Volare si Può, Sognare si Deve!

Autore archivio: assoparkss

Divino Geminiano (di franco Simula)


Si accomodi il signor Di-vino

Dopo un attimo di titubanza capisco l’equivoco anzi

la…profonda confusione mentale dell’infermiere che aveva

l’incarico di chiamare i pazienti in attesa nell’androne affollato

dell’ospedale. Giuseppina che era più vicina di me all’incaricato

della “chiama”, capisce tutto in un attimo e, agitando la mano,

“Geminia’ ti stanno chiamando per la visita”.

Io rispondo:”Presente” ma subito aggiungo:

“Io, però, non mi chiamo Di-Vino, mi chiamo Bevitori”

L’infermiere (magari un po’ suonato, certamente distratto) che ha

affibbiato a Geminiano l’appellativo di Divino ha fatto un

ragionamento semplice semplice che chiunque avrebbe potuto

fare. Quando nell’elenco ha letto “Bevitori”, l’allocco infermiere ha

operato un repentino ragionamento:”Bevitori di che cosa se non

di vino”? E Di-Vino sia! ” Allora è presente Divino Geminiano?”

“Ma che dice? Mi chiamo Bevitori non mi chiamo Divino”.

La cervellotica gaffe suonava bene musicalmente tanto che la

memoria distratta dell’infermiere l’aveva registrata immediatamente:

Bevitori=Di-Vino. E Divino oltre ad essere il nuovo

cognome di Geminiano era certamente un appellativo più

solenne, più esaltante, più dio. Bevitori altro non è che il plurale

di bevitore che sa troppo di beone.

Divino invece è il massimo dell’aspirazione di ogni uomo, è

l’umanità esaltata alla ricerca della perfezione più alta.

Non si sa bene se l’incauto infermiere pensasse tutte queste cose,

coscientemente o no: sta di fatto che Geminiano è salito agli

onori della cronaca amicale (questo proprio sì) grazie alla

pedestre sbadataggine di un infermiere che -inconsapevolmenteper

una balzana similitudine mentale ha collocato Geminiano fra

le divinità dell’Olimpo di recente costituzione.

 

Franco Simula


Reclamo inviato all’Ufficio Relazioni col Pubblico dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Sassari


——– Original Message ——–

Subject: Reclamo
Date: Tue, 19 Sep 2017 13:19:37 +0200
From: franco.simula@tiscali.it
To: <urp@aousassari.it>

A nome mio personale e dell’Associazione PARKINSON Sassari di cui sono il rappresentante legale vorrei far conoscere all’Azienda il nostro più vivo disappunto per il notevole disagio rappresentato dal mancato funzionamento dell’Ambulatorio Parkinson ufficialmente chiuso dal 30 giugno scorso. Dal 1 di settembre, da quando avrebbe dovuto riprendere il servizio niente è cambiato: a chi telefona all’accettazione per una visita col dott. PAULUS vien data -a tutti- la medesima risposta: ritelefonare il 29 settembre per sperare di vedersi assegnare una data in cui poter effettuare la visita. Il 29 settembre se tutti quelli che hanno richiesto una visita ritelefoneranno tutti quasi contemporaneamente, quanti saranno accontentati con l’assegnazione di una data per la visita col dott. PAULUS impegnato in mille altre attività della Clinica? Occorre quanto prima rinforzare questo servizio in modo da consentire al dott. PAULUS di dedicare più tempo alle visite a pazienti che Lui segue da anni e che da Lui aspettano un “aggiustamento” della terapia o il rinnovo del piano terapeutico. Durante la chiusura dell’ambulatorio i pazienti si son dovuti rivolgere al pronto soccorso con gravi disagi personali e aggravio di spese per la sanità regionale cioè per tutti noi.
Sperando in un efficace intervento che ponga rimedio a tali disfunzioni porgo distinti saluti. Francesco Simula


 

LIBERA CRONACA DI UN INCONTRO TRA AMICI (di G.B.)


