Volare si Può, Sognare si Deve!

Cultura

MISTER PARKINSON INCONTRA MISTER WILSON AD ALGHERO di Kai S. Paulus

Enorme quanto inaspettato è stato l’interesse per il primo incontro regionale sulla malattia di Wilson, che ieri, sabato 5 ottobre si è tenuto nella Sala Riunioni del Polisoccorso di Alghero.

La sala riunione del Polisoccorso Alghero ODV

L’idea, di parlare della malattia di Wilson, una rara malattia genetica (vedi ” ELEMENTARE, WILSON!”), hanno avuto il presidente della Associazione Parkinson Alghero ODV, Marco Balbina, ed il membro del Comitato Sardegna Associazione Nazionale Malattia di Wilson, Sara Rusconi. Si sono aggiunte subito altri esponenti del Comitato Sardegna, Marisa Cabiddu, Valeria Mulas e Donatella Secchi. Tutti insieme hanno organizzato un vero convegno scientifico con la partecipazione di esperto riconosciuti quali l’epatologo Giuliano Alagna (AOU Sassari), il pediatra Georgios Loudianos (Microcitemico Cagliari), il gastroenterologo e primario della Medicina Interna della ASL Nuoro Salvatore Zaru, insieme alle specializzande in gastroenterologia Laura Tanda e Donatella Dettori, lo psicoterapeuta Gian Luigi Pirovano (Alghero), e la psicologa Rossella Pinna (Sassari).

I presentatori Marco Balbina, Maria Antonietta Izza, Salvatore Dilorenzo, ed i rappresentanti del Comune di Alghero Francesco Marinaro e Enrico Bachisio Daga.

Dopo l’introduzione di Marco Balbina, della padrona di casa Maria Antonietta Izza (Polisoccorso Alghero ODV), che sarà anche la moderatrice dell’evento, e del presidente della Associazione Nazionale Malattia di Wilson Salvatore Dilorenzo, ed i saluti del Vice Sindaco del Comune di Alghero, Francesco Marinaro, e l’Assessore alla Programmazione, Bilancio e Risorse Umane del Comune di Alghero, Enrico Bachisio Daga, inizia una intensa ed interessantissima mattinata, che prima di iniziare vanta già curiosità e primati: la comunità del Parkinson invita quella del Wilson (personalmente lo trovo originale quanto azzeccato), è il primo convegno sulla malattia di Wilson in Sardegna, ed in sala sono presenti i massimi esperti regionali di questa patologia!

I relatori: Giuliano Alagna, Georgios Loudianos, Rossella Pinna, Laura Tanda, Donatella Dettori, Salvatore Zaru, Pier Luigi Pirovano.

Dalle relazioni dei sopracitati esperti è emerso che la malattia di Wilson, molto più frequente in Sardegna che non nelle altre regioni d’Italia, pur rimanendo una malattia fatale se non correttamente diagnostica e trattata, è gestibile e la terapia disponibile garantisce una aspettativa  e qualità di vita pressoché sovrapponibile alla popolazione generale. Interessante è il fatto, che la malattia, che negli stadi avanzati colpisce il cervello causando un parkinsonismo, da molti anni in Sardegna non arriva più all’osservazione dei neurologi. Questo a dimostrazione dell’ottimo lavoro svolto da pediatri, epatologi e gastroenterologi nella precoce diagnosi e presa in carico di bambini ed adolescenti, un vanto della nostra sanità regionale che andrebbe maggiormente evidenziato.

La seconda parte della mattinata è stata dedicata alle struggenti testimonianze di mamme e ragazze.

In sala si fa silenzio quando Mariella prende la parola; parla di sua figlia Eleonora, del continuo peggioramento del suo stato di salute, l’odissea per tanti ambulatori e specialisti, quasi tutto a proprie spese (“quando tua figlia sta male non accetti che il CUP ti dia un appuntamento tra un anno”); Eleonora riceve tante diagnosi diverse, tranne quella che poteva salvarle la vita a 20 anni, ma la diagnosi di malattia di Wilson arriva troppo tardi. In sala si discute di errori umani e della gestione sanitaria, e tutti sono d’accordo, una storia così clamorosa noni deve ripetersi!

