Volare si Può, Sognare si Deve!

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Il coro “Volare si può” all’Auditorium di Sassari

Il coro “Volare si può” all’Auditorium di Sassari 

Il 19 dicembre 2018 il coro dell”Associazione Parkinson Sassari ha inaugurato la 1° edizione di “Sing Sing Xmas” organizzata dall’Associazione Sing Sing Sing ETS e presentata dal Maestro Fabrizio Sanna; grande affluenza di pubblico per ascoltare il nostro coro e i numerosi artisti presenti sul palco dell’Auditorium di Via Monte Grappa. Le foto presenti sono state scattate dal fotografo Antonio Idini.

PARKINSON E MICROBIOTA di Kai S. Paulus

Microbiota Parkinson

(Ecco la relazione che originariamente volevo presentare alla recente XII Giornata Sassarese del Parkinson, ma che per motivi di tempo avevo tolto dalla scaletta per dare la possibilità ad altri amici di poter intervenire. La relazione, che avevo già presentato in recenti convegni a Porto Rotondo ed a Cagliari, tratta un tema importante ed attualissimo, in questo momento oggetto di studio in tutto il mondo e che negli ultimi due-tre anni ha aumentato notevolmente le conoscenze sulla malattia di Parkinson.)

La malattia di Parkinson conosciamo tutti molto bene, forse un po’ meno il microbiota, e ciò che ci sfugge del tutto sono le strette, strettissime correlazioni tra di essi.

Il microbiota è l’insieme di circa 2000 specie diverse di microorganismi, per la maggior parte batteri, che popolano le mucose del nostro tratto gastrointestinale e che vivono in simbiosi con il nostro organismo, cioè si nutrono grazie alla nostra alimentazione, e, da parte loro, ci aiutano nella digestione, nella difesa da germi patogeni, e contribuiscono alla sintesi di proteine, ormoni e vitamine essenziali per la nostra sopravvivenza. Infine, il microbiota è coinvolto nella regolazione di processi immunologici. Giusto per sottolineare l’importanza del microbiota, il numero totale di gene del microbiota, detto microbioma, è 100 volte maggiore di quello del genoma umano.

Figura da: Idrocolonterapia Milano, 2018

  Ma, che cosa c’entra questo micro-universo, che portiamo dentro di noi, con il Parkinson. Tanto, anzi, tantissimo. Innanzitutto, ce ne accorgiamo dai sintomi a noi molto noti, quali nausea, eccesso di saliva, difficoltà nella deglutizione, reflusso gastro-esofageo, bruciore gastrico, gonfiore addominale, stitichezza, e diarrea, che sono espressione di un microbiota alterato.

Il microbiota può essere alterato, da un lato, a causa della stessa malattia di Parkinson, che è responsabile del rallentamento del transito gastro-intestinale (il cibo che impiega più tempo per passare dallo stomaco all’intestino), e della alterazione della peristalsi (il movimento ritmico dell’intestino che serve per trasportare il suo contenuto lungo tutto il tubo digerente), e ciò conferma l’esistenza della nota asse cervello-intestino che conosciamo anche da altre malattie come l’ansia che può provocare gastrite ed ulcera gastrica. Però, dall’altro lato, e ciò ha permesso di individuare l’asse intestino-cervello, pare che l’alterazione del microbiota possa essa stessa rappresentare una delle cause di Parkinson. Questo ha veramente dell’incredibile! Ma come è possibile?

Già da tempo si era scoperta la presenza di corpi di Lewy,

Figura da: Corpo di Lewy, blastingnews.com, 2015

le tipiche alterazioni del Parkinson nel cervello, anche nei nervi intestinali, il cosiddetto plesso mioenterico. Ok, dicevano, il mistero è presto svelato, in quanto durante l’embriogenesi l’ectoderma (da cui origina il cervello) e l’entoderma (da cui origina il tratto gastro-intestinale) sono adiacenti e mantengono stretti rapporti per tutta la vita. Quindi, dal cervello migrano questi corpi di Lewy (inclusioni cellulari da paragonare a dei sacchi di spazzatura in cui la cellula, il neurone, include la proteina alfa-sinucleina malformata che dà origine al Parkinson) verso l’intestino? Poco probabile. Le ricerche invece hanno scoperte la presenza di corpi di Lewy nell’intestino molti anni prima dell’esordio clinico della malattia. Sembra impossibile. Eppure, studi danesi, svedesi e tedeschi hanno dimostrato che processi infiammatori nella mucosa intestinale, causati da un microbiota irritato da qualche agente esterno, sia alla base di eventi a cascata che portano all’accumulo di alfa-sinucleina malformata, quindi non utile al suo utilizzo intracellulare che quindi viene incluso nei sacchi di “mondezza”, i corpi di Lewy.

