Volare si Può, Sognare si Deve!

Il ragazzo di Koblenz di Kai Paulus

Panorama su Koblenz e la confluenza tra i fiumi Reno e Mosella (foto fatta da Ehrenbreitstein)

Panorama su Koblenz e la confluenza tra i fiumi Reno e Mosella (foto fatta da Ehrenbreitstein)

Mi ricordo che a casa di mia nonna c’era una armonica a bocca, di quelle grandi, tedesche, a due tonalità, con cui si suona la musica popolare. E mi ricordo anche che questo strano strumento musicale mi incuriosiva e che spesso ci soffiavo dentro cercando di fare musica ottenendo però soltanto dei suoni senza melodia. Avrò avuto otto-dieci anni. Non so che fine abbia fatta l’armonica ma la mia carriera di musicista, appena iniziata, era anche finita in quel periodo. Con il senno di poi oggi mi chiedo come mai non mi è mai più venuta l’idea di suonare l’armonica, nell’infanzia, nell’adolescenza, oppure da studente. Mi meraviglio di me stesso: in tutti questi decenni ho completamente rimosso il fascino che esercitava l’armonica su di me. Sta di fatto che non mi è più venuto in mente di suonare l’armonica, fino a quando …

Oggi sono adulto, marito, padre di due splendidi bambini; tanti impegni, volentieri leggo, gioco a scacchi, e mi aggiorno per il mio lavoro. Non rimane tempo per niente, e la sera, portati i bimbi a letto, anche noi crolliamo. Come sapete, negli ultimi anni abbiamo messo su la nostra ‘Parkinson Sassari’, e, nonostante il mio pochissimo tempo, ci tengo tantissimo e sono fiero di aver creato insieme a voi questa utilissima associazione. Ma per stare dietro alle tante attività della Parkinson Sassari, ed adesso anche al sito creato dal nostro insostituibile e geniale Gianpaolo, devo fare gli straordinari e spesso, quando sono in servizio di notte (non raccontatelo al mio direttore!), scrivo, programmo, organizzo, e riesco a fare le cose che durante il giorno non sarebbero state possibili. Per farla breve: ogni mio minuto è pianificato!

Stop! Halt! Fermi tutti!

Un giorno ci troviamo, per via della riabilitazione della nostra Parkinson Sassari, nella palestra di via Principessa Maria e sento dei suoni, stranamente molto familiari.

L’armonica!!  image

Qualcuno sta suonando l’armonica! Che bello! Ma sì, perché non ci avevo pensato. E poi, con che maestria e che apparente leggerezza sta suonando questo magnifico organetto.

Ma certo, l’armonica a bocca, l’ho sempre voluta suonare! Fantastico! Salvatore è un genio: intonando l’inno della Brigata Sassari, aiutato dalla splendida voce di Anna, fa camminare Antonio: magico! Incredibile. Che gioia vedere Salvatore che con assoluta naturalezza suona l’oggetto della mia infanzia.

Quanti ricordi. Mi ritornano in mente mia nonna, casa sua a Koblenz in Germania, i giochi con i miei fratelli, un infanzia felice. Ora tutto mi torna in mente. Non posso far a meno di avvicinarmi al musicista; mi sento come un piccolo ragazzino che si avvicina al gelataio. In modo molto tranquillo e disponibile Salvatore mi dice che non è difficile suonare l’armonica e mi suona alcuni brani. Questo mi basta, la decisione è presa.

L’indomani vado in un negozio di strumenti musicali all’emiciclo e chiedo se hanno un’armonica. A oltre 50 anni sono emozionato come un bambino. Non vi racconto tutta la scena del negozio, in cui il commerciante capisce subito che io di armoniche e di musica in generale non ne capisco nulla e con fare paterno mi illustra i vari modelli, le diverse tonalità ed il loro utilizzo. L’avrebbe potuto spiegare anche in greco, non ci avrei capito niente lo stesso. Ero ubriaco da tante nozioni, non ci capivo nulla; volevo semplicemente un’armonica. Accontentato: ecco, una “Special 20” in A; una di quelle suona anche Salvatore. Vado nei Giardini Pubblici e provo a creare qualche suono; mi sento come il bambino di Koblenz, vorrei tanto fare musica ma non ci riesco. Ma Salvatore non aveva detto che era facile? Comunque, non c’è problema, ho già un piano: andrò a vedere in Internet…

Rientrando a casa vado a prendere i bambini da scuola. Sono a piedi, loro sono abituati (male) a essere presi in macchina: In effetti si lamentano. Intuitivamente consegno loro l’armonica. Come avevo sperato le lamentele finiscono subito: loro ispezionano l’oggetto ed emettono i primi suoni. Sono come me da piccolo, che emozione. Ridono, suonano, si divertono, e fanno tutta la strada a piedi senza neanche accorgersene. Inaspettatamente, l’armonica appena acquistata ha già svolto un grande servizio.