Le testimonianze di Emma, Viola, Mariella, Valeria, Donatella.

Emma, 14 anni, racconta la sua storia, del suo lungo malessere, fino a quando diagnosi e terapia le hanno conferito fiducia e la voglia di andare avanti, addirittura da voler diventare ricercatrice per studiare la sua malattia e poter aiutare altri ragazzi. Donatella, racconta la storia di suo figlio quindicenne Luca e come, dopo il lungo ed inspiegabile malessere del figlio, la diagnosi è stata quasi una liberazione e ritorno alla normalità.

Valeria invece parla del suo percorso che inizia all’età di sedici anni con vari disturbi cronici che solo dopo dieci anni, durante la gravidanza, trovano spiegazioni, ma con una costante e scrupolosa adesione alle prescrizioni mediche ha vissuto sinora per 30 anni una vita ‘normale’.

Infine, la giovanissima Viola presenta il libro “Progetto Luce” di Manuela Mirai, una favola illustrata che vuole aiutare i giovani pazienti a perdere la paura dalla malattia ed avere coraggio a vivere la loro vita, normale e piena di opportunità.

Altri momenti del convegno

Un convegno, pienamente riuscito: Mister Parkinson ha incontrato Mister Wilson, gli specialisti si sono confrontati con la realtà delle famiglie e delle persone ammalate, ed Alghero ha dato il via ad una discussione che sicuramente proseguirà con altre iniziative, con l’intento di informare e far conoscere una malattia rara, ma sottostimata, di offrire un punto di riferimento, e di togliere la paura, citando Salvatore Dilorenzo: “I draghi esistono. Ma come nelle fiabe si possono sconfiggere.”

Che c’entra F. Kafka? testo di Romano Murineddu

Che c’entra F. Kafka?

Ho visto un bambino gattonare da solo. Avanzava, si fermava, si voltava a guardare il padre dietro di lui, e poi riprendeva senza paura. Così, diverse volte, fino ad allontanarsi tanto che molti erano in apprensione, ma non lui né il padre.

Non ho potuto resistere a questa immagine. Forse perché mi sono sentito come quel bambino oppure per la curiosità di vedere dove l’autore voleva andare a parare. Ho subito avvertito che la cosa poteva riguardarmi. In prima battuta magari come padre, perché anch’io ho un figlio che “gattona” e non è né sarà mai capace di affrontare la vita senza paura. Ma, posso essere stato io, e sarò, il padre rassicurante che gli dà la forza e la spinta per proseguire nella sua strada? Il mio deficit neurologico è compatibile con questa funzione che il destino mi ha assegnato, coinvolgendo tutto me stesso al massimo delle mie capacità?

L’autore dello scritto (Alessandro D’Avena, cura una rubrica del Corriere di lunedì) è un professore-scrittore-sceneggiatore particolarmente impegnato nell’analisi dei disagi adolescenziali e nell’esplorazione delle strade per aiutare a superarli. Normalmente non sono molto attratto da questo tipo di argomenti, perché adolescente non sono più da un bel pezzo e il mio spazio nel mondo è chiuso in un orizzonte sempre più ristretto e ingrigito da nubi minacciose, e perché sono tendenzialmente portato a cercare verità e ristoro in altri campi di interesse più concreto e pertinente. Quindi un lettore della rubrica per caso.

Lo scritto ha per titolo “kafkiano” e, facendo riferimento alla ricorrenza del centenario della morte di Franz Kafka, espone il contenuto di un libro intitolato “Conversazioni con Kafka” di Gustav Janouch. Costui, da adolescente, conobbe lo scrittore e lo ebbe come amico e mentore.

