Volare si Può, Sognare si Deve!

IL SECCHIO BUCATO di Kai Paulus

Avete presente un secchio bucato che perde continuamente anche se cerco di riempirlo? E’ così che spesso spiego la malattia di Parkinson e la difficoltà di curarla. Il secchio rappresenta il sistema nigro-striatale che a causa del processo patologico diminuisce il suo contenuto di dopamina, essenziale per il corretto funzionamento di muscoli e movimento. Il secchio bucato perde quindi dopamina che va costantemente riempito; ciò si fa con il precursore della dopamina, la levodopa (Sirio, Sinemet, Madopar, Stalevo); ma più levodopa verso nel secchio e più levodopa ne esce. Una partita persa in partenza. A tale scopo vengono abbinati alla terapia dopaminergica altri farmaci, i cosiddetti inibitori enzimatici che possiamo immaginarci come dei piattini che sotto il nostro secchio bucato raccolgono la dopamina persa e la riversano nel secchio diminuendo in questo modo la quantità di dopamina perduta, o in altri termini, aiutando a prolungare l’effetto della singola dose di levodopa.

Di questi piattini, di questi inibitori enzimatici, che effettivamente inibiscono la degradazione della dopamina rendendola nuovamente disponibile, ce ne sono di due tipi: uno che inibisce l’enzima MAO-B (monoaminoossidasi B), e l’altro che inibisce l’enzima COMT (carbossimetiltransferasi), entrambi essenziali appunto nell’inibire la rapida perdita di dopamina. Questi inibitori li conosciamo tutti: gli inibitori della MAO-B sono selegilina (Jumex) e rasagilina (Aidex, Rasabon, Roldap e Azilect, oppure Xadago), mentre agli inibitori della COMT appartengono entacapone (Comtan, entacapone contenuta in Stalevo) e tolcapone (Tasmar).

Tra qualche mese arriva nelle farmacie italiane ONGENTYS, ovvero opicapone, un nuovo inibitore della COMT.

Il nuovo farmaco è simile a entacapone e tolcapone, ma è caratterizzato da due fondamenti proprietà: rispetto ai prodotti attuali possiede una più lunga azione consentendo un‘unica somministrazione giornaliera, e non è epato-tossico e quindi non necessità dei periodici controlli ematici della funzionalità del fegato. Altro vantaggio è che non lascia tracce colorate nelle urine e quindi non macchia.

In conclusione, avremo un piattino più grande da poter raccogliere meglio la dopamina che si perde dai buchi del secchio: meno prese di farmaco giornaliero e più lunga efficacia della singola dose di levodopa.

Ora mi chiederete, ma non sarebbe più semplice chiudere, tappare i buchi? Avete ragione. Ma questa è un’altra storia, che ha a che fare con neuro-plasticità, neuro-protezione, e neuro-restaurazione di cui si sta occupando intensivamente la scienza internazionale, e che da anni stiamo seguendo da vicino, basti pensare ai nostri sforzi a riguardo di Emozioni e Musica oppure il Buon Riposo Notturno, e di cui parleremo ancora molto prossimamente.

7 Commenti

  1. Massimiliano

    Salve a tutti, dunque io purtroppo riscontro un sacco di problemi con questi inibitori in pratica mia mamma ne ha provati tanti forse quasi tutti e le allucinazioni sono la sua prima problematica. Con il professore che la segue adesso stiamo provando questa nuova pasticca ma sono certo che dopo qualche settimana le allucinazioni si ripresenteranno. Avevo letto poco tempo fa che in America aveva trovato un medicinale che non presentava il problema delle allucinazioni ma a quanto pare in europa non è in commercio e non sappiamo neanche se lo sarà in futuro. Cosa fare con questo genere di problema? Se gli inibitori creano serie problematiche di allucinazioni che cosa possiamo fare? Credo poco o niente ma se qualcuno avesse suggerimenti …. grazie

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    1. Kai Paulus

      Buongiorno Massimiliano,
      la gestione del Parkinson è molto complicato e va adattata al singolo caso, su misura. Capita che una classe di farmaci non viene tollerata, ma per fortuna ci sono diverse alternative. Prima dei farmaci bisogna regolarizzare lo stile di vita, il sonno, l’alvo, attività fisica. Ne parli con il Professore.
      È vero che ci sono farmaci non disponibili in Italia, ma anche qui ci sono modi per ovviare al problema.
      Cordiali saluti,
      Kai Paulus

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  2. Kai Stephan Maria Paulus

    P.S.: in una mail la BIAL Italia, la casa farmaceutica che produce e distribuisce Ogentys in Italia, mi informa che il farmaco sarà disponibile in farmacia dal 17 settembre 2018 e, visto che siamo in Sardegna, questo annuncio è in linea con la nostra previsione per l’inizio del mese di ottobre.
    Fin qui le buone.
    La BIAL indica anche il prezzo per una scatola di 30 capsule che sarà di € 230,41. Se pur a carico del SNN, il prezzo è importante. Come avete capito, non si tratta di un farmaco miracoloso, ma di una certa miglioria, e pertanto vorrei calmare eventuali eccessive attese.
    Come sempre abbiamo fatto, seguendo linee guida ed iter diagnostici, valuteremo insieme le possibili indicazioni di Ogentys caso per caso.
    Certo è che avremo a disposizione uno strumento in più per lottare e per combattere.

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  3. liella

    E’ importante capire, per chi ne soffre e i familiari, i diversi aspetti della malattia e le terapie che possono aiutare per avere una vita migliore nonostante tutto, ci accorgiamo che la ricerca va avanti (per fortuna) e si spera sempre che i nuovi farmaci diano risposte migliori, grazie per gli articoli, ci sono utilissimi e per l’impegno

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    1. Kai Paulus

      In questo momento la ricerca intorno al Parkinson è in grande fermento con molte ripercussioni positive sulla gestione globale della malattia.

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  4. Kai Stephan Maria Paulus

    Mille grazie, Geminiano, per i complimenti. Ma è proprio questo il mio intento, riuscire a far capire il Parkinson. La malattia è molto complicata ed ancora troppo poco conosciuta per quanto riguarda le cause e le possibili cure. Io stesso, quando la sera leggo articoli sulle riviste scientifiche o sui libri, spesso riscontro enormi difficoltà a comprendere, a capire, ma soprattutto a tradurre il linguaggio scientifico per la mia pratica ambulatoriale, per imparare e per migliorare. E qua arriviamo al punto, stimato Geminiano: quando riesco a far comprendere ad altri dei fatti scientifici, vuol dire che io stesso li ho capiti. Continuiamo ad imparare ed a crescere insieme.

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  5. Geminiano

    La chiarezza esemplificativa dell’articolo, consente a tutti noi parkinsoniani una conoscenza più profonda dei meccanismi “perversi” del nostro “inseparabile accompagnatore” aiutandoci ad affrontarlo senza “paure” e la consapevolezza che la ricerca scientifica esprime oggi il nuovo farmaco inibitore “ONGENTYS 50”, ci autorizza a dire …. NON SIAMO SOLI !!!
    Grazie Dr. Paulus.

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