Volare si Può, Sognare si Deve!

Cultura

I DISTURBI DELLA MARCIA (Pillola n. 17)

Nel recente “Perché abbiamo un cervello?” (pubblicato in questo sito il 01/09/2018) si è arrivati alla conclusione che il cervello serve per muoverci. Per movimento intendiamo, in questo caso, la deambulazione, la camminata, costituita dai passi. Fare un passo sembra banale e molto semplice, quasi scontato ed automatico. In realtà, però, un passo è una attività molto complessa che coinvolge, oltre all’apparato muscolo-scheletrico anche i nervi periferici, il midollo spinale ed i centri nervosi superiori, come il cervello, il cervelletto ed il sistema vestibolare. Il non corretto funzionamento di questo sistema ad un qualunque livello oppure la non perfetta collaborazione dei singoli organi può comportare un disturbo del passo e della marcia con compromissione dell’equilibrio e quindi un aumentato rischio di cadute traumatiche.

Il Movimento è definito come lo spostamento del corpo nello spazio; si parla pertanto di Locomozione per la quale serve il movimento ritmico degli arti, camminata bipede, per poter avanzare nello spazio. Lo Spazio, l’ambiente, è vario e perciò necessitiamo della capacità di adattamento. Muovendoci dobbiamo contrastare la forza di gravità per non cadere; a questo ci servono la forza muscolare e l’equilibrio. L’Equilibrio è una “condizione per la quale un corpo (anche il corpo umano) sta fermo per un compensarsi delle azioni che su di esso si esercitano, o, anche muovendosi, conserva un suo determinato assetto” (da: Treccani). Il Passo è costituito da una serie di eventi che si susseguono, il ciclo, permettendo lo spostamento del corpo in avanti. Il ciclo del passo comprende gli eventi che intercorrono tra due appoggi successivi sul terreno dello stesso piede.

Figura: Fasi del ciclo del passo registrate tramite device Tecnobody Walker View. Tecnobody srl, 2016

 

Nei complessi meccanismi della camminata, o marcia, si individuano i seguenti parametri: la forza muscolare che serve per spostarsi e per vincere la forza di gravità, la larghezza della base d’appoggio (la distanza laterale tra i due piedi), la lunghezza del passo, la cadenza del passo (ritmo), la fluidità del movimento, l’inizio della marcia, deviazioni direzionali (oscillazioni), e l’adattabilità. Alterazioni di ognuno di questi parametri modifica le caratteristiche della marcia, può essere espressione di un malfunzionamento e può esporre la persona ad instabilità e cadute.

Per esempio, in caso di riduzione della forza muscolare ad una gamba, dovuta a un problema del muscolo stesso, ad una alterazione della trasmissione nervo-muscolo, oppure ad un ictus cerebrale, si osserva una marcia paretica (zoppia); l’aumento della larghezza del passo, come si può osservare in alterazioni delle funzioni del cervelletto oppure anche semplicemente dopo qualche bicchiere di vino di troppo, porta ad una marcia atassica; invece, la riduzione della lunghezza del passo ed il suo rallentamento possiamo notare nella malattia di Parkinson con la sua marcia ipocinetica (rallentata); ci sono ancora altri tipi come la marcia rigida, che si incontra nelle distonie, e quella discinetica (accompagnata da movimenti involontari) tipici di malattie come la Corea di Huntington, ma anche di un Parkinson scompensato oppure in sovraddosaggio. A proposito del nostro Nemigu, il rapace infingardo, un problema di movimento molto invalidante è la difficoltà di iniziare il passo, acinesia, oppure il blocco improvviso durante marcia, il freezing – congelamento – della marcia; queste ultime, a differenza dei precedenti, che sono disturbi della marcia continui o permanenti, sono disturbi episodici che portano facilmente a cadute traumatiche perché improvvisi e non prevedibili. Forme miste come la marcia pareto-spastica sono frequenti in esiti di ictus cerebrali oppure in corso di sclerosi multipla. Infine, l’aprassia della marcia è caratterizzata dall’incapacità di coordinare i movimenti necessari per camminare, e l’andatura risulta irregolare, scoordinata, molto precaria ed ad alto rischio di cadute, come si incontra in encefalopatie vascolari e nell’idrocefalo normoteso.

