LIBERE DIVAGAZIONI SUL RITORNO DEGLI AQUILOTTI DI G.B. Un trillo di campanelli ci ricorda che la “musa del Teatro”, dopo averci fatto spuntare le ali in un fantastico debutto, reclama a pieno titolo una sollecita replica, cheLibere una lunga attesa tenderebbe ad impigrire. Così come a oriente il sole in un baleno imporpora la giornata nascente, allo stesso modo le giovani ali ancora implumi, ma ormai saldamente innervate nel dorso, si dispiegano in un subitaneo fremito, librandosi nel cielo terso del mattino per guadagnare altezze siderali, liberati dal famelico predatore che ci vorrebbe relegati nel degrado di in una promiscuità senza tempo. Si riprende a volare…, là in alto si perpetua il gioco magico che caratterizza l’unicità della recita, e noi teatranti ci ritroviamo ai nostri posti, pronti a inaugurare una nuova avventura. Il linguaggio del corpo fa intendere che la determinazione è rimasta intatta e siamo decisi a ripeterci, rafforzati, nella convinzione che la nuova riorganizzazione scenica, più snella in alcune parti, voluta da Franco Enna e la ridistribuzione dei ruoli, più consona ai personaggi, gestita magistralmente da Dora, dovrebbero consentire una migliore versione interpretativa. Le prove si susseguono con le scadenze prestabilite, purtroppo ….non sappiamo perché, non si riesce a trovare il giusto ritmo , manca qualche cosa di impercettibile, difficile da individuare in una “quadra” ancora in divenire. Sospesi in questa fuggevole dicotomia, io e l’amico Franco Simula, all’uscita della “lezione”, ci intratteniamo nel piazzale antistante la scuola a dissertare benevolmente sulle difficolta che incontriamo in questa nuova recita; E’ una serata gelida, spazzata da un vento di tramontana che addensa nubi minacciose livide di pioggia, che vorrebbero virtualmente scaricarsi su una recita mal riuscita, che Franco, con sottile ironia, trova nella similitudine con l’odiato Parkinson, una coercitiva intromissione che scardina i tempi di recita precipitandoli nel disordine. Forse le troppe assenze nei ruoli importanti…. forse la mancanza di suggestiva novità ……. forse ….. non sappiamo cosa !!! A questo punto, in questo gioco di verbali allegorie, Franco si richiama a un detto proverbiale pieno di significato, e lo esprime nell’efficace dialetto: “ A MOSSU ‘E CANE PILU ‘E CANE” , come dire…. mi spiega, rispondi colpo su colpo con rabbia e non farti mai sopraffare dalla cattiva sorte, combatti strenuamente ogni avversità. Sorprendente, con due parole riassume l’essenza della nostra condizione !!! Questo rimane il proposito prima di salutarci, combattere sempre e comunque, così anche le successive recite ritroveranno il loro corso naturale; augurio esteso a tutti gli associati e a quanti condividono i nostri progetti, con buona pace “dell’innominato” GB |
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In realtà abbiamo tutti un anno in più dello scorso giugno e vuoi per qualche acciacco di troppo che impone rinunce non messe in conto vuoi per mutamenti di soggiorno che hanno sbalestrato più d’uno da un punto all’altro della città o dell’hinterland i buoni propositi di ripartenza si sono visibilmente impigriti ( come quando il Parkinson, in un momento in cui credi di star bene e cammini speditamente, improvvisamente ti costringe a strisciare i piedi per terra senza poterli distaccare agevolmente dal suolo). A questo punto credo che, per essere concreti, dobbiamo indicare con precisione luoghi e date di rappresentazione e rispettare gli impegni a tutti i costi.In tal modo anche a Nuoro potremo presentare progetti concreti. Certamente ce la faremo.
Carissimi amici niente paure, sono perfettamente d’accordo con voi per quanto riguarda il vento di tramontana, molto freddo si, ma non abbastanza per rinunciare agli avanposti della nostra difesa. “Onzi mossu è nemigu de su famine” (ogni boccone è nemico della fame). A stomaco pieno si soffre meno il freddo e aumenta la resistenza, sistemiamoci attorno a un palco e diamo inizio alle pietanze, l’appetito vien mangiando!
Carissimo G.B.,
ancora una volta, con parole sublimi, riesce a portare l´attenzione su un argomento molto importante ed attuale della nostra Parkinson Sassari, questa volta la difficolta´a riprendere, a riniziare, descritto come metafora del nostro ´nemigu´. Sono molto fiducioso che la nuova edizione dello spettacolo con la sceneggiatura di Franco Enna superera´quella precedente. Forse, dopo tante attivita´ed esperienze, siamo arrivati ad un punto dove a volte diventa difficile poter apprezzare cio´che si e´fatto e che si sta facendo. Tra dieci giorni andiamo tutti a Nuoro a trovare i nostri amici della Associazione Parkinson Nuorese in occasione della Giornata Mondiale della Malattia di Parkinson. Per noi sara´una gita ante portam, il divertimento sara´garantito. Sono convinto che raccontando ai nostri amici cio´che stiamo combinando a Sassari loro resteranno di stucco e noi ci renderemo conto del valore del nostro gruppo; questa consapevolezza ci dara´nuovo slancio e motivazione di cui G.B. e Franco Simula, e tutti noi, potranno essere fieri.