Volare si Può, Sognare si Deve!

Curiosità

Un bersaglio mancato – testo di Franco Simula

Un bersaglio mancato

Venerdi 28 febbraio 2020 si è tenuta l’Assemblea dei soci dell’Associazione Parkinson per l’approvazione del bilancio consuntivo dell’anno 2019 e del bilancio di previsione per l’anno 2020. Dell’evento è stata già pubblicata sul nostro sito un’ampia relazione.

L’Assemblea, infatti, è solo lo spunto per narrare con grande turbamento ciò che in quella circostanza sarebbe potuto capitare e che , invece, grazie al cielo non è capitato.

Erano presenti a quell’assemblea oltre trenta persone e per una dimenticanza del presidente ( che scrive queste note), invece, che utilizzare l’ampio salone del Teatro abbiamo dovuto ripiegare utilizzando la meno capiente casa Park.

Dove, naturalmente, abbiamo dovuto adattarci rimanendo assiepati, stretti stretti, l’uno accanto all’altro, alcuni anche in piedi. La decisione, ovviamente, è stata tormentata e molto discussa perché il disagio che ne derivava era evidente; ma alla fine abbiamo dovuto fare di necessità virtù. Cercavamo di stare più comodi che fosse possibile e non pensavamo ad altro: e meno male. Intanto veniva letta da Dora Corveddu la relazione sul Bilancio 2019, inframmezzata da qualche battuta utile a distendere gli animi un po’ nervosetti, comunque tesi di qualcuno che, mentre passava l’ora, si trovava in piedi. Accanto ad ognuno di noi c’erano almeno altri due dei presenti, a respirarne l’aria, a ingerire i batteri dei reciproci colpi di tosse , a osservare obbligatoriamente ma inconsciamente tutti quei comportamenti che, il giorno di venerdi 28 di febbraio 2020, la pandemia di Coronavirus nel bel mezzo della sua azione devastatrice avrebbe sconsigliato.

Venerdi 28 febbraio 2020, appunto. Il COVID 19 aveva già mietuto le sue prime vittime ma le autorità scientifiche, politiche, civili non avevano ancora adottato alcuna delle severe restrizioni che verranno prese nei giorni immediatamente successivi. Ancora tutti in coro raccontavano che si trattava degli annuali numeri riconducibili quasi specularmente alle morti per influenza. Invece eravamo nel bel mezzo della violenta Pandemia che, anche a Sassari avrebbe seminato disperazione e lutti. Bastava aspettare solo qualche giorno per essere costretti ad assistere al bollettino quotidiano dei morti e dei nuovi contagiati. Nella nostra città la terribile sorte riservata agli ignari ospiti di “Casa Serena” rappresenta il simbolo di un destino crudele che ha trasformato l’incedere sereno dei giorni in un inferno che nessuno degli ospiti di “Casa Serena” avrebbe mai immaginato.

Con noi il destino è stato più clemente perché, venerdì 28 febbraio 2020, nonostante fossimo nel bel mezzo della Pandemia il Coronavirus ha mancato il bersaglio.

IL CORO (VIRTUALE) DI FABRIZIO SANNA


Tutti a casa.

Tutti “chiusi dentro”.

Tutti isolati con una gran voglia di ritrovarsi insieme.

E quindi…

Ieri pomeriggio è andata in onda la terza puntata su Facebook della ‘esibizione’ del nostro coro “Volare si può” diretto dal nostro eccezionale maestro Fabrizio Sanna. E di puntata in puntata le “ugole” stanno aumentando di numero; la trasmissione sta diventando un evento da non perdere, quasi ‘virale’.

Certo, siamo tutti a casa e non possiamo né sentire né vedere gli altri, ma Fabrizio ci mette in contatto, saluta tutti, interagisce con noi, ci dirige, e noi rispondiamo con messaggi. Da “Il vecchio frack”, a “Savitri”, da “Che sarà” a “Non potho reposare”, il maestro rispolvera tutto il repertorio delle canzoni del nostro “Volare si può”, ed il coro lo segue da casa. Irreale, ma molto divertente.

Tra un brano e l’altro Fabrizio ci fa domande e noi rispondiamo, commentiamo e richiediamo altre canzoni da cantare.