Da alcune settimane ho varcato la soglia del settimo anno di convivenza con la mia inseparabile  “compagna”   di viaggio, (malattia di Park) , che si ostina ad ingrigirmi le giornate. Ma è noto che il settimo anno può essere fatidico…. perché la crisi si annida dietro l’angolo.
Ne ho avuto la percezione alcuni giorni fa,  accettando l’invito da amici comuni per un breve soggiorno di terapia/associata.
L’unica regola da accettare incondizionatamente era : non si deve parlare di  “acciacchi” ma pensare in positivo (….sono calmo, sereno e piacevolmente rilassato) , ma nel corso del soggiorno se ne aggiunta una seconda ….  “DIVINO”     parola nata  da un banale equivoco e adottata subito dal gruppo, per  empatia, perché consentiva volta per volta di giocare sui “doppi sensi e metafore” originali , create al momento dalla fantasia “frizzante” da ognuno di noi ; così tutto è diventato …. Divino – il gruppo – ,  Divino – il sito scelto –  ,  Divino   – il personale dell’accoglienza –  , Divino  – il menù –  , Divino  – il trattamento fisioterapico –  ……ecc. eccetera , con la serotonina che cresceva di livello.
La terapia assegnataci  dal programma consentiva una libera scelta dei vari trattamenti : rilassarsi a bordo piscina distesi sulla sdraio (elioterapia),  tonificarsi nelle acque termali della piscina (ginnastica in acqua), affidarsi alle sapienti mani delle fisioterapiste (massoterapia), fare il percorso vita ( sauna e camminata su ciottoli di fiume), partecipare ai balli di gruppo ( ludo/musicoterapia) ….. e perché  non  aggiungere  (terapia del gusto) il deliziarsi con i raffinati piatti dello chef, ottimi nel gusto e “DIVINI” nella composizione.
Il nostro pezzo forte lo abbiamo messo in  “onda”   sulla pista da ballo:  serata magnifica  allietata da un duo canoro ben assortito che proponeva dei balli (liscio) adatti alle nostre  gambe…. l’euforia  sulla pista è cresciuta in maniera esponenziale e il “ballo/terapia (!!!)  ha coinvolto tutto il   parterre  che si sfidava  con figure da provetti ballerini,  mentre io osservavo la competizione, seduto, (non sono un esempio di Tanghero da prendere ad esempio) , ho avuto la visione…..tra un lampo e l’altro delle luci stroboscopiche che investivano la pista da ballo, ho intravisto   ” l’infingardo pennuto”…. come sempre appollaiato sul trespolo …. del leggio  dei musicanti , che mi rivolgeva , con la bava al becco, improperi indicibili , con  turpiloquio degno di un portuale e con il piumaggio sempre più arruffato mi riversava l’anatema
TU MI PERSEGUITI .
L’ultima visione che ho avuto, mi ha consegnato un figura di un volatile “dilaniato”,  in rotta … in cerca di un atterraggio su terreni più consoni a perpetrare i suoi ignobili inganni…. lontano dagli odiati profanatori del  suo regno.
Questo è bastato per capire che la crisi del settimo anno  è ormai vicina, tanto valeva che …. ballassi  anch’io.
IL clou della serata si è avuto , quando ci siamo dichiarati parkinsoniani…. lo stupore degli astanti inizialmente ha avuto la meglio sull’applauso scrosciante  che ci hanno tributato  ( da brivido sulla schiena ) e il cantante del coro  ringraziandoci per la serata ha voluto dedicarci una canzone …. ” I migliori anni della nostra vita ” e qui, è mancato poco che qualcuno svenisse dalla commozione, e visto che in questi frangenti le gambe ti possono tradire… le copie si sono abbracciate, trasportate nei ricordi dell’innamoramento …. (lirismo puro).
Il giorno dopo ci siamo salutati con ” DIVINO COMMIATO” e siamo rientrati  a Sassari …. stanchi e felici.
Agli associati …. un consiglio :  se in questi giorni sentite qualcuno parlare  di DIVINO , chiedetegli di raccontarvi  la storia , saranno ben lieti di dirvela, oltre a suggerirvi un modo semplice per fare un carico di dopamina a basso-costo !!
bastano  tre regole  :  un gruppo di amici affiatati ( park + no park),  un sito gradevole , e un tema a piacere.
Per salutare il gruppo di amici  prendo a prestito il cantautore Ron  ” vorrei incontrarvi (ripetutamente) per cento anni ”  !!!
Bev@ Divino
p.s.    non ho cambiato logo  (G.B.)  ,  è semplicemente una promessa mantenuta.

