La mia Terra poesia scritta da G.B.
g.b.
g.b.
IL SOGNO RITROVATO Quando la vampa rovente cala sulla piana del Marghine, non si muove nulla. I muretti a secco calcinati dalla canicola, sono i confini di terre lasciate al pascolo e al vento ... Sulla piana del Marghine. Ridossato ad un muro a secco, sorge un leccio antico piegato dal vento, dove trovano riparo il gregge e il suo pastore.... .....Sulla piana del Marghine. Il silenzio pomeridiano è totale e il tempo è scandito dal frinire delle cicale, metronomo dello spazio immoto... ......Sulla piana del Marghine. Il pastore, ancora giovane nell’aspetto, cullato dal dolce stormire delle fronde del leccio, assapora il silenzio, e i suoi pensieri corrono verso il mare che luccica in lontananza... ......Sulla piana del Marghine. Gli è rimasta fin da bambino la passione per il mare, che portava nel grembo la grandezza dei suoi sogni, ma ora che i sogni sono rimasti soltanto sogni, rivolge lo sguardo amorevole al suo gregge... .....Sulla piana del Marghine. e come per incanto nel balenio dei loro occhi, come il lampeggiante riverbero del mare, ritrova l’altro suo sogno: vivere libero nella sua terra, fra freddo, maestrale e canicola, libero e appagato dalla sua esistenza... .....Sulla piana del Marghine. Geminiano Bevitori | SU BISU TORRADU IMBENNERE Cando sa basca allutta falat in su saltu ‘e su Màrghine non si movet nudda. Sos muros burdu carchinados dae su caldu luinu faghent de làccana a sas tanca lassadas a pàsculu e a bentu ... In su saltu ‘e su Màrghine. Appozadu a unu muru burdu, un’élighe antigu b’at créschidu mujadu dae su ‘entu e igue faghent umbraghe bama e pastore... .... In su saltu ‘e su Màrghine. Fungudu est su mudore serentinu e∙i su tempus est repiccadu dae su chigulare ‘e sas chìghulas, marcadore ‘e s’ispàtziu frimmu... .......In su saltu ‘e su Màrghine. Su pastore, galu gióvanu a s’apparèntzia, ninnadu dae su muidare durche de sa frasca ‘e s’élighe assaborat su mudore e sos pensamentos suos current abboju a su mare chi lùtzigat addae... ......In su saltu ‘e su Màrghine. L’est restada dae piseddu sa passione ‘e su mare, chi giughiat in sinu sa grandesa ‘e sos bisos suos, ma como chi sos bisos sunt restados bisos ebbia, abbàida contivizosu s' 'ama sua ... ......In su saltu 'e su Marghine e comente pro incantu in su lampu ‘e sos ojo che lampizare sighidu de lampizu ‘e mare torrat a imbènnere s’àteru biu sou: bìvere lìberu in su saltu, cun frittu, ‘entu mastru e calura, lìberu e cuntentu de s’esistèntzia sua... ......In su saltu ‘e su Màrghine. traduzione (Antonello Bazzu - poeta) |
L ‘Associazione Parkinson Sassari ha fatto – 13 – !! , proprio così, mercoledì 13 – novembre, al palazzetto dello Sport di piazzale Segni, una nutrita rappresentanza di associati ha fatto conoscenza con un nuovo “generatore dopaminico – il suo nome mitico è DI-NA-MO.
La new entry , col “botto” – visto il risultato finale – è la DINAMO BASKET Banco di Sardegna Sassari: squadra ai vertici della serie A , con una lunga militanza nel Basket nazionale con successi anche Europei.