 

Figura da: Nervo Vago www.personaltrainerfirenze.it, Emanuele Santinelli

 

Secondo questi studi, gli aggregati di alfa-sinuncleina alterata riescono a risalire lungo il nervo vago (decimo nervo cranico che innerva buona parte dei visceri addominali) fino al tronco dell’encefalo, dove, dentro il nucleo di origine del vago formano nuovamente i corpi di Lewy). Successivamente, anni dopo, i corpi di Lewy compaiono nella sostanza nera e nei nuclei della base con comparsa dei sintomi clinici, quali tremori, rigidità e rallentamento motorio.

Incredibile!

Certamente, se questi studi si confermeranno definitivamente, non potranno spiegare tutte le forme di Parkinson, specialmente non quelle genetiche e secondarie a cause note, ma il cosiddetto Parkinson idiopatico, cioè da cause sconosciute, è da rivedere, e con esso anche la possibile porta d’ingresso: l’intestino.

Stiamo quindi parlando di fattori ambientali e di alimentazione, di pesticidi, conservanti ed additivi vari. Forse viviamo in un’epoca con eccessiva coltivazione ed elaborazione dei prodotti base della nostra alimentazione, ed allevamenti animali spinti.

Soluzioni?

Per l’immediato non ne ho. Però penso che aiuti tanto trattare bene il nostro microbioma con una alimentazione il più possibile naturale e ricco di fibre; inoltre, è essenziale trattare subito i sintomi di malfunzionamento gastro-intestinale, dalla nausea fino alla stitichezza, iniziando con le sufficienti quantità d’acqua. Ebbene sì, anche l’acqua è una medicina contro il Parkinson.

Fonti:

Parkinson’s disease and megacolon: concentric hyaline inclusions (Lewy bodies) in enteric ganglia cells. Kupsky WJ, et al. Neurology 37(7), 1987

Lewy bodies in the enteric nervous system in Parkinson’s disease. Wakabayashi K et al. Arch Hystol Cytol 52(suppl) 1989

Brain-gut-microbiota axis in Parkinson’s disease. Mulak A, Bonaz B. World J Gastroenterol 21(37) 2015

Das Darmmikrobiom bei der Parkinson-Krankheit. Bedarf JR et al. Der Nervenarzt 2018

How does Parkinson’s disease begin? Perspectives on neuroanatomical pathways, prions, and histology. Borghammer P. Movement Disorders 33(1) 2018.


 

Cronaca di una giornata  felicemente serena – G.B.


Cronaca di una giornata  felicemente serena.

Sabato 24 novembre nella sala Angioy della Provincia, si è  svolta la  “12^ Giornata Sassarese della Malattia di Parkinson” , atteso appuntamento nell’agenda dell’Associazione Parkinson Sassari ,  grande  contenitore di motivazioni , corredato oggi, da  relazioni scientifiche , intermezzi di arte/terapia  filmati  e esibizione del coro  Park, tutti di ottimo livello, rivolto a una platea eterogenea e partecipativa.

Come sempre succede in Casa Park, i preparativi sono stati  “febbrili” , un rincorrersi di impegni per far “quadrare” la scaletta del programma, che doveva necessariamente rispettare precisi orari per la sala, messa gentilmente a disposizione dall’ospitante.

Per non venire meno al motto  – Volare si può…..-  la determinazione  ” puntigliosa” del Direttivo, affiancata  da volonterosi associati , sostenuta dal Responsabile scientifico  Dr. Paulus  nella scelta dei validissimi relatori , ha  consegnato agli annali un altro evento da ricordare con piacere.

La novità assoluta di questa giornata è stata la partecipazione di “giovani” , neo laureati  di diverse discipline scientifiche  iscritti  al Corso di Nutrizione  tenuto  dal  Prof. Serra della Facoltà di Medicina , oggi relatore nel convegno,  e le graditissime presenze di alcune autorità politiche e istituzionali, quali il Sig. Sindaco di Sassari Dr Sanna  e del’Onorevole Pisanu.

La prima parte del convegno, “gestita” magistralmente dall’esperto  archorman  Dr. Paulus,  dedicata alle relazioni scientifiche, sapientemente esposte dai relatori  –  Prof. Serra,  Dott. Carpentras, Dott,ssa Pinna, Dott.ssa  Sanna,  Dott.ssa Mambrini  –  pur conservando il rigore che imponeva la materia, si sono mantenute sobrie nella comunicazione e aperte a ulteriori spiegazioni sollecitate dai convenuti all’evento; addolcite dai filmati di repertorio delle Arti/terapia dell’Associazione che scorrevano in contemporanea sullo schermo, dove con gli attori, riapparivano ricordi di persone care.

