Volare si Può, Sognare si Deve!

Attività

OSSERVAZIONI sulla Poesia di Paolo Marogna

Straordinaria e inaspettata scoperta. Dal silenzio più profondo, che appariva come l’atteggiamento a Lui più congeniale, al più clamoroso ed eclatante dei risvegli. Due brani di poesia presentati una sera in maniera un po’ movimentata, hanno costituito “l’incipit” della sua rivelazione come poeta. Due poesie fra le più belle -a mio giudizio, delle cinquanta composizioni ( compresa una dedicata agli amici Tonino e Adelaide per i 50 anni di matrimonio) contenute nella attuale raccolta che, per non velare assolutamente la propria condizione di uomo sofferente, ha voluto intitolare Casa Parkinson.
Parliamo di Paolo Marogna. Da circa due anni frequenta l’Associazione Parkinson ma immediatamente non mette in evidenza nessuna particolare propensione salvo quella connessa alla sua professione di commercialista che gli consente di rendersi subito utile all’associazione attraverso la compilazione del bilancio annuale.
Nessun indizio, invece, che possa far pensare a un Paolo Marogna letterato, appassionato lettore di buoni romanzi e con sorpresa di tutti poeta. Poeta delicato, sensibile,dal linguaggio semplice quasi naif, ma dalle riflessioni profonde che afferiscono ai problemi che da sempre tormentano l’animo umano; dalla morte all’amore in tutte le sue svariate sfaccettature, dalle incomprensibili sofferenze degli innocenti alle catastrofi che in un attimo cancellano dalla faccia della terra migliaia di persone ignare del triste destino che le aspetta. Il tratto comune che caratterizza tutte le poesie è quello costante della semplicità: sembrano conversazioni confidenziali fatte al bar con un amico.
Una sera, dunque, Paolo arriva nel salone dove si tengono le varie esercitazioni programmate, tiene qualcosa in mano ma non riesco a stabilire con esattezza di che cosa possa trattarsi: sembra una busta.
Durante uno dei tanti movimenti che gli sono necessari prima di sedersi, la busta gli cade dalle mani, qualcuno si precipita a raccogliere “l’oggetto” che sembra essere molto prezioso. Paolo, ringraziando, riprende la busta, la depone sul piano di una sedia e ci si siede sopra. Stavolta finalmente è sicura.
Non so proprio se quella sera Paolo abbia pensato più al contenuto della sua busta che all’Uomo in Frack, il quale sempre elegante ma ormai rovinato e disperato si lascia scivolare nelle acque del fiume.
Certa è una cosa, appena finita la lezione del canto, Paolo prende la preziosa busta che ha persino rischiato di perdere e, vincendo la sua naturale ritrosia, mi viene incontro e consegnandomi la busta “Leggile-mi dice- ci sono due mie poesie vedi se vanno bene”. E sapendo che sono un ex insegnante di lettere, con grande umiltà (altro suo segno caratteristico) aggiunge:”Se c’è qualcosa da correggere fallo pure con la massima libertà”.
Fatta qualche eccezione per la punteggiatura – che peraltro rappresenta un aspetto molto soggettivo della grammatica italiana – i concetti dei vari brani poetici sono semplici, lineari, chiari, non danno adito a interpretazioni controverse mentre inducono a ulteriori riflessioni. In mezzo alla confusione dell’uscita rimando l’apertura del plico, ma appena arrivato a casa apro il prezioso scrigno e trovo le poesie di cui parlavo poco prima , ancora col titolo provvisorio di “Considerazioni”: in una successiva catalogazione più razionale prenderanno rispettivamente il titolo di “Maestrale” e “Compagni di Viaggio”. Due delle poesie più belle del compendio -dicevo poc’anzi – rappresentano una,”Maestrale”, una metafora della vita fatta di prove, vittorie, sconfitte e con una sola allusione, il vento di Maestrale a quella che è stata la passione di una vita: la guida degli aerei ultra leggeri. Per la guida degli aerei, siano essi piccoli o grandi, la conoscenza dei venti -in questo caso il maestrale dominante
nell’aeroporto di Alghero – è fondamentale. Infatti :”Se vinci non vinci niente, se perdi perdi tutto” L’altra poesia contenuta nello scrigno è “Compagni di viaggio”. Dopo le tenerezze iniziali “Vorrei regalarti un sorriso…darti una mano da stringere…” Paolo si sofferma un attimo a riflettere sulle prove e le difficoltà che la vita riserverà loro e palesa l’esigenza interiore di aggrapparsi a qualcuno che ne condivida le sofferenze: “Un amico può servire anche a questo”. Ma è troppo chiaro che non si tratta di un amico qualsiasi ma della compagna di una vita, metà della sua anima, che con la sua discreta ma vigile presenza interpreta alla perfezione l’ultimo verso della poesia: “l’importante è sapere di non essere soli”.