Confermando il suo prezioso impegno nel sociale, il Presidente, Dottor Stefano Sardara, coadiuvato dalla sollecita e gradevole presenza della Dottoressa Viola Frongia che ha curato la logistica, ha consentito al gruppo Parkinson Sassari convenuto al palazzetto dello Sport , una “scintillante “ospitata” che ha goduto di una festa …. fatta di spettacolari canestri all’ultimo secondo, schiacciate, bombe, e adrenalina allo stato puro, condita da un risultato finale debordante – 90 Vs 67 – con un avversario (Strasburgo) “stralunato” fin dalle prime battute e già alle corde fin dal primo quarto.
Il tutto poi, si è tradotto in un esuberante pieno di dopamina: vitale energetico allo stato puro e, ulteriore attività terapeutica complementare, aggiunta alle altre già praticate dall’Associazione (fisioterapia mirata – canto – teatro – ballo/movimento terapia), nei programmi quotidiani.
Un sentito ringraziamento, per questa nuova esperienza al Palaserradimigni , va a tutta la dirigenza della Società Dinamo Banco di Sardegna, da parte del Presidente Franco Simula e di tutti gli associati , con l’auspicio di proficua continuità, in nuovi eventi sempre graditi.
g.b.
Queste sono alcune delle preziose e straordinarie testimonianze rese da donne parkinsoniane sabato 21 Settembre 2019 durante il convegno tenuto ad Alghero dal titolo “La signora Parkinson”.
Le testimonianze hanno reso unico ed incomparabile l’evento.
Maria
Buongiorno e buon lavoro a tutti. Sono molto emozionata, non é facile parlare dei propri sentimenti, dei propri affetti, delle proprie paure, delle proprie debolezze; con voi mi sento serena e ci proverò.
Io sono diventata Signora Parkinson ufficialmente circa quattro anni fa.
I primi dubbi iniziarono quando le mani di mio marito Paolo e le braccia tremavano compulsivamente e inspiegabilmente tra cambio e il volante dell’automobile. Vai dal medico, che fa la diagnosi e scatta l’incredulità; ti chiedi il perché ma ti proponi di reagire. Inizi a informarti, chiedi, cerchi tra i tanti dubbi e incertezze. Finalmente trovi il medico specialista di questa malattia sperando di aver subito risultati positivi. Per tutti noi dottor Paulus che, per quel che mi riguarda, é un punto di riferimento anche umano. E’ come se facesse parte della famiglia, ci sprona, incoraggia e, quando necessario, ci consola e anche ci sgrida. Un grazie sentito da parte mia.
Intorno hai tante persone care che ti consigliano, ti chiedono, ti aiutano e anche ti rimproverano. In alcuni momenti mi sento in colpa, inadeguata, incapace di reagire o capace di reagire in maniera sconosciuta, non consueta, ad esempio con rabbia; perché tu non sei più tu. Ti chiedi chi sei, dove sei, che cosa potresti fare ancora, le tue paure le chiudi in un angolino perché non hai più la forza e la volontà di condividere nulla, ti senti nuda.
Sai che l’ammalato é tuo marito, sai che la malattia inattesa ha vigliaccamente aggredito lui, ma anche tu, cioè io, mi sento preda di quel male.
In alcuni momenti ti vene di chiedere aiuto, di avere affetto, coraggio, mai compassione, di avere un pò di gratitudine per quello che fai e se non c’é, inconsapevolmente, ti viene da dire basta. Poi invece, ritrovi te stessa e ricominci a lottare, piano piano, si riesce a ritornare come prima o quasi. Si trovano nuovi equilibri, nuove forme di coinvolgimento fisico ed emotivo, di condivisione dei sentimenti, delle paure, delle gioie, come spesso per fortuna succede da noi, dentro l’associazione.
Certo la malattia, la stanchezza, la rabbia, il sentimento di malinconia sono costanti insieme alla paura di quello che sarà domani. C’é però sempre da parte mia la speranza che la ricerca, la scienza , le istituzioni sanitarie e amministrative diano una mano per lenire il disagio, il dolore che accompagna i nostri ammalati.
Cerchi comunque energie nuove, il tempo passa e tutto questo mi farà crescere e maturare dentro. Mi auguro che la malattia prima o poi subisca un grande ko.