Nella seconda fase il clima di festa, perché per gli Associati è stato un giorno di festa, gli intermezzi poetici , il personaggio dell’anno e il Coro Park a conclusione,  ha contagiato tutta la platea, unanime nel tributare applausi e complimenti gratificanti.

A conclusione il rinfresco offerto ha tutti i partecipanti  ha confermato il clima di festa in famiglia , e gli attestati di stima anche da   parte dei nuovi iscritti  all’ Associazione ha rafforzato la convinzione che la crescita costante di Casa Park,  in qualità e impegno, si ottiene con l’applicazione costante sui programmi, prefissati per tempo,  per tradurli in Vera Festa.

G.B.


Relazione introduttiva del presidente Franco Simula in occasione del 12° convegno sassarese della malattia di Parkinson


12° GIORNATA NAZIONALE DELLA MALATTIA DI PARKINSON 24 NOVEMBRE 2018

Oggi è la Giornata Nazionale dedicata alla Malattia di Parkinson, grave patologia neurodegenerativa evocata con paura da chi ne è esente e vissuta con rassegnazione attiva da chi ha avuto la sfortuna di doverci convivere. E proprio questa rassegnazione attiva ci spinge a non deprimerci, a distrarci dal male, cercando di individuare tutte le strategie possibili per contrastare una malattia subdola con una pluralità di forme. Noi cerchiamo di contrastare il male utilizzando assieme alle terapie farmacologiche anche terapie complementari o artiterapie la cui validità ed efficacia sono ampiamente accreditate in ambito scientifico: fisioterapia, musica-danza terapia, teatro, canto. Tutte attività di movimento che mentre corroborano il fisico ristorano anche lo spirito creando spesso allegria e serenità, fattori che contribuiscono a migliorare la qualità della vita del malato.

Già dal convegno di due anni fa avevamo espresso la preoccupazione per la condizione progressivamente più drammatica nella quale si trovavano i malati di Parkinson sassaresi e dei territori limitrofi, e avevamo espresso due sogni da realizzare: un ambulatorio dedicato a Parkinson e disordini del movimento, e una sede nella quale poterci riunire, praticando tutte le attività associative e le terapie complementari.

E’ il caso, ora, di fare un po’ il punto sulla situazione con un riassunto degli eventi.

Nel corso del 2017 lo storico ambulatorio dedicato alla Neurologia dalla AOU, un tempo fiore all’occhiello del reparto, è rimasto fermo per vari mesi con una diminuzione progressiva dell’attività fino alla chiusura totale dal 30 Giugno, costringendo i pazienti a sovraffollare il Pronto Soccorso per la mancanza della normale attività ambulatoriale e del medico di riferimento, oppure costringendoli al ricovero con costi umani ed economici elevatissimi per la comunità: alle personali sofferenze per la malattia si aggiungevano i numerosi disguidi rappresentati dai piani sanitari scaduti e difficilmente rinnovabili, le infinite liste d’attesa, e la difficoltà di poter comunicare con il medico di riferimento.

L’Associazione a questo punto si è mossa in maniera compatta ricoprendo un ruolo determinante, interessando gli organi di informazione tramite conferenze stampa e articoli sui quotidiani, sollecitando l’URP, stabilendo contatti con gli alti vertici della sanità regionale, incontrando la solidarietà e disponibilità di tutti. Il fine ultimo rimaneva sempre e comunque quello di istituire un servizio ambulatoriale per le malattie connotate come Disordini del Movimento.

Ancora, però, in occasione del convegno dello scorso anno, nulla di concreto era stato realizzato. I nostri sogni sembravano infrangersi contro la dura realtà. Le nostre speranze, però, si sono riaccese dopo un incontro tra il Sindaco Nicola Sanna e i due Direttori Generali Fulvio Moirano e Antonio D’Urso, che nel Dicembre 2017 hanno espresso solidale volontà di migliorare la situazione.