Elisa si è persa, Adelaide e Tonino salutano, Ina non vede, Annamaria e Laura consigliano miglioramenti tecnici, Cenzina è contenta; Giannella gradisce, Josè è entusiasta, Liliana conferma buona ricezione. Luisa e Gian Paolo ascoltano.

Ma Giuseppe sarà intonato?

Ci divertiamo, ci sentiamo vicini.

E’ un bellissimo appuntamento per tutti, abituati normalmente ad incontrarsi ‘fisicamente’ tutte le settimane per le varie attività riabilitative ed, appunto, per cantare.

Ieri a qualcuno è venuto in mente di accompagnare prossimamente il coro con l’armonica a bocca e quindi Franco, Paolo e Salvatore sono chiamati ad esercitarsi. Dora applaude. Anna propone collegamenti tramite Skype per le prove, dovrebbe essere fattibile.

Un modo originale per sentirci uniti e per mantenere l’entusiasmo, in questo periodo di arresti domiciliari virali.

A lunedì prossimo!

Vooolaare…

Kai S. Paulus


 

 

CRONACA LEGGERA DI UNA PESANTE PESTILENZA testo di Franco Simula


Domenica 15 Marzo 2020 ore 13,30. Al telegiornale la notizia dominante è quella relativa ai colpiti dalla pandemia di Coronavirus: sono 24700 le persone colpite dall’insidioso invisibile nemico, i deceduti invece sono 1800 La macchina che ti investe la vedi, devi stare attento a non farti investire e puoi anche farcela a evitare la macchina e la morte. Ma quello là, infingardo com’è, non lo vedi, non lo senti, non lo tocchi, ma lui ti ha già colpito. Infatti anche a Sassari,oggi, il primo decesso. Intanto ti affacci alla finestra e lo spettacolo è spettrale. Via Pascoli normalmente trafficatissima, oggi è silenziosa, invasa soltanto da un bellissimo sole che rende lo scenario più gradevole. Domenica 22 marzo 2020, contagiati 46600, deceduti 5400. il numero dei contagiati è quasi raddoppiato, mentre il numero dei morti è triplicato. Lo scenario ormai non era più solo preoccupante, la paura diventava di giorno in giorno uno stato d’animo sempre più concreto e vicino; non era più una tragedia che colpiva solo gli altri, no, si sentiva che era entrata ormai in tutte le case, nella pasticceria accanto, nella banca distante qualche decina di metri, e anche a casa tua. Ormai non si parlava più di qualche decina di morti scomparsi per preesistenti patologie aggravatesi per la solita influenza stagionale no, no, ormai stavano sempre più cadendo tutti gli infingimenti e si parlava con trasparenza e con sempre maggior paura di coronavirus. Cioè di quella pandemia che ormai non colpiva soltanto Bergamo e Cremona ma che era venuta a fare le ferie “primaverili” anche in Sardegna. I morti non erano solo in Lombardia ma anche a Sassari dove al danno si era aggiunta la beffa della deflagrazione epidemica all’interno del reparto di cardiologia in cui dei circa 50 contagiati la prevalenza era rappresentata da medici e personale sanitario di vario grado. La paura, appunto. Nessuno ammette platealmente di aver paura del tipo “timore e tremore”; la paura emerge nel momento in cui si osservano pacatamente le statistiche, il numero dei contagiati, il numero dei morti, è allora che l’angoscia inespressa si manifesta sotto la forma compulsiva di approfondire, cercare dati sempre più recenti e documentati. E dato che siamo tutti tappati in casa a fare gli “esercizi anticoronavirus”, dopo che ne parli con i familiari il discorso è concluso. Ma non sei completamente soddisfatto. Allora cambi registro, vai a telefonare agli amici alla ricerca di argomentazioni più convincenti .Ma per che cosa? Forse per trovare una soluzione al problema? Ma neanche a parlarne. Soluzione farmacologica, come il vaccino, non ne esiste per ora, parlarne serve solo ad esorcizzare la paura proveniente dal fatto che questa “peste moderna” non la si “vede” nel senso che né gli scienziati, né i medici son riusciti ancora a trovare il bandolo della matassa: la patologia rimane ancora indefinita. Gli infarti cardiaci,che tutti gli anni falciano centinaia di migliaia di vite umane, sono degli eventi patologici ben conosciuti dalla scienza medica, e pertanto non si fa più caso al numero di vittime disseminate nel mondo, anche perché sono distribuite a macchia di leopardo; col coronavirus invece l’attacco è massivo, asfissiante, mortale. Non colpisce un po’ qua un po’ là, no! Sceglie un punto e lo rade al suolo: soltanto qualcuno riesce a scappare e a gloriarsi immediatamente di aver sconfitto “la peste” mentre invece son proprio queste fughe incoscienti la vittoria del “corona virus” perché saranno proprio questi incauti untori a propagare la mortale pestilenza negli angoli che ancora ne erano rimasti immuni. Domenica 29 marzo 2020. Riportiamo innanzitutto il bollettino di guerra: totale contagiati sino a oggi: 70.065- deceduti a oggi 10.023. Dalle due alle tre della notte ormai passata è avvenuto il cambio dall’ora solare all’ora legale. Potremo beneficiare di qualche ora di luce in più. Stamattina, appena sveglio, ho sentito in lontananza il gracchiare stonato di alcuni gabbiani in trasferta verso l’entroterra alla ricerca di cibo. Chissà se i gabbiani si sono svegliati all’ora solare o a quella legale!….. Ma perché celiare; i gabbiani e tutti gli altri animali agiscono sulla spinta di bioritmi installati ab eterno su di loro; solo noi, umani, talvolta sentiamo il bisogno di adattare fenomeni naturali alle nostre presunte esigenze, quasi sempre otteniamo buoni risultati. L’andamento della pandemia sta lentamente mostrando segni di flessione: il graduale raggiungimento del tanto atteso picco, il sempre maggior rispetto delle norme di salvaguardia, il moltiplicato impegno degli scienziati ricercatori, stanno costituendo il pacchetto di misure che riusciranno a sconfiggere il mostro. Che deve essere sconfitto, questo è l’imperativo categorico. Questa è la nostra speranza! Riposta, come dicevo, nella incessante perseveranza degli scienziati-ricercatori determinati a battere il Coronavirus. Questa speranza è diversa da quella che tutti i giorni papa Francesco va impetrando nella sua incrollabile Fede in Dio, ma stavolta credo che il Papa sia d’accordo anche con la speranza riposta nella frenetica attività degli scienziati-ricercatori impegnati in una incessante lotta contro il tempo per individuare un antidoto capace di sconfiggere definitivamente la peste del 2000 che finora ha seminato il panico in tutto il mondo.