Parkinson, sviluppata una nuova terapia genica per combatterlo (di Marta Musso)


Uno nuovo studio italiano è riuscito a mettere a punto una nuova terapia che risulta essere efficace nel trattamento del Parkinson. Contemporaneamente, un altro studio americano ha osservato come specifici antiossidanti possano fermare la cascata tossica che porta alla degenerazione dei neuroni tipica di questa patologia

 

Nuove speranze per il trattamento del morbo del Parkinson. Infatti, questa malattia neuro-degenerativa è stata nel centro del mirino di ben due studi che questa settimana sono stati pubblicati su due importanti riviste scientifiche, Molecular Therapy e Science, che potrebbero essere fondamentali per lo sviluppo di nuove terapie. Attualmente esistono diverse cure per trattare i sintomi del Parkinson, ma mancano ancora trattamenti efficaci nel rallentare la progressione della patologia, attaccando la formazione dei depositi tossici. Lo studio apparso sulla prima rivista è stato condotto dal team di ricercatori dell’Istituto di neuroscienze del Cnr ospedale San Raffaele di Milano ha testato una nuova terapia genica contro questa malattia.

Più precisamente ha dimostrato la capacità di un nuovo vettore virale di superare la barriera emato-encefalica per diffondersi in tutto il cervello: in questo modo può rilasciare il gene terapeutico e rallentare così l’accumulo dei depositi tossici alla base della malattia.

Come raccontano i ricercatori, l’enzima prodotto dal gene Gba1 è in grado di smaltire questi depositi, ma ha una capacità di azione ridotta nel Parkinson. Ed è qui che la terapia genica entra in gioco: con la sua capacità di fornire geni terapeutici alle cellule, potrebbe offrire alle cellule nervosedel malato copie del gene. Quest’ultimo così produrrebbe la giusta quantità di enzima per eliminare i depositi, facendo così regredire la malattia. Per capirlo, il team di ricercatori italiani, guidato da Vania Broccoli, ricercatore presso l’Istituto di neuroscienze del Cnr di Milano e capo dell’unità di ricerca in Cellule staminali e neurogenesi del San Raffaele, ha testato la tecnica su modello sperimentale del Parkinson nel topo, riuscendo a ridurre i depositi tossici, che causano la morte dei neuroni.

Finora, i vettori virali, ovvero i virus che vengono utilizzati per consegnare i geni terapeutici alle cellule, sono incapaci di diffondersi nel sistema nervoso. Invece, il virus utilizzato nello studio (messo a punto un anno dal California Institute of Technology) è però diverso. “La scoperta dell’efficacia di questo nuovo vettore nel superare la barriera emato-encefalica e nel diffondersi in tutto il cervello è fondamentale”, precisa l’autrice dello studio. “Con questo vettore la terapia genica per questi disturbi diventa molto efficace. Lo abbiamo dimostrato nel caso del Parkinson. Seppure si tratti di un risultato limitato al modello sperimentale, è molto promettente”. Il team di ricercatori, infatti, è riuscito a dimostrare che una singola iniezione nel sangue di questo virus ha attivato il gene Gba1 in vaste aree del cervello, prevenendo e rallentando la formazione degli accumuli. “Il nostro prossimo passo – conclude Broccoli – sarà testare ulteriormente sicurezza ed efficacia della terapia in laboratorio prima di arrivare al primo studio sull’uomo”.

