Volare si Può, Sognare si Deve!

ADELE E SOFIA di Kai Paulus


A volte capita.

Negli ultimi dodici mesi la nostra Associazione era impegnata a salvare l’ambulatorio dei Disordini del Movimento della Clinica Neurologica di Sassari; ciò ha richiesto tante energie e sembrava che la nostra Parkinson Sassari insieme al suo Ecosistema non riuscisse più a dedicarsi a quello per cui esiste: l’insieme delle persone, l’assistenza, l’informazione, il divertimento. Per fortuna, i preziosi appuntamenti settimanali della palestra con Pinuccia Sanna e della musicoterapia di Annalisa Mambrini, due importanti pilastri della riabilitazione sassarese, sono proseguite senza interruzione, ma poi c’erano pochi altri accenti. L’associazione era assorbita nei due sogni del nostro presidente Franco Simula: avere un ambulatorio specialistico dedicato ed a tempo pieno, ed una sede. E pare proprio che gli sforzi di tutti siano stati premiati, visto che l’ambulatorio dei Disordini del Movimento, dopo il trasloco alla ATS di via Tempio, dall’inizio di questo mese lavora a pieni ritmi potendo offrire a tutti appuntamenti senza attesa (sembra essere tornati indietro di dieci anni!), ed anche la sede è prossima all’apertura in via Muroni. Questi due importanti risultati evidentemente, ma era scontato che accadesse, hanno messo le ali alla Parkinson Sassari e come d’incanto è risuscitato anche il suo Ecosistema con due preziosi appuntamenti in via dei Gremi, nella scuola primaria dove di consueto si svolgono le fondamentali attività riabilitative di Sanna e Mambrini.

Da tempo richiesto da molti, una settimana fa finalmente si è tenuto un seminario sulla deglutizione e sull’espressione verbale con la logopedista dott.ssa Sofia Pinna della UOC Otorinolaringoiatrica della AOU di Sassari, specializzata nelle problematiche che possono scaturire dal Parkinson e che già da un po’ di tempo sta seguendo molti dei nostri soci. Ed è qui che capita, che si rivede lo spirito della nostra associazione: con la dott.ssa Pinna non si tiene mica un comune seminario, no, tutt’altro: l’incontro si trasforma quasi in una chiacchierata tra amici; tutti seduti in un grande cerchio insieme alla logopedista che dà la possibilità a tutti di intervenire, di dire la propria e di fare domande. Un successo! Ecco cosa serve, lo scambio diretto con gli specialisti, lo spirito che per anni ha animato e contraddistinto l’Ecosistema del Parkinson Sassari, come suol chiamare Prof. Pier Andrea Serra la nostra associazione. Sofia Pinna si mostra disponibile, risponde alle domande, spiega i sintomi quali disfagia e disartria che spesso accompagnano il Parkinson, e dà consigli pratici per come gestirli. Un incontro assolutamente riuscito ed applaudito da tutti; certamente la bravissima dott.ssa Sofia Pinna sarà coinvolta presto per un nuovo evento.

E ieri, poi. Devo confessarvi che sono rimasto molto impressionato da ciò a cui ho assistito. Tutti sanno che una persona affetta da Parkinson incontra maggiori difficoltà nel pomeriggio, quando a causa della digestione i farmaci hanno meno effetto. Ma ieri, alle ore 17, erano tutti in piedi a marciare, a suonare uno strumento, a dirigere a turno gli altri, ed a ballare. Ripeto: tutti! Incredibile! Il tutto grazie ad Adele Diana, musicoterapista, già nota a noi per la sua divertente partecipazione alla “Giornata Catalana” dello scorso anno ad Alghero. Adele spiega il ritmo, e lo fa usare; distribuisce a tutti degli strumenti di percussione ed il divertimento è assicurato.

Ecco, il divertimento, produttore di dopamina!

Adele Diana lo sa bene e per lei è un gioco da ragazzi coinvolgere anche i più bloccati. Ieri si è assistiti alla dimostrazione pratica dell’equazione fondamentale: divertimento uguale emozioni positive uguale dopamina uguale miglioramento. Il nostro Credo. Peppino che balla con Adele, Piero che dirige l’inno della Brigata Sassari, Antonio che cammina senza sostegno, Geminiano in versione John Lennon. Sono felice di averci potuto assistere.

Prima di salutarci, Vincenzina, Salvatore, Franco ed il ragazzo di Koblenz hanno intonato alcune strofe de La Montanara.

Volare si può…

 

 

Due coppie assortite in giro per Sassari di G.B.