Le cause dei disturbi della marcia possono essere diverse. Qui solo un breve elenco: le più comuni sono le conseguenze in seguito ad un trauma, un incidente, magari anche per una frattura, che mette fuori causa un arto e quindi altera il movimento normale. Molte altre malattie possono determinare difficoltà della camminata, quali quelli vascolari (per esempio, ictus cerebrale), le infiammatorie, ma anche malattie genetiche, autoimmuni, degenerative e metaboliche. La questione si complica considerando il livello di coinvolgimento del sistema nervo-muscolo, che può presentarsi a qualsiasi punto: perifericamente interessando i nervi sensitivi periferici, il motoneurone inferiore, oppure direttamente il punto di contatto del nervo con il muscolo (placca neuromuscolare); ma il danno può esordire anche al centro del cervello (tronco, nuclei della base, talamo, cervelletto), oppure può colpire direttamente i centri di controllo superiori costituiti dalla corteccia cerebrale e le strutture sottocorticali.

Kai Paulus

 

Presentazione del romanzo di Marco Balbina “Nessuna come lei”


“Il nostro amico Marco Balbina ha pubblicato per la Nema Press il romanzo “Nessuna come lei”.
Eccovi una brevissima presentazione del romanzo fatta da Giannella Cossi.”

 

NESSUNA COME LEI

"Togli a un uomo i suoi ideali, e di lui resterà solo un mucchietto d'ossa "
Tista Muleddu

Battista (Tista) Muleddu è il protagonista di questo bel romanzo, che ricopre un arco temporale di oltre quarant'anni, dagli anni '70 ai giorni nostri, e rispecchia gli ideali, le problematiche e le illusioni tradite di una intera generazione secondo un'ottica specifica che è quella della nostra Sardegna, all'interno della più vasta platea nazionale. La narrazione è infatti ambientata tra Cagliari, Porto Torres, Alghero, descritte con tratti suggestivi e precisi.

In apertura Tista è un sessantenne benestante e disincantato, "un sopravvissuto cinico e sgraziato, come solo poteva essere un ex romantico come lui" che in una Alghero evocata nella bellezza del suo paesaggio e del centro storico vive le sue giornate tra il lavoro di imprenditore di successo e le partite a scacchi con vecchi amici "convivialisti".
Nessuna relazione sentimentale, solo incontri di reciproca soddisfazione fisica con l'amica Livia, e un'attrazione senile per Greta, la giovanissima figlia della sua colf, novella Eva che addenta una mela rossa.

Tista ha amato una sola donna, Paolina, nessuna come lei.

Lo aveva lasciato nel '78, senza diritto di replica, ed era stato sempre lui a cercarla, a voler tenere accesa la fiammella.
Paolina era stata l'unico vero amore della sua vita, e forse anche lui lo era stato per lei. La loro reciproca solitudine ne era la riprova, così amava pensare nei momenti di sconforto.
Gli aveva mandato gli auguri per il nuovo anno, esprimendo l'intenzione di venire ad Alghero per la processione del Venerdì Santo.

A questo punto la narrazione recupera in un ampio flash-back gli anni della giovinezza: siamo a Cagliari, nei primi anni '70, la squadra di calcio con Gigi Riva -Rombo di Tuono- ha appena vinto lo scudetto, portando alle stelle l'orgoglio dei sardi. A Cagliari non si parla che di calcio. Anche Emilio Lussu, il vecchio combattente, diceva che il Cagliari rappresentava tutti i sardi, come la Brigata Sassari.
Tista ha 18 anni , frequenta l'Istituto Tecnico Industriale e con gli amici condivide l'ideale di una profonda trasformazione della società, assiste allo scontro anche violento tra riformisti ed estremisti sui metodi e i tempi dell'attuazione della rivoluzione, incontra l'amore.
Paolina è bella, intelligente, forte, anche lei partecipe del suo tempo, impegnata nel movimento femminista per una radicale liberazione della donna dall'oppressione secolare. Ha un approccio razionale nei confronti della realtà, nutrito da letture di poeti e filosofi, di cui discute spesso con Tista.
Nessuna come lei: è amore.