Il fatto sorprendente è che il contenuto di queste Conversazioni, citate nell’articolo, ha subito richiamato alla mente le recenti ammonizioni del nostro mentore e terapeuta che, in pubblico e in privato, non perde occasione per richiamarci al massimo impegno e alla massima saggezza nell’uso dei mezzi di cura per il nostro male: che sono di tipo farmacologico innanzitutto ma anche, e in modo rilevante, di motivazioni che toccano la sfera emotiva e il sentimento.

La lettura di Kafka ha attratto l’attenzione di adolescenti, per lo meno così era ai miei tempi, per le tinte forti, surreali e fuori dell’ordinario dei suoi scritti. La sua visione della vita votata alla rassegnazione e al cupo pessimismo sono sempre stati cibo quotidiano di cui si nutre voracemente la mente giovanile. Cibo però di certo poco appetibile ed entusiasmante per le persone sofferenti di Parkinson le quali, in misura più o meno marcata, vivono nell’angoscia di un domani che può essere tragico e che comunque sarà greve di difficoltà. Eppure, sentite un po’:

Kafka lo spiega così a Janouch che aveva definito pieno d’amore un suo racconto: «“L’amore non è nel racconto, bensì nell’oggetto della narrazione, nella gioventù”, … “Sono i giovani a essere pieni di sole e di amore. La gioventù è felice, perché possiede la facoltà di vedere la bellezza. Quando si perde questa facoltà, comincia la vecchiaia, la decadenza, l’infelicità”. “La vecchiaia esclude dunque ogni possibilità di essere felici?”. “No. È la felicità che esclude la vecchiaia: chi mantiene la facoltà di vedere la bellezza non invecchia”

Dr K. Paulus docet…

Non so e forse non è dato sapere se Kafka abbia mai conosciuto la malattia di Parkinson, ma il suo acuto modo di mettere a nudo gli affanni dell’animo umano fa quasi pensare che stia parlando di noi: che i pensieri, che ci angustiano e addebitiamo al nostro stato di malati, non sono altro che le stesse angosce che sopravvengono quando si diventa vecchi.

La mia esperienza della malattia non è più vecchia di circa 4/5 anni e vale ben poco, e non sono certo in grado di suggerire a nessuno neppure un utile consiglio di valido comportamento. Quanti possono esserlo? Eppure una piccola esperienza  – in realtà grande nella sua tragicità – l’ ho vissuta: la dolorosa perdita di un amico, ammalato di Parkinson, avvenuta nel giro di pochi anni. Non so se ciò è avvenuto per la particolare gravità con cui la malattia ha colpito o per la concomitanza di altre complicazioni: il ricordo che resterà per sempre impresso è lo sguardo spento e la postura inerte che facevano trasparire quello che già all’interno era sopravvenuto. L’isolamento, l’abbandono e la rinuncia alla vita.

L’immagine del bambino che gattona richiama riflessioni che tutti conosciamo bene. Quando mi sono aggregato e ho conosciuto i compagni di viaggio dell’Associazione mi ha subito colpito un aspetto. Cosa ci fanno tutte quelle persone che la frequentano senza averne titolo, nel senso che non hanno la fortuna di godere della malattia di Parkinson? Molti sono famigliari o accompagnatori, necessari per il sostegno fisico dei malati che ne hanno bisogno, ma molti sono solo persone, generalmente anziane, che hanno piacere e desiderio di stare insieme.

Il genitore che osserva e vigila sul bambino in pratica è quella rete invisibile che ci unisce tutti e ci impedisce di cadere o di perderci. Ci spinge a comunicare tra noi, rivolgendoci l’un l’altro col nome di battesimo, accompagnando il discorso col contatto fisico di un braccio o di una spalla per far sentire anche fisicamente la vicinanza e l’empatia che ci lega. Far sentire la propria voce è una manifestazione di vita, il presupposto per non “morire dentro”. Che non riguarda solo il Parkinson, ma l’umanità tutta.

