E’ impressionante ciò che abbiamo creato rileggendo questi resoconti: bellissimi convegni, ospiti importanti, ricchi programmi scientifici e culturali, giornali che scrivono di noi, e soprattutto, sale sempre piene. Ma non è stato sempre così…
Non dimentico quella mattina di sabato 27 novembre 2010, quando abbiamo aderito a Sassari alla Prima Giornata Nazionale della Malattia di Parkinson, per la quale la LIMPE, Lega Italiana contro la Malattia di Parkinson e le sindromi Extrapiramidali, ha coinvolto tanti Centri italiani che si dedicano a queste malattie, per tenere una specie di ‘Porte Aperte’ con gli specialisti del settore a disposizione per domande e chiarimenti. Ero molto orgoglioso che anche a Sassari ci era data l’opportunità di partecipare a questo evento. Siccome già allora il nostro Centro Parkinson della Clinica Neurologica era piuttosto affollato, ero convinto che una manifestazione a carattere nazionale avesse richiamato tanti interessati e curiosi, per cui mi mise alla ricerca di un locale adatto e sufficientemente capiente. La scelta è andata ad una aula della Facoltà di Medicina con quasi 100 posti e arredata con proiettori e lavagna luminosa. Insomma, perfetta. Dall’esperienza negativa vissuta insieme a Franco ed altri amici a Villacidro due anni prima, era chiaro che non volevamo organizzare un convegno scientifico, ma piuttosto doveva trattarsi di una possibilità per far parlare i diretti interessati, cioè ammalati e familiari dando loro l’opportunità di esprimere le loro preoccupazioni, ma anche le loro critiche davanti ai professori animando così una viva discussione. E così con Franco ci siamo dati da fare; quando sono arrivate le locandine e volantini da Roma, Franco ha tappezzato la città con gli annunci del prossimo evento, allora unico per Sassari, ed io mi sono recato nei piani alti per invitare professori e direttori. Devo ammettere che ero molto emozionato, ma allo stesso tempo mi sentivo sicuro avendo le spalle coperte dalla prestigiosa LIMPE. E così è stato: subito hanno accettato a parteciparvi i dirigenti di allora, il preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia e direttore della Clinica Neurologica, Prof. Giulio Rosati, il responsabile del nostro Centro Parkinson, Prof. Virgilio Agnetti, ed il commissario straordinario della Azienda Ospedaliera Universitaria, dott. Giovanni Cavalieri. Avevamo fatto centro al primo tentativo. Addirittura, una giornalista dell’Unione Sarda aveva garantita la sua presenza. Meglio di così… C’erano quindi tutte le premesse per un memorabile evento.
Tutto è pronto. Arriva il grande giorno. Sorprendentemente i dirigenti si presentano puntualissimi; certo, penso, hanno capito l’importanza e la portata di questa eccezionale manifestazione. E così, con i dirigenti, Franco e me, siamo in cinque ad aspettare la folla aggiustando sedie e preparando discorsi; si unisce a noi anche, come promesso, la giornalista dell’Unione Sarda. Ci siamo tutti ed aspettiamo le persone che tra poco affolleranno la sala. Ci sarà posto per tutti? Sono nervoso. Con la sua solita ironia Prof. Rosati si rivolge a me commentando: “Vedo che i tuoi pazienti stanno rispettando il quarto d’ora accademico.” Sicuramente stanno cercando un parcheggio, e poi, l’aula non è molto conosciuta, quindi lasciamo loro un po’ di tempo. Ed ecco arrivare i primi, tre ammalati accompagnati da tre familiari; vengono calorosamente salutati ad uno ad uno dai dirigenti. Certamente non si aspettavano una tale accoglienza. L’inizio è promettente. In attesa che arrivino tutti gli altri si inizia a chiacchierare e qualcuno pone timidamente una domanda sul Parkinson ai professori. Entrambi i professori rispondono in maniera molto disponibile avvertendo che tra poco, durante l’incontro, quando l’aula si sarebbe riempita, si sarebbe affrontato il tema in modo più approfondito. A sorpresa viene posta una domanda sul futuro del nostro Centro Parkinson che in quei giorni, come a tutt’oggi, appare appeso ad un filo: neurologo precario ed il Centro a rischio di chiusura per i tagli alla sanità; nulla è cambiato da allora. Comunque, il preside loda il lavoro svolto e rassicura i presenti che un servizio di tale importanza non può sparire; anche il commissario straordinario si dichiara d’accordo con il preside, e tutti appaiono più tranquilli, anche io! Torna la calma in sala; in attesa dell’imminente arrivo di tutti gli altri, c’è chi si aggiusta la cravatta, chi prende appunti, chi si sistema la sedia. “Paulus, sarebbe opportuno iniziare, dott. Cavalieri ha ancora altri impegni” si rivolge deciso Prof. Rosati a me. Vi immaginate la scena, quasi surreale? Quasi sotto voce e parecchio impacciato dichiaro per aperta la Prima Giornata Nazionale della Malattia di Parkinson a Sassari, in un aula vuota. Vorrei nascondermi dalla vergogna. Un totale fallimento, una figuraccia davanti ai miei professori ed al commissario dell’AOU che hanno in mano il destino del Centro Parkinson. Tutto il lavoro fatto in questi anni appare vanificato, la piena disponibilità verso chi ha bisogno, le tante ore di ascolto di problemi non solo neurologici, il punto di riferimento per tanti, le acrobazie compiute per non interrompere l’attività ambulatoriale in assenza di contratto dovendo viaggiare dall’Ogliastra dove mi guadagnavo il pane garantendo comunque due giorni pieni a settimana in Clinica per il Parkinson. Tutto finito. Tutto invano. Ora i dirigenti si alzeranno e lasciano l’aula quasi deserta. Invece no! Per mia grande sorpresa rimangono e con ammirevole disponibilità rispondono alle tante domande dei pochi presenti, cercando di spiegare l’organizzazione complicata del sistema sanitario, le cause e le possibili cure della malattia di Parkinson. Insomma, l’evento c’è stato, come se la sala fosse stata riempita fino all’ultimo posto. Ed alla fine dott. Cavalieri, prof. Rosati e prof. Agnetti salutano cordialmente tutti i presenti, nuovamente uno ad uno. “Daì, Paulus”, mi consola Prof. Agnetti vedendomi sconsolato, “non è andata male, magari la prossima volta un po’ più di pubblicità.” Sicuramente ero rosso in viso dalla delusione e dalla rabbia. Deluso perché volevo dare a tante persone la grande opportunità di confrontarsi con i vertici della sanità sassarese; rabbia per la mia ingenuità ed inesperienza. Togliendo insieme a Franco le locandine da pareti e bacheche, siamo d’accordo: “abbiamo imparato la lezione; la prossima volta andrà meglio.” Da lì a poco Franco sarebbe diventato presidente della nostra Parkinson Sassari appoggiato dai nuovi amici Graziella, Piero e Peppino, a me avrebbero prorogato il contratto, e qualche giorno dopo Patrizia Canu spenderà per l’occasione parole più che lusinghiere sulle pagine dell’Unione Sarda.