Dall’ultimo piano di Franco Simula
Ore 13 tutti puntuali a piazzale Segni, anzi ai piedi del ristorante che, guarda caso, si chiama “L’ultimo piano”
; e siccome è all’ultimo piano bisogna salirci in ascensore. Noi infatti non siamo gli atleti della Dinamo che farebbero le rampe di scale in un battibaleno; no, noi siamo anziani e per giunta parkinsoniani (da non confondere con Bocconiani o Oxfordiani), quindi tutti ordinati, come soldatini, ad attendere il turno di trasferimento in ascensore all’ultimo piano. Forse ancora Gianni Sini, ma solo lui atleta incallito, che non ha perduto il “vizio” delle gare per amatori, riuscirebbe a far le scale a piedi per poter raccontare l’impresa agli amici “poltroni”. Stando sul piazzale Segni e guardandosi intorno ci si sente appiattiti contro l’asfalto, i palazzoni che sono sorti tutt’intorno sembrano aver rimpicciolito l’immenso piazzale di una volta che, prima di essere delimitato, incorporava gli ampi spazi verdi che si vedevano intorno: e allora, via!, in ascensore, all’Ultimo Piano. Dall’ultimo piano è tutto un altro paesaggio e un altro belvedere: l’orizzonte si apre d’improvviso, immenso, e con lo sguardo, dopo aver superato l’ultima chiostra di monti, si riesce a intravvedere, di lontano, lo scintillio del mare di Alghero. E finalmente il pranzo: tutto di buona qualità come d’altronde ci si aspettava, così come ottimo e veloce è stato il servizio del ristorante fornito con cortesia dai camerieri e con molto garbo e grazia dalle ragazze attente a risolvere i non pochi problemi che un gruppo di anziani può presentare. Dopo il pranzo non è mancato lo scambio di pareri sulla vita dell’Associazione che, dopo un periodo di fiacca, intende riprendere alcune attività un po’ trascurate. Graziella e Piero hanno voluto essere presenti a tutti i costi anche per cercare di interrompere il periodo difficile che li ha accompagnati per qualche mese : eh si! ora basta con la jella. Franco Delli, defilato,fa gli onori di casa con gli assenti da lungo tempo. Peppino è soddisfatto dell’organizzazione e soprattutto di alcune presenze che servono a fugare incomprensioni generate dalla lontananza sino a poter dire: ”Potrò concludere il mio mandato nel consiglio direttivo in pace e in armonia con tutti come è stato sempre il mio desiderio”. Franco Enna è ricomparso, dimagrito ma “de cara ‘ona”, pronto a riprendere la guida di Romeo e Giulietta magari operando qualche adattamento determinato dalle mutate condizioni di salute di qualche “attore”. Luisa-Giulietta, pur essendo reduce da una delle quotidiane crisi a lei riservate dal “rapace infingardo appollaiato sul trespolo della coscienza” è riuscita a non disertare l’incontro con tutti gli amici che le hanno permesso di ricollocarsi per un momento sul palcoscenico da protagonista. Geminiano,sornione,osserva attentamente il nuovo palcoscenico (la sala da pranzo) gli attori (i commensali)della nuova commedia (il pranzo) centellina qualche goccia (e sottolineo goccia) perché Frate Lorenzo deve mantenersi sobrio e vigile considerando la delicata operazione “venefica” che dovrà compiere. Liliana, sempre più entusiasta della nuova comitiva che ha incontrato, intesse amabili conversazioni con chiunque le capiti a tiro. Caterina e il marito, in predicato per sostituire qualche “attore” non disponibile, sollecitano anche un corso di pittura-disegno.L’idea è ottima: proveremo a realizzarla. Tonino intrattiene rapporti diplomatici di prospettiva con gli amici meno conosciuti seguito sulla stessa lunghezza d’onda dall’intraprendente attivissimo Gianuario. Antonio Cossu appare visibilmente soddisfatto di questo incontro conviviale ad “alta quota”. Adelaide, nonostante gli acciacchi che lei si guarda bene dall’ammettere, è “sana” più che mai tutta indaffarata a dare una mano a Dora che non poteva non concludere la “laboriosa e ridanciana” ma puntuale organizzazione raccogliendo le quote di ciascuno dei presenti. Eravamo in tanti, oltre 40, ciononostante ci sono mancate (per impegni assunti in precedenza) alcune presenze ormai gradite e familiari : dott. Paulus, convitato di pietra, evocato in tutte le conversazioni, Anna e Tore, Peppino e Assunta, Vanna e Annalisa, Ninetta, Franca, Paoletta, l’arch. Gianni, l’inossidabile Oscar-Romeo, Giuseppe e forse qualche altro che mi sfugge: è stata comunque una gradevole giornata di incontri proficui e costruttivi.