Nella cornice dei Bastioni, i giardinetti di Piazza Repubblica, il Poetto, l'autore tratteggia magistralmente i personaggi che si muovono intorno al protagonista, in un'ottica corale che rievoca nel lettore lo spirito di un'epoca: quella dello scontro ideologico oltre che con la destra, tra la sinistra e i gruppi extraparlamentari, alcuni dei quali confluiranno nella lotta armata. Bellissimo il personaggio di Antonio Contini, compagno e amico, lucido e razionale nel suo impegno politico.

"Per i sardi la fabbrica rappresenta l'ingresso nella modernità. Solo così si potrà uscire dal passato agro-pastorale e finalmente entrare nel futuro industriale".
Ed ecco Tista, perito chimico diplomatosi a pieni voti, confrontarsi con la realtà della fabbrica, la SIR di Porto Torres.
Il suo approccio è ingenuo ed idealista: "in certi momenti di appiattimento totale, mentre pensava all'incredibile maestosità
dell'oro nero e all'ingegnosità dell'uomo nel carpirne i segreti, si sorprendeva a pensare che Dio dovesse essere un chimico provetto laureatosi a pieni voti in qualche celebre Università dell'Universo, il miglior chimico in circolazione nel cosmo, o almeno nella Via Lattea".
Pensò che i preti non avevano capito nulla, e avrebbe voluto dire all'arcivescovo: "Eminenza, venga a lavorare in fabbrica e vedrà che lascerà la tonaca e indosserà subito, per fede, una sacra tuta blu".
Una posizione di questo genere non potrà che scontrarsi con la dura realtà della vicenda paradigmatica dell'industria petrolifera in Sardegna, dalle lotte operaie alla cacciata di Rovelli, in una galleria di personaggi accuratamente descritti, che attraverso i dialoghi rimandano al dibattito ideologico di quegli anni.

Così si apre l'ultima parte del romanzo, che ci riporta ad Alghero, dove Tista si è stabilito dopo essersi licenziato dalla SIR ed essere divenuto un imprenditore di successo, cinico e disincantato.
In un libretto di poesie di vari autori sardi comprato casualmente, lo colpisce una bilingue di Francesco Masala:

"Inno nuovo contro i feudatari". Rivolto ai petrolchimici, dice: "Lavorate, lavorate, poveri dei villaggi/ per mantenere in città/ tanti cavalli da stalla/ Essi raccolgono il grano/ a voi lasciano la paglia/ lavorate, lavorate, petrolchimici operai/ faticate per il pane/ Con il Piano di Rinascita, i soldi vanno a Milano/ e a voi lasciano il catrame/...la catena di lavoro con la pancia mezzo piena/ è lavoro da catena....
Era finita un'epoca, nel suo vecchio mondo c'era un'aria di smobilitazione e disfacimento.
Si era commosso al vedere l'immensa folla ai funerali di Berlinguer, le vecchie facce di compagni, smarriti e in lacrime. Lui, in fondo, era rimasto sempre lo stesso, nonostante le apparenze. Cercava ancora l'amore e la fluidità della vita, come quando aveva vent'anni.

Aspettava l'arrivo di Paolina, dopo quarant'anni.

Ci avviamo ora all'ultima parte del romanzo, che ci riserva qualche colpo di scena: la parte finale della vicenda, che si tinge di giallo, è top-secret.

Al lettore scoprirlo.

 

LA  MIA  FAMIGLIA di g.b.


Nella frescura della sera,

sotto il portico di casa rivolto a ponente,

i miei pensieri  trovano ristoro

sul tramonto di porpora,

che scolora nell’indaco  frangiato

di  creste di  sole morente.

Colori  filtrati  tra ciglia  appena dischiuse

che assaporano  l’esistenza,

densa  di  età e di eventi …. di figli e di moglie,

madre degli stessi ,  presenze  discrete.