Titolo       – GLI EQUIVOCI

Interpreti – Baingio/Ortensia & Zuniari/Mafalda – coppie di marito e mogie – Park/noPark
Soggetto – Equivoci che nascono quando la tec/cellulare risulta ostica per Baingio & Zuniari

Come ogni giorno Ortensia e Mafalda si telefonano per avere reciproche notizie…. e non trascurano di chiacchierare piacevolmente di altro come usa fra amiche; nel mezzo della conversazione, Ortensia dice a Mafalda …. – purtroppo questa notte Baingio non è stato bene…. ha avuto un attacco di “sciatica”, e il dottore che questa mattina e venuto a casa a visitarlo , gli ha prescritto riposo e, una visita radiologica da fare questa sera per fugare ogni dubbio, quindi… (non potendo Baingio usare l’automobile)….siamo un po “nelle curve” – < di rimando Mafalda le dice – alle curve ci penso io…. a che ora avete l’appuntamento !?…. bene, non preoccuparti , sono da voi alle (18.00) precise, intanto avverto Zuniari … così fa compagnia a Baingio >.

Alle 18,00 (zero/zero) !!! , comincia la serata…. ” per certi versi surreale” .

Mafalda, alla guida dell’auto e Ortensia a fianco, i rispettivi mariti ….dietro (passeggeri trasportati) !! . Ma , si sa bene, che le persone con un onorevole trascorso di guida, come Baingio e Zuniari, mal si adattano ad essere “passeggeri” , quindi… ognuno di loro parla in contemporanea, cercando di spiegare a modo loro, il percorso ideale da scegliere, creando così, all’interno dell’auto, una sorta di confusione cacofonica, con il solo risultato di irritare oltremodo Mafalda (alla guida non è proprio a suo agio) al punto di non sapere più cosa fare ….!!! e di “getto” Mafalda dice ai due “passeggeri mariti”… < perché non andate a raccogliere lumache….!? (ca…o) !! > ….. Raggiunta alla fine una ragionevole tregua … (fatta di mugugni) …. contrariamente a quanto si possa pensare, arrivano tutti a destinazione (allo studio radiologico), “sani e salvi”.

Accostata la macchina,nella via dello studio radiologico, i due passeggeri scendono…. e rivolti alle mogli… gli dicono < veniteci a prendere (dopo la visita di Baingio) … fra 1/2 ora circa.

La risposta di Ortensia, rivolta Baingio, è semplice e concisa -< hai il telefonino?! usalo…!!! – chiamami quando termini !!! >… mentre Mafalda (sorridendo sorniona) , a bassa voce rivolgendosi a Ortensia , le dice – < a mio marito, Zuniari, non chiedo nemmeno… lui, il cellulare lo tiene sempre spento e quando siamo insieme … non lo porta neppure con se > –

In ambulatorio per la visita di Baiingio, succede il primo equivoco : ” Zuniari viene scambiato per Baingio ” : Infatti mentre Baingio si accomoda in sala d’attesa, sulla sedia a causa del dolore “sciatico” ,….. Zuniari che è portatore di Parkinson … cammina nel corridoio…. e quando l’infermiera aprendo la porta dello studio, trovandosi difronte Zuniari, convinta sia Baingio pronto per la visita … gli dice : <prego si accomodi sig. Baingio…> preso alla sprovvista la risposta di Zuniari è imbarazzata….<io non sono….Bain….>, al ché, l’infermiera, che chissà come ha perduto di colpo la gentilezza …. gli dice: < basta … vada a sedersi in sala d’attesa …. e non intralci il mio lavoro>… Zuniari ci rimane molto male, e per un sorta di “pudore masculo” non dice niente a Baingio che viene chiamato dalla stessa (infermiera) che lo fa accomodare all’interno dello studio per sottoporlo alla radiografia …. tutto bene il referto.

Dopo questo piccolo equivoco, terminata la visita radiologica di Baingio , con leggero anticipo rispetto all’orario convenuto con le mogli, i due “compari” si ritrovano sulla via …. in attesa di essere “prelevati” ….. a questo punto… viene spontaneo a Zuniari dire a Baingio….< chiama Ortesia > !!! – Baigio si fruga un po nelle tasche e cerca il suo cellulare …che non lo trova !!! purtroppo lo ha dimenticato a casa !!! …..”camuffando” il disagio …. rivolto a Zuniari gli dice < compà non vè problema …. non abbiamo bisogno di cellulari né di muglieri ….ci facciamo quattro passi a pedi ….andiamo da mia figlia in Via Roma e telefoniamo a Ortensia >.