Viaggio tranquillo in autobus. Arrivati a Nuoro, niente caffè, ma dritti verso il monte. La giornata inizia in maniera perfetta dal momento che il punto di vista è il Monte Ortobene dove sorge l’imponente statua del Redentore dello scultore Vincenzo Ierace, opera inaugurata nel 1901 dopo l’anno Santo del 1900. La giornata è splendida, ideale per godere di uno spettacolo mozza fiato: ai piedi del monte, Nuoro adagiata su una superficie così ampia da far pensare più a una città metropolitana che a una modesta città di provincia con una popolazione intorno ai 40.000 abitanti; a sud attira irresistibilmente l’attenzione il rifulgere argentato delle nevi del Gennargentu, mentre a nord-est spicca Orune appollaiato su uno sprone roccioso, quasi in bilico, che sembra scivolare a valle da un momento all’altro. E poi, tutt’intorno, una chiostra di monti che, a primavera ormai inoltrata, mostra tutta la sua esuberante varietà di verdi: una mattinata da non dimenticare. Pranzo sobrio ma sufficiente e dignitoso per una spesa abbastanza moderata. Intorno alle ore 17 inizia il Convegno che – oltre a celebrare i 10 anni di vita dell’Associazione Parkinson di Nuoro- doveva servire a fare il punto sugli eventuali progressi effettuati negli studi scientifici sulla Malattia di Parkinson.Interessanti a tal proposito le relazioni della dott:ssa Maria Valeria Saddi che ha presentato un quadro esaustivo delle cure -purtroppo ancora tutte sintomatiche- e delle ricerche che fanno intravvedere prospettive sempre più incoraggianti come è stato sottolineato con dovizia di particolari dal dott. Mario Meloni che, sottolineando l’ “aggressione “ della ricerca su più fronti, sembra permettere alla scienza di avvicinarsi a passi sempre più sicuri alla conoscenza eziologica della malattia di Parkinson la qual cosa porterebbe alla individuazione di trattamenti farmacologici più mirati ed efficaci. La presenza dell’Assessore Regionale nella giornata mondiale del Parkinson poteva essere per Lui una buona occasione per conoscere più da vicino le situazioni specifiche delle varie Cliniche neurologiche dell’isola, invece tutto questo non è accaduto perché è andato via cinque minuti dopo il suo indirizzo di saluto e dopo averci ricordato che continuerà con i “risparmi” sulla Sanità Regionale ma annunciandoci però che avrebbe costituito un’ACCADEMIA della Salute (a proposito di risparmi e…..nuovi sprechi) al fine di interpellare i cittadini sulla bontà della riforma sanitaria che ormai è in via di approvazione. L’Assessore, per esempio, non ha avuto modo di apprendere che nella Clinica Neurologica di Sassari non è più possibile dare appuntamenti veloci senza lista d’attesa da quando non sono stati regolarmente sostituiti quattro medici andati in pensione: anzi è difficilissimo avere un appuntamento con medici specialisti dedicati a un gruppo di malattie; i pochi medici in servizio dovranno occuparsi di tutto “baipassando” in questo modo decenni di qualità ed eccellenza ad esclusivo danno del malato.Il tempo tiranno non ha consentito ai gruppi e ai singoli di fare interventi mirati sulle prospettive interessanti poste dai relatori ma l’occasione è servita a rinsaldare un vincolo di amicizia già esistente con l’Associazione Parkinson di Nuoro ma soprattutto ad assumere un reciproco impegno per un nuovo incontro in tempi ravvicinati al fine di approfondire in modo adeguato le molteplici problematiche che la MdP presenta.
Chissà cosa penseranno di me; mi prenderanno per matto. Ma perché dovrebbero prendermi per matto? Un sistema è sempre un sistema: è sempre certamente una cosa complessa. Prova a pensare al sistema metrico decimale: non è solo un metro composto da dieci decimetri, può essere, per esempio, un complesso di misure i cui multipli e sottomultipli sono in rapporto decimale;o al sistema Tolemaico e a quello Copernicano: sembra che uno metta al centro dell’universo la terra e l’altro il sole: tutto da dimostrare , naturalmente, perché a guardare bene nel cielo si vede il sole che si muove e che la sera tramonta dietro l’orizzonte: comunque gli studiosi dicono che al centro dell’universo c’è il sole e che pianeti e satelliti girano intorno ad esso compiendo giri di rotazione e di rivoluzione. Pensa quanto è complicato capire il concetto di sistema dal momento che in questa storia la Rivoluzione Francese non c’entra niente. Quindi capire che cos’è un sistema è molto difficile e non mi interessa niente se in Commissariato mi prendono per matto : meglio matto che morto per uno scoppio. Ma quante fantasticherie! Io sto pensando che in Commissariato possano mettere in preallarme il TSO, ma può essere anche probabile che pure loro considerino il sistema un concetto complesso e di difficile “arresto”, comunque proverò ad andarci tanto è qui vicino, a due passi da casa.
Carissima Pinuccia,








