mattino, prima colazione al sacco e alle 6,45 partenza per Zurigo. Siamo arrivati a Zurigo alle ore 11,20. Stando a questi orari sembrerebbe che il volo sia durato poche ore ma, se consideriamo il fuso orario di ben 6 ore indietro, c’è poco da sbagliare….il viaggio è durato ben 11 ore!!!
Poi, da Zurigo a Fiumicino e da Fiumicino ad Alghero e, come dice il nostro amico Piero…fine dei nostri servizi.
A questo punto possiamo ben dire che finisce l’ansia per il lungo viaggio e che questa bella esperienza ci ha arricchito culturalmente ma….non nel portafoglio.

Per dovere di cronaca voglio precisare che una sera la nostra guida “Giacomo”, ci ha proposto la visita ad un quartiere dove c’era di tutto…fontane che si coloravano a tempo di musica ed un soffitto, presso un grande centro commerciale, dove venivano proiettati dei filmati straordinari. La gente era tantissima e lo spettacolo assicurato

Voglio ringraziare Piero, per averci dato la possibilità di vedere questo meraviglioso paese, ed anche i miei compagni di viaggio a cominciare da mia moglie Anna che mi sopporta soprattutto quando prepara le valigie…lei ha sempre caldo mentre io vorrei mettere anche qualcosa di pesante perchè….non si sa mai.
Ringrazio anche Marco e Maria, sempre pronti a risolvere i problemi che si presentano (io con loro andrei in capo al mondo sicuro che mi darebbero sempre una mano per superare le difficoltà che si presentano alla mia età e con la mia patologia).
Ringrazio Mercede che alla sua bella età ci dà sempre l’esempio di come ci si comporta. Brava Mercede, abbiamo ancora molte gite da fare insieme. Grazie anche a tutti gli altri, Pierina, Graziella, Barore Santo, Immacolata, Paoletta, Lisetta, Marcella e Carla e………a zent’anni

P.S. In questo viaggio avrei voluto anche mio fratello Giovanni con la moglie Anna e Annalisa e Giuseppe che purtroppo quest’anno non sono potuti venire.
Io li ringrazio ugualmente se non altro perché ci hanno accompagnato e ripreso in aeroporto

Salvatore Faedda

Il ragazzo di Koblenz di Kai Paulus

Panorama su Koblenz e la confluenza tra i fiumi Reno e Mosella (foto fatta da Ehrenbreitstein)

Panorama su Koblenz e la confluenza tra i fiumi Reno e Mosella (foto fatta da Ehrenbreitstein)

Mi ricordo che a casa di mia nonna c’era una armonica a bocca, di quelle grandi, tedesche, a due tonalità, con cui si suona la musica popolare. E mi ricordo anche che questo strano strumento musicale mi incuriosiva e che spesso ci soffiavo dentro cercando di fare musica ottenendo però soltanto dei suoni senza melodia. Avrò avuto otto-dieci anni. Non so che fine abbia fatta l’armonica ma la mia carriera di musicista, appena iniziata, era anche finita in quel periodo. Con il senno di poi oggi mi chiedo come mai non mi è mai più venuta l’idea di suonare l’armonica, nell’infanzia, nell’adolescenza, oppure da studente. Mi meraviglio di me stesso: in tutti questi decenni ho completamente rimosso il fascino che esercitava l’armonica su di me. Sta di fatto che non mi è più venuto in mente di suonare l’armonica, fino a quando …

Oggi sono adulto, marito, padre di due splendidi bambini; tanti impegni, volentieri leggo, gioco a scacchi, e mi aggiorno per il mio lavoro. Non rimane tempo per niente, e la sera, portati i bimbi a letto, anche noi crolliamo. Come sapete, negli ultimi anni abbiamo messo su la nostra ‘Parkinson Sassari’, e, nonostante il mio pochissimo tempo, ci tengo tantissimo e sono fiero di aver creato insieme a voi questa utilissima associazione. Ma per stare dietro alle tante attività della Parkinson Sassari, ed adesso anche al sito creato dal nostro insostituibile e geniale Gianpaolo, devo fare gli straordinari e spesso, quando sono in servizio di notte (non raccontatelo al mio direttore!), scrivo, programmo, organizzo, e riesco a fare le cose che durante il giorno non sarebbero state possibili. Per farla breve: ogni mio minuto è pianificato!