Sentori di cose … vicine e liete….. sono in me,

forti come pietre laviche certe come il destino,

sono la mia Famiglia … e gli  rivolgo la parola in  silenzio

e  nel  silenzio….riconosco la risposta.

Frutto  di  vita coniata nell’essere,

ora germoglio  consapevole,  pronto a fondersi

nel  crogiolo della vita che pervade.

Tutto questo  incanto trasfigura nel ricordo infantile

educato a ringraziare  il dono della vita.

Regalatami  con infinito amore

per essere  vissuta…..  e io ,  cosi lo insegno .

g.b.


 

GIORNATA MONDIALE DEI PARKINSONIANI di Franco Simula

Non basta una deliziosa giornata di sole splendente ritagliata esclusivamente per la Presidente dell’Associazione Parkinson di Nuoro,che aveva vissuto momenti di angoscia temendo che la pioggia rovinasse la giornata. Né può bastare un parco incantevole, abbellito da tutte le gamme di verde che maggio può offrire, disposto e attrezzato in maniera impeccabile dal Comune di Oristano a rendere un evento eccezionale e indimenticabile:   non può e non poteva bastare questo inimitabile teatro naturale a fissare per sempre nella memoria quel sabato 19 maggio 2018, giornata nella quale volevamo celebrare più che il Parkinson i Parkinsoniani. Le persone. Quelle persone -che vengono chiamate pazienti- di cui spesso nessuno sa niente. Solo il neurologo di riferimento cerca di entrare nelle loro vite per fornire loro, oltre le medicine che facilitano la trasmissione della dopamina, anche consigli di vita che solo il medico (quando ha tempo) riesce a dare. Queste persone, dunque, hanno fatto la differenza, hanno fatto la festa. Alla fine della giornata erano raggianti di felicità, persino commosse per la reciproca “accoglienza” che erano state capaci di scambiarsi. L’accoglienza, dispensata a piene mani, è iniziata da subito. Appena entrati nel parco, un gruppo di signore -verosimilmente nuoresi schierate dietro un tavolo ha avuto un gran daffare a distribuire “sorrisi” a tutti quelli che ormai, abbandonati i pullman, facevano ressa di fronte a un tavolo per beneficiare del proprio “sorriso” personale che consisteva in un medaglione di cartone su cui era abbozzato un viso sorridente -uno smile appunto- e sotto scritto il nome del sorridente: questa celere mini cerimonia veniva suggellata da una frase del tipo “sii gentile”, “vivi sereno”, “canta e balla”, scritta su un cartoncino che sul petto accompagnava lo “smile”. Un dolce vero distribuito a tutti concludeva la presentazione.

Col passare dei minuti si poteva assistere a un primo “miracolo”: a mano a mano che gli autobus si scaricavano e i partecipanti si presentavano al tavolo dell’accoglienza si notava che i dolci invece di diminuire..aumentavano Cosa stava capitando? Chi prendeva il dolce dell’accoglienza spesso deponeva un pacchetto di altri dolci. Tutti buoni comunque.  La parte istituzionale prevede il saluto delle autorità che non sono solo formali: sia le presenze che le assenze.

Il Sindaco porge il saluto e l’accoglienza della città di Oristano a una categoria di ammalati spesso dimenticata da affidare se va bene al volontariato. La città di Eleonora non può trascurare di costituire istituzioni associative organizzate che facciano da supporto alle frequenti carenze che la sanità pubblica presenta. Abbiamo purtroppo notato l’assenza -peraltro giustificata- del direttore ASSL la cui presenza sarebbe servita se non altro a riferire le non poche carenze di un territorio alle autorità superiori. Ha perduto un’occasione favorevole.