Presa questa decisione un po bizzarra (bastava aspettare l’arrivo delle mogli), lemme lemme , Baingio e Zuniari si avviano ……e dopo una buona 1/2 ora di camminata, (non tanto gradita a Zuniari/Park) arrivano al negozio della figlia di Baingio….ma quando si dice …” LA SFIGA”…… la figlia di Baingio non c’è ….!!! – li accoglie invece la signora Maria Filomena, gentile e premurosa che, con un leggero sorriso tra il preoccupato e l’ironico dice – < buonasera signor Baì …., come mai solo….!? risposta …. sa ….., ho dimenticato il cellulare a casa e dovrei chiamare Ortensia…… > – nessun problema > gli dice Filomena …. < mi dia il numero…? > Baingio inforca gli occhiali e detta il numero – tu…tu… tu… libero …. ma nessuna risposta – < sig. Baì .. è sicuro che sia il numero giusto..?! mi dia a me il foglio …. che leggo meglio di lei … >, …. sul foglio ci sono due numeri uno ASS. l’altro anonimo – Sigora Maria un po divertita dice …. < signor Baì … ” già ci credo ” che non rispondeva nessuno, sta facendo il numero dell’ASSICURAZIONE (c…..o) > – Baingio si rende conto di aver dato il numero dell’associazione Park…. facendo finta di niente dice …. < provi con questo > …….. Tu …tu… tu…. segreteria telefonica ….. – < signor Baì ma è prorio sicuro che il numero sia giusto (sottovoce c…o) ,e poi……il suo amico non ha il cellulare… ?!!! > …… Zuniari chiamato in causa …. risponde imbarazzato…. – < anche io ho dimenticato il mio cellulare a casa…!!! > di rimando signora Maria – < e no !!! …. cosi non va bene!!! …. non sapete che può succedervi qualcosa (c….o) ….. alla vostra età e pericoloso “uscire” senza cellulare …. non si sa mai (c…o) > – intanto …….Zuniari , per non saper ne leggere e ne scrivere, con le mani “affondate” nelle tasche faceva gli scongiuri …..toccandosi ….!!!, mentre Baingio , seccato… salutava dicendo …. < se chiama Ortensia… le dica che noi andiamo verso casa >.

Cosi sul fare della sera, i due “compari” si incamminano “zoppi / zoppi” per la Via Roma, entrambi delusi e sofferenti… uno claudicante per il Park e l’altro “buriato ” per il dolore di “sciatica” , ….. ma , ” tirriosi ” quali sono, a “malagana” si atteggiano a sembrare due giovani fringuelli in libertà (vigilata).

Cosi a metà salita Baingio e Zuniari si sentono chiamare ripetutamente col “claxon” di un auto , sono finalmente le rispettive “consorti ” …..,che accostando l’auto invitano (ridendosela) Baingio e Zuniari a salire …. e qui i dovuti chiarimenti (raffazonati) : – il “dialogo” all’interno dell’auto diventa confuso… tutti si beccano come i quattro capponi nella stia di Renzo Tramaglino… così –

– Baingio a Ortensia … < ma perché non rispondi al cellulare …!!? – Ortensia .< sono io che continuo a chiamarti…..!!! mi da sempre sempre libero…. e non rispondi !! …. non è che “sciatica” ti ha infiammato anche l’orecchio…. (c….o) > < ma cosa dici Orté… il mio telefono lo dimenticato a casa … > risponde seccato Baingio > … e Mafalda al marito < …. Zunià , ma tu potevi chiamare al mio cellulare …..o no !!? > risposta …. < Mafà sai che io non mi fido molto del cellulare …. e i numeri non li ho ” a memoria” … preferisco parlare di persona !!! sai che possono “spiarci”….e poi finiamo sulla Nuova Sardegna….!!! – ” no” sia mai !!!

Così tra un bisticcio e l’altro , alla fine delle dispute sugli equivoci, tutto si ricompone … e guardandosi …..dicono insieme …. ” MA SIAMO SICURI CHE UNA TELEFONATA ALLUNGA LA VITA !!! come dice la TELEVISIONE….???.

Chiudono la serata al BAR ….. con il naso “infilato” in una tazza di cioccolata bollente, per le signore…e un semplice caffè macchiato per i signori ….. (dopotutto sono uomini che si fanno rispettare ….o no ?!! (ca..o) – evocando quanto successo…., se la ridono pensando …. ai tanti… che credono non si viva senza ” il smarfon” !!!! ….si dice così ??? bòòò !!!

Gli unici che veramente hanno bisticciato in questa “piacevole serata” , sono i due telefoni di casa Baingio/Ortensia, che continuavano a squillare , …. aspettando una risposta … che per una serie di equivoci , NON POTEVA MAI ARRIVARE !!!

g.b.


Mi hai regalato il tuo sorriso di G.B.


IL TUO SORRISO

Mi hai regalato il tuo sorriso di giovane donna,
sbocciato tra labbra umide baciate dal sole
perché non fossi più triste......

Chiostra eburnea , scivolata nell'anima
come un bagliore nella notte, da tenere
stretto nel pugno per non dissolversi.

Sogno di giovinezza che affiora delicato,
casto come lacrime primigenie, regalate
in dono all'età che porto dentro.

Sorriso fugace.... come vita
piena di ricordi , vissuta
col trasporto negli occhi.

Emozioni sopite .... ma ora vive,
tenere come frutti maturi ,
dolci come il tuo sorriso.


G.B.

