Volare si Può, Sognare si Deve!

Storia di un logo di Gian Paolo Frau

Cari amici e soci dell’Associazione Parkinson Sassari Onlus

Nel lontano ottobre del 2014, Franco Delli, Peppino Achene, Piero Faedda, Graziella Manchia e Dott. Kai Paulus vennero nel mio studio e mi chiesero di realizzare un Logo atto a rappresentare in maniera chiara e decisa l’associazione.

Mi sono state fatte precise richieste: nel logo dovevano essere presenti alcune pietre a simboleggiare la rigidità e la difficoltà nei movimenti quotidiani di un ammalato di Parkinson, il paragone è con le radici di una poderosa quercia, bloccate inesorabilmente dalla terra e dalla roccia che le circonda, con tenacia e forza di volontà si cerca di superare i più grandi ostacoli così come le fronde della quercia si muovono e vibrano. Il sogno ricorrente era quello di avere i movimenti leggeri e sincronizzati paragonabili al volo di un gabbiano. 

Queste di seguito sono le immagini relative alla nascita del logo:

 

 

Ho presentato al direttivo una cospicua scelta di soluzioni ma sono state rigettate tutte.

Franco Delli voleva assolutamente inserire due pietre che erano presenti in una locandina, la prima dell’attività associativa, in ricordo di Maria Pina Moretti.

InvitoLaFamiglia2009

Recuperata l’immagine delle due pietre (purtroppo non di ottima qualità) ho dovuto stravolgere la mia idea di logo che ha assunto un aspetto grafico piuttosto che fotografico:

e dopo aver visionato le nuove bozze con i nostri amici del direttivo, ecco il risultato che tutti conosciamo:

6 Commenti

  1. Franco Simula

    A chi come me “giovane” Parkinsoniano non ha potuto partecipare alla creazione del Logo dell’Associazione Parkinson Sassari, la ricostruzione storica di quell’evento ha fatto conoscere il lungo processo di elaborazione che esso ha richiesto e in particolare le capacità grafiche di Gian Paolo Frau – il nostro eccellente web master- che è riuscito a far confluire in un logo elegante e pieno di significati simbolici le richieste più originali e varie dei soci fondatori.Oltre al saldo ancoraggio radicale della poderosa quercia,oltre al sogno ricorrente di potersi finalmente librare nell’aria con la leggiadria del volo di un gabbiano,ciò che ha particolarmente attirato la mia attenzione sono state le pietre. Con le quali -assieme ai minerali- ho avuto da sempre un rapporto particolare. Le pietre sono un elemento della natura che si scopre da grandi. Nella mia personale scala dei valori e delle priorità dopo gli amori della giovinezza (non abbiamo testa per pensare alle pietre: non le vediamo neppure) vengono le piante, gli animali,gli affari,il lavoro,la famiglia,e infine le pietre. Che sono elemento vivo. Quando Pinuccio Sciola le fa suonare facendo sgorgare da esse le musiche imprigionate nella loro “anima” sin dalle più lontane ere geologiche; quando ciascuno di noi scopre nei ciottoli consumati dallo sciabordio dell’acqua del mare o nelle forme bizzarre delle nostre rocce le figure più strane e sempre nuove e sempre diverse, allora scopre “l’anima” delle pietre, la loro vita muta ma ispiratrice di infinite suggestioni. Come quelle che i soci fondatori hanno saputo attribuire alle pietre del nostro logo. Nel laborioso processo di elaborazione illustrato da Gian Paolo e integrato dal Dott. Paulus, l’idea delle rocce di Sardegna era bellissima e di profondo significato simbolico, ma le due pietre, la coppia, rappresentano il mutuo soccorso tra il paziente Parkinson e chi gli sta accanto. Grazie per questo logo così ricco di simboli e suggestioni.

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  2. Peppino Achene

    Carissimo Gian Paolo, un piacere enorme leggere la tua pubblicazione.
    Nel lontano 2014, ancora non ci conoscevamo, ma già avevamo riposto in te la nostra fiducia. Ti sei rivelato un grande amico. Una persona disponibile, attenta e discreta che con tanta professionalità ha realizzato il nostro progetto. Un progetto in continua evoluzione che rende sempre vivo il nostro moto “Volare si può, Sognare si deve”!
    Un grazie infinito!