Il tema del Convegno era “VALORIZZIAMO L’ARMONIA DELLA PERSONA”:pratiche per il benessere dei parkinsoniani. A questo punto il Convegno è entrato nel cuore delle tematiche che intendeva sviluppare rappresentando dal vivo l’importanza fondamentale che, assieme alla terapia farmacologica, assumono le terapie complementari: musica-canto terapia; ginnastica dolce; feldenkrais; tango. In ciascuna di esse i professionisti che guidavano i diversi laboratori (Fatima Congiu, Bianca Cocco, Mauro Diana) hanno coinvolto i partecipanti che si son ritrovati d’incanto provetti ballerini ed esperti cantanti. L’altro miracolo si è verificato all’ora del pranzo quando dalle singole borse sono usciti manicaretti e leccornie provenienti da decine di cucine e frutto di una miriade di fantasie: tramezzini, melanzane alla parmigiana, frittate, focacce farcite, rotoli di spianata, sformati di verdure varie, cotolette, mix di verdure crude, frutta assortita e dolci: pasticcini, crostatine, tiricche, papassini, mustaccioli, gelati. Tutto innaffiato da vino mirto e limoncello di produzione propria, come in un grosso grasso matrimonio…sardo.

Dopo pranzo, quando vino e mirto avevano operato i loro benefici effetti, si è scatenata la prestigiosa chitarra di Salvatore Chironi accompagnata dall’armonica funambolica di Nanni Coronas. Le dolci note della chitarra non hanno lasciato insensibile Cenzina Pulli che, evocando Lionello Siddi, suo mentore chitarrista, non ha potuto fare a meno di lasciare scaturire i ricordi più belli e nostalgici delle canzoni spagnole degli anni sessanta. E Cenzina si è fatta trasportare dalla stessa passione canora di tanti anni fa come neppure lei, forse, immaginava. Anche Chironi ha attinto con cura ad un ampio repertorio di canzoni degli anni settanta che hanno coinvolto anche chi non aveva mai provato a cantare due note in musica. E Salvatore ci ha dimostrato che non solo sa suonare la chitarra ma sa anche cantar bene. Una inaspettata sorpresa ce l’ha riservata la mente creativa di T. Marogna quando, fra una canzone e una risata, ha cominciato a distribuire a tutti palloncini colorati con su scritto il motto della Associazione Park di Sassari: “Volare si può, sognare si deve”!

( Come da contratto. ) Gli aspetti istituzionali della giornata sono stati diligentemente presentati e coordinati dal Dr. Giacomo Chironi. Non possiamo concludere la cronaca di questa incantevole e indimenticabile giornata senza riportare alcune delle impressioni rilasciate dai partecipanti. “E’ stata una giornata meravigliosa, in tutti i sensi. Persone interessanti. Esperienza positiva”: “Come accompagnatore ho capito di non essere solo. Ho visto mia moglie sorridere, serena. Ritorno a casa più sollevato. Grazie a tutti”. “Siamo stati benissimo. Grazie di tutto”. “Giornata splendida. Grazie al direttivo per l’organizzazione”. “un ringraziamento a tutta l’organizzazione. E’ stata una bellissima giornata. Grazie”. “E’ stata una giornata di felicità. Grazie”. “Un affettuoso ringraziamento per la splendida giornata passata assieme. E soprattutto…grazie di esserci!!!” “…è che ci hai fatto volare e noi con lui e di volare più in alto: e continuare a sognare di avere giornate come questa nel corso della nostra vita”. “E’ stata una giornata speciale”. Il terzo miracolo è stato il più grande, quello vero, il miracolo rappresentato dalla gioia delle persone, dalla loro felicità palpabile, dalla ritrovata coscienza che è possibile uscire dalla quasi immobilità per raggiungere condizioni di movimento anche minime che rappresentano un argine robusto della volontà contro una malattia subdola che cambia aspetto da un soggetto all’altro facendo perdere le tracce anche ai più attenti nello studiarne le varianti.

Insomma la malattia di Parkinson va arginata oltre che con la terapia farmacologica e con l’arti-terapia (tango terapia) anche con una buona dose di intelligenza che non guasta mai qualsiasi attività ciascuno di noi voglia intraprendere.

Un ringraziamento speciale vada all’Associazione Parkinson di Nuoro, alla sua instancabile Presidente Maria Grazia Mortara, al Direttivo che ne ha condiviso l’operato, per essersi assunti l’onere maggiore dell’organizzazione di questa splendida e indimenticabile giornata.