 

CRONACA di UNA GIORNATA SERENA di Franco Simula


Venerdì 5 gennaio era giornata di vigilia: vigilia dell’Epifania e quindi dell’arrivo dei Re Magi a Betlemme e anche vigilia dell’arrivo della Befana.
L’Associazione Parkinson pensò bene di organizzare per quel giorno un incontro conviviale che, quando è possibile, non guasta mai: serve a rinsaldare amicizie, a socializzare con i nuovi arrivati, serve a bere un buon bicchiere di vino in compagnia e, se le forze lo consentono, si possono fare quattro salti misurandosi arditamente con vecchie reminiscenze rappresentate da appassionati tanghi argentini o vorticosi valzer viennesi. Al momento del ballo è scattato il momento magico di Peppe Pinna, abilissimo ballerino d’altri tempi, che quando scocca l’ora delle danze, entra in una dimensione di sogno, coinvolgendo con perfetti passi di danza tutte le dame che si affidano alla sua guida. Piera pur non essendo un’esperta ballerina, ha cercato nel ballo di superare il torpore che puntualmente si diffonde fra tutti all’ora della siesta. Poi, accompagnati dalla musica di “faccia di trudda” abbiamo simulato il trenino ordinati per fila indiana. Intanto qualcuna, quatta quatta, riprendeva e certificava momenti parkinsoniani di festosa allegria.
La giornata era tiepida e luminosissima sembrava ritagliata dal mese di maggio e imprestata al 5 di gennaio. Tutto sembrava avviarsi gradualmente alla conclusione quando inaspettatamente… colpo di scena! Arriva la befanaaaaaa.
Come un”deus ex machina” spunta all’improvviso “con le scarpe tutte rotte, col cappello alla romana” a imitare la befana. Una befana vera, di quelle con le calze-dono per i bambini che sembrano vecchi. Insomma una befana con tutti i crismi legali della befanità. Portava in spalla un sacco pieno di ogni ben di Dio. Pietre di carbone durissimo come quello delle miniere ma dolcissimo e invitante: da spezzare i denti anche ai bambini, possiamo immaginare cosa potrà capitare ai denti dei bambini-vecchi ormai esausti e consumati. Attenti ai denti ragazzi-anziani o, se preferite, diversamente giovani come il politicamente corretto impone. Continuiamo con l’elenco delle leccornie. Cerchi di liquirizia attorcigliati come serpentelli neri; figure varie di zucchero cingommoso e spugnoso, un po’ viscido nel mangiarlo: la sua consistenza dà l’impressione che (da parkinsoniano) provo al mattino quando esco di casa e sento il terreno quasi gelatinoso che si muove sotto i piedi. Però era dolce e tanto è bastato a soddisfare la curiosità dei bambini ottantenni. E poi caramelle al limone, e ancora caramelle spugnose di colore e forme diverse dalle precedenti ma sempre dolci. Insomma le più belle e incantatrici caramelle per bambini. Veramente caramelle da befana! Quelle che sognavamo da bambini e non arrivavano perché allora c’era la guerra e la Befana era spelacchiata e povera come una moderna clochard; ma dovevate vedere che dignità!
Dunque anche a noi la befana come ai bambini? No, no, noi non siamo bambini; questa è una befana per adulti. Quella dei bambini è approdata in Piazza d’Italia con tanto di Vigili del fuoco al seguito e relativa discesa aerea dal Palazzo della Provincia e spargimento di caramelle a tappeto. Sciuponi potevano darle a noi: a noi le caramelle durissime o mollicce agli altri le caramelle buone. Per far gradire le caramelle un po’ “mingrine” ho dovuto fare l’elogio della caramella. Quasi come Erasmo da Rotterdam con la follia. Mah! Così è la vita…
Sotto la maschera della nostra befana chi c’era?
C’era quella “moninca” raffinata di Silvana che spesso una ne pensa e cento ne fa. Stavolta, però la “moninca” non era sola ad architettare: era accompagnata nell’organizzare la festosa sorpresa dalla mente fertile e creativa che è Ninetta; dunque due “majalze” in perfetta sintonia che non hanno dovuto deliberare niente né votare per regalarci una simpatica festa della befana. A conclusione della serata la “vecchia” ormai stanca ha letto una sorta di proclama in cui raccontava fatti e misfatti dei parkinsoniani compreso il presidente che per un po’ viene pregato di mettersi a far niente invece di stare a fare il “caminu a ludu” alla ricerca di nuovi locali. Intanto il sindaco non te ne dà di nuovi locali perché nell’andirivieni gli stai consumando tutte le strade.