E’ intendimento dell’Associazione far conoscere a tutti le poesie di Paolo Marogna pertanto già da Domenica 3 Febbraio 2019 cominceremo con la pubblicazione delle prime due poesie “Maestrale” e “Compagni di viaggio” che hanno un significato particolare come ho raccontato nella presentazione delle sue poesie. In seguito pubblicheremo una poesia il giovedì e una la domenica. Buona lettura. (f.s.)

Racconto del 2018, anno memorabile. Testo di Francesco Simula


E’ appena trascorso il 31 Dicembre 2018, ultimo giorno di un anno che per la molteplicità e l’importanza degli eventi che sono capitati possiamo considerare memorabile.

 

Tutto inizia il 1° aprile 2018, giorno nel quale la Dirigenza Regionale della Sanità, nelle persone di dott. D’Urso e dott. Moirano – con una specifica convenzione provvisoria di tre mesi – fissa l’inizio dell’attività del nuovo ambulatorio dedicato alla Malattia di Parkinson e ai Disordini del movimento e ne affida l’organizzazione e la guida al dott. Kai Paulus. Il primo aprile, come è ormai noto da secoli, è la giornata degli scherzi e per giunta coincide con la domenica della Pasqua.

Il Direttore della Clinica Neurologica, seguendo una prassi inveterata che vede le guardie notturne e festive affidate preferenzialmente al dott. Paulus, decide – come “buonuscita” premiale – di assegnargli nel suo ultimo giorno di lavoro in clinica, la guardia notturna del giorno di Pasqua. Lo scherzo del primo Aprile era stato confezionato in maniera perfetta, ma il dirigente territoriale del nuovo servizio ATS non ne vuole neppur sentire parlare. “Il dott. Paulus ha una nomina che decorre dal primo Aprile, e non verrà alterata per nessun motivo.”

In questa maniera per certi versi divertente ha inizio l’attività del dott. Paulus in quella che possiamo definire una struttura del tutto nuova che finalmente pone fine all’inverecondo spettacolo delle liste d’attesa infinite o rinviate sine die per la cronica carenza di medici dalla Clinica Neurologica.

La Convenzione ha una durata di tre mesi durante i quali il dott. Paulus fa centinaia e centinaia di visite con grande soddisfazione degli ammalati che ormai si rendono conto concretamente che il rito penoso dell’attesa è da dimenticare definitivamente. Ma il 30 giugno arriva in un batter d’occhio mentre del rinnovo della Convenzione non si sente parlare per niente. A questo punto della storia basta un piccolo sollecito e la Convenzione viene rinnovata sino al 30 Giugno 2019. Quindi per un intero anno.

Grande gioia da parte dei Parkinsoniani per la grande conquista realizzata: niente più liste d’attesa per lunghi periodi , niente più paura costante che dopo tempi lunghi di sospensione il centro potesse chiudere definitivamente, e infine la cosa più importante: il riferimento certo sempre allo stesso medico, cosa che nelle patologie neurodegenerative croniche costituisce un aspetto determinante per la serenità del malato che ha riposto la propria fiducia in quel medico.

Questo non è stato l’unico successo dell’Associazione ma certamente basilare, anche perché preceduto da una lunga e incerta trattativa con due abili ed esperti Dirigenti della Sanità: il dott. Moirano e il dott. D’Urso. I quali, superando non pochi intoppi burocratici, hanno adottato una decisione saggia, lungimirante e persino più economica (minor numero di interventi di Pronto Soccorso e ricoveri) anche in considerazione di due fattori incontrovertibili: l’aumento dell’età media della vita e conseguentemente la sempre maggiore incidenza di patologie neurodegenerative, come Parkinson e Alzheimer.

Dopo questa parentesi riservata alla creazione di un ambulatorio dedicato ai malati di Parkinson e ai Disordini del Movimento è giusto e doveroso estendere lo sguardo a tutte le altre attività, messe talvolta in secondo piano per la necessità di concludere a tutti i costi il problema dell’ambulatorio.

Le attività dell’Associazione potrebbero essere parecchie, molte di più rispetto a quelle in atto: in attesa di poter riprendere musico- danza-terapia con la dott.ssa Mambrini, incidentata, ci si è concentrati soprattutto su fisioterapia e canto sia per mancanza di spazi adeguati che per mancanza di operatori disponibili in questo scorcio di anno.