Dopo qualche mese di sofferta attesa, finalmente il primo Aprile 2018 ha rappresentato per i parkinsoniani la realizzazione del primo dei due sogni a lungo vagheggiati: in seguito ad una Convenzione voluta e firmata dai due Direttori Generali, superando intoppi vari di carattere burocratico, entrava in funzione l’ambulatorio di nuova concezione ed organizzazione dedicato esclusivamente ai disordini del movimento ed al Parkinson, con l’eliminazione totale di ogni lista d’attesa e la peculiarità per il paziente di poter fare riferimento sempre allo stesso neurologo, il dottor Kai Paulus. Un brevissimo inciso: la figura di un medico di riferimento univoco è un particolare che nelle neuropatologie è della massima importanza: la continuità assistenziale da parte di una figura già nota e con la quale si è già instaurato un rapporto fiduciario è fondamentale per il paziente cronico sofferente di malattie neurodegenerative. Infine, la Convenzione adottata è andata oltre ogni più rosea previsione perché l’ambulatorio ha un CUP dedicato con tutti i vantaggi che ne possono derivare. La lucida intuizione e la concreta lungimiranza dei due DD.GG. Moirano e D’Urso ha consentito di risolvere -almeno sino al prossimo 30 giugno 2019- un problema che ormai si trascinava da lungo tempo creando disagi innumerevoli in una categoria di ammalati destinata ad aumentare salvo favorevoli scoperte della ricerca. Ad essi l’Associazione – in questa partecipata Assemblea – intende rivolgere il più sentito ringraziamento per aver consentito di risolvere i problemi già citati che non facevano altro che aggiungere sofferenze ad altre sofferenze.

Il secondo sogno lo abbiamo vissuto tutti assieme: il 13 ottobre abbiamo inaugurato Casa Parkinson ma anche Casa Park, e finalmente abbiamo una sede che per noi rappresenta uno spazio minimo di incontro e di lavoro. In quella che noi definiamo la casa Park possiamo riunirci e praticare attività per piccoli gruppi, mentre per le restanti terapie siamo generosamente ospitati, dopo la cessazione delle attività istituzionali, nella Scuola elementare di Santa Maria, grazie alla disponibilità della Dirigente scolastica e del personale ausiliario. Anche se nostro sogno rimane quello di poter disporre di una struttura con spazi più ampi e con meno limitazioni di orario in modo da poter espletare agevolmente le attività complementari come fisioterapia, danza-musico terapia, teatro, canto, momenti di aggregazione e divertimento che richiedono spazi nei quali possano essere praticati tenendo presente un criterio fondamentale: per noi lo spazio è terapia. Anche questo secondo sogno, sia pure obiettivo minimo, è stato raggiunto non senza difficoltà e notevoli sacrifici personali anche a causa del fallimento di precedenti tentativi di ottenere uno spazio utile da parte del Comune di Sassari.

A questo proposito mi limito a rimarcare che gli organi decisionali dovrebbero essere più solleciti e attenti nell’assecondare alcune elementari necessità che vengono espresse dalle associazioni di volontariato.

I doverosi ringraziamenti per questa battaglia vanno innanzitutto alla determinazione dei nostri soci. Fiduciosi come siamo nella possibilità che i sogni si realizzino, auspichiamo un consolidamento ed un miglioramento delle conquiste finora ottenute. Ringraziamenti vanno alla Fondazione di Sardegna e Fondazione Figlie di Maria, all’Istituzione Scolastica che cortesemente ci ospita , ai nostri soci e a tutti coloro che con solidarietà e generosità hanno contribuito a far sì che l’Associazione Parkinson Sassari possa spiegare le ali e volare, volare alto.

Il Presidente Francesco Simula


Lettera aperta ad un dottore del reparto Ortopedia Ospedale Civile Sassari – G.P. Frau