Ed adesso? Come vi dicevo, nella mia giornata non c’è spazio per nessun altra attività, e ciò che apprendo da internet e Youtube sa proprio di continua applicazione e studio. Le cose si complicano in quanto a mia moglie, al primo udire in casa di questi nuovi suoni, vengono i capelli dritti ed interdice qualsiasi studio musicale.

Ed ora? Già, i bimbi vogliono essere presi da scuola in macchina? Bene, problema risolto: mi piazzo davanti a scuola un po’ prima della fine della lezione e mi dedico al mio nuovo studio. Semplice, no? E così ho iniziato ad imparare l’armonica.

Il ragazzo di Koblenz con la sua Special 20

Il ragazzo di Koblenz con la sua Special 20

Ad uno dei nostri consueti, bellissimi ed attesi pranzi, Salvatore, che scopro in quella occasione musicista a 360 gradi sapendo suonare anche la fisarmonica e la chitarra, intona ‘Lili Marleen’ ed io provo a stargli dietro. Impossibile. Ma l’idea mi intriga e nei mesi successivi continuo a suonare in macchina. Il mio obiettivo è di riuscire a suonare insieme a Salvatore. Diverse altre volte lo sento suonare, dopo un pranzo della nostra Parkinson Sassari, dopo le prove di teatro, dopo la ginnastica, ed io rimango sempre più affascinato.

Un giorno mi rivela, dopo che gli ho raccontato le mie difficoltà e la sensazione di non poter migliorare, che si impara molto a suonare le canzoni dei Beatles. Mi sembra un’ impresa azzardata e non ci bado. Poco dopo mi ricordo, però, di aver un CD dei Beatles da qualche parte, e nelle mie prossime “sedute” lo porto con me in macchina e, tra molte stonature, si fa largo qualche suono familiare di ‘Yesterday’ e ‘Hey Jude’.

Ora voglio stupire Salvatore: sto studiando ‘Strangers in the night’ del grande Frank Sinatra, ma non ditegli niente, deve essere una sorpresa per un nostro prossimo pranzo…

Festung Ehrenbreitstein vista da Koblenz, roccaforte più grande d'Europa

Festung Ehrenbreitstein vista da Koblenz, roccaforte più grande d’Europa

10 Commenti

  1. kaipaulus

    Ieri sera, durante una delle nostre simpatiche pizzate, stavamo discutendo quale armonica poteva esattamente essere rappresentata nell’immagine che il nostro insostituibile webmaster Gianpaolo ha inserito nel racconto. Per non fare brutte figure davanti al nostro maestro musicale Salvatore, che ieri purtroppo non c’era, precisiamo che si tratta di una Super Chromonica 270 della Hohner.

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  2. Salvatore

    Gent.mo dott. Paulus,
    l’altra sera ho avuto modo di leggere il Suo commento sulla scoperta dell’armonica e non immagina la gioia che ho provato. Già sono felice quando sento qualcuno che ne parla bene, figuriamoci se questo qualcuno porta il suo nome e cognome; questo commento non vuol essere una sorta di adulazione ma è la pura e sacrosanta verità.
    Ora le racconto le origini della mia conoscenza di questo piacevolissimo strumento. Da bambino vivevo in una piccola casa della Sassari vecchia (ora riqualificato centro storico), due piccole stanze adibite a sala, cucina, zona notte, il tutto per 7 persone, genitori compresi. Non c’era né soffitta e ne cantina ma solo tane di topi che la notte…pascolavano liberamente.
    La domenica, unico giorno in cui si pranzava tutti insieme, mia madre, con i pochi spiccioli a disposizione, riusciva a mettere in tavola un pranzo decente degno del giorno di festa. Subito dopo pranzo quasi tutti andavano a fare la pennichella mentre io, dopo aver aiutato a sparecchiare, costruivo una sorta di carillon che mi consentiva di suonare tanti motivi musicali. Sapete come???? E’ qui che il bisogno aguzza l’ingegno!!! Con dodici bicchieri di vetro e con del vino ed acqua (cinque con vino e sette con acqua), formavo dodici note che mi permettevano di suonare tutte le canzoni; ogni domenica sempre la stessa musica fino a quando, con i miei piccoli guadagni, ho potuto acquistare la mia prima armonica.
    Alla prossima per suonare insieme…‘Strangers in the night’

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    1. Salvatore

      P.S. – Questi sono alcuni dei motivi che si possono facilmente suonare con l’armonica:
      – Obladì Obladà
      – Piemontesina bella
      – La società dei magnaccioni
      – Vecchio scarpone
      – L’Inno della Brigata Sassari
      – Per fare un tavolo…
      – Lassù sulle montagne
      – Marina
      – Il valzer delle candele
      . Rose rosse