L’Invettiva al demone ( Mr. Park ) :: G.B.

L’INVETTIVA

Nelle notti immote, quando  per la  TUA perfidia

non arriva il giusto riposo, con la mente,

ripercorro i sentieri aspri dove mi hai confinato,

così sgorga veemente la mia più feroce  INVETTIVA :

Da vigliacco quale sei , silenziosamente,

con movenze  feline,

ti sei insinuato proditoriamente

nelle pieghe profonde del mio essere

col  preciso scopo  di  devastarmi l’anima,

logorando le mie resistenze e straziandomi le membra,

rendendomi  succube del tuo insano progetto,

DEMONE  che sei !

Per riconoscerti ho dovuto faticare anni , subendo

umiliazioni  dal mio corpo che vagava incerto,

senza controllo, alla  tua sola  dipendenza.

Ho passato il tempo a chiedermi  perché ?!

Non trovando alcuna risposta,

ho imparato a conoscere il dolore e la sofferenza

ma non mi sono arreso,

Ti ho confinato nei recessi più remoti  della coscienza

incatenandoti al ceppo dell’ignavia , relegato in catene

per non sentirti e poterti ignorare.

Ma tu,  sei infido come una serpe,  e lo dimostri ogni volta

che le mie resistenze vacillano,  sento che le catene

che ti imprigionano  stridono  e si assottigliano

per il tuo furioso dibatterti,  sento che vuoi ritornare

al  tuo ruolo infame,  per essere ancora padrone del

mio tempo e rendermi giullare nelle tue mani.