 

 

La fisioterapia

Fisioterapia proposta da Pinuccia Sanna in modo professionale e coinvolgente rimane un caposaldo fisso e intoccabile. L’altra attività che ha riscosso un enorme successo è stata il coro guidato dal maestro Fabrizio Sanna, il quale è riuscito a coinvolgere un gruppo di anziani raccogliticci e a trasformarlo in gruppo canoro che, abbandonate le remore iniziali, ha trovato la fiducia e l’autostima necessaria per esibirsi presso case per anziani, auditorium e perfino nella Galleria Auchan dove, qualche settimana prima ci era stato messo a disposizione uno spazio per poter presentare l’Associazione e offrire piccoli gadget in cambio di offerte spontanee. 

 

Giornata del Parkinson a Oristano

Qualche mese prima, ed esattamente il 18 maggio 2018, nell’ambito della Giornata Mondiale Parkinson, abbiamo partecipato a un incontro ad Oristano sulle problematiche esistenti fra malattia e paziente e fra malattia-paziente e istituzioni. La giornata è stata bellissima e indimenticabile sotto tutti i punti di vista: meteorologico, umano, sociale e specificamente della condivisione di tutto dal pranzo, ai canti, ai balli.

In occasione del 10° Convegno Parkinson -27 Novembre 2016- per cominciare a pensare secondo il nostro motto “volare si può sognare si deve”, esprimemmo due sogni : il primo riferito all’Ambulatorio Parkinson, il secondo al legittimo desiderio di poter disporre di una casa che potesse almeno fare da sede amministrativa dell’Associazione. 

Inaugurazione “Casa Park”

Ebbene il 13 Ottobre 2018 abbiamo inaugurato la Casa Parkinson con una bella cerimonia alla quale hanno partecipato tantissimi amici dell’Associazione fra cui il Presidente del Consiglio Regionale dott. Gianfranco Ganau, la vicepresidente della Fondazione di Sardegna avv. Angela Mameli, il nostro Neurologo di riferimento dott. Kai Paulus, la presidente della Fondazione Figlie di Maria, la dott.ssa Patrizia Mercuri e molte altre persone illustri e meno illustri ma tutte molto care all’Associazione. La cerimonia conclusiva era stata preceduta da un lungo periodo di preparazione fatto di adattamento alle nostre esigenze di una casa dismessa da anni che hanno personalmente impegnato alcuni di noi (in particolare Tonino Marogna) durante tutta l’estate a rendere più accogliente la casa dato che l’Accoglienza vuole essere la connotazione costante della nostra associazione.

E infine il 12° Convegno Parkinson tenuto nella Sala Angioj della Provincia. A quell’incontro del 24 Novembre 2018 ha partecipato anche il Sindaco Nicola Sanna il quale a una nostra richiesta precisa si è impegnato formalmente a farci ottenere -prima della conclusione del suo mandato amministrativo- uno spazio ampio e adeguato alle nostre esigenze di Associazione in espansione e piena di mille idee e potenzialità che aspettano solo di essere concretizzate, grazie anche all’apporto di nuovi talenti emersi tra i nostri soci e sostenitori: poeti, scrittori, musicisti, pittori…

Ma il 2018 ci ha riservato nuovi e più esaltanti successi, e una fine d’anno col botto (per citare Paulus). Infatti, il 19 Dicembre il dott. Paulus è nelle condizioni ottimali per avviare il secondo livello clinico nelle fasi più avanzate della malattia: somministrazione, attraverso una iniezione continua sottocute e dunque evitando la via orale, di un farmaco direttamente nel sangue, con vantaggi diretti per il paziente.

Inoltre sarà possibile prescrivere un farmaco nuovo, Ongentys, che ha il vantaggio di essere monodose. Dulcis in fundo, il dott. Paulus ha concluso la sua carriera di precario, e finalmente potrà liberarsi dal raro privilegio delle guardie notturne e festive, ad metalla, in miniera.

Auspicando per il futuro, l’organizzazione di un centro Parkinson multifunzionale che costituisca un punto di riferimento essenziale nel nostro territorio, auguriamo a tutti i nostri amici un sereno 2019 nello spirito della solidarietà e dell’inclusione, e possibilmente della gioia dello stare insieme.

Il coro “Volare si può” all’Auditorium di Sassari

Il coro “Volare si può” all’Auditorium di Sassari 

Il 19 dicembre 2018 il coro dell”Associazione Parkinson Sassari ha inaugurato la 1° edizione di “Sing Sing Xmas” organizzata dall’Associazione Sing Sing Sing ETS e presentata dal Maestro Fabrizio Sanna; grande affluenza di pubblico per ascoltare il nostro coro e i numerosi artisti presenti sul palco dell’Auditorium di Via Monte Grappa. Le foto presenti sono state scattate dal fotografo Antonio Idini.

Cronaca di una giornata  felicemente serena – G.B.


Cronaca di una giornata  felicemente serena.

