TERREMOTO IN EMILIA – 10 OPERAI MORTI
Dove eri TU ?
Dove eri TU quando io
nel capannone
costruivo il domani mio e dei miei bambini
che a mani giunte, a tavola
Ti ringraziavamo per il pane quotidiano?
Dove eri TU quando la terra ha tremato
ed io ho alzato gli occhi al cielo
ed ho gridato forte il Tuo Nome
chiedendo il Tuo aiuto
perché la Tua mano venisse
a fermar la trave che cadeva
e che mi ha schiacciato?
Che ha schiacciato con me il mio domani
ed il domani dei miei bambini
che a mani giunte
non potranno più ringraziare nessuno
per il pane quotidiano che non avranno.
Dove eri TU
Dio di Misericordia?
Io sono morto
e son venuto a cercarTi
per sapere PERCHE’.
Il commento alla poesia “Terremoto in Emilia, dieci operai morti”
L’invettiva da brivido, stringente, di Paolo, rappresenta bene il lamento dolente di un padre schiacciato da una trave durante il terremoto in Emilia nel 2012. Di un padre che non potrà più essere il futuro dei figli, abituati a ringraziare il Padreterno per il pane quotidiano.
Il padre dei bimbi aveva supplicato Dio che impedisse la sua morte, ma non è stato esaudito e non è stato il solo a non essere ascoltato: con lui tanti altri padri.
L’Autore insiste: “la trave ha schiacciato con me il mio domani e quello dei miei figli che non potranno più ringraziare nessuno per il pane quotidiano che non avranno.”
E incalza: “io sono morto, e sono venuto a cercarti.”
Dio, non continuare a nasconderti! Guardami negli occhi. Dimmi perché. Non continuare a tacere! Rispondimi.
Anche un Papa colto e santo come Paolo VI talvolta si lamenta con Dio: “Signore, ti abbiamo supplicato per la liberazione dell’amico Aldo Moro e non ci hai ascoltato.” Perché?
E’ una domanda che circola nel mondo da quando l’uomo è apparso sulla Terra sapendo di essere destinato a morire senza riuscire a trovare una risposta a questo terribile e insondabile perché.
(F.S.)
Non ci giunge risposta perché ce la dobbiamo cavare da soli. Dobbiamo crescere e per questo è stato tagliato il cordone ombelicale.
Grazie Paolo Marogna per gli spunti di riflessione.
Caro Paolo, il “progetto divino” purtroppo si discosta irragionevolmente da quello umano, le tragedie che lo “martirizzano” ne sono la crudele testimonianza, si perpetrano da sempre con lo stesso ineluttabile rigore, sorde a tutte le nostre richieste dei ” perchè”…. inascoltate, vilipese, rese ridicole dal dogma che vorrebbe spiegare l’inspiegabile, lasciandoci con l’unica risposta che ci rimane… “l’inveterata volontà di vivere” per rendere la vita degna di essere vissuta.