Stop! Halt! Fermi tutti!

Un giorno ci troviamo, per via della riabilitazione della nostra Parkinson Sassari, nella palestra di via Principessa Maria e sento dei suoni, stranamente molto familiari.

L’armonica!!  image

Qualcuno sta suonando l’armonica! Che bello! Ma sì, perché non ci avevo pensato. E poi, con che maestria e che apparente leggerezza sta suonando questo magnifico organetto.

Ma certo, l’armonica a bocca, l’ho sempre voluta suonare! Fantastico! Salvatore è un genio: intonando l’inno della Brigata Sassari, aiutato dalla splendida voce di Anna, fa camminare Antonio: magico! Incredibile. Che gioia vedere Salvatore che con assoluta naturalezza suona l’oggetto della mia infanzia.

Quanti ricordi. Mi ritornano in mente mia nonna, casa sua a Koblenz in Germania, i giochi con i miei fratelli, un infanzia felice. Ora tutto mi torna in mente. Non posso far a meno di avvicinarmi al musicista; mi sento come un piccolo ragazzino che si avvicina al gelataio. In modo molto tranquillo e disponibile Salvatore mi dice che non è difficile suonare l’armonica e mi suona alcuni brani. Questo mi basta, la decisione è presa.

L’indomani vado in un negozio di strumenti musicali all’emiciclo e chiedo se hanno un’armonica. A oltre 50 anni sono emozionato come un bambino. Non vi racconto tutta la scena del negozio, in cui il commerciante capisce subito che io di armoniche e di musica in generale non ne capisco nulla e con fare paterno mi illustra i vari modelli, le diverse tonalità ed il loro utilizzo. L’avrebbe potuto spiegare anche in greco, non ci avrei capito niente lo stesso. Ero ubriaco da tante nozioni, non ci capivo nulla; volevo semplicemente un’armonica. Accontentato: ecco, una “Special 20” in A; una di quelle suona anche Salvatore. Vado nei Giardini Pubblici e provo a creare qualche suono; mi sento come il bambino di Koblenz, vorrei tanto fare musica ma non ci riesco. Ma Salvatore non aveva detto che era facile? Comunque, non c’è problema, ho già un piano: andrò a vedere in Internet…

Rientrando a casa vado a prendere i bambini da scuola. Sono a piedi, loro sono abituati (male) a essere presi in macchina: In effetti si lamentano. Intuitivamente consegno loro l’armonica. Come avevo sperato le lamentele finiscono subito: loro ispezionano l’oggetto ed emettono i primi suoni. Sono come me da piccolo, che emozione. Ridono, suonano, si divertono, e fanno tutta la strada a piedi senza neanche accorgersene. Inaspettatamente, l’armonica appena acquistata ha già svolto un grande servizio.

Ed adesso? Come vi dicevo, nella mia giornata non c’è spazio per nessun altra attività, e ciò che apprendo da internet e Youtube sa proprio di continua applicazione e studio. Le cose si complicano in quanto a mia moglie, al primo udire in casa di questi nuovi suoni, vengono i capelli dritti ed interdice qualsiasi studio musicale.

Ed ora? Già, i bimbi vogliono essere presi da scuola in macchina? Bene, problema risolto: mi piazzo davanti a scuola un po’ prima della fine della lezione e mi dedico al mio nuovo studio. Semplice, no? E così ho iniziato ad imparare l’armonica.

Il ragazzo di Koblenz con la sua Special 20

Il ragazzo di Koblenz con la sua Special 20

Ad uno dei nostri consueti, bellissimi ed attesi pranzi, Salvatore, che scopro in quella occasione musicista a 360 gradi sapendo suonare anche la fisarmonica e la chitarra, intona ‘Lili Marleen’ ed io provo a stargli dietro. Impossibile. Ma l’idea mi intriga e nei mesi successivi continuo a suonare in macchina. Il mio obiettivo è di riuscire a suonare insieme a Salvatore. Diverse altre volte lo sento suonare, dopo un pranzo della nostra Parkinson Sassari, dopo le prove di teatro, dopo la ginnastica, ed io rimango sempre più affascinato.