Pregiatissimo Dottore,

non è importante il suo nome, ma è importante sapere che mi rivolgo a Lei, si a Lei che sabato 24 Novembre 2018, nel reparto di Ortopedia dell’Ospedale civile di Sassari, era di guardia dalle ore 20,00 a seguire. Le scrivo per esprimerLe tutto il mio rammarico per il pessimo comportamento che ha tenuto davanti a me, davanti ad un assistente infermieristico e davanti a mia moglie sofferente, distesa su un letto e da oltre due ore lamentava forti dolori all’omero con frattura scomposta; il bendaggio molto approssimativo che gli era stato fatto alle 2,00 di venerdì notte aveva perso efficacia lasciando il braccio libero di muoversi causando fortissimi dolori da contorcersi.
Vengo al sodo per ricordarle che non sempre la miglior difesa è attaccare le persone; se io fossi il più maleducato al mondo, il più grande delinquente o la peggior persona che si possa incontrare, Lei, nella Sua posizione, non ha nessun diritto di farlo notare ed in ogni caso non può permettersi il lusso di mettersi allo stesso livello.
Lei è arrivato nella stanza alle ore 22,00, mi ha visto sulla porta ed ha provato subito a sfidarmi: mi chiede chi fossi ed io educatamente (anche se irritato) le comunicavo di essere “il marito” (volutamente non le do il mio nome tanto non se lo sarebbe ricordato), Lei fa per stringermi la mano e si rende conto di avere i guanti protettivi e la ritira, io ho continuato il saluto stringendogli il braccio. Al letto di mia moglie che è affetta da morbo di Parkinson, mi comunica di dover fare una fasciatura dell’intero busto coprendo  l’infusore duodenale che viene usato per il trattamento del Parkinson, io Le spiego che è impossibile coprirlo perché deve essere asportato per la sostituzione del gel dopaminico, Lei mi dice “Io le cose le faccio bene oppure non le faccio” a questo punto vedo in Lei il peggiore dei medici che potevo avere davanti e le chiedo con fermezza di svolgere il Suo lavoro che io avrei pensato al mio…. Lei mi comunica che non si può pretendere che un ammalato di Parkinson stia fermo e che quindi qualsiasi bendaggio si sarebbe mollato… mi permetto di dirle che mia moglie si stava contorcendo dai dolori e non per le cause del Parkinson e la invito ancora una volta a svolgere il Suo lavoro. Perché mi dice che Lei mi stava dando spiegazioni ed io mi stavo comportando da maleducato? le spiegazioni semmai gliele stavo dando io in qualità di Caregiver del malato che era li in sofferenza, La invitavo per la terza volta a svolgere il Suo lavoro per cui è preposto e ribatto dando del maleducato a Lei, la sua arma vincente è quella di urlarmi contro e mi obbliga ad uscire fuori dal reparto e di rientrare quando me lo diceva Lei, Io non ho voluto darLe questa soddisfazione caro dottor …., ho preso il mio impermeabile, ho salutato mia moglie, ho girato le spalle e me ne sono andato via; il motivo del gesto è che così Lei non aveva più scuse per ritardare a svolgere il lavoro per cui è pagato. Caro Lei, se anziché perdere tempo in discussioni inutili avesse agito nell’interesse di un malato, io me ne sarei stato in disparte e lei in meno di dieci minuti avrebbe risolto il problema, così come, 10 minuti dopo, mi ha comunicato mia moglie telefonicamente: stava bene, non aveva più dolori atroci e non si contorceva più! Vorrei terminare dicendo questo: Lei è ancora giovane e Le auguro di fare carriera, ma tengo a darle un consiglio: ogni tanto si guardi allo specchio, si faccia molte spremute di umiltà, si ricordi degli insegnamenti che i suoi genitori le hanno dato in merito all’educazione e per cortesia non faccia discriminazioni sugli ammalati.
Vorrei dire a chi leggerà questa pessima storia che: tutti gli altri dottori con cui ho avuto a che fare in questi giorni si sono comportati in maniera consona al loro incarico e nessuno di loro si è accorto della mia “maleducazione”. Tutti gli assistenti si sono comportati in maniera amorevole e professionale con qualsiasi malato che avesse necessità del loro servizio.
Le stanze non sono proprio curate sotto l’aspetto ordine e pulizia.

Gian Paolo Frau – Associazione Parkinson Sassari


“Casa Park” un sogno che si è avverato



Discorso del Presidente Franco Simula per l’inaugurazione di Casa Park

 