Sabato 24 novembre nella sala Angioy della Provincia, si è  svolta la  “12^ Giornata Sassarese della Malattia di Parkinson” , atteso appuntamento nell’agenda dell’Associazione Parkinson Sassari ,  grande  contenitore di motivazioni , corredato oggi, da  relazioni scientifiche , intermezzi di arte/terapia  filmati  e esibizione del coro  Park, tutti di ottimo livello, rivolto a una platea eterogenea e partecipativa.

Come sempre succede in Casa Park, i preparativi sono stati  “febbrili” , un rincorrersi di impegni per far “quadrare” la scaletta del programma, che doveva necessariamente rispettare precisi orari per la sala, messa gentilmente a disposizione dall’ospitante.

Per non venire meno al motto  – Volare si può…..-  la determinazione  ” puntigliosa” del Direttivo, affiancata  da volonterosi associati , sostenuta dal Responsabile scientifico  Dr. Paulus  nella scelta dei validissimi relatori , ha  consegnato agli annali un altro evento da ricordare con piacere.

La novità assoluta di questa giornata è stata la partecipazione di “giovani” , neo laureati  di diverse discipline scientifiche  iscritti  al Corso di Nutrizione  tenuto  dal  Prof. Serra della Facoltà di Medicina , oggi relatore nel convegno,  e le graditissime presenze di alcune autorità politiche e istituzionali, quali il Sig. Sindaco di Sassari Dr Sanna  e del’Onorevole Pisanu.

La prima parte del convegno, “gestita” magistralmente dall’esperto  archorman  Dr. Paulus,  dedicata alle relazioni scientifiche, sapientemente esposte dai relatori  –  Prof. Serra,  Dott. Carpentras, Dott,ssa Pinna, Dott.ssa  Sanna,  Dott.ssa Mambrini  –  pur conservando il rigore che imponeva la materia, si sono mantenute sobrie nella comunicazione e aperte a ulteriori spiegazioni sollecitate dai convenuti all’evento; addolcite dai filmati di repertorio delle Arti/terapia dell’Associazione che scorrevano in contemporanea sullo schermo, dove con gli attori, riapparivano ricordi di persone care.

Nella seconda fase il clima di festa, perché per gli Associati è stato un giorno di festa, gli intermezzi poetici , il personaggio dell’anno e il Coro Park a conclusione,  ha contagiato tutta la platea, unanime nel tributare applausi e complimenti gratificanti.

A conclusione il rinfresco offerto ha tutti i partecipanti  ha confermato il clima di festa in famiglia , e gli attestati di stima anche da   parte dei nuovi iscritti  all’ Associazione ha rafforzato la convinzione che la crescita costante di Casa Park,  in qualità e impegno, si ottiene con l’applicazione costante sui programmi, prefissati per tempo,  per tradurli in Vera Festa.

G.B.


Relazione introduttiva del presidente Franco Simula in occasione del 12° convegno sassarese della malattia di Parkinson


12° GIORNATA NAZIONALE DELLA MALATTIA DI PARKINSON 24 NOVEMBRE 2018

Oggi è la Giornata Nazionale dedicata alla Malattia di Parkinson, grave patologia neurodegenerativa evocata con paura da chi ne è esente e vissuta con rassegnazione attiva da chi ha avuto la sfortuna di doverci convivere. E proprio questa rassegnazione attiva ci spinge a non deprimerci, a distrarci dal male, cercando di individuare tutte le strategie possibili per contrastare una malattia subdola con una pluralità di forme. Noi cerchiamo di contrastare il male utilizzando assieme alle terapie farmacologiche anche terapie complementari o artiterapie la cui validità ed efficacia sono ampiamente accreditate in ambito scientifico: fisioterapia, musica-danza terapia, teatro, canto. Tutte attività di movimento che mentre corroborano il fisico ristorano anche lo spirito creando spesso allegria e serenità, fattori che contribuiscono a migliorare la qualità della vita del malato.

Già dal convegno di due anni fa avevamo espresso la preoccupazione per la condizione progressivamente più drammatica nella quale si trovavano i malati di Parkinson sassaresi e dei territori limitrofi, e avevamo espresso due sogni da realizzare: un ambulatorio dedicato a Parkinson e disordini del movimento, e una sede nella quale poterci riunire, praticando tutte le attività associative e le terapie complementari.

E’ il caso, ora, di fare un po’ il punto sulla situazione con un riassunto degli eventi.

Nel corso del 2017 lo storico ambulatorio dedicato alla Neurologia dalla AOU, un tempo fiore all’occhiello del reparto, è rimasto fermo per vari mesi con una diminuzione progressiva dell’attività fino alla chiusura totale dal 30 Giugno, costringendo i pazienti a sovraffollare il Pronto Soccorso per la mancanza della normale attività ambulatoriale e del medico di riferimento, oppure costringendoli al ricovero con costi umani ed economici elevatissimi per la comunità: alle personali sofferenze per la malattia si aggiungevano i numerosi disguidi rappresentati dai piani sanitari scaduti e difficilmente rinnovabili, le infinite liste d’attesa, e la difficoltà di poter comunicare con il medico di riferimento.