Ma  ho imparato a combatterti e la mia volontà

è più forte del tormento che mi infliggi,  e  con  te ,

ingaggerò una lotta cruenta,  combattente armato

di sciabola tagliente per decapitare la tua infamia,

e  non darti vantaggi in questa disputa senza tempo.

Questo,   fino a quando avrò  vita !

Il tuo acerrimo nemico.

IO , Principe del tormento, sentendo i tuoi “finti” propositi,

rido …… e rido fino alle lacrime……Tu, non puoi nulla contro di ME !

Hai ragione,  sono infido, subdolo, infame , ma da RAPACE

quale so di essere, non ti darò tregua , mai ,  e che battaglia sia !

Il tuo odiato compagno !

Continui la tua ignobile  recita ,  stonata , becera,

consapevole di avere i giorni contati, perché  già sai …

che oltre alla mia incrollabile volontà a combatterti,

presto verrai annientato dalla SCIENZA !!!

Ho pronto il tuo epitaffio :  Qui giace l’ INFINGARDO,

che nella sua infame  esistenza   ” visse  seminando veleni”

e  alla fine ” raccolse solo improperi ”

AMEN.

g.b.

Sing Sing Sing seconda edizione di Giannella Cossi

Domenica sera 26 maggio all’Auditorium di via Monte Grappa abbiamo assistito con vero piacere allo spettacolo organizzato dall’Associazione Sing Sing Sing a conclusione dell’anno Accademico degli allievi di canto moderno del Maestro Fabrizio Sanna accompagnati dalla band Black out.
Un gruppo dell’Associazione Parkinson Sassari ha voluto partecipare, numeroso, per assistere all’evento canoro; le esibizioni dei bravissimi cantanti, alcuni dei quali giovanissimi, hanno saputo coinvolgere un pubblico ampio e variegato con un susseguirsi di belle interpretazioni, frutto della guida paziente e appassionata di Fabrizio Sanna, che noi dell’Associazione conosciamo bene: infatti ha formato e diretto il nostro coro “Volare si può” ed è riuscito nell’arco di due anni a trasformare una moltitudine poco disciplinata in un gruppo ordinato ed affiatato.
A lui vanno il nostro affetto e la nostra gratitudine per la generosità dimostrata anche nel devolvere a nostro favore una quota dell’incasso dello spettacolo, ma sopratutto per averci regalato tanti momenti di aggregazione e di autentica allegria.

Visita alla Butterfly House – commento di Franco Simula

La casa delle farfalle appare come una immensa bolla di plastica, luminosissima, in cui le farfalle volteggiano leggere nell’ambiente naturale che è stato creato per loro ad imitazione del clima tropicale caldo- umido da cui quasi tutte provengono. E dunque farfalle, farfalle, farfalle di mille colori alla ricerca di nettare da succhiare, compagne con cui accoppiarsi, crisalidi da seguire. Talvolta sbagliano anch’esse confondendo colori e sapori, oppure si fanno incuriosire dalle novità. Come quella farfalla che è andata a posarsi sui capelli di Giannella dove ha trovato accogliente quel nuovo nido tanto da sostarvi per una buona mezz’ora attratta forse dalla lacca dei capelli come una droga per farfalle. Per farla volare di nuovo nel suo ambiente naturale è stato necessario sollevarla con un filo d’erba.
E Max Giusti che cosa c’entra? Proprio niente. Solo che lui ha sentito di lontano un coro che cantava e -da uomo di spettacolo- si è lasciato attirare come la farfalla dalla lacca e via a cantare col coro.
-Ma chi siete?- domanda.  “Siamo un gruppo e un coro di parkinsoniani”.
-Ma davvero? Ma voi siete una forza della natura – “Esagerato! Grazie comunque”
-Mia madre è sarda di Norbello, che cosa cantiamo insieme?-
“Visto che anche tu sei mezzo sardo non possiamo cantare altro che DIMONIOS”.
CHINA SA FRONTE SI SES SEZIDU PESA CH’ES PASSENDE SA BRIGADA TATTARESA…
Franco Simula

L’Associazione presso Butterfly House di Olmedo