Grazie a Tutti, buon lavoro, forza paris.
Maria
Adelaide
Nel 2006 mi è stato diagnosticato il morbo di Parkinson. Si è manifestato con tremore alle mani e alle gambe ed una certa instabilità.
La mia prima preoccupazione è stata accertarmi che non fosse una malattia mortale ; una volta che sono stata tranquillizzata in merito, con l’impegno ad assumere quotidianamente dei farmaci, mi sono convinta che ci avrei dovuto convivere nel modo più tranquillo possibile.
Le preoccupazioni sono state tante, non ultima quella della cura del mio aspetto fisico . Ciò può apparire poco importante, ma non per me, che ho sempre tenuto ad essere ordinata sia nei capelli che nel trucco ed ovviamente nell’abbigliamento.
Non volevo apparire la malata che suscita pietà, non fa per me e ho deciso di combattere con tutte le mie forze col mio nuovo nemico .
Inizialmente per queste esigenze mi sono venute in aiuto mia figlia e mia nuora che, dopo aver accompagnato i figli a scuola , venivano a casa nostra e si occupavano del mio trucco e parrucco; del resto si occupava mio marito. In questo modo io mi sentivo a mio agio e ciò mi ha aiutata tanto ad affrontare i problemi legati alla malattia.
Mio marito, però, non si è perso d’animo e osservando le manovre delle ragazze ha imparato ed oggi è lui il mio truccatore e parrucchiere di fiducia. Naturalmente lui è contento di rendersi utile anche in questo oltre che in tanti altri bisogni quotidiani.
Posso dire che abbiamo raggiunto un certo equilibro e collaboriamo reciprocamente nella nostra quotidianità .
Devo ringraziarlo molto per la tranquillità e la sicurezza che sempre riesce a darmi.
Josè
Quando ho cominciato a frequentare il gruppo dell’ Associazione mi sono trovata subito bene. E’ un piacere vedere che negli anni l’associazione è cresciuta arricchendosi di attività interessanti e molto utili ed efficaci per chi soffre di questa patologia.
Per me in particolare il canto mi fa bene. Il canto è stato una sorpresa! Ho fatto parte della corale dell’ UTE e successivamente anche di un’altra corale per più di 20 anni, dalla quale ho deciso di ritirarmi quando la malattia ha iniziato ad essere più aggressiva. Quindi mi ha fatto piacere poter riprendere la mia passione! Nonostante la mia voce ora vacilla…..
E’ entusiasmante cantare insieme al gruppo, alcune canzoni in particolare come ad esempio Dimonios. Anche grazie alla guida del bravo e paziente ( e per di più bello!!! ) maestro Fabrizio.
Per alcuni di noi il ballo è un vero toccasana, alle prime note di un liscio si vedono persone
che si alzano e danzano leggere mentre nella quotidianità quasi non riescono a camminare.
Nel gruppo c’è una bella intesa!
Il supporto della famiglia è importante e ringrazio di avere due figlie ( una delle quali vive con me e mi SUPPORTA/SOPPORTA 24 ……. ehm anzi 36 ore su 24!!!) che mi aiutano.
Ho 5 nipoti e 6 pronipoti che mi chiamano Nonna-Bis e anche se non li vedo spesso quando li sento per telefono e mi dicono “ Ciao nonna-bis” sento la dimostrazione del loro affetto.
Nella mia esperienza personale è molto importante fare cicli regolari di fisioterapia e logopedia che aiutano a muovermi e a comunicare meglio. Nelle nostre condizioni si spera che la medicina raggiunga livelli superiori di cure!
Mi dispiace non poter essere presente a questo convegno…. purtroppo i miei attacchi forti di agitazione e ansia non mi permettono di stare a lungo fuori di casa!
Un cordiale saluto, Josè.