Arrivederci a Carnevale






La befana

Buona sera
Oh! Scusate l'intrusione
Ma era aperto quel portone!
Io son vecchia, malandata
E anche se non invitata
Colto al volo ho l'occasione
Di abbracciare tante persone.
Sono buffa e un poco strana
E mi chiamano befana!
Dentro questo vecchio sacco
Per voi tutti c'è un bel pacco
Che contiene cose buone
Ma anche un poco di carbone
Da donare a chi ha mancato
Commettendo un bel peccato.
Che cos'è questo brusio
Che disturba il parlar mio?
Come al solito è Liliana
Non s'arrende all befana!
È laggiù in fondo al salone
Perciò merita il carbone.
Anche a Franco un pezzettino
Proprio in cima al suo calzino
Che stia bene, che stia male,
va a palazzo comunale
e sta li da mane a sera
d'ottener la sede spera...
l'indomani poi, con Dora,
presto presto di buonora
se pur stanco non si arresta
e scordando anche che è festa,
guida pure contromano
per recarsi da Moirano.
E se Dora allor protesta
E gli dice: svolta a destra!
La zittisce immanemente
Non si parla al conducente!
Di sicuro più paziente
Dottor Paulus è certamente
Coi malati e i dirigenti
E perfino con gli assenti
E perciò nel suo calzino
Per premiar la sua bontà
Solo dolci a volontà.
Adelaide Anna e Cenzina
Con la dolce cantatina
Sise accanto a Salvatore
Ci dilettano un pò il core
Ma con grande mia sorpresa
La Brigata Sassaresa
Fa scattare Geminiano
Che marciando a gamba tesa
Ruzzolare fa Peppino
che ha bevuto troppo vino
E perciò nel loro calzino
Di carbone un pezzettino.
Poi per Franca e per Paoletta
C'è una splendida calzetta
Ma anche qui c'è del carbone
Perchè sono un pò pigrone.
Che la giri a manca o a destra
Sempre uguale è la minestra!
Tutti han preso qualche ammenda
Ma anche dolci per merenda
Ma poiché imparziale son
Io la calza più cicciona
L'ho stipata di carbon
Per un tale James Parkinson

Ninetta Onida

 

“RICOMINCIO DA TRE” Trilogia poetica di G.B.


IL TUO SILENZIO

Mi piace il tuo silenzio.....
perché nel tuo sguardo profondo
colgo il corso dei tuoi pensieri.

Distante e sussiegosa, rapita nella tua voglia
di celarti agli occhi del mondo per non soffrire,
apri il tuo scrigno senza paura ... e concediti.

Seguimi nel tumultuoso sentimento che mi susciti,
prendimi per mano , cosi posso sentire il battito del tuo cuore, che pulsa insieme con il mio.

Percorriamo insieme la via dei ricordi che ci legano,
ricordi belli e nostalgie..... che ci sostengono
nel travaglio dei giorni che verranno .

Tu sei sempre stata il mio riferimento,
ora non sottrarti alla richiesta di amarti e
amarti ancora..... senza alcuna rinuncia.

Così nel tempo che porta alla vecchiezza
saremo liberi da fardelli "velenosi"..per
vivere insieme ciò che abbiamo meritato.

g.b.
MERIGGIO

Nelle ore calde del meriggio,
mi ritrovo sulla scogliera,
ad ascoltare il mare ...
rapito dal fluire delle onde che risuonano come il tuo sorriso.

E vedo i tuoi occhi - punture di stelle
nel firmamento celeste - splendere
come fuochi notturni col brillio
ammaliatore di una " fiera".

Il tuo incedere flessuoso
mi riempie di emozioni , che scorrono
lente come sabbia nella clessidra... così da poterle assaporare fino in fondo.

Ora nella seconda giovinezza....
tradito dal "rapace"...., ritrovo
il tuo braccio e percorro sentieri scoscesi
con la sicurezza dei giorni felici.

Dopo aver cercato l'ignoto.....
riacquisto la serenità perduta
e il mio essere fa pace
con la realtà che mi circonda.

g.b.
RICORDI

Nelle notti mote.... nella veglia,
il silenzio mi avvolge e, nella mente
i ricordi si affollano - vividi, struggenti, copiosi
e si rincorrono per avere il primato
delle emozioni che suscitano.

In questi momenti, silenti, la tua figura mi appare...
in tutte le sue espressioni - divertenti, scontrose,
gioiose , imprevedibili - e comunque tue.

Ho imparato a conoscerle ... e in loro rivedo
il tuo carattere - semplice e umbratile -
che mi regala sensazioni di tenerezza .

Sentimento che rafforza il legame che ci unisce,
fatto di ricordi vissuti nella giovinezza, contornati
da colori tenui e venata nostalgia.

In questo vortice di emozioni mi perdo,
mentre scivolo in un sonno leggero....
fatto di altri sogni ... di dorata bellezza.

g.b.

 

Soprannome – PIPPIRIORU di G.B.