L’Associazione a questo punto si è mossa in maniera compatta ricoprendo un ruolo determinante, interessando gli organi di informazione tramite conferenze stampa e articoli sui quotidiani, sollecitando l’URP, stabilendo contatti con gli alti vertici della sanità regionale, incontrando la solidarietà e disponibilità di tutti. Il fine ultimo rimaneva sempre e comunque quello di istituire un servizio ambulatoriale per le malattie connotate come Disordini del Movimento.

Ancora, però, in occasione del convegno dello scorso anno, nulla di concreto era stato realizzato. I nostri sogni sembravano infrangersi contro la dura realtà. Le nostre speranze, però, si sono riaccese dopo un incontro tra il Sindaco Nicola Sanna e i due Direttori Generali Fulvio Moirano e Antonio D’Urso, che nel Dicembre 2017 hanno espresso solidale volontà di migliorare la situazione.

Dopo qualche mese di sofferta attesa, finalmente il primo Aprile 2018 ha rappresentato per i parkinsoniani la realizzazione del primo dei due sogni a lungo vagheggiati: in seguito ad una Convenzione voluta e firmata dai due Direttori Generali, superando intoppi vari di carattere burocratico, entrava in funzione l’ambulatorio di nuova concezione ed organizzazione dedicato esclusivamente ai disordini del movimento ed al Parkinson, con l’eliminazione totale di ogni lista d’attesa e la peculiarità per il paziente di poter fare riferimento sempre allo stesso neurologo, il dottor Kai Paulus. Un brevissimo inciso: la figura di un medico di riferimento univoco è un particolare che nelle neuropatologie è della massima importanza: la continuità assistenziale da parte di una figura già nota e con la quale si è già instaurato un rapporto fiduciario è fondamentale per il paziente cronico sofferente di malattie neurodegenerative. Infine, la Convenzione adottata è andata oltre ogni più rosea previsione perché l’ambulatorio ha un CUP dedicato con tutti i vantaggi che ne possono derivare. La lucida intuizione e la concreta lungimiranza dei due DD.GG. Moirano e D’Urso ha consentito di risolvere -almeno sino al prossimo 30 giugno 2019- un problema che ormai si trascinava da lungo tempo creando disagi innumerevoli in una categoria di ammalati destinata ad aumentare salvo favorevoli scoperte della ricerca. Ad essi l’Associazione – in questa partecipata Assemblea – intende rivolgere il più sentito ringraziamento per aver consentito di risolvere i problemi già citati che non facevano altro che aggiungere sofferenze ad altre sofferenze.

Il secondo sogno lo abbiamo vissuto tutti assieme: il 13 ottobre abbiamo inaugurato Casa Parkinson ma anche Casa Park, e finalmente abbiamo una sede che per noi rappresenta uno spazio minimo di incontro e di lavoro. In quella che noi definiamo la casa Park possiamo riunirci e praticare attività per piccoli gruppi, mentre per le restanti terapie siamo generosamente ospitati, dopo la cessazione delle attività istituzionali, nella Scuola elementare di Santa Maria, grazie alla disponibilità della Dirigente scolastica e del personale ausiliario. Anche se nostro sogno rimane quello di poter disporre di una struttura con spazi più ampi e con meno limitazioni di orario in modo da poter espletare agevolmente le attività complementari come fisioterapia, danza-musico terapia, teatro, canto, momenti di aggregazione e divertimento che richiedono spazi nei quali possano essere praticati tenendo presente un criterio fondamentale: per noi lo spazio è terapia. Anche questo secondo sogno, sia pure obiettivo minimo, è stato raggiunto non senza difficoltà e notevoli sacrifici personali anche a causa del fallimento di precedenti tentativi di ottenere uno spazio utile da parte del Comune di Sassari.

A questo proposito mi limito a rimarcare che gli organi decisionali dovrebbero essere più solleciti e attenti nell’assecondare alcune elementari necessità che vengono espresse dalle associazioni di volontariato.

I doverosi ringraziamenti per questa battaglia vanno innanzitutto alla determinazione dei nostri soci. Fiduciosi come siamo nella possibilità che i sogni si realizzino, auspichiamo un consolidamento ed un miglioramento delle conquiste finora ottenute. Ringraziamenti vanno alla Fondazione di Sardegna e Fondazione Figlie di Maria, all’Istituzione Scolastica che cortesemente ci ospita , ai nostri soci e a tutti coloro che con solidarietà e generosità hanno contribuito a far sì che l’Associazione Parkinson Sassari possa spiegare le ali e volare, volare alto.