Un giorno mi rivela, dopo che gli ho raccontato le mie difficoltà e la sensazione di non poter migliorare, che si impara molto a suonare le canzoni dei Beatles. Mi sembra un’ impresa azzardata e non ci bado. Poco dopo mi ricordo, però, di aver un CD dei Beatles da qualche parte, e nelle mie prossime “sedute” lo porto con me in macchina e, tra molte stonature, si fa largo qualche suono familiare di ‘Yesterday’ e ‘Hey Jude’.

Ora voglio stupire Salvatore: sto studiando ‘Strangers in the night’ del grande Frank Sinatra, ma non ditegli niente, deve essere una sorpresa per un nostro prossimo pranzo…

Festung Ehrenbreitstein vista da Koblenz, roccaforte più grande d'Europa

Festung Ehrenbreitstein vista da Koblenz, roccaforte più grande d’Europa

Il Divertimento come fonte di Dopamina parte IV

IL DIVERTIMENTO COME FONTE DI DOPAMINA Parte IV
Strategie di riabilitazione non convenzionale nella malattia di Parkinson
di Kai S. Paulus

Ed ecco, finalmente arrivati alla dopamina, sostanza principale del nostro discorso ed anche quella sostanza che con la sua carenza causa la malattia di Parkinson. Non vi proporrò un trattato medico sul Parkinson e sulla mancanza di quella sostanza che permette la trasmissione di informazioni neuronali nei circuiti motori del cervello. Ci sono i farmaci, c’è la riabilitazione ed il movimento in generale. Invece, pongo l’accento su un terzo aspetto che ci aiuta perché ci fa guadagnare quella sostanza, la dopamina: le emozioni.