Joice, danzapedagogista, danzaterapeuta e ricercatrice, scrive all’Associazione


22/04 19:50

Colpita nel cuore

Alla cortese attenzione della signora Dora Corveddu e del Dottor Kai Paulus

Buona serata Dottor Paulus,

si é proprio vero: VOLARE SI PUO’, SOGNARE SI DEVE!

nella mia ricerca in internet per: intervento chirurgico di protesi articolare si è aperto il vostro sito. Il vostro sito che è semplicemente magnifico. Non ho parole.

Mio nome è Joyce, Olandese, 1953, ma vivo da quasi quarant’anni in Lombardia, vicino a Como, con mio marito. Non abbiamo figli.

Sono danzapedagogista, danzaterapeuta e ricercatrice fra altro per la Danzaterapia e Parkinson: emozioni in movimento.

Sono Socio dell’Apid, (Associazione Professionale Italiana Danzamovimentoterapia) e da tanti anni membro dell’International Dance Council CID UNESCO.

La vita è piena di ostacoli ed è stato molto brutto ricevere qualche anno fa la notizia che mio marito (1947) ha il Parkinson.

Per di più ha altri problemi di salute. Attualmente cammina con le stampelle a causa della coxartrosi all’anca.

Il vostro sito è una meraviglia e mi complimento con voi. Siete molto molto attivi. Ci sono degli articoli che sono molto interessanti.

Si sente il vostro amore, il vostro cuore, nella dedizione ai vostri soci.

Complimenti per tutte le attività, complimenti per tutti le pillole. Magnifico.

Sono rimasta colpita nel cuore.

Siete unici!!! Grazie di questo sito.

Sono grata che vi ho “trovato” in internet.

Un abbraccio e ogni bene per voi.

Con stima

Joyce

Una domenica a Tissi – testi di Franco Simula


La location del  concerto era splendida.  In una serata caldissima e afosa di  questo luglio bollente il termometro oscillava intorno ai 40 gradi all’Ex-Ma, al momento del tramonto, quando un sole infuocato andava a tuffarsi a Capo Caccia, che si intravvedeva dalle ancora verdi colline di Tissi.  Lo spazio dell’Ex-Ma, già di per sé progettato anche per dare ristoro ai fortunati tissesi nelle belle stagioni, ieri 16 Luglio 2023, ha fatto da splendida cornice al concerto corale organizzato dall’Associazione Musicale Sing-Sing-Sing che annunciava la conclusione dell’anno sociale.   Sponsor dell’evento il Comune di Tissi.

Hanno aperto la serata i parkinsoniani proponendo cinque canzoni del loro repertorio ormai collaudato e hanno concluso la loro performance con “O’surdato nnamurato” che ha scatenato una marea di applausi. 

 Visibilmente emozionato e in difficoltà, è salito sul palco accanto a Fabrizio un giovane allievo che, guidato da un  maestro attento, sensibile, generoso è stato capace di un’esibizione eccezionale, ricca di intensità e pathos, degna di palchi più prestigiosi. La voce , prima incerta del ragazzo, si è fusa in una simbiosi così forte con la voce vellutata e potente del maestro da provocare una intensa partecipazione e  commozione  accolta da un fragoroso e meritato applauso. Forse neanche il maestro aveva previsto un risultato così eclatante e coinvolgente.

Una scelta d’amore, non solo musicale, ha saputo compiere un miracolo pensabile ma non impossibile.

 Di seguito si sono esibiti con esiti decisamente lusinghieri alcuni giovani dell’Associazione Sing, Sing, Sing, che proponendo brani impegnativi degli ultimi festival di S. Remo hanno dimostrato spiccato talento personale e possibilità  di utilizzo anche in ambito professionale locale.  

 Nel caldo e nella normale confusione della affollatissima serata  ha svolto il suo spontaneo, personale spettacolo una bambina di 6-7 anni , che per tutta la durata dell’evento canoro, alla base del palco,  non ha fatto che svolazzare come una libellula “infatuata”;  non faceva altro che mostrare inconsciamente il proprio talento.  Sarà opportuno che qualcuno sappia indirizzare correttamente queste qualità naturali.