Associazione Parkinson Sassari Onlus

SASSARI INAUGURAZIONE CASA PARK

In una pergamena che abbiamo diffuso in occasione di questa significativa circostanza dell’inaugurazione della CASA PARK abbiamo voluto RINGRAZIARE innanzitutto le istituzioni e molte singole persone che con le loro offerte generose ( anche le più piccole lo sono ) hanno contribuito alla realizzazione di un sogno. Un SOGNO lanciato nel Convegno annuale sulla malattia di Parkinson di due anni fa in cui ipotizzavamo di chiedere e ottenere un ambulatorio dedicato ai disordini del movimento e al morbo di Parkinson e, inoltre, uno spazio da destinare a sede amministrativa e a luogo d’incontro, socializzazione ed attuazione di progetti destinati a gruppi di lavoro per pazienti interessati a praticare terapie complementari L’idea di fondare un’Associazione che promuovesse una serie di attività complementari alle terapie farmacologiche era nata nella mente creativa di un giovane neurologo – oggi presente in questa sala – il quale aveva raccolto l’ispirazione diffusa in ambito scientifico che le sole cure farmacologiche non fossero sufficienti a curare la malattia di Parkinson e che, per impedire di sprofondare nella depressione dell’essere un ammalato di una malattia neurodegenerativa cronica, occorreva una distrazione dal male attraverso la gioia della socializzazione e in cui le terapie complementari come teatro, canto, ballo, fisioterapia, costituissero un fattore essenziale di ricupero sino ad arrivare al paradosso “meno male che ho il Parkinson !!!“…. Per la nostra Associazione niente è stato facile : ogni nostra conquista ce la siamo dovuta procurare con le unghie e con i denti… Abbiamo ottenuto, non senza fatica, un ambulatorio dedicato, senza liste d’attesa, in grado di consentire al neurologo un monitoraggio serio e continuo nei confronti di una malattia sempre mutevole. Questo ambulatorio è stato ottenuto anche per la determinazione dell’Associazione che , attraverso conferenze stampa, articoli sui quotidiani, servizi sulle TV locali etc. è riuscita ad ottenere una struttura che ha un ampio bacino d’utenza non solo nel Nord Sardegna , ma in tutta la regione. Quel sogno iniziale per noi non è stato la metafora del dormire, ma la metafora dell’operare con grande passione e determinazione. E chi ha creduto in quel sogno e ne ha facilitato la realizzazione con grande lungimiranza, ha ottenuto risultati superiori ad ogni aspettativa. Il secondo sogno lo stiamo vivendo oggi tutti insieme : ammalati, parenti, amici e autorità, inaugurando questa Casa Park ( casa Parkinson , ma anche Casa Parco) che per noi rappresenta uno spazio di incontro e di lavoro. Anche questo obiettivo è stato raggiunto non senza difficoltà e notevoli sacrifici personali anche a causa del fallimento di precedenti tentativi di ottenere uno spazio utile da parte del Comune di Sassari I doverosi ringraziamenti per il successo in questa nostra battaglia vanno innanzitutto alla determinazione dei nostri soci, alla solidarietà e disponibilità ricevuta dagli organi di stampa e alla lungimiranza dei dirigenti sanitari. Non possiamo fare a meno di sottolineare il contributo essenziale fornito dalla Fondazione di Sardegna che ci ha consentito di adattare e adeguare alle nostre esigenze questa Casa Park, e ringraziare la Fondazione Figlie di Maria che ci ospita in questi locali. Un ringraziamento speciale intendiamo riservare alla Dirigente scolastica Patrizia Mercuri che da anni , con grande disponibilità, mette a disposizione dell’Associazione gli spazi necessari per l’espletamento delle attività complementari. Desideriamo ringraziare pubblicamente e con grande affetto e riconoscenza uno dei nostri soci e dirigente dell’Associazione, TONINO MAROGNA, che per rendere possibile questa bella cerimonia ha trascorso presso la nostra casetta molte giornate delle vacanze estive, non a godere l’ombra del parco ma a lavorare. Possiamo dire con grande soddisfazione ed orgoglio ( lasciatemi usare anche questa parola ) che abbiamo realizzato tutto ciò che solo due anni fa era un sogno. D’altra parte il motto della nostra Associazione è Volare si può, sognare si deve. E noi, con grande determinazione, continueremo a sognare.


Le immagini dell’evento

Ph. Pier Gavino Cau©

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Presentazione del romanzo di Marco Balbina “Nessuna come lei”


“Il nostro amico Marco Balbina ha pubblicato per la Nema Press il romanzo “Nessuna come lei”.
Eccovi una brevissima presentazione del romanzo fatta da Giannella Cossi.”

 

NESSUNA COME LEI

"Togli a un uomo i suoi ideali, e di lui resterà solo un mucchietto d'ossa "
Tista Muleddu

Battista (Tista) Muleddu è il protagonista di questo bel romanzo, che ricopre un arco temporale di oltre quarant'anni, dagli anni '70 ai giorni nostri, e rispecchia gli ideali, le problematiche e le illusioni tradite di una intera generazione secondo un'ottica specifica che è quella della nostra Sardegna, all'interno della più vasta platea nazionale. La narrazione è infatti ambientata tra Cagliari, Porto Torres, Alghero, descritte con tratti suggestivi e precisi.

In apertura Tista è un sessantenne benestante e disincantato, "un sopravvissuto cinico e sgraziato, come solo poteva essere un ex romantico come lui" che in una Alghero evocata nella bellezza del suo paesaggio e del centro storico vive le sue giornate tra il lavoro di imprenditore di successo e le partite a scacchi con vecchi amici "convivialisti".
Nessuna relazione sentimentale, solo incontri di reciproca soddisfazione fisica con l'amica Livia, e un'attrazione senile per Greta, la giovanissima figlia della sua colf, novella Eva che addenta una mela rossa.

Tista ha amato una sola donna, Paolina, nessuna come lei.

Lo aveva lasciato nel '78, senza diritto di replica, ed era stato sempre lui a cercarla, a voler tenere accesa la fiammella.
Paolina era stata l'unico vero amore della sua vita, e forse anche lui lo era stato per lei. La loro reciproca solitudine ne era la riprova, così amava pensare nei momenti di sconforto.
Gli aveva mandato gli auguri per il nuovo anno, esprimendo l'intenzione di venire ad Alghero per la processione del Venerdì Santo.