Dall’altra parte dell’oceano, il team di ricercatori americani della Northwestern University è riuscito a dimostrare sulle pagine di Sciencecome specifici antiossidanti possano fermare la cascata tossica che porta alla degenerazione dei neuroni tipica del Parkinson. Più precisamente Dimitri Krainc e il suo team di ricercatori si sono serviti dei neuroni di pazienti di Parkinson, individuando una cascata tossica dovuta a una disfunzione mitocondriale e lisosomiale, con un conseguente accumulo di dopamina ossidata e una proteina chiamata alfa-sinucleina. In particolare, l’accumulo di dopamina ossidata ha ridotto l’attività della glucocerebrosidasi lisosomiale (GCase), un enzima implicato nel Parkinson, che a sua volta ha influenzato negativamente la funzione lisosomiale e l’attività dei neuroni.

Inoltre, la dopamina ossidata ha danneggiato i mitocondri dei neuroni aumentando lo stress ossidativo mitocondriale. Questi mitocondri disfunzionali hanno portato ad aumentare i livelli della dopamina ossidata, creando così un circolo vizioso. “I percorsi mitocondriali e lisosomiali sono due percorsi critici nello sviluppo delle malattie”, precisa Krainc. Una delle strategie chiave che ha funzionato nei nostri esperimenti per fermare questo circolo vizioso è stata quella di trattare i neuroni della dopamina precocemente con antiossidanti specifici che migliorano lo stress ossidativo mitocondriale e abbassano i livelli della dopamina ossidata. Con questo approccio abbiamo scoperto che possiamo attenuare o prevenire gli effetti tossici nei neuroni dei pazienti”. Tuttavia, precisano i ricercatori, la diagnosi precoce di questi pazienti può essere difficile, perché spesso i danni si verificano molto prima che i sintomi siano evidenti.

 

 

 

Comunicato


Cari amici dell’Associazione Parkinson.
Sento il dovere di informare tutti — anche coloro che non ne fossero ancora a conoscenza di un doloroso evento accaduto sabato 2 Settembre 2017:
inaspettatamente è morto FRANCO GAVINI.
Da poco più di un anno era entrato a far parte della nostra Associazione e come tutti i nuovi soci si era guardato intorno, un po’ spaesato, cercando di capire dove fosse capitato dal momento che le persone che gli stavano intorno avevano la sua stessa patologia spesso con evidenze anche più gravi della sua.
Comunque gli è bastato poco tempo per instaurare conoscenze, amicizie, simpatie. Franco aveva un carattere complesso rappresentato da grandi effusioni di affetto cui si contrapponevano improvvise prese di distanza connesse a incomprensioni o equivoci. Sostanzialmente era un buono che, come molti parkinsoniani, aveva bisogno di coccole e di ascolto.
E questo gli è stato donato ad ampie mani finché ha potuto frequentare l’Associazione.
Un mese fa sono andato a trovarlo in ospedale; rispondeva alle domande che gli rivolgevo ma la voglia di conversare nella maniera ironica e vivace che gli conoscevo si stava visibilmente spegnendo. Franco, che aveva coscienza delle aggravate condizioni generali di salute, mi confidò, con tristezza, che stavolta non sarebbe riuscito a superare la prova.
E purtroppo ha avuto ragione. Ma tuttavia rimane la bella anche se breve esperienza di un’amicizia che, pur essendo nata in un contesto di sofferenza, ha saputo regalare a Franco momenti intensi di gioia e felicità.
Caro Franco non è stato possibile mostrarmi i tuoi disegni come mi avevi promesso e allora da LASSU’ continua a disegnare miriadi di stelle, scegliendole fra le più belle.
Noi da quaggiù, guardando commossi, ti penseremo.
il Presidente Franco Simula

Proposta di documento condiviso di Franca Concu


Gentilissimi Presidenti, alla luce delle notizie apparse in questi giorni, relative alla ” riorganizzazione della rete ospedaliera”, che pare arriverà in Consiglio regionale tre settembre ed ottobre 2017, come Associazioni dei Parkinsoniani della Sardegna, è arrivato il momento di unire le forze, fare rete e intraprendere delle azioni che dimostrino in R.A.S. che i Parkinsoniani esistono e che non parlarne non risolve i problemi.