Il Presidente Francesco Simula


Riflessioni sulla nostra vita associativa – Dora Corveddu

1 Novembre 2018

Oggi dopo aver trascorso alcune ore all’ospedale per uno spiacevole imprevisto che, fortunatamente , si è concluso in tempi brevi, quando ho acceso il mio cellulare sono stata piacevolmente inondata da numerosissimi messaggi di solidarietà e manifestazione di affetto che addolciscono l’anima e sono un potente e corroborante viatico per il cammino , spesso faticoso, della nostra vita.

Questo rappresenta la nostra splendida Associazione: affetto e solidarietà che si manifesta in tutte le occasioni talvolta difficili della nostra esistenza, ma anche e soprattutto sincero piacere di stare insieme nelle giornate, settimane, mesi ed anni che trascorriamo in una quotidianità che inevitabilmente ci porta a progettare, a vivere e condividere il nostro tempo insieme.

E non posso non ricordare la bellissima giornata che lo scorso 13 Ottobre abbiamo vissuto in occasione dell’inaugurazione della nostra Casa Park, quando tutti insieme abbiamo festeggiato questo evento tanto atteso e sognato, dopo tante amare delusioni. Il clima era festoso e tutti, vestiti a festa, abbiamo voluto essere presenti e salutare coloro che sono intervenuti a dare ufficialità e solennità ad un momento tanto importante.

Io, felice ed un po’ frastornata, mi guardavo attorno e pensavo che la nostra Casa Park evoca tante suggestioni:   certo è casa dei Parkinsoniani, ma , come ha detto il nostro Presidente, è anche un Parco, perchè immerso nel verde che io ho visto animato da tante persone che trovano finalmente non solo uno spazio in cui riconoscersi, incontrarsi e dove trovare, se si vuole, un piacevole rifugio. Abbiamo lavorato con entusiasmo per rendere l’ambiente gradevole, accogliente, direi intimo soprattutto perché esso è e spero sarà il cuore pulsante della nostra Associazione e non sarà solo sede amministrativa, ma anche e soprattutto luogo d’incontro dove portare avanti i progetti che stiamo pensando e strutturando.

Coloro , ahimè ancora pochi, che vengono a trovarci hanno il piacere di raccontare e raccontarsi, magari guardando su una grande parete fotografie e video che scorrono e che testimoniano la fervente attività che ha fatto da sfondo alla gioiosità che ci accompagna, sempre, quando stiamo insieme.

Ci stiamo affezionando molto a questo luogo, che abbiamo ripulito, arredato e corredato di suppellettili; abbiamo visto anche il giardinetto colorarsi di bei fiori.

Che dire ancora? Aspettiamo tutti e viviamo la nostra Casa Park come un nido dove trovare pace e sollievo ai tanti problemi che ci affliggono, ma soprattutto condividiamo la spensieratezza che ci accompagna quando stiamo insieme. Sono certa che tutti ci affezioneremo alla nostra casetta e così continueremo a volare, volare alto……

Dora Corveddu

“Casa Park” un sogno che si è avverato



Discorso del Presidente Franco Simula per l’inaugurazione di Casa Park

 