. Un particolare ringraziamento è giusto riservarlo al Punto di Ristoro che è stato in grado di 

soddisfare tutte le richieste del numeroso pubblico, anche dopo la mezzanotte .                                                                             

E’ stata una calda ma bella domenica di festa.

                     Franco Simula


“CasaPark” ringraziamenti della Presidente Dora Corveddu

Associazione Parkinson Sassari odv

30 giugno 2023 Ringraziamenti

L’inaugurazione della nuova sede dell’Associazione Parkinson Sassari rappresenta il coronamento di un lungo periodo di ricerca di uno spazio necessario, oserei dire terapeutico, per tutti coloro che, parkinsoniani e caregiver, da anni frequentano la nostra comunità per effettuare le attività programmate, fisoterapia e canto corale, magistralmente guidate dalla dott.ssa Elenia Mainiero e dal maestro di canto Fabrizio Sanna che con dedizione e professionalità accompagnano gli ammalati nel percorso volto a “riabilitare” e a recuperare abilità che con la malattia di Parkinson vanno progressivamente perdendosi.

Oggi avere una nostra sede, una casa comune in cui incontrarci per tutte le attività anche quelle inclusive e socializzanti, ci riempie il cuore di soddisfazione e di gioia.

Innanzitutto ringrazio coloro che sono stati gli ideatori e i promotori del nostro gruppo associativo fin dalla sua nascita: il dott. Kai Paulus che ha fortemente voluto e creduto nell’opportunità di creare un gruppo attivo che sostenesse i portatori di Parkinson e desse avvio a quelle che definiamo artiterapie che rallentano l’evolversi della malattia e creano solidarietà e socializzazione.

Voglio ricordare e ringraziare il primo presidente della nostra Parkinson Sassari, Franco Delli e gli altri membri del direttivo Graziella Manchia, Piero Faedda e Peppino Achene.

Già alcuni anni prima del 2013, anno di nascita dell’associazione, è iniziata la ricerca di uno spazio adeguato alle sue esigenze, ma forse i tempi non erano ancora maturi per conquistarla. Ed allora la disponibilità di dirigenti scolastici di ogni ordine e grado ha consentito di avviare le attività: fisioterapia con Pinuccia Sanna, danza-movimento-terapia con Annalisa Mambrini e teatro-terapia con Franco Enna, hanno raccolto intorno agli esperti soci entusiasti che via via sono andati crescendo nel numero. Successivamente, nel 2016, con l’insediamento del nuovo direttivo guidato da Franco Simula, coadiuvato da Dora Corveddu, Tonino Marogna, Adelaide Sanna, Franca Marras e Geminiano Bevitori, la ricerca si è fatta più pressante e numerose sono state le promesse non mantenute, le attese nelle sale d’attesa estenuanti e ancora i nostri desideri ed i nostri bisogni sono rimasti inascoltati.

Solo con l’attuale direttivo guidato da Dora Corveddu, sostenuta da Franco Simula, Adelaide Sanna, Tonino Marogna, Assunta Pilo, Mariuccia Tortu e Caterina Sanna, condizioni favorevoli e disponibilità di locali del Comune, nel 2022 la nostra ricerca è arrivata al suo capolinea.

La nostra nuova sede ubicata in via Ardara, 12 , dopo un periodo di ristrutturazione e allestimento, è attiva , aperta quotidianamente ai suoi soci e il giorno 30 giugno 2023 abbiamo avuto la gioia di inaugurarla e festeggiare con grandissima partecipazione di ospiti.

A questo punto non posso non esprimere la immensa gratitudine dell’associazione e mia personale a tutti coloro che hanno reso e rendono possibile tutto questo.

In primo luogo voglio dire grazie all’amministrazione comunale che con sensibilità e fiducia ci mette a disposizione uno spazio ampio, accogliente ed adeguato alle esigenze dei parkinsoniani e di coloro che li seguono settimana dopo settimana raggiungendo risultati sempre più positivi.