Ninetta
In riferimento all’incontro con Mr. Parkinson ognuno di noi ha la propria storia da raccontare, infatti, la malattia non colpisce tutti allo stesso modo e anche l’età varia. Non sempre si manifesta nell’età adulta, ma una cosa è certa, quando il morbo aggredisce, la strada diventa sempre più in salita.
Il mio primo sintomo fu la perdita dell’olfatto che, però, sottovalutai; non avrei mai potuto immaginare che potesse essere un segno premonitore della malattia. Per quasi due anni ignorai il problema; poi arrivò il tremore e la rigidità muscolare e, solo allora, venni sottoposta ai controlli necessari il cui risultato evidenziò la terribile patologia.
– Ce la farò! – mi dicevo
Passavano le settimane, i mesi ma, nonostante i farmaci, i progressi erano minimi. Ero avvilita, divorata dal senso d’impotenza, mentre avrei avuto bisogno di rilassarmi ed avere un atteggiamento più ottimista. Dopo qualche tempo entrai a far parte dell’associazione: la fisioterapia, il canto, l’attività teatrale, nonostante la persistenza dei sintomi, mi furono di grande aiuto. Stare con gli altri mi dava la possibilità di cogliere ogni segnale positivo, pur nella consapevolezza dei numerosi disagi che accompagnavano me e gli altri. Condividevamo il nostro stato d’animo, soprattutto, quando accadeva di sentire notizie su un sistema sanitario inadeguato che metteva in difficoltà il medico ma soprattutto il paziente.
A compensare, in parte, le mancanze del sistema sanitario c’ era lo spirito di condivisione che ho verificato fin dal primo momento nell’associazione e che continuo a sperimentare anche ora. Una condivisione, la nostra, non solo nella sofferenza e nei disagi, ma soprattutto nella voglia di andare avanti.
Perciò ognuno di noi si riconosce negli altri e trova in questa vicinanza lo stimolo a non arrendersi. Come dire, è la nostra, una famiglia allargata, stare insieme ci aiuta a trascorrere ore serene e a farci coraggio a vicenda. Tutto ciò contribuisce alla produzione della dopamina, la sostanza responsabile del controllo dei movimenti.
Questo ci aiuta ad andare avanti, ad avere fiducia nella ricerca che speriamo possa, quanto prima, debellare Mr. Parkinson.
Circa un anno fa ci siamo interrogati sul nostro sito (vedi “Signora o Signor Parkinson”, archivio Agosto 2018) se vi fossero differenze nell’affrontare la patologia parkinsoniana tra i due sessi, in linea con le recenti evidenze indicate dalla Medicina di Genere. Ci siamo promessi che saremmo ritornati su questa importante tematica approfondendone diversi aspetti.
Ed ecco finalmente ci siamo:
Tra alcuni giorni ci incontreremo ad Alghero per approfondire le problematiche ed i disagi che comporta la malattia di Parkinson nella donna. Tralasceremo quindi i classici sintomi quali, tremori, rigidità ed instabilità posturale che conosciamo fin troppo bene, per focalizzare l’attenzione sulle possibili differenze del “Vivere-con-il-Parkinson” nel sesso femminile. E non si parlerà solo di ansia, depressione ed insonnia che possono colpire entrambi, ma si affronteranno i disagi quotidiani, personali, familiari e sociali. Per fare un esempio: un uomo affetto da Parkinson non si metterà troppi problemi per uscire di casa anche se a causa del tremore non riesce a radersi; la donna invece se non riesce a mettersi il rossetto… (capito cosa voglio dire?)
A causa delle differenze culturali e sociali donne e uomini affrontano la vita in maniera diversa; per la stessa ragione una malattia cronica che colpisce soprattutto il movimento con impaccio motorio ed instabilità posturale, andrà ad impattare come un macigno sulla vita personale, quella di coppia, di una famiglia, stravolgendone i ruoli: i capo-famiglia, padri, madri, nonne, nonni, non solo perderanno il loro ruolo principale ma saranno costretti a chiedere aiuto per ricevere assistenza.