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    2. kaipaulus

      Ma questa storia è ancora più interessante della mia!
      Al prossimo incontro, dopo ‘Strangers in the night’, costruiamo questo meraviglioso carillo con i dodici bicchieri? Quelli di vino poi li beviamo; senza Francesco Simula però, lui sa perché (leggete la sua poesia su Peppino Achene, oppure ‘Sa mariglia’).
      Mille grazie per i suggerimenti, inizio subito lo studio; specialmente ‘Rose rosse’ per mia moglie, magari mi aiuterà a sdoganare l’armonica a casa …

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      1. kaipaulus

        I primi, dilettanteschi tentativi di “Rose rosse” sembrano possedere poteri magici e posso suonare qualche minuto anche a casa. Missione compiuta. Grazie, Salvatore!
        Mia moglie mi lascia ‘studiare’ perché vorrebbe sentire “L’isola che non c’è” di Bennato, ma questa, se pur bellissima, è anche difficilissima, ma cosa non si fa per amore…
        E devo sbrigarmi, le ferie stanno per finire…

  3. FAEDDA PIERO

    E’ bello avere dei ricordi di quando eravamo piccoli , leggendo il tuo mi viene il ricordo di un Natale di molti anni fa piu’ o meno cinquanta. 24 dicembre vigilia Natale, io e mio fratello di qualche anno piu’ piccolo eravamo al massimo dell’ euforia, lo sguardo era fisso sotto l’ albero, ‘ palline luccicanti lampade intermittenti,panettoni, ecc, regali? boooooo, ne’ pacchi grandi, neanche piccoli, insomma, eravamo un po’ preocupati. Mentre aspettavamo la cena mia madre mi fece un cenno ,apri’ il taschino e tolse mille lire :vai in fretta prima che chiuda prendi quacosa per te e tuo fratello senza farti vedere , e quando tuo fratello dorme mettilo sotto l’albero. Qualche dubbio su babbo Natale lo avevo già. La notte passo’ veloce, mi alzai dal letto urlando :è arrivato, è arrivato, Babbo Natale è arrivato, abbiamo aperto i pacchi con grande gioia. Mio fratello era contentissimo e mi disse:allora hai visto che Babbo Natale è venuto? Gli risposi ma io non avevo dubbi, mentre guardavo mio fratello felicissimo, pensai chi lo ha detto che Babbo Natale non esiste? E’ stata una notte incredibile, ero in dubbio su l ‘esistenza di Babbo Natale, ho ricevuto il regalo, mi ha lasciato ancora indeciso, ma fare da Babbo Natale non me lo sarei mai aspettato. La prossima volta preparo la lettera prima.

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    1. kaipaulus

      Complimenti a vostra madre che con la sua saggezza ha regalato ai figli una grande emozione e salvato il vostro Natale.
      Sì, potrei tornare con la mente ai Natali della mia infanzia a Koblenz. Quello che rimane è l’atmosfera magica. Infatti, oggi, quando arriva Gesù Bambino (da noi Babbo Natale è San Nicola che viene il sei dicembre per premiare i bambini bravi) per portare i doni ai ragazzi, sono più preoccupato nel ricreare l’atmosfera natalizia in casa, e negli anni ho raccolto addobbi natalizi di una volta, in latta e legno, che fanno la loro bella figura ai lumi di candela …

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  4. liella

    il ritrovare, vecchie emozioni, certe volte, basta, un gesto, un’incontro, una musica, e vengono riportate cose ormai dimenticate, i ricordi sono legati ad istanti, come se fossero dei flash e i ritrovarli fa sempre (o quasi) bene, le emozioni e le gioie di quando si era bambini, magari, poterle provare sempre, ma crescendo si perdono nella memoria. Che bello quando si riaffacciano momenti particolari che ti hanno fatto gioire, Grazie, Dottor Kai , per l’averci fatto partecipi delle emozioni e ricordi di bambino

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  5. nicoletta onida

    Spesso, dalla soffitta dei ricordi, riaffiorano luoghi, volti familiari, colori ed oggetti su cui abbiamo posato i nostri occhi di bambini. Nasce così il desiderio di poterli ancora sfiorare con le mani, sentirne il profumo o, come in questo caso, il suono. Dal racconto emerge la nostalgia, ma ancora di più, l’entusiasmo per la musica, il desiderio di approfondirne lo studio e di trasmettere ad altri la stessa passione.

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    1. kaipaulus

      Esatto.
      E’ per questo che ho voluto scrivere questo racconto. Mi sono tornati dei ricordi, delle emozioni, delle gioie, che forse senza di voi, senza la Parkinson Sassari, non sarebbero più affiorati.
      Forse un modo per dirvi grazie. Da quando vi conosco sto imparando tantissimo, un esperienza incredibile. Siete voi i miei maestri.

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