 

Ringrazio pertanto il sindaco Nanni Campus, l’assessora al Patrimonio, Rosanna Arru, che immediatamente ha dato ascolto alle nostre richieste ed ha individuato subito il locale adeguato; li ringrazio ancora perché ci hanno onorato della loro presenza nella giornata inaugurale e di festa.

Grazie ancora alla Fondazione di Sardegna, da anni finanziatrice dei nostri progetti, consentendoci di realizzare obiettivi importantissimi, attraverso l’utilizzo di moderni strumenti riabilitativi. Grazie al suo attuale Presidente, Giacomo Spissu, che ha finanziato il nostro ultimo progetto ed è stato gradito ospite nel giorno di festa.

Grazie al dott. Gianfranco Ganau, già Presidente del Consiglio Regionale e Sindaco di Sassari , nonché benefattore della nostra Associazione.

Grazie a don Giuseppe che ha dato la sua benedizione ai nostri locali ed ha espresso parole di incoraggiamento.

Voglio ancora ringraziare gli sponsor privati che con le loro donazioni, talvolta anonime, consentono di arricchire nel tempo l’offerta di proposte e attività fondamentali che rendono sempre più proficui i nostri interventi.

A tutti esprimo il nostro grazie ed in particolare allo Studio Radiologico Urigo, a Miriam Caddia dell’Acqua Minerale Santa Lucia e a Tonino Arcadu, titolare della Cantina Gostolai di Oliena.

Vorrei ringraziare infine il Prof. Pier Andrea Serra e il dott. Giuseppe Demuro, per aver tenuto insieme il nostro Ecosistema Parkinson Sassari specialmente nel difficile periodo delle restrizioni sociali durante la pandemia del Covid-19, grazie alle tante, bellissime ed interessantissime, videoconferenze, grazie alle quali non solo ci siamo potuti informare a distanza, ma soprattutto siamo rimasti in contatto, superando lontananze e isolamenti.

Grazie davvero a tutti, nessuno escluso, perché la vostra generosità è garanzia di condivisione e di apprezzamento per quanto viene fatto nella nostra città a favore di persone fragili.

Ed il nostro motto “ Volare si può Sognare si deve “ è quanto mai attuale e foriero di belle novità e grandi speranze.

 La Presidente
Dora Corveddu


C’era una Volta il 6 luglio 2023 – testi di Antonello Park

Spiaggia di Porto Ferro

C’era una volta (Sembra quasi una favola della Walt Disney) un pulmino rosso chiamato Oreste che, con la sua amica, la bellissima Mercedes “ParkMobil” decisero di trovare riparo dal caldo estivo andando al mare.

Tra una nota stonata e l’altra “si canta sempre durante le gite, senza curarsi purtroppo delle orecchie altrui”.

Arrivati sulla spiaggia di Porto Ferro il gruppetto di villeggianti incontrano e si uniscono ad altri bagnanti che si stanno cimentando in una  disciplina chiamata Surf. I risultati ottenuti furono sorprendenti con una dose altissima di divertimento.

Quella spiaggia é famosa anche per la moltitudine di pittoresche creature che la frequentano.

Sergio, Luisa , Antonello

Mai sorpresa più gradita ed inaspettata quella con la Dott.ssa Mainiero ed il Maestro Fabrizio che si uniscono al gruppo.

Dora, Elenia e Fabrizio

Grande incontro di “braccio di ferro” che, nonostante il solletico che l’amica Maria ha fatto al campione in carica, ha visto un risultato scontato.

Dopo tanto sport, ci trasferiamo tutti in griglieria dove, fra carne, pasta, calamari e altro, i nostri eroi si abbandonano ad un abbondante pasto.

E via nuovamente  fra canti e Balli per la felicità di tutti: accompagnati dalla chitarra di Marco Bonga Pistidda e i suoi coristi, , la voce di Fabrizio e le esibizioni acrobatiche di Adelaide e Tonino.

Staffa al chioschetto sulla spiaggia e poi, a malincuore, ci dirigiamo verso Oreste e la Bella Mercedes per il rientro a casa.

Siamo tutti d’accordo che questo incontro socializzante é stato a dir poco Bellissimo.