Allego una proposta di documento che potrà essere inoltrata a fine Agosto agli Uffici regionali e divulgata attraverso la stampa.

Occorre una mail di approvazione da parte di tutti per poi procedere ed eventualmente chiedere un incontro in Regione a Settembre.

In attesa di una Vs. risposta, Vi saluto cordialmente Franca Concu – Ass.ne Parkinsoniani Nuoro – Vice Presidente Fish Sardegna.

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Il diritto alla salute deve essere garantito dai Servizi Territoriali …….che non ci sono!
Ad un’analisi approfondita delle scelte e dei contenuti della Delibera n. 38 del 2015 “ Programma di riorganizzazione della rete ospedaliera della R.A.S.” appare chiaro che non si tratti di un Piano Sanitario Regionale ma che il tutto sia rivolto solo ed esclusivamente agli Ospedali e all’attribuzione dei posti letto.
Nel programma di riorganizzazione emerge solo ed esclusivamente la vetusta e miope cultura del tema delle “acuzie”, arrivando a depotenziare e persino ad annullare la continuità dell’assistenza sanitaria sul territorio.
In questo modo i malati cronici quali i Parkinsoniani saranno i Cittadini/Pazienti più svantaggiati perché, anche per le normali visite e controlli di routine, dovranno recarsi nei servizi di neurologia ospedalieri.
Nel programma di riorganizzazione emerge che, pur assumendo come riferimento il territorio sardo, non si tiene conto del rapporto esistente o realizzabile fra i servizi ospedalieri ed i bisogni sanitari delle specifiche disabilità.
Ad esempio: “ Che rapporto ci sarà tra la Neurologia e la persona con malattia di Parkinson e la conseguente disabilità?”.
La logica riduttiva che ha ispirato la riorganizzazione della rete ospedaliera avrà una ripercussione fortemente negativa sulle malattie complesse ed invalidanti come la malattia di Parkinson, poiché appare chiaro che il tema della disabilità viene ricondotto solo ed esclusivamente alle prestazioni ospedaliere o di acuzie.
La notizia dei giorni scorsi, relativa alla chiusura dell’unico servizio ambulatoriale con medico specialista nella Malattia di Parkinson a Sassari, è l’emblema negativo di questa riorganizzazione attualmente in discussione nella Commissione competente del Consiglio regionale della Sardegna.
Nel Programma di riorganizzazione ospedaliera manca totalmente la volontà di promuovere l’ integrazione e l’interazione dei servizi sul territorio in particolare a discapito delle disabilità.
Questa netta separatezza tra Ospedali e Territorio porterà inevitabilmente al ricorso generalizzato ai Pronto soccorso; senza un servizio ambulatoriale specialistico, dove dovrebbe recarsi un malato di Parkinson?
Poiché viene data priorità ai ricoveri, si rivolgerà ai Pronto soccorso così come suggerito ai Parkinsoniani di Sassari con notevoli aggravi sui malati.
Alla luce dei fatti e delle dichiarazioni apparse sulla stampa sarda dei giorni scorsi, la riorganizzazione della rete ospedaliera sembra ormai essere di prossima approvazione nella Commissione e, nel prossimo settembre, dovrebbe essere discussa e approvata in Consiglio regionale.
L’Assessore regionale all’Igiene e Sanità afferma che “l’offerta sanitaria è la migliore possibile sia per qualità che per efficienza!.
Come può un’ offerta sanitaria essere la migliore possibile se diverse Malattie invalidanti, quali quella di Parkinson, non vengono neppure citate nel Piano di riorganizzazione Regionale ospedaliera?
La Malattia di Parkinson è una patologia altamente invalidante, dal costo “ umano” ed “ economico” altissimo ma il Direttore Sanitario dell’ AOU (Azienda Ospedaliera Universitaria) di Sassari risponde che “ è necessario chiudere l’unico servizio ambulatoriale e nel frattempo aspettare l’AOU e l’ATS (Azienda Tutela Salute) che stanno lavorando ad un percorso comune e che la priorità in questo periodo è garantire i pazienti ricoverati”.