A questo punto la narrazione recupera in un ampio flash-back gli anni della giovinezza: siamo a Cagliari, nei primi anni '70, la squadra di calcio con Gigi Riva -Rombo di Tuono- ha appena vinto lo scudetto, portando alle stelle l'orgoglio dei sardi. A Cagliari non si parla che di calcio. Anche Emilio Lussu, il vecchio combattente, diceva che il Cagliari rappresentava tutti i sardi, come la Brigata Sassari.
Tista ha 18 anni , frequenta l'Istituto Tecnico Industriale e con gli amici condivide l'ideale di una profonda trasformazione della società, assiste allo scontro anche violento tra riformisti ed estremisti sui metodi e i tempi dell'attuazione della rivoluzione, incontra l'amore.
Paolina è bella, intelligente, forte, anche lei partecipe del suo tempo, impegnata nel movimento femminista per una radicale liberazione della donna dall'oppressione secolare. Ha un approccio razionale nei confronti della realtà, nutrito da letture di poeti e filosofi, di cui discute spesso con Tista.
Nessuna come lei: è amore.

Nella cornice dei Bastioni, i giardinetti di Piazza Repubblica, il Poetto, l'autore tratteggia magistralmente i personaggi che si muovono intorno al protagonista, in un'ottica corale che rievoca nel lettore lo spirito di un'epoca: quella dello scontro ideologico oltre che con la destra, tra la sinistra e i gruppi extraparlamentari, alcuni dei quali confluiranno nella lotta armata. Bellissimo il personaggio di Antonio Contini, compagno e amico, lucido e razionale nel suo impegno politico.

"Per i sardi la fabbrica rappresenta l'ingresso nella modernità. Solo così si potrà uscire dal passato agro-pastorale e finalmente entrare nel futuro industriale".
Ed ecco Tista, perito chimico diplomatosi a pieni voti, confrontarsi con la realtà della fabbrica, la SIR di Porto Torres.
Il suo approccio è ingenuo ed idealista: "in certi momenti di appiattimento totale, mentre pensava all'incredibile maestosità
dell'oro nero e all'ingegnosità dell'uomo nel carpirne i segreti, si sorprendeva a pensare che Dio dovesse essere un chimico provetto laureatosi a pieni voti in qualche celebre Università dell'Universo, il miglior chimico in circolazione nel cosmo, o almeno nella Via Lattea".
Pensò che i preti non avevano capito nulla, e avrebbe voluto dire all'arcivescovo: "Eminenza, venga a lavorare in fabbrica e vedrà che lascerà la tonaca e indosserà subito, per fede, una sacra tuta blu".
Una posizione di questo genere non potrà che scontrarsi con la dura realtà della vicenda paradigmatica dell'industria petrolifera in Sardegna, dalle lotte operaie alla cacciata di Rovelli, in una galleria di personaggi accuratamente descritti, che attraverso i dialoghi rimandano al dibattito ideologico di quegli anni.

Così si apre l'ultima parte del romanzo, che ci riporta ad Alghero, dove Tista si è stabilito dopo essersi licenziato dalla SIR ed essere divenuto un imprenditore di successo, cinico e disincantato.
In un libretto di poesie di vari autori sardi comprato casualmente, lo colpisce una bilingue di Francesco Masala:

"Inno nuovo contro i feudatari". Rivolto ai petrolchimici, dice: "Lavorate, lavorate, poveri dei villaggi/ per mantenere in città/ tanti cavalli da stalla/ Essi raccolgono il grano/ a voi lasciano la paglia/ lavorate, lavorate, petrolchimici operai/ faticate per il pane/ Con il Piano di Rinascita, i soldi vanno a Milano/ e a voi lasciano il catrame/...la catena di lavoro con la pancia mezzo piena/ è lavoro da catena....
Era finita un'epoca, nel suo vecchio mondo c'era un'aria di smobilitazione e disfacimento.
Si era commosso al vedere l'immensa folla ai funerali di Berlinguer, le vecchie facce di compagni, smarriti e in lacrime. Lui, in fondo, era rimasto sempre lo stesso, nonostante le apparenze. Cercava ancora l'amore e la fluidità della vita, come quando aveva vent'anni.

Aspettava l'arrivo di Paolina, dopo quarant'anni.

Ci avviamo ora all'ultima parte del romanzo, che ci riserva qualche colpo di scena: la parte finale della vicenda, che si tinge di giallo, è top-secret.

Al lettore scoprirlo.

 

NON COLPEVOLE, MR. PARKINSON! Criminalità e Malattia di Parkinson, di Kai Paulus

Anziano malato rincorre le infermiere nel reparto” era uno dei titoli scandalistici che si leggevano negli anni ’60 sui giornali statunitensi quando arrivò la levodopa in farmacia, creando panico e causando un enorme ritardo nella diffusione di questo importante ed efficace farmaco.