imageUna delle funzioni principali della riabilitazione alternativa in generale, e della musicoterapia nello specifico, è la sua capacità di indurre nel cervello processi di neuroplasticità, ovvero dei meccanismi che, primo, comportano modificazioni di efficacia e di dimensione delle sinapsi [i punti di connessione e di comunicazione tra le cellule nervose], secondo, stimolano la crescita di nuove sinapsi e dendriti [prolungamenti delle cellule nervose con cui trasportano l’informazione e la trasmettono ad altre cellule nervose], terzo, aumentano la densità della sostanza grigia[il sistema nervoso si distingue in sostanza bianca, composta da fibre lunghe cioè prolungamenti nervosi lunghi, e sostanza grigia, cioè nuclei cellulari, i loro prolungamenti nervosi corti, e l’insieme di capillari sanguigni e cellule di sostegno, incrementando quindi non solo il tessuto nervoso ma anche la rete di capillari e le componenti della glia [cellule di sostegno], e quarto, riducono i processi di apoptosi, cioè di morte cellulare (Altenmueller, 2015). Cioè, neuroplasticità vuol dire crescita cellulare e processi di riparazione all’interno del nostro cervello.
A questo riguardo non importa che tipo di musica viene scelta ma fondamentale è che la musica sia quella favorita (Gerdner, 2012). Il neuroscienziato tedesco Eckhard Altenmueller ha osservato a questo proposito che il semplice ascolto della musica preferita, in seguito ad un ictus cerebrale oppure da parte di persone affette da demenza, può avere un effetto antidepressivo con la possibilità di migliorare le funzioni cognitive, la memoria, la vigilanza ed in genere la sensazione di benessere (Altenmueller, 2015). E’ importante precisare che questi quattro principi fondamentali della neuroplasticità non vengono, ed attualmente non possono essere, indotti da farmaci, ma dalla corretta sintonia e positività del pensiero mentale, cioè del giusto atteggiamento nei confronti dell’ambiente e della persona.
La musica, il teatro, il divertimento, veicolano emozioni, e le emozioni sono in grado di attivare il sistema dopaminergico mesolimbico [oltre al sistema striatale dei nuclei della base responsabile del movimento, esiste quello limbico, cioè emotivo; ma entrambi i sistemi utilizzano la stessa dopamina come neurotrasmettitore, cioè sostanza che trasmette l’informazione da un neurone al prossimo]; un elevato tono dopaminergico favorisce l’apprendimento e l’attenzione, i processi di gratificazione [tutti noi conosciamo la sensazione di benessere dopo aver fatto qualcosa di buono: ora sappiamo che questa sensazione ci viene data dalla dopamina], ma d’altra parte, i comportamenti incontrollati mirati al aumento del tono dopaminergico possono indurre alla dipendenza [non riuscire ad accontentarsi mai, cercare sempre di più]. Le emozioni, quindi, posseggono un enorme potenziale di modulazione sulle attività cerebrali. Per tornare al Parkinson, Salimpoor e colleghi (2011) hanno potuto dimostrare un aumento di dopamina in seguito all’intenso piacere provocato dall’ascolto della musica proprio nel sistema striatale. Pare, pertanto, che proprio questi meccanismi stiano alla base del miglioramento dei pazienti parkinsoniani che seguono i diversi laboratori della riabilitazione complementare.
Le terapie non convenzionali non sostituiscono né i farmaci, né la riabilitazione neuromotoria, ma possono contribuire a migliorare globalmente le condizioni di salute del paziente e possono aumentare la sua qualità di vita; il ballo, il teatro, o anche le antiche arti marziali orientali, quali il tai chi, possono consolidare il beneficio ottenuto dalle terapie tradizionali, e, tenendo l’ammalato attivo, possono aiutare a rallentare il decorso della patologia degenerativa. Il tutto divertendosi, ed ad un costo sanitario irrisorio paragonato alle cifre riportate da Kowal e colleghi (Mov Disord, 2013) dove si calcolano circa 23000 dollari di spesa sanitaria media annuale per persona affetta da malattia di Parkinson. In Italia attualmente ci sono circa 250000 parkinsoniani… Numeri che sono destinati ad aumentare nei prossimi decenni.
Meglio ballare.

Qui finisce l’articolo ma forse sta appena iniziando la discussione. Pensate al potenziale delle terapie alternative, il loro enorme beneficio, il loro costo irrisorio. Penso che noi, la nostra Parkinson Sassari, possiamo fare molto nei prossimi anni per dimostrare innanzitutto a noi stessi che queste tecniche di riabilitazione insieme al corretto atteggiamento possono funzionare per gestire meglio il Parkinson. Tenete presente che ci sono tante patologie neurologiche croniche ma tra quelle il Parkinson è molto particolare e si distingue proprio per questa caratteristica che la causa della malattia, cioè la mancanza di dopamina, può essere parzialmente colmata con le attività, il comportamento, ed il giusto atteggiamento di ognuno. In termini semplici si può affermare che il Parkinson viene gestito per un terzo dai farmaci, per un terzo dal movimento, dalla vita attiva e riabilitazione, e per un terzo dalle emozioni. Pensateci. Buona estate e ci rivedremo a settembre per divertirci insieme con la ginnastica di gruppo, il teatro e la musicoterapia.

Una giornata speciale di Salvatore Faedda

Non sembra vero…alla fine della rappresentazione della commedia “Giulietta e Romeo 40 anni dopo”, oltre ai tanti applausi, abbiamo ricevuto tante pacche sulle spalle che la dicono lunga sulla nostra performance.

Ho cercato di analizzare questa nostra esperienza ed ho convenuto che nonostante le tante assenze durante le prove, siamo riusciti a tappare le falle che si aprivano inesorabilmente in funzione di queste assenze.

Proprio il giorno della rappresentazione, infatti, ho notato diversi amici parkinsoniani salire e scendere dal palco con le paure e le incertezze di chi non si sente sicuro della parte affidatagli.

Ma noi che siamo battaglieri e ci piace il sodalizio che si è creato, abbiamo in mente di recitare altre commedie con la promessa di rispettare i vari appuntamenti…per le prove!!!