Come tutte le gravi patologie, progressive, croniche e invalidanti, la malattia di Parkinson diviene nel tempo una “ malattia a ricaduta familiare”, perché i familiari che prestano cura alla persona, sono gravati e sottoposti a stress e logorìo continuo, in pesante solitudine e anch’essi a rischio di marginalizzazione sociale.
Oggi si stima che in Italia ci siano 300.000 malati di Parkinson, negli ultimi 8 anni sono raddoppiati e sono sempre più giovani. Questa è solo una stima perché dal Ministero della Salute non si hanno dati statistici disponibili e nella Regione Sardegna non esiste un registro dei malati di Parkinson.
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PERSONE INVISIBILI agli occhi di chi non vuol vedere.
Dopo tanti anni di duro impegno dei malati, dei loro familiari e delle Associazioni per ottenere l’unico punto di riferimento sul territorio e cioè un servizio ambulatoriale con medico specialista nella malattia di Parkinson, questo programma di riorganizzazione ospedaliera ha vanificato tutto.
Il presente non si tocca , si lavora per creare il futuro che si presuppone sia migliore.
Svuotare il territorio dai servizi fondamentali è inaccettabile, punitivo e foriero in futuro di ulteriori spese; queste scelte sono frutto di logiche inadeguate e superate che hanno trasformato gli Ospedali secondo criteri meramente Aziendalistici e i dirigenti in manager che decidono la convenienza finanziaria delle prestazioni, le cure e l’assistenza erogabili alle persone.
Rivolgiamo la domanda ai responsabili che governano il Servizio Sanitario Regionale :” DOV’ E’ L’ UOMO?”.
Sappiamo, che nella logica della compatibilità finanziaria non c’è posto per l’Umanità bensì per la convenienza ragionieristica.
Alla luce delle tendenze demografiche, tra cui emerge l’invecchiamento della popolazione e la diffusione crescente di disabilità fisiche e cognitive, si dovrebbe procedere con il potenziamento di tutti i servizi esistenti, ottimizzandoli e rendendoli funzionali ai bisogni dei cittadini: servizi accessibili e disponibili sul territorio.
In riferimento alla delibera della R.A.S. n. 38 del 2015 “ Programma di riorganizzazione della rete ospedaliera” appare chiaro l’inganno delle parole, dove il verbo riorganizzare ha assunto il significato di tagliare o chiudere servizi sul territorio, accentrando, ospedalizzando e clinicizzando il sistema dei servizi sanitari.
Gli obiettivi di efficienza ed efficacia da tempo annunciati si sarebbero dovuti basare sulla deospedalizzazione, la deistituzionalizzazione, l’organizzazione delle case della salute, la vita del paziente in ambito familiare. Alla prova dei fatti si è operato in senso contrario!
Occorre infatti potenziare la medicina territoriale, prima di chiudere o declassare l’esistente, questa è la strategia per avviare interventi di prevenzione, diagnosi, cura, assistenza e riabilitazione.
Dovrebbero essere coerentemente potenziate ed organizzate le prestazioni dei Distretti Sanitari, dovrebbero, inoltre, essere organizzati su tutto il territorio regionale, centri multidisciplinari per tutte le malattie neuro –degenerative cronicizzanti che prevedano non solo la figura del neurologo ma anche la figura del nutrizionista, del logopedista, dello psicologo, del fisioterapista.
La sanità non è solo cura e riabilitazione, non è il primato della cura, del farmaco, dell’ospedale.
Il nostro obiettivo è LA SALUTE, così come definita dall’ Organizzazione Mondiale della Sanità: “ LA SALUTE E’ UNO STATO DI COMPLETO BENESSERE FISICO-MENTALE-SOCIALE E NON SEMPLICEMENTE ASSENZA DI MALATTIA O INFERMITA’ “.
All’Assessore dell’Igiene e Sanità e a tutti i responsabili che stanno perseguendo queste scelte distorte della Sanità Sarda vorremmo ricordare che l’ ELEFANTE , CHE VIVE CENT’ANNI NON PUO’ DIRE ALLA FARFALLA : “ ASPETTA UN ATTIMO”.
Le associazioni dei malati di Parkinson della Sardegna:
A.P.N. - Associazione Parkinsoniani Onlus di Nuoro
A.S.A.M.P.A. - Associazione Sarda Malati di Parkinson di Cagliari
A.P.S. - Associazione Parkinson Sassari Onlus
A.P.S.I. – Associazione Parkinson Sulcis Iglesiente