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Giornata Mondiale del Parkinson Oristano 19 maggio 2018

Giornata Mondiale del Parkinson 19 maggio 2018

Butterfly House di Olmedo 18 maggio 2019

L’Associazione presso Butterfly House di Olmedo ( con gradita sorpresa) 18 maggio 2019

UNO SPLENDIDO PESCE D’APRILE di Franco Simula

Il 14 marzo segna una svolta nell’annosa questione dell’ambulatorio Parkinson. Convocati dal dott.Pintor e dal dott.Licheri, in rappresentanza dei direttori generali dott.Moirano e dott.D’Urso, al presidente e alla vicepresidente della nostra Associazione viene data lettura della convenzione intercorsa tra Ats Sardegna e l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Sassari per assicurare la gestione di un percorso clinico assistenziale a favore dei pazienti affetti dal morbo di Parkinson e malattie correlate. La convenzione prevede anche che l’Aou di Sassari metta a disposizione, a supporto dell’attività dell’Azienda Tutela della Salute, un dirigente medico neurologo, identificato nella persona di Kai Stefan Paulus, che da anni si occupa della malattia di Parkinson e pertanto rappresenta un punto di riferimento per i pazienti e le relative famiglie.

Si tratta, finalmente, di un ambulatorio dedicato esclusivamente al Parkinson e ai disturbi del movimento, mettendo fine allo stillicidio degli appuntamenti rimandati, quando si era fortunati, da un mese all’altro, e in mancanza di un intervento tempestivo, intasando il Pronto Soccorso o ricorrendo al ricovero. Con i costi umani ed economici che purtroppo molti di noi hanno dovuto sperimentare.

Il 14 marzo, dunque, ci viene annunciata la data di partenza del nuovo ambulatorio al 1° aprile. Possibile, proprio il 1°aprile ? che, guarda caso, è il giorno di Pasqua ? Non sarà un pesce d’aprile, o uno scherzo feroce? Nei vari incontri tra una nostra rappresentanza e i massimi dirigenti della Sanità della Sardegna, questi si sono mostrati sempre sensibili e disponibili ad affrontare e risolvere il disagio connesso alla mancanza dell’assistenza sanitaria continuativa indispensabile a pazienti cronici e con malattie neurodegenerative come la nostra. Tale disagio si era manifestato in svariate occasioni in conferenze stampa,articoli sui principali quotidiani e su alcune tv locali. Le assicurazioni dei Dirigenti Sanitari, però, non trovavano una concreta attuazione in tempi secondo noi ragionevoli, ma considerando tuttavia che il provvedimento che ci riguardava era solo uno delle centinaia di delibere da adottare, abbiamo tenuto viva la fiammella della speranza…e poi, ecco, finalmente l’ambulatorio Parkinson: veramente uno splendido pesce d’aprile.

Due coppie assortite in giro per Sassari di G.B.


Titolo       – GLI EQUIVOCI

Interpreti – Baingio/Ortensia & Zuniari/Mafalda – coppie di marito e mogie – Park/noPark
Soggetto – Equivoci che nascono quando la tec/cellulare risulta ostica per Baingio & Zuniari

Come ogni giorno Ortensia e Mafalda si telefonano per avere reciproche notizie…. e non trascurano di chiacchierare piacevolmente di altro come usa fra amiche; nel mezzo della conversazione, Ortensia dice a Mafalda …. – purtroppo questa notte Baingio non è stato bene…. ha avuto un attacco di “sciatica”, e il dottore che questa mattina e venuto a casa a visitarlo , gli ha prescritto riposo e, una visita radiologica da fare questa sera per fugare ogni dubbio, quindi… (non potendo Baingio usare l’automobile)….siamo un po “nelle curve” – < di rimando Mafalda le dice – alle curve ci penso io…. a che ora avete l’appuntamento !?…. bene, non preoccuparti , sono da voi alle (18.00) precise, intanto avverto Zuniari … così fa compagnia a Baingio >.

Alle 18,00 (zero/zero) !!! , comincia la serata…. ” per certi versi surreale” .