……E tutti vissero felici e contenti come in una favola…..

20 giugno 2023 Inaugurazione Nuova “CasaPark”

Alla presenza di Autorità e sostenitori, é stato inaugurato  il nuovo Hub per i malati di Parkinson

https://www.videolina.it/articolo/tg/2023/07/01/sassari_apre_casa_park_il_primo_hub_per_i_pazienti_di_parkinson-78-1183680.html

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Finché morte non ci separi – testo di Franco Simula




Questa cronaca non vuole essere un’elaborazione critica del lavoro teatrale, ma vuole essere uno scambio “cionfraiolo” con l’amico Luca Murineddu (ARMANDO), tenendo naturalmente come sfondo di riferimento la rappresentazione teatrale.

(ARMANDO) Ancora non riesco a capire perché mia moglie che mi tradisce con l’uno e con l’altro e a me non riserva che disprezzo e male parole, vuol dare ad intendere al mondo intero ma soprattutto a me, che tutto fila liscio fra noi e che nella nostra vita quotidiana tutto è idilliaco. Balle. Bugie . Menzogne. In realtà, mi ha sempre trattato in malo modo, con sufficienza. Da qualche tempo a questa parte, però, sembra diventata improvvisamente gentile: ed in effetti qualcosa in lei è cambiato. Perché? Che cosa può essere capitato? Che sia venuta a conoscenza della mia strabiliante vincita alla lotteria? Un milione di euro, tutti in un colpo, sono una somma che disturba i sonni di chiunque e provoca l’invidia di una moglie che mi avrebbe mandato volentieri alle ortiche se non le fosse saltata in mente l’idea di impossessarsi di quel malloppo. In qualsiasi modo. Anche illegale. Questi ed altri pensieri confusi frullavano nella mente di Armando mentre lui effettivamente doveva pensare a come investire tutti quei soldi.
(FRANCO) Lo sai, Luca, che mi hai stupito favorevolmente anche come attore? Conoscevo altri tuoi interessi ma queste qualità nella recitazione mi erano sconosciute.
Disinvolto, sicuro sul palco, talvolta anche spavaldo, capace persino di risolvere improvvise situazioni di imbarazzo. Potrà fare tutti i tentativi che vuole la tua furba moglie che ti vorrebbe, come dicono a Sassari, “corruddu e affusthigaddu”, e cioè tu fuori dai piedi e lei a godersi con l’amante i soldi vinti da te alla lotteria. Ma ho visto che l’impavido marito resiste con spavalderia usando un riso beffardo che è quello che si addice a queste situazioni . Però alla fine ti sei lasciato “fregare” da un avvocatello qualsiasi che si è goduto i piaceri derivanti da una grandiosa vincita alla lotteria che prevedeva , per te e non per lui, un soggiorno da sogno in un paese incantato . E alla fine della storia, caro Armando, ti sei fatto sorprendere, come un pesce in barile, dalla polizia che, usando il più elementare degli stratagemmi ti ha arrestato per procurato allarme. Ti hanno fatto un semplice solletico alla pianta dei piedi che ti ha fatto ridere a crepapelle e ti ha fatto individuare e denunciare immediatamente dai poliziotti per procurato allarme. Come un pollo. Potevi stare più accorto.
ARMANDO e ti pare che se non me lo avesse imposto il copione mi sarei fatto fregare dall’ultimo degli sbirri? Così come non avrei permesso all’avvocato che doveva tutelare i miei interessi di andarsi a spendere i soldi da me guadagnati alla lotteria in un paese esotico d’oltremare. A godermi quella fortuna ci ho pensato anch’io ma quando ci si mette di mezzo il…copione, non c’è niente da fare.

Dopo queste considerazioni scherzose una riflessione seria mi sembra giusta e doverosa: la rappresentazione teatrale che nessuno di noi parkinsoniani conosceva è stata la rivelazione dell’impegno di un gruppo di ragazzi che nonostante qualche problema personale ha saputo interpretare il ruolo teatrale che gli è stato assegnato con tanto impegno ed entusiasmo da strappare più volte gli applausi a scena aperta del numeroso pubblico Alla conclusione della commedia è stata una festa gioiosa per tutti , abbiamo potuto applaudire un gruppo di ragazzi felici ma anche con un velo di commozione. E non erano soli.