Mi ricordo, qualche anno fa, quando dei familiari accompagnati dal loro legale, si erano presentati da me chiedendo spiegazioni per l’anomalo comportamento di una persona ammalata di Parkinson, che aveva appena perso 30.000 euro al gioco d’azzardo. Per mia fortuna riuscì a dimostrare che né la malattia né la terapia potevano essere incolpati per la condotta spregiudicata del loro familiare.

 

Ancora più clamoroso è il caso successo in Belgio nel 2015 ed ora discusso sul numero di luglio della rivista scientifica Movement Disorders: un uomo di 55 anni, ammalato da 14 anni di Parkinson, è stato condannato all’ergastolo per aver assassinato due donne e per altri due tentati omicidi. La difesa argomentò che era la malattia e soprattutto la cura che avrebbero portato l’uomo a questi disdicevoli atti. La storia riempì i giornali belgi perché piuttosto a tinte forti e con connotazioni torbide. Ed i giornali ci andavano proprio a nozze. Alla fine prevalsero gli argomenti dell’accusa potendo dimostrare che il colpevole aveva un comportamento alquanto antisociale e squilibrato ben molti anni prima di ammalarsi con riferite condotte di violenze, parafilie e atteggiamenti sadomasochistici, oltre all’abuso di cocaina ed alcol. A questo punto era ovvio che la malattia neurologica non poteva entrarci niente e che l’uomo invece soffriva di problemi psichiatrici.

Quanto bizzarro possa anche sembrare questo caso, esso mette in risalto un tema molto delicato, cioè quello delle possibili responsabilità per i propri comportamenti di una persona affetta da una malattia neurologica, e quanto tale patologia possa incidere in questioni legali.

Nella letteratura scientifica internazionale vengono riportati pochi altri crimini compiuti da persone con Parkinson, e generalmente si può affermare che la percentuale di omicidi commessi da Parkinsoniani non è maggiore di quella della popolazione generale. In un caso, il delitto venne imputato all’eccessiva auto-somministrazione di farmaci dopaminergici con l’intento di migliorare il movimento, e verosimilmente compiuto durante una psicosi da sovradosaggio; in effetti, l’ammalato si era pentito e dopo l’aggiustamento della terapia non ha più mostrato atteggiamenti sospetti.

Allora se il Parkinson non c’entra, perché l’opinione pubblica era convinta del contrario? Verosimilmente perché intanto si tratta di una malattia neurologica che nasce nel cervello, e pertanto facilmente confusa con malattie psichiatriche; già queste circostanze possono animare le fantasie del pubblico. Poi, nel Parkinson, notoriamente una malattia che causa disturbi motori, si può assistere ad un cosiddetto deficit cognitivo sociale, cioè difficoltà di socializzazione dovute alle restrizioni fisiche, alle complicanze dei farmaci ed ai vari disagi che possono ostacolare l’armonica convivenza , ma, per quanto si conosce, la capacità di decisione morale resta integra. Pertanto, per commettere un omicidio non ci vuole il Parkinson, ma l’intenzione di volerlo fare.

Inoltre, come sappiamo, la malattia di Parkinson è una patologia molto complessa e la sua gestione globale molto difficile; una non adeguata terapia, sia perché non sufficiente, non tollerata, oppure eccessiva, può comportare notevoli disagi sia motori che non motori, ed alterazioni della sfera psichica, spesso accentuate dai medicinali, sono sempre in agguato.

L’argomento portato all’attenzione della comunità scientifica internazionale dall’articolo citato è molto interessante ed attuale: da un lato veniamo tranquillizzati e le Neuroscienze morali (ammetto che non conoscevo questo ramo della Neurologia) confermano che l’integrità morale di una persona non è compromessa dal Parkinson, ma gli addetti ai lavori sono avvisati che il campo, specialmente in termini di Medicina legale, è minato e necessita di ulteriori approfondimenti. Siccome abbiamo parlato recentemente in questo sito di Medicina di genere (vedi “Signora o Signor Parkinson?”), ed, a pensarci bene, tutti i casi riportati nell’articolo trattano di pazienti maschili, sarà intrigante poter studiare i possibili effetti del Parkinson e della sua terapia in termini di verosimile differente impatto sulla psiche maschile e femminile. Seguiamo i futuri sviluppi.

Comunque, Mr. Parkinson è scagionato non mostrando alcun legame con la criminalità, e quindi, almeno questa volta, il nostro Nemigu non c’entra niente.

Fonte:

Santens P, De Letter M, Lees AJ, et al. Crime and Parkinson’s: The Jury is Out. Movement Disorders Vol. 33, n.7, 2018