Mafalda, alla guida dell’auto e Ortensia a fianco, i rispettivi mariti ….dietro (passeggeri trasportati) !! . Ma , si sa bene, che le persone con un onorevole trascorso di guida, come Baingio e Zuniari, mal si adattano ad essere “passeggeri” , quindi… ognuno di loro parla in contemporanea, cercando di spiegare a modo loro, il percorso ideale da scegliere, creando così, all’interno dell’auto, una sorta di confusione cacofonica, con il solo risultato di irritare oltremodo Mafalda (alla guida non è proprio a suo agio) al punto di non sapere più cosa fare ….!!! e di “getto” Mafalda dice ai due “passeggeri mariti”… < perché non andate a raccogliere lumache….!? (ca…o) !! > ….. Raggiunta alla fine una ragionevole tregua … (fatta di mugugni) …. contrariamente a quanto si possa pensare, arrivano tutti a destinazione (allo studio radiologico), “sani e salvi”.

Accostata la macchina,nella via dello studio radiologico, i due passeggeri scendono…. e rivolti alle mogli… gli dicono < veniteci a prendere (dopo la visita di Baingio) … fra 1/2 ora circa.

La risposta di Ortensia, rivolta Baingio, è semplice e concisa -< hai il telefonino?! usalo…!!! – chiamami quando termini !!! >… mentre Mafalda (sorridendo sorniona) , a bassa voce rivolgendosi a Ortensia , le dice – < a mio marito, Zuniari, non chiedo nemmeno… lui, il cellulare lo tiene sempre spento e quando siamo insieme … non lo porta neppure con se > –

In ambulatorio per la visita di Baiingio, succede il primo equivoco : ” Zuniari viene scambiato per Baingio ” : Infatti mentre Baingio si accomoda in sala d’attesa, sulla sedia a causa del dolore “sciatico” ,….. Zuniari che è portatore di Parkinson … cammina nel corridoio…. e quando l’infermiera aprendo la porta dello studio, trovandosi difronte Zuniari, convinta sia Baingio pronto per la visita … gli dice : <prego si accomodi sig. Baingio…> preso alla sprovvista la risposta di Zuniari è imbarazzata….<io non sono….Bain….>, al ché, l’infermiera, che chissà come ha perduto di colpo la gentilezza …. gli dice: < basta … vada a sedersi in sala d’attesa …. e non intralci il mio lavoro>… Zuniari ci rimane molto male, e per un sorta di “pudore masculo” non dice niente a Baingio che viene chiamato dalla stessa (infermiera) che lo fa accomodare all’interno dello studio per sottoporlo alla radiografia …. tutto bene il referto.

Dopo questo piccolo equivoco, terminata la visita radiologica di Baingio , con leggero anticipo rispetto all’orario convenuto con le mogli, i due “compari” si ritrovano sulla via …. in attesa di essere “prelevati” ….. a questo punto… viene spontaneo a Zuniari dire a Baingio….< chiama Ortesia > !!! – Baigio si fruga un po nelle tasche e cerca il suo cellulare …che non lo trova !!! purtroppo lo ha dimenticato a casa !!! …..”camuffando” il disagio …. rivolto a Zuniari gli dice < compà non vè problema …. non abbiamo bisogno di cellulari né di muglieri ….ci facciamo quattro passi a pedi ….andiamo da mia figlia in Via Roma e telefoniamo a Ortensia >.