Quando ero bambino, e parlo di molti anni fa... le persone anziane venivano chiamate, oltre al nome di battesimo, con l'appellativo di "ZIO" , per rispetto alla loro età e per tributargli omaggio alla saggia vecchiezza ( zio Giovannino - zio Franceschino - zio Antonino....), di tutte le altre persone si conosceva a malapena il nome, così venivano chiamate con l' INGIUGLIO (nomignolo), che caratterizzava il loro aspetto fisico - (monello, cosci bianca , trappadè e appunto PIPPIRIORU') - e di questo personaggio che voglio parlare :
Pippirioru era un omino minuto , azzimato, con la voce stridula che si atteggiava a gran signore e si esprimeva cercando di esserne tale, con le vocali strascicate e curiosamente modulate, in due parole... un emerito "soggetto" e oggetto di continue celie di noi bambini.
Un giorno.... individuata la bambina che lo aveva apostrofato col suo INGIUGLIO, offeso alla morte , si recò dalla madre della "rea", per avere le scuse di tanto ardire e chiederne la punizione corporale che meritava.
La madre della "rea" , Signora Maria , era una donna pratica di basso lignaggio ma piuttosto acuta e da buona sassarese aveva l'arguzia "cionfraiola" che mette allegria.
Vedendosi in casa il Signor Pippirioru si rese subito conto che la visita era tutt'altro che di cortesia : Buongiorno Signora Maria - buon giorno a lei .... mi dica !? - sono qua per sua figlia, sono dispiaciuto.... perchè mi ha mancato di rispetto .... è una cosa grave ... sa , non mi aspettavo un simile comportamento da una famiglia come la sua... esigo mi sia data soddisfazione !!! - Certamente signore... chiamo subito mia figlia !! - e fattasi sul davanzale di casa , impostando la voce sul tono fintamente burbero.... Vanninaaaa vieni subito a casa . - Vannina , una bambina un po tondetta e molto timida, entrata in casa , alla vista del signor PIPPIRIOLU avvampò oltre misura e con gli occhi bassi chiese alla mamma cosa voleva - signora Maria con tono severo si rivolse a Vannina chiedendole cosa avesse fatto al signore..... la risposta fu breve ..... niente ma' .... - come sarebbe a dire niente....? - niente ma' ... - a questo punto signora Maria visibilmente spazientita disse in perfetto vernacolo sassarese - dimmi cosa gli ai detto a Pippiriolu - Vannina di rimando , sempre con la testa bassa ...... quello che gli hai detto tu.... - e cosa gli ho detto io a Pippirioru ...!!? a queste parole, il signor pippirioru colto nel vivo del suo orgoglio , impettito girò sui tacchi e tornò a casa rimuginando - TALE MADRE TALE FIGLIA - ma pur sempre.... come dire ...cornuto e mazziato !!!

Fine della storia.

BUON NATALE A TUTTI

G.B.

 

LA RIABILITAZIONE NELLA MALATTIA DI PARKINSON di Kai Paulus

 (Sabato, 2 dicembre 2017, sono stato invitato a Cagliari per tenere una relazione sulla riabilitazione nel Parkinson al Congresso regionale della Associazione Italiana dei Neurologi Territoriali, AINAT. Nel preparare il mio discorso ho pensato a tutti voi, ed in particolare all’eccezionale lavoro svolto dalle nostre buone fate, Pinuccia Sanna e Annalisa Mambrini; questa relazione l’ho voluta dedicare a loro)

La malattia di Parkinson (MP) è una patologia neurodegenerativa che progressivamente porta ad una sempre maggiore disabilità e ciò comporta un sempre maggiore peso per l’ammalato/a e la famiglia, e sempre maggiori costi per la comunità. Per questo motivo è importante intervenire al più presto possibile, appena posta la diagnosi. Ma come sappiamo, al momento della diagnosi la maggior parte dei neuroni del sistema nigro-striatale sono già compromessi ed il punto del non ritorno è superato. La scienza sta studiando delle possibilità di poter fare diagnosi preclinica ed è alla ricerca di sintomi prodromici e biomarker (iposmia, alterazioni del transito intestinale, disturbi del sonno, depressione, ecc.), ma essi, pur indicativi, non sono specifici e pertanto non si può intervenire preventivamente, e non ci sono ancora disponibili delle strategie terapeutiche che possono modificare il decorso della patologia, le cosiddette terapie “disease-modifying”. La terapia farmacologica è sintomatica, però con la durata della malattia essa diventa sempre meno efficace e pertanto saranno necessari approcci sempre più costosi. Nella gestione globale della MP il trattamento farmacologico va affiancato con quello riabilitativo per preservare il più a lungo possibile le autonomie della persona e, a differenza dei farmaci, la riabilitazione aumenta in efficacia con la durata della malattia senza far lievitare il carico socio-sanitario ed economico.