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  3. Liella

    Bellissima avventura quella del logo giorni dietro a tante e diverse idee e alla fine il fantastico lavoro di Gian Paolo ha realizzato le nostre idee grande divertimento con il gruppo di lavoro e anche orgoglio. Grazie Franco, Peppino, Kai, Gian Paolo e ci mettiamo anche noi

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  4. Kai Paulus (Autore Post)

    Bravissimo Gian Paolo Frau,
    complimento per la pubblicazione di questo bellissimo ricordo delle origini del famoso simbolo della nostra Parkinson Sassari, ed anche della testimonianza di come lavorava l’ormai “ex-” direttivo composto dai soci fondatori Franco, Peppino, Graziella e Piero. Una simpatica rievocazione di un bel momento. Ricordo bene il nostro simpatico incontro e le successive proposte grafiche, continuamente bocciate, finché un quasi disperato Gian Paolo non tira fuori dal cilindro un vero capolavoro che include tutte le idee dei partecipanti e che verrà immediatamente accettato da tutti.
    Vorrei aggiungere che la storia delle pietre inizia quando il nostro ex-presidente Franco Delli ed io nel 2009 cercavamo un’immagine per la locandina dell’incontro “La famiglia e la malattia di Parkinson” (di quel nostro fantastico, primo convegno alla Camera di Commercio, strapiena di ammalati, familiari, amici e -ricordate- tutti i professori della Clinica Neurologica al completo!, ho raccontato diverse volte in questo sito, quindi non mi dilungo). La scelta fu facile: allora avevamo conosciuto la indimenticabile Sig.ra Maria Pina Moretti che come hobby raccoglieva pietre nelle quali immaginava delle storie. La nostra scelta cadeva su una foto con una potenza e dolcezza incredibili con il titolo “La coppia” ed inclusa nel volume “I fiori del maestrale” pubblicato da Maria Pina nel 2007. La didascalia a questa foto recita: ‘Un’antica coppia di sposi. Lui impettito e orgoglioso davanti all’obiettivo, lei dolce e rubiconda, già in dolce attesa, che trasforma la sua timidezza in adorazione per il suo uomo.’
    [PER IL WEBMASTER: ho caricato in Media l’invito a quel incontro; è possibile inserire l’immagine qui?]
    Proprio l’idea di Maria Pina, quella di ‘far parlare le pietre’, è piaciuta tantissimo a Franco (“noi parkinsoniani siamo duri e rigidi come pietre, abbiamo spesso difficoltà a muoverci ed ad esprimerci, ma abbiamo tante storie dentro di noi”). Ecco la scelta per la locandina del 2009. Quando nel 2014, come ricorda benissimo Gian Paolo, stavamo cercando un simbolo forte per la nostra associazione, Franco aveva già deciso: la sua idea del Parkinson, l’immagine con cui prende origine l’ecosistema Parkinson Sassari, ed anche la storia che ricorda una cara amica: la coppia.
    Completano il nostro logo altre due immagini ugualmente ricche di significati per noi: la quercia, esposta a tutte le stagioni, il caldo, il freddo, le tempeste, che si piega al vento ma non si spezza, che sta per la quotidiana lotta contro ‘su nemigu’ e la ‘brutta bestia’ come avvertono Peppino e Piero. Ed infine il gabbiano che vola leggiadro nel cielo e che conia il nostro motto ‘Volare si può’. Perché un gabbiano? L’idea ce l’ha data il nostro amico, lo scrittore e sceneggiatore Francesco Enna attraverso la filastrocca “Testa reale, cuor di gabbiano” incluso nel suo libro “La vera storia di Gondrano il cormorano” (Ed. Condaghes, Cagliari, 2007).
    Grazie, Gian Paolo, per questo bellissimo Amarcord delle origini della nostra associazione.

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    1. Gian Paolo Frau

      Una storia tira l’altra! questo é il bello delle storie che si completano solo con altre storie; Dott. Paulus ha aggiunto delle informazioni che io non conoscevo, non conoscevo Maria Pina, conoscevo marginalmente la storia delle pietre e quanto Franco fosse legato a quella immagine l’ho capito molto in ritardo. Io con molta sincerità, ammetto di aver cercato in mille modi di non utilizzare l’immagine delle pietre; a ragione o torto, non la vedevo in un logo, vedevo meglio la roccia sarda, forse perché è dura come la mia testa? (ndr.). Il logo é ormai su tutti i documenti ufficiali dell’associazione: sulla corrispondenza, troneggia sul sito seguito dal moto Volare si può, Sognare si deve!, su Facebook, nelle tessere sociali, nelle locandine di tutte le manifestazioni e continuerà ad essere presente nel tempo.

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      1. Kai Paulus

        Esatto, una storia tira l’altra, e tutte le storie sono raccolte in questo splendido sito che racconta la nostra Sassari Parkinson, le persone, le attività, ricordi, progetti, e tutto l’ecosistema del Parkinson a Sassari. Questo sito è visitato da tantissime persone, e, come sto piacevolmente constatando, si rinnova costantemente.
        Grazie webmaster, grazie Gian Paolo Frau!

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