Presa questa decisione un po bizzarra (bastava aspettare l’arrivo delle mogli), lemme lemme , Baingio e Zuniari si avviano ……e dopo una buona 1/2 ora di camminata, (non tanto gradita a Zuniari/Park) arrivano al negozio della figlia di Baingio….ma quando si dice …” LA SFIGA”…… la figlia di Baingio non c’è ….!!! – li accoglie invece la signora Maria Filomena, gentile e premurosa che, con un leggero sorriso tra il preoccupato e l’ironico dice – < buonasera signor Baì …., come mai solo….!? risposta …. sa ….., ho dimenticato il cellulare a casa e dovrei chiamare Ortensia…… > – nessun problema > gli dice Filomena …. < mi dia il numero…? > Baingio inforca gli occhiali e detta il numero – tu…tu… tu… libero …. ma nessuna risposta – < sig. Baì .. è sicuro che sia il numero giusto..?! mi dia a me il foglio …. che leggo meglio di lei … >, …. sul foglio ci sono due numeri uno ASS. l’altro anonimo – Sigora Maria un po divertita dice …. < signor Baì … ” già ci credo ” che non rispondeva nessuno, sta facendo il numero dell’ASSICURAZIONE (c…..o) > – Baingio si rende conto di aver dato il numero dell’associazione Park…. facendo finta di niente dice …. < provi con questo > …….. Tu …tu… tu…. segreteria telefonica ….. – < signor Baì ma è prorio sicuro che il numero sia giusto (sottovoce c…o) ,e poi……il suo amico non ha il cellulare… ?!!! > …… Zuniari chiamato in causa …. risponde imbarazzato…. – < anche io ho dimenticato il mio cellulare a casa…!!! > di rimando signora Maria – < e no !!! …. cosi non va bene!!! …. non sapete che può succedervi qualcosa (c….o) ….. alla vostra età e pericoloso “uscire” senza cellulare …. non si sa mai (c…o) > – intanto …….Zuniari , per non saper ne leggere e ne scrivere, con le mani “affondate” nelle tasche faceva gli scongiuri …..toccandosi ….!!!, mentre Baingio , seccato… salutava dicendo …. < se chiama Ortensia… le dica che noi andiamo verso casa >.

Cosi sul fare della sera, i due “compari” si incamminano “zoppi / zoppi” per la Via Roma, entrambi delusi e sofferenti… uno claudicante per il Park e l’altro “buriato ” per il dolore di “sciatica” , ….. ma , ” tirriosi ” quali sono, a “malagana” si atteggiano a sembrare due giovani fringuelli in libertà (vigilata).

Cosi a metà salita Baingio e Zuniari si sentono chiamare ripetutamente col “claxon” di un auto , sono finalmente le rispettive “consorti ” …..,che accostando l’auto invitano (ridendosela) Baingio e Zuniari a salire …. e qui i dovuti chiarimenti (raffazonati) : – il “dialogo” all’interno dell’auto diventa confuso… tutti si beccano come i quattro capponi nella stia di Renzo Tramaglino… così –

– Baingio a Ortensia … < ma perché non rispondi al cellulare …!!? – Ortensia .< sono io che continuo a chiamarti…..!!! mi da sempre sempre libero…. e non rispondi !! …. non è che “sciatica” ti ha infiammato anche l’orecchio…. (c….o) > < ma cosa dici Orté… il mio telefono lo dimenticato a casa … > risponde seccato Baingio > … e Mafalda al marito < …. Zunià , ma tu potevi chiamare al mio cellulare …..o no !!? > risposta …. < Mafà sai che io non mi fido molto del cellulare …. e i numeri non li ho ” a memoria” … preferisco parlare di persona !!! sai che possono “spiarci”….e poi finiamo sulla Nuova Sardegna….!!! – ” no” sia mai !!!

Così tra un bisticcio e l’altro , alla fine delle dispute sugli equivoci, tutto si ricompone … e guardandosi …..dicono insieme …. ” MA SIAMO SICURI CHE UNA TELEFONATA ALLUNGA LA VITA !!! come dice la TELEVISIONE….???.

Chiudono la serata al BAR ….. con il naso “infilato” in una tazza di cioccolata bollente, per le signore…e un semplice caffè macchiato per i signori ….. (dopotutto sono uomini che si fanno rispettare ….o no ?!! (ca..o) – evocando quanto successo…., se la ridono pensando …. ai tanti… che credono non si viva senza ” il smarfon” !!!! ….si dice così ??? bòòò !!!

Gli unici che veramente hanno bisticciato in questa “piacevole serata” , sono i due telefoni di casa Baingio/Ortensia, che continuavano a squillare , …. aspettando una risposta … che per una serie di equivoci , NON POTEVA MAI ARRIVARE !!!

g.b.