La MP è una malattia che compromette il movimento e di conseguenza la sua terapia naturale è il movimento, ed essendo una patologia ipocinetica, cioè che tende ad un progressivo rallentamento motorio ed induce l’ammalato/a a muoversi sempre di meno portandolo ad una vita inattiva e sedentaria, il primo obiettivo delle strategie riabilitative deve essere quello di prevenire l’inattività. E questo obiettivo si insegue sin dall’inizio della malattia, quando la persona è ancora autonoma: informando paziente e familiari si favoriscono frequenti passeggiate, attività quotidiane in generale ed eventualmente attività sportive ed il ballo. Questo intervento riabilitativo si rivela particolarmente utile nelle prime fasi di malattia, ma sarà il filo conduttore della neuro-riabilitazione durante tutta la durata della MP. Nelle fasi intermedie della MP si presentano disabilità fisiche che possono essere affrontate con diverse strategie per preservare le autonomie residue e per migliorare l’equilibrio statico-dinamico con l’obiettivo di mantenere e migliorare le autonomie globali (miglioramento di cambi posturali, alzarsi da letto e sedia, la postura, la camminata, abbottonarsi, ecc.); ciò è importante sia per la persona ammalata sia per i familiari che non sono costretti ad assisterla continuamente, e così si prevengono anche tensioni interpersonali ed intra-familiari. I vari esercizi possono essere eseguiti all’aperto, in palestra, a domicilio, ed anche in piscina, e si possono avvalere di diversi aiuti, cues, visivi, uditivi, tattili, in base alla disabilità da migliorare. Per esempio, cues permanenti o ritmici possono essere lo scandire del ritmo di una marcia militare oppure il superamento di linee sul pavimento che favoriscono il miglioramento della deambulazione e l’allungamento del passo. Oppure, una facilitazione, un cue unico, può essere il dare il via (“uno, due, tre, via”) in caso di acinesia, cioè in caso di difficoltà nell’iniziare il movimento; ed ancora, per vincere il freezing, il blocco motorio, che si può osservare in spazi stretti, come nell’attraversare una porta, un cue, in questo caso un trucco (strategia cognitiva), può essere, non concentrarsi sulla soglia da superare, ma di tenere in mente la meta da raggiungere dopo la soglia, per esempio la poltrona. Come aiuti possono essere impiegati anche altre strategie molto utili, quali il nordic walking e la realtà virtuale, con i quali si possono esercitare anche il “multi-tasking”, cioè la capacità di fare diverse attività contemporaneamente, come camminare e parlare allo stesso tempo; la MP compromette gli automatismi e rende pertanto difficile l’esecuzione di attività contemporanee.

Dopo anni, inevitabilmente si arriva alla fase avanzata, caratterizzata da marcata instabilità posturale, rigidità diffusa ai quattro arti e tronco, disfonia, disartria, disfagia, insonnia, depressione, e compromissione dei movimenti fini e della manualità; si necessitano ausili, come il deambulatore e la carrozzina, ed in casi gravi si rende necessario l’allettamento. Ecco, l’obiettivo principale della riabilitazione e della terapia farmacologica è rappresentato dal ritardare il più possibile questa fase avanzata che significa per l’ammalato/a enormi disagi e per il familiare e/o caregiver un importante carico assistenziale 24 ore su 24.

In una persona molto disabilitata, confinata in carrozzina oppure a letto, l’approccio riabilitativo si rende estremamente importante. Si tenga presente la situazione di una persona con MP in stadio avanzato: costretto alla quasi totale inattività, e quello che è peggio, annoiato, sicuramente depresso. Ecco che l’arrivo del terapista diventa un evento che rompe la monotonia e riempie il vuoto, e spesso già la sola attesa può essere momento di sollevamento del tono dell’umore. Ma, non è la mobilizzazione passiva l’obiettivo del trattamento, che comunque serve per mantenere una buona condizione cardio-circolatorio. Il SSN non prevede un trattamento riabilitativo permanente, specialmente se non ci sono obiettivi e se non si apprezzano miglioramenti. Pertanto la riabilitazione deve mirare a degli obiettivi anche nella fase avanzata. Come? Innanzitutto, ci vuole la collaborazione della persona, che a volte non è facile da ottenere, e comprensibile per la situazione di disagio e di sofferenza in cui si può trovare. Allora, l’ammalato/a va motivato, gli vanno prospettato dei traguardi, e soprattutto la persona va coinvolta attivamente nella pianificazione del programma riabilitativo. Poi, a parte le sedute insieme al terapista, che come sappiamo sono spesso preziose e brevi, nel corso della giornata vanno inseriti dei momenti di esercizio, di allenamento, che l’ammalato/a può eseguire da solo, autonomamente, a mo’ di “compiti per casa”, durante i quali potrà perfezionare gli esercizi appresi dal terapista. Oltre al miglioramento, con questo programma si struttura la giornata, la si riempie, la persona ha un obiettivo, ed anche una responsabilità (mica può deludere il terapista, e non vuole che il SSN gli tolga questa opportunità), per non parlare della possibilità di poter parlare con familiari ed amici di cose costruttive e di non doversi lamentare dei suoi malanni. In questa ottica cambia tutta la prospettiva: migliorano i rapporti interpersonali e migliora la qualità di vita, spesso creduta perduta.

Ma tutto ciò non basta.

Ci vuole il divertimento. Ed a questo proposito ci aiutano le cosiddette arti-terapie, quali la musica, il ballo, il teatro, ed altro, che da alcuni anni sono state aggiunte nelle linee di guida italiane ed internazionali del trattamento della MP.

Pensando alla musica, viene in mente subito il ritmo, che come la levodopa per la terapia farmacologica, rappresenta il “gold-standard” della riabilitazione nella MP. Il suono mette in oscillazione il sistema uditivo, e conseguentemente, il ritmo causa una oscillazione ritmica che viene trasmessa direttamente, tramite una via reticolo-spinale, al sistema motorio, piramidale, quindi by-passando la malattia, il sistema extrapiramidale. Ecco, perché il ritmo funziona e la persona bloccata riesce a camminare sulle note della marcia “Dimonios”, l’inno della Brigata Sassari, perché si toccano “corde” che non sono ammalate. Quindi, con il ritmo mettiamo in moto ogni parkinsoniano, ma non lo curiamo, perché l’effetto benefico del ritmo è temporaneo, proprio perché non agisce sul sistema extrapiramidale.