Associazione Parkinson Sassari Onlus

SASSARI INAUGURAZIONE CASA PARK

In una pergamena che abbiamo diffuso in occasione di questa significativa circostanza dell’inaugurazione della CASA PARK abbiamo voluto RINGRAZIARE innanzitutto le istituzioni e molte singole persone che con le loro offerte generose ( anche le più piccole lo sono ) hanno contribuito alla realizzazione di un sogno. Un SOGNO lanciato nel Convegno annuale sulla malattia di Parkinson di due anni fa in cui ipotizzavamo di chiedere e ottenere un ambulatorio dedicato ai disordini del movimento e al morbo di Parkinson e, inoltre, uno spazio da destinare a sede amministrativa e a luogo d’incontro, socializzazione ed attuazione di progetti destinati a gruppi di lavoro per pazienti interessati a praticare terapie complementari L’idea di fondare un’Associazione che promuovesse una serie di attività complementari alle terapie farmacologiche era nata nella mente creativa di un giovane neurologo – oggi presente in questa sala – il quale aveva raccolto l’ispirazione diffusa in ambito scientifico che le sole cure farmacologiche non fossero sufficienti a curare la malattia di Parkinson e che, per impedire di sprofondare nella depressione dell’essere un ammalato di una malattia neurodegenerativa cronica, occorreva una distrazione dal male attraverso la gioia della socializzazione e in cui le terapie complementari come teatro, canto, ballo, fisioterapia, costituissero un fattore essenziale di ricupero sino ad arrivare al paradosso “meno male che ho il Parkinson !!!“…. Per la nostra Associazione niente è stato facile : ogni nostra conquista ce la siamo dovuta procurare con le unghie e con i denti… Abbiamo ottenuto, non senza fatica, un ambulatorio dedicato, senza liste d’attesa, in grado di consentire al neurologo un monitoraggio serio e continuo nei confronti di una malattia sempre mutevole. Questo ambulatorio è stato ottenuto anche per la determinazione dell’Associazione che , attraverso conferenze stampa, articoli sui quotidiani, servizi sulle TV locali etc. è riuscita ad ottenere una struttura che ha un ampio bacino d’utenza non solo nel Nord Sardegna , ma in tutta la regione. Quel sogno iniziale per noi non è stato la metafora del dormire, ma la metafora dell’operare con grande passione e determinazione. E chi ha creduto in quel sogno e ne ha facilitato la realizzazione con grande lungimiranza, ha ottenuto risultati superiori ad ogni aspettativa. Il secondo sogno lo stiamo vivendo oggi tutti insieme : ammalati, parenti, amici e autorità, inaugurando questa Casa Park ( casa Parkinson , ma anche Casa Parco) che per noi rappresenta uno spazio di incontro e di lavoro. Anche questo obiettivo è stato raggiunto non senza difficoltà e notevoli sacrifici personali anche a causa del fallimento di precedenti tentativi di ottenere uno spazio utile da parte del Comune di Sassari I doverosi ringraziamenti per il successo in questa nostra battaglia vanno innanzitutto alla determinazione dei nostri soci, alla solidarietà e disponibilità ricevuta dagli organi di stampa e alla lungimiranza dei dirigenti sanitari. Non possiamo fare a meno di sottolineare il contributo essenziale fornito dalla Fondazione di Sardegna che ci ha consentito di adattare e adeguare alle nostre esigenze questa Casa Park, e ringraziare la Fondazione Figlie di Maria che ci ospita in questi locali. Un ringraziamento speciale intendiamo riservare alla Dirigente scolastica Patrizia Mercuri che da anni , con grande disponibilità, mette a disposizione dell’Associazione gli spazi necessari per l’espletamento delle attività complementari. Desideriamo ringraziare pubblicamente e con grande affetto e riconoscenza uno dei nostri soci e dirigente dell’Associazione, TONINO MAROGNA, che per rendere possibile questa bella cerimonia ha trascorso presso la nostra casetta molte giornate delle vacanze estive, non a godere l’ombra del parco ma a lavorare. Possiamo dire con grande soddisfazione ed orgoglio ( lasciatemi usare anche questa parola ) che abbiamo realizzato tutto ciò che solo due anni fa era un sogno. D’altra parte il motto della nostra Associazione è Volare si può, sognare si deve. E noi, con grande determinazione, continueremo a sognare.


Le immagini dell’evento

Ph. Pier Gavino Cau©

« di 18 »

Presentazione del romanzo di Marco Balbina “Nessuna come lei”


“Il nostro amico Marco Balbina ha pubblicato per la Nema Press il romanzo “Nessuna come lei”.
Eccovi una brevissima presentazione del romanzo fatta da Giannella Cossi.”

 

NESSUNA COME LEI

"Togli a un uomo i suoi ideali, e di lui resterà solo un mucchietto d'ossa "
Tista Muleddu

Battista (Tista) Muleddu è il protagonista di questo bel romanzo, che ricopre un arco temporale di oltre quarant'anni, dagli anni '70 ai giorni nostri, e rispecchia gli ideali, le problematiche e le illusioni tradite di una intera generazione secondo un'ottica specifica che è quella della nostra Sardegna, all'interno della più vasta platea nazionale. La narrazione è infatti ambientata tra Cagliari, Porto Torres, Alghero, descritte con tratti suggestivi e precisi.

In apertura Tista è un sessantenne benestante e disincantato, "un sopravvissuto cinico e sgraziato, come solo poteva essere un ex romantico come lui" che in una Alghero evocata nella bellezza del suo paesaggio e del centro storico vive le sue giornate tra il lavoro di imprenditore di successo e le partite a scacchi con vecchi amici "convivialisti".
Nessuna relazione sentimentale, solo incontri di reciproca soddisfazione fisica con l'amica Livia, e un'attrazione senile per Greta, la giovanissima figlia della sua colf, novella Eva che addenta una mela rossa.

Tista ha amato una sola donna, Paolina, nessuna come lei.