Vorrei parlarvi dell’arrostita del 27 giugno ma, dopo aver mangiato tanto, l’unica cosa che mi viene spontaneo dire è…speriamo di poterne fare ancora per stare in compagnia che, a mio avviso, è la terapia migliore per la nostra patologia.

Di tutto questo mi sembra giusto ringraziare la nostra associazione, che tanto ci ha dato e tanto ci darà, alla ripresa delle attività già programmate.

Auguro a tutti una buona estate
Salvatore Faedda

La notti di Fribàgiu di lu ’56 – La notte di Febbraio del ’56 di Salvatore Faedda


A li sei di sera ha fattu una bedda grandinada
e lu freddu è subidu aumintadu
e gandu ha ischurigadu abemmu fattu un beddu fogu
chi ha duradu finza a manzaniri.

La notti pogu aggiu drummidu
acchì dugna tantu dazia un'ucciada a lu baschoni
pa' vidè si era bianca la carrera
ma daboi lu sonnu mi l'ha fatta.

A li setti mi soggu isciddaddu
e tuttu gantu era tintu di biancu,
d'ischattu mi ni soggu pisaddu
e tutta la famiglia aggiu iscidaddu.

Pa l'alligria no appuntaba in logu
acchì l'ischori erani tutti sarraddi. Chi beddu!
In Postha Sant'Antoni semmu andadi
pa liscigà cu li botti infundadi.

A mezzudì abemmu magnadu
e prima chi la nebi s'isciuglia
abemmu continuadu a liscigà
cu ri pantaroni infusi e zappuraddi.

Appena ischurigaddu
semmu turraddi a casa triccia triccia
zi semmu posthi coscia a fogu pa' schaldizzi,
e no cuschazzi azzuddidi e mosthi di freddu

Ma chistha dì passadda in cumpagnia
è sthada la più bedda di la me pizzinnia
acchì tutti a manu tenta i la carrera
abemu liscigadu da manzanu a sera
Salvatore Faedda
Alle sei di sera ha fatto una bella grandinata
ed il freddo è subito aumentato
all'imbrunire abbiamo fatto un bel fuoco
che è durato fino al mattino.

Quella notte poco ho riposato
perché ogni tanto guardavo fuori dal balcone
per vedere se la strada era bianca
ma, alla fine, il sonno ha preso il sopravvento.

Alle sette mi sono svegliato
e fuori era tutto colorato di bianco,
di corsa mi sono alzato
ed ho svegliato tutta la famiglia.

Per la contentezza non riuscivo a star fermo
perché le scuole erano chiuse. Che bello!!!
In porta S. Antonio siamo andati
per scivolare sulla neve con le scarpe sfondate.

A mezzogiorno abbiamo pranzato
e prima che la neve si sciogliesse
abbiamo continuato a scivolare
con i pantaloni bagnati e rattoppati.

Poi a tarda sera
a casa siamo rientrati...tutti bagnati
davanti al braciere ci siamo seduti,
per non coricarci con i brividi e morti di freddo

Ma questo giorno trascorso in compagnia
è stato il più bel giorno della mia infanzia
perché tutti, con la mano nella mano,
abbiamo scivolato da mattina fino a sera
Salvatore Faedda

 

Il Divertimento come fonte di Dopamina parte III

IL DIVERTIMENTO COME FONTE DI DOPAMINA Parte III

Strategie di riabilitazione non convenzionale nella malattia di Parkinson

di Kai S. Paulus

(seguito di Il Divertimento come fonte di Dopamina parte II)

Ed ora tenetevi forte, perché adesso vengono svelati alcuni segreti di ciò che veramente avviene nel cervello durante le attività creative, ed in particolare, si cerca di spiegare come fa esattamente la musica, il suono, a modificare i nostri schemi motori ed a raggiungere addirittura il muscolo. Volutamente ho lasciato i riferimenti di autori e soprattutto le indicazioni degli anni per dare un’idea di quanto sono recenti, e tutt’ora in corso, le ricerche in questo campo. Insomma, stiamo per iniziare un affascinante viaggio verso i confini dell’attuale ricerca scientifica; allacciate le cinture di sicurezza!