E la musica?

Ecco, la musica aggiunge un elemento essenziale: l’emozione! E quale musica? Non importa, ognuno ha la sua musica che gli è più congeniale, che gli provoca ricordi ed eventualmente la pelle d’oca. Con questa musica suscitiamo l’emozione che a livello del sistema sia meso-limbico sia dei nuclei della base stimola l’aumento del tono dopaminergico favorendo un miglioramento dei segni extrapiramidali. A differenza del ritmo, la musica, l’emozione, stimola processi di neuro-plasticità, un processo che viene elicitato con ogni nostra attività, sia fisica che cognitiva. La neuro-plasticità è caratterizzata da un aumento delle connessioni sinaptiche, un aumento del tessuto neuronale, ma anche dei capillari e della glia; e la neuro-plasticità diminuisce la apoptosi, la morte cellulare. Ed ecco che la musica migliora la MP a lungo termine: si creano processi di riparazione di compensazione. E ciò vale anche per altre attività, come il teatro ed il ballo. Importante è il divertimento.

In conclusione, la neuroriabilitazione nella MP è una presa in carico globale che include l’informazione di ammalato/a e caregiver, la prevenzione, la motivazione e la collaborazione, prevede attività fisica e cognitiva, programmi riabilitativi che comprendono parti passive ma prevalentemente esercizi attivi ed allenamento quotidiano. Ma il trattamento riabilitativo, per poter ottenere risultati apprezzabili e per poter consolidare i benefici temporanei e quindi per contrastare la progressione della malattia diventando effettivamente una terapia “disease-modifying”, necessita di un atteggiamento positivo, di carica, di forza di volontà e di tante emozioni, gioia, piacere, divertimento.

Giocando si impara.

Sogni d’oro, Mister Parkinson! di Kai Paulus


Diverse volte abbiamo parlato nel nostro sito sul significato del sonno e sull’importanza del buon riposo, che riguarda in modo particolare la malattia di Parkinson, proprio perché durante il sonno profondo avvengono i processi di riparazione e di compenso, come ci ha spiegato Prof. Pier Andrea Serra in varie occasioni.
Dieci giorni fa, in occasione della nostra XI Giornata Sassarese della Malattia di Parkinson, avevo ripreso l’importante tema del sonno mettendo l’accento sul concetto dell’Igiene del sonno, cioè comportamenti e strategie con i quali si possono ottenere un riposo notturno migliore senza dover ricorrere a farmaci. Qui di seguito vorrei elencare queste regole del buon sonno valide per tutti:


“Coricarsi sempre alla stessa ora”
Il sonno è una questione di abitudine e per questo è una buona regola di osservare dei comportamenti abituali e costanti; quindi, in linea di massima, bisogna cercare di andare a letto alla stessa ora. In questo modo l’organismo si può preparare meglio sapendo quando finisce la giornata.
“Camera da letto sufficientemente accogliente, silenziosa e buia”
Dovrebbe essere un piacere recarsi in camera da letto, un luogo bello ed accogliente, dove trovarsi bene; ed ovviamente riusciamo a riposarci meglio se c’è silenzio e buio.

“Evitare la televisione in camera da letto”
Un errore che si fa spesso (me compreso) è di guardare la televisione a letto, convinti che concili il sonno. In effetto, davanti alla TV ci si appisola facilmente. Ma dopo qualche ora ci si sveglia: la TV eccita il cervello e quindi non predispone per un buon riposo.

“Evitare bevande alcoliche nelle ore serali”
L’alcol, anche se in un primo momento può avere un effetto sedativo, comporta successivamente un aumento della pressione sanguigna con conseguente disturbo del sonno. Sotto la stessa voce possiamo anche mettere il consumo di sostanze stimolanti quali caffè e the.

“Assumere una cena leggera”
Meglio tenersi leggeri la sera per non appesantire la digestione.

“Non riposare dopo pranzo per più di 30 minuti”
Riposare dopo pranzo può essere una buona abitudine, ma se dormiamo troppo dopo pranzo togliamo sonnolenza per la notte.

“Evitare esercizi fisici faticosi prima di coricarsi”
Si stimola il metabolismo, il che tiene svegli.

Ed infine, un errore che facciamo troppo spesso:
“Evitare pensieri emotivamente carichi”
Rimuginando fatti e situazioni non risolte, pensare a problemi e preoccupazioni, è il metodo più sicuro per impedire il sonno: In effetti, molte persone soffrono di insonnia proprio per questo motivo. Ma ci si può abituare con un po’ di disciplina ad evitare queste problematiche, pensando a cose belle, oppure pensando semplicemente di meritare una bella dormita dopo una giornata impegnativa. Le cose irrisolte intanto non si risolvono durante la notte e le affrontiamo meglio la mattina seguente dopo una buona dormita.

Buona notte!