Lo aveva lasciato nel '78, senza diritto di replica, ed era stato sempre lui a cercarla, a voler tenere accesa la fiammella.
Paolina era stata l'unico vero amore della sua vita, e forse anche lui lo era stato per lei. La loro reciproca solitudine ne era la riprova, così amava pensare nei momenti di sconforto.
Gli aveva mandato gli auguri per il nuovo anno, esprimendo l'intenzione di venire ad Alghero per la processione del Venerdì Santo.

A questo punto la narrazione recupera in un ampio flash-back gli anni della giovinezza: siamo a Cagliari, nei primi anni '70, la squadra di calcio con Gigi Riva -Rombo di Tuono- ha appena vinto lo scudetto, portando alle stelle l'orgoglio dei sardi. A Cagliari non si parla che di calcio. Anche Emilio Lussu, il vecchio combattente, diceva che il Cagliari rappresentava tutti i sardi, come la Brigata Sassari.
Tista ha 18 anni , frequenta l'Istituto Tecnico Industriale e con gli amici condivide l'ideale di una profonda trasformazione della società, assiste allo scontro anche violento tra riformisti ed estremisti sui metodi e i tempi dell'attuazione della rivoluzione, incontra l'amore.
Paolina è bella, intelligente, forte, anche lei partecipe del suo tempo, impegnata nel movimento femminista per una radicale liberazione della donna dall'oppressione secolare. Ha un approccio razionale nei confronti della realtà, nutrito da letture di poeti e filosofi, di cui discute spesso con Tista.
Nessuna come lei: è amore.

Nella cornice dei Bastioni, i giardinetti di Piazza Repubblica, il Poetto, l'autore tratteggia magistralmente i personaggi che si muovono intorno al protagonista, in un'ottica corale che rievoca nel lettore lo spirito di un'epoca: quella dello scontro ideologico oltre che con la destra, tra la sinistra e i gruppi extraparlamentari, alcuni dei quali confluiranno nella lotta armata. Bellissimo il personaggio di Antonio Contini, compagno e amico, lucido e razionale nel suo impegno politico.

"Per i sardi la fabbrica rappresenta l'ingresso nella modernità. Solo così si potrà uscire dal passato agro-pastorale e finalmente entrare nel futuro industriale".
Ed ecco Tista, perito chimico diplomatosi a pieni voti, confrontarsi con la realtà della fabbrica, la SIR di Porto Torres.
Il suo approccio è ingenuo ed idealista: "in certi momenti di appiattimento totale, mentre pensava all'incredibile maestosità
dell'oro nero e all'ingegnosità dell'uomo nel carpirne i segreti, si sorprendeva a pensare che Dio dovesse essere un chimico provetto laureatosi a pieni voti in qualche celebre Università dell'Universo, il miglior chimico in circolazione nel cosmo, o almeno nella Via Lattea".
Pensò che i preti non avevano capito nulla, e avrebbe voluto dire all'arcivescovo: "Eminenza, venga a lavorare in fabbrica e vedrà che lascerà la tonaca e indosserà subito, per fede, una sacra tuta blu".
Una posizione di questo genere non potrà che scontrarsi con la dura realtà della vicenda paradigmatica dell'industria petrolifera in Sardegna, dalle lotte operaie alla cacciata di Rovelli, in una galleria di personaggi accuratamente descritti, che attraverso i dialoghi rimandano al dibattito ideologico di quegli anni.

Così si apre l'ultima parte del romanzo, che ci riporta ad Alghero, dove Tista si è stabilito dopo essersi licenziato dalla SIR ed essere divenuto un imprenditore di successo, cinico e disincantato.
In un libretto di poesie di vari autori sardi comprato casualmente, lo colpisce una bilingue di Francesco Masala:

"Inno nuovo contro i feudatari". Rivolto ai petrolchimici, dice: "Lavorate, lavorate, poveri dei villaggi/ per mantenere in città/ tanti cavalli da stalla/ Essi raccolgono il grano/ a voi lasciano la paglia/ lavorate, lavorate, petrolchimici operai/ faticate per il pane/ Con il Piano di Rinascita, i soldi vanno a Milano/ e a voi lasciano il catrame/...la catena di lavoro con la pancia mezzo piena/ è lavoro da catena....
Era finita un'epoca, nel suo vecchio mondo c'era un'aria di smobilitazione e disfacimento.
Si era commosso al vedere l'immensa folla ai funerali di Berlinguer, le vecchie facce di compagni, smarriti e in lacrime. Lui, in fondo, era rimasto sempre lo stesso, nonostante le apparenze. Cercava ancora l'amore e la fluidità della vita, come quando aveva vent'anni.

Aspettava l'arrivo di Paolina, dopo quarant'anni.

Ci avviamo ora all'ultima parte del romanzo, che ci riserva qualche colpo di scena: la parte finale della vicenda, che si tinge di giallo, è top-secret.

Al lettore scoprirlo.