Per non parlare della coppia: cosa ne sarà del ruolo di moglie, dell’intesa, della complicità, dell’amore, e dell’intimità? Si rischia di andare incontro a due scenari, da un lato l’indifferenza, dall’altro la trappola del rapporto genitore-figlia/o.
Si può riuscire a mantenere una convivenza soddisfacente e gratificante per tutti? Si può e ci si deve riuscire!
Nella nostra società matriarcale, la donna riveste un ruolo cruciale, quasi da ‘manager’ familiare. Quindi, se la donna non dovesse più essere efficiente, tutto il mondo familiare ne risentirebbe, e prima di tutti Lei stessa.
Da tempo sono convinto che la malattia di Parkinson si curi per un terzo con i farmaci, per un terzo con l’attività fisica, e per ultimo, tutelando i diritti umani della persona ovvero la sua capacità di autodeterminazione delle scelte ed il diritto a conservare il proprio ruolo come membro responsabile ed attivo all’interno della famiglia e nella comunità. Credo proprio che quest’ultimo terzo sia quello più importante.
Anche scientificamente, la ricerca punta ad individuare le differenze di genere nel Parkinson, se pur ancora giovane e con poche evidenze scientifiche. Nell’ultimo numero della prestigiosa rivista scientifica americana ‘Movement Disorders’ è apparso un articolo di un gruppo italiano guidato dal partenopeo Alessandro Tessitore (che abbiamo avuto l’onore di ospitare alcuni anni fa per un convegno a Sassari), che racconta gli affascinanti studi sulle possibili differenze tra “Signor e Signora Parkinson”, oltre le note differenze fisiologiche del cervello, indagano il diverso funzionamento dei circuiti cerebrali coinvolti nella patologia extrapiramidale nei due sessi, che potrebbero spiegare la diversa risposta ai farmaci. Per avere risposte definitive, affermano gli autori, ci vorranno ulteriori studi.
Di questo parleremo ad Alghero. La scienza sta esplorando nuovi terreni, e noi cercheremo di stare al passo con le nuove conoscenze per migliorare costantemente la gestione globale della malattia di Parkinson.
Bibliografia:
De Micco R, Esposito F, Di Nando F, Caiazzo G, Siciliano M, Russo A, Cirillo M, Tedeschi G, Tessitore A.
Sex-Related Pattern of Intrinsic Brain Connectivity in Drug-Naiv Parkinson’s Disease Patients.
Movement Disorders, volume 34 (7), 2019.
MEMENTO
In ricordo di Antonio Cossu che non ho avuto l’onore
e il privilegio di frequentare e conoscere.
Paolo Marogna
RADICI
C’è un posto vuoto
oggi in sala,
che sarà difficile
o impossibile occupare.
Perché non sarà semplice trovare
un’anima di artista
capace di vedere
la bellezza e l’arte
che si nasconde
nelle radici degli alberi
e trovare in quelle radici
l’ispirazione della propria arte
e della propria esistenza.
– 1950 –
Concepito sul mare per volontà del destino,
sulla scogliera di ponente precipitata nell’anfratto
dove le onde si frangono con rumore di tuono
e creste d’argento.
Quando il vento di maestro
sferza il cielo cupo sul mare di cobalto,
a volte ritorna per sentire la voce possente
della natura che racconta le sue storie ,
confuse tra la fatica di vivere
e appagate dal quotidiano risveglio.
Immagine che tiene stretta nella mente
in attesa del vespro, come vecchiezza
addolcita dal respiro dell’onda.
E scorre il tempo pensato….in grembo
al cielo che si tinge di rosa, appoggiato
sui cirri ventati di elicriso e tamerici,
coi profumi che si stemperano nel tramonto.
In questa quiete, il suo essere trova dimora
accompagnato dal lento sciabordio del mare,
che nel silenzio traduce le parole che sente.
G.B