Tra i trattamenti riabilitativi non convenzionali per la malattia di Parkinson la musicoterapia è sicuramente la più completa, quella che unisce alla musica le varie strategie, sia motorie che sociali, aggiungendo emozioni e divertimento. Un elemento basale della musica è rappresentato dal ritmo e già da molto tempo è riconosciuto l’utilizzo del ritmo nella rieducazione del passo nel Parkinson. In un studio recente, Skodda e colleghi (2010) hanno sottolineato la presenza nel parkinsoniano di un deficit della locomozione coordinata e ritmica. Nel 1996, con Lee e collaboratori, prende forma il concetto di terapia ritmica. Si scopre che l’aiuto uditivo ritmico può influenzare il sistema motorio (Large et al., 2008) e che il ritmo può facilitare il movimento essendo in grado di sincronizzare il tempismo dell’attivazione muscolare con la struttura temporale del ritmo, cioè della frequenza della battuta; questa facilitazione può essere spiegata con le connessioni neurali esistenti tra i sistemi uditivo e motorio (Konoike, 2012). Inoltre, recenti studi hanno potuto scoprire che i suoni esercitano la loro influenza sui sistemi motori tramite connessioni reticolo spinali [vie nervoso che mettono in contatto la formazione reticolare, arcaica formazione nervosa situata nella parte più antica del cervello e che gestisce bisogni essenziali, con il midollo spinale dove passano le fibre nervose motorie che alla fine comandano i muscoli], con i quali riescono a produrre ed a modulare il timing dei neuroni motori spinali (Seger et al., 2013). Si è inoltre riusciti ad evidenziare che i nuclei della base [il ‘centro del movimento’ che si ammala nel Parkinson], ed in particolare il putamen [struttura dei nuclei della base deputata alle funzioni motorie propriamente dette], sono coinvolti nel sequenziare gli eventi ritmici (Grahn e Rowe, 2009). In seguito a queste ricerche era ovvio che la stimolazione uditiva ritmica fosse stata riconosciuta come lo standard nella riabilitazione motoria nella malattia di Parkinson (Archibald et al., 2013), però recentemente si è osservato che gli effetti positivi della stimolazione ritmica sugli schemi motori nel Parkinson sono di breve durata (Nombela et al., 2013). Per ovviare al problema e per riuscire a rendere l’effetto della terapia più duraturo e persistente ci si è convinti che non basta un elemento della musica, il ritmo, ma che è necessario l’utilizzo della musica nel suo insieme. La musicoterapia grazie alla melodia trasmette emozioni che servono per rinforzare i circuiti attivati. La musicoterapia include cantare, ballare, ed ascoltare musica. Secondo la Associazione Americana di Musicoterapia (American Association of Music therapy), la musicoterapia rappresenta una professione sanitaria affermata nella quale la musica è usata nel rapporto terapeutico indirizzato ai bisogni fisici, emotivi, cognitivi e sociali (2015). Tramite il coinvolgimento musicale nel contesto terapeutico vengono rafforzate le abilità del paziente e trasferite su altre aree della sua vita. La musicoterapia supera barriere e fornisce nuove possibilità di comunicazione che possono essere utili per coloro che trovano difficoltà nell’esprimersi con parole. La musicoterapia può essere efficace in molti campi, sia nella riabilitazione fisica per facilitare il movimento, per migliorare la motivazione delle persone alla riabilitazione, per fornire un supporto emotivo a pazienti e familiari, e per creare un canale d’uscita per l’espressione di sentimenti.

Nella prossima ed ultima parte entrerà finalmente in scena la dopamina, quella sostanza che viene a mancare nel Parkinson, e capiremo quindi perché le attività creative, la musica, il ballo, il teatro, ed il divertimento, possono effettivamente migliorare il quadro clinico della persona affetta da malattia di Parkinson.

(segue con Il Divertimento come fonte di Dopamina parte IV)