 

 

 

 

 

La festa dei miei vent’anni di Salvatore Faedda


Questa che sto per raccontare è una delle tante sfortunate coincidenze che non dimenticherò mai.
Dovevo festeggiare il mio ventesimo compleanno (un traguardo molto importante per ciascuno di noi) e volevo fare bella figura con i miei amici. Ad uno di questi avevo dato l’incaricato di fare da portavoce con tutti gli altri amici per consentire loro d’ottenere il permesso dai propri genitori. La festa doveva svolgersi nella cantina di un caro amico per poter prolungare la serata oltre un certo orario…..ovviamente non oltre le ore 20,00.
La settimana precedente l’evento io e il mio amico non abbiamo fatto altro che controllare la perfezione dell’organizzazione, senza lasciare nulla al caso. Ormai era tutto pronto…qualche busta di patatine, qualche bicchiere di spuma, due torte preparate da una zia paterna e, infine, musica a volontà.
Giunto il giorno fatidico ecco che i primi problemi si manifestano già di primo mattino; infatti, la cantina che doveva ospitarci e che custodiva un certo numero di botti piene di vino, risultava “ubriaca” a causa delle esalazioni emanate.
Furono chiamati gli esperti che, per ripristinare la nostra sala da ballo, dovettero entrare nella cantina camminando a testa bassa onde evitare di perdere l’equilibrio e scivolare brutalmente a causa dell’umidità della cantina.
Come se non bastasse appena rientrato a casa mia madre mi comunicò che mio nonno materno non stava bene e di tenermi pronto per qualsiasi evenienza. Molto comprensivi mi consigliarono di spostare la festa di una settimana. Mannaggia, pensai tra me, questa proprio non ci voleva!!! Mentre camminavo, deluso e sconsolato, misi il piede destro sul fondo di una bottiglia che mi procurò un taglio abbastanza profondo tanto da richiedere l’intervento del “pronto soccorso”…con dieci punti di sutura.
Il giorno successivo al mio 20.mo compleanno mio nonno ci lasciò, lasciando tanta tristezza nel mio cuore.
Col senno del poi credo che non si possa affrontare tutto questo disagio senza pensare che il diavolo, anche in questa circostanza, ci abbia messo la coda.

Salvatore Faedda

 

ATTONITO di G.B.


ATTONITO

Sul fare della sera mi sorprendo
a pensare al mistero della vita....
crogiolo di ineffabili bellezze e
coacervo di inspiegabili contraddizioni.

Assegnate senza discernimento
a persone impoverite dalle miserie umane,
che vivono in una simbiosi disconosciuta
senza colpe o meriti presunti.

Come strade assolate senza ombre...
simili a aurore luminose del mattino,
o vicoli tortuosi inerpicati su dirupi....
come notti immote orfane di luna.

Questo, nella consapevolezza inconscia
di una verità immutabile nel tempo,
confusa da ognuno, per convenienza,
nella profondità dei sentimenti .

Due condizioni apparentemente paritarie
vissute con la stessa paura dell'ignoto....
unite nella quotidiana dissimulazione
del perpetuo inganno, per non "morire due volte" .

g.b.