Franco Simula


 

Castelsardo 02/04/2023 – testo di Franco Simula

CASTELSARDO 2 aprile 2023

Non saprei dire se siamo noi sfortunati o se sono i pullman che ci vengono assegnati che hanno il satellitare sballato perché non arrivano mai direttamente, al primo colpo, alla località a cui siamo diretti.
Per le strade interruzioni a go-go: domenica eravamo già a un buon punto verso la città doriana: interruzione della strada. Dietro front, si torna indietro passando per Sorso. Ce lo potevano dire prima che arrivassimo a Marrizza.
La giornata comunque è stata bellissima! Come? Se è piovuto quasi tutto il giorno. Embè non può forse essere bella anche una giornata di pioggia? Intanto perché un po’ di pioggia la stavamo aspettando e poi anche perché quando pioveva noi eravamo dentro il pullman. La mattinata è passata in fretta perché, tra interruzioni e rinvii, ce n’era rimasta poca. Il tempo per fugaci visite ai negozi di artigianato: il corallo dei bei souvenir era ovviamente taroccato ma i rivenditori non facevano niente per farlo passare per corallo vero . Ciò che invece non siamo riusciti a godere è stato uno spettacolo sempre incantevole a Castelsardo: la città illuminata dal sole di primavera. Ma già, non si può avere tutto. All’ora del pranzo ancora pioggia. E noi per ripicca, in ristorante da “Sale e Peppe” dove al nome hanno opportunamente abbinato il condimento che negli antipasti che ci sono stati serviti era corposo e succulento. Tanto da invogliare chiunque a bere qualche goccio in più del buon vino che ci è stato servito.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Anche Nicola, ragazzo speciale, col suo “fiuto” ha intuito immediatamente che stava vivendo una giornata diversa dalle solite. E infatti si è scatenato a fare o mimare le cose più divertenti: ha giocato alla morra come un esperto conoscitore della gestualità e del conteggio dei punti; ha mimato il fumo di una sigaretta come un ragazzo vissuto. Ha riso e cantato come da molto non gli capitava: insomma si è divertito tanto. Nicola aspetta a breve un’altra di queste feste. Il pranzo è stato gradevole e gradito. All’inizio, prima che ciascuno trovasse la propria posizione, sembrava non ci fosse spazio sufficiente per tutti, invece durante il pranzo è spuntata, inattesa, qualche battuta di morra sarda. Tutto questo marasma è stato fedelmente registrato dalla “vecchia” e gloriosa macchina fotografica di Gian Paolo Frau che ha avuto la pazienza di riprendere proprio tutti. Ci si può già rivedere nel sito.

Il pomeriggio è stato dedicato al canto del coro dell’Associazione. Fra le attività complementari che i parkinsoniani svolgono, uno spazio importante è stato riservato al canto che tante soddisfazioni ha dato ai singoli e all’intera Associazione.
La locandina predisposta dall’Associazione Parkinson Sassari assieme alla comunità di Castelsardo prevedeva l’esecuzione di 15 brani di vecchie canzoni che hanno riscosso l’applauso entusiasta dei castellanesi presenti nonostante la serata piovigginosa. Prima dell’evento canoro la presidente dell’Associazione Dora Corveddu ha porto il saluto alla comunità castellanese cui ha fatto seguito un commosso ricordo del Sindaco Antonio Capula.
Dopo l’esibizione canora, anche un po’ stanchi, ancora sotto la pioggia, abbiamo raggiunto il pullman del ritorno.
A Sassari ci aspettava il bel sole che a Castel Sardo si era nascosto tutto il giorno sotto le nuvole.

Franco Simula

Immagini della Gita e Pranzo a Castelsardo 02-03-2023

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