Quest’estate 2022 il ritorno alla Muraglia è preferibile chiamarlo lo”sfratto” dalla Muraglia perché nell’attribuzione degli spazi ai vari ristoratori la politica ha deciso di assegnare agli stessi ristoratori, a titolo gratuito, alcune aree attigue al muraglione sottraendole agli affezionati che trovavano uno spazio minimo a sedere tra i cannoni e i bei possenti sedili di lucido basalto. La decisione, a dire il vero, non è stata presa a cuor leggero ma in esecuzione di una disposizione ministeriale che prevede il risarcimento di parte dei danni causati dalla pandemia. Ma tant’è gli sfrattati dovevano a tutti i costi e senza esitazioni trovare un nuovo spazio: e nuovo spazio fu. Rappresentato dalla gradinata in trachite rossa che collega il bastione con Piazza S. Croce. Quella era in un attimo diventata la nostra “SCALA”. L’occupazione è stata assolutamente pacifica e finalizzata a dare sfogo all’arte dato che musica e canto sono due arti nobili che accompagnano l’uomo sin dai tempi primordiali.
Sabato 9 luglio2022 i musici e i cantori della muraglia si sono dati appuntamento per liberare, dopo un altro anno difficile, l’arte repressa per troppo tempo. Il fascino della notte stellata ha facilitato le esecuzioni di canzoni e brani musicali. Alla spicciolata in pochi minuti si forma il gruppo che per un paio d’ore allieterà la serata. Pietro Ledda, che nessuno conoscerebbe se non lo si chiamasse “Barabba” è il decano della compagnia. Sullo stipite della porta di casa spicca una ceramica con la scritta “ Aqui vive un musico”. Ramingo per mezzo mondo, è riuscito in oltre 50 anni di vita artistica, ad acquistare competenza e dimestichezza con un buon numero di strumenti musicali dalla chitarra all’armonica, dal mandolino all’arpa che ospita tutti in un stanza della casa: un leader, un punto di riferimento.
Luis Doppio, che ha trascorso la giovinezza in Germania, fa la guida turistica, è anche lui un cosmopolita, cantante poliglotta: tutte le varietà e modalità del canto sardo e catalano fanno parte del suo ricco repertorio. Luis è un un uomo di cultura, non esibita ma manifestata con misura. Per lui la cultura non è una cosa ma è un modo di essere personale e un modo di considerare gli altri.
Pietro Migoni, il più giovane della brigata, è un uomo dai molti talenti che non sempre riesce a valorizzare in maniera adeguata perché “si stufa “. Di volta in volta si applica con genialità a effettuare realizzazioni nella lavorazione del legno e possiede una singolare creatività nel trasformare pezzi di legno comuni in singolari creazioni. Con la chitarra potrebbe fare cose egregie se nell’applicazione fosse accompagnato da adeguata costanza. Che non è una donna. Il paradosso di Pietro è rappresentato dalla sua sottile capacità filosofica ad argomentare rimandando o mettendo in discussione ciò che al momento non è di suo gradimento.
Tore ha esercitato l’attività di carpentiere prima all’estero e poi in alcune imprese cittadine e ha poi praticato sempre per passione la pesca subacquea, mettendo a disposizione la propria esperienza di subacqueo tutte le volte che lo ha richiesto il pietoso recupero di dispersi in mare; fa parte del gruppo che suona, ma non è appariscente perché accompagna con le nacchere; se però è assente per qualche motivo se ne sente la mancanza.
Gino partecipa agli incontri serali fornendo il suo contributo sonoro col crepitio della raspa e rendendosi disponibile a soddisfare le esigenze che si creano di momento in momento.
Sabato, all’incontro musicale, Armando si è limitato a fare il chitarrista accompagnatore esprimendo anche in questo ruolo non preminente una musica che scaturiva da un’ispirazione profonda e sofferta, pur avendo un’ esperienza più che decennale di esibizioni in pubblico con un suo gruppo. L’anima vera di Armando è scaturita 24 ore dopo la serata canora. Aveva dovuto affrontare con gli amici una giornata alquanto “operosa” al solaio. Gamberoni e calamari, braciole e salsiccioni arrostiti dallo chef Sandro Multineddu (uomo di ingegno versatile e di raffinata ricercatezza nella scelta dei condimenti) hanno deliziato il pranzo pantagruelico degli amiconi. Tutto questo ben-di-dio non ha mancato di essere innaffiato da abbondanti libagioni. Che, nel caso di Armando, hanno facilitato uno sfogo-verità liberatorio che gli ha permesso anche di esporre in maniera istintiva la sua filosofia sulla musica e sulla vita. “Io, dice Armando, non ho studiato al Conservatorio ma ho “succhiato” con avidità ciò che i miei amici studenti mi raccontavano. Io ci riflettevo e istintivamente, di getto, riuscivo a comporre delle sovrapposizioni da aggiungere alle loro composizioni che gli stessi autori consideravano di qualità eccellente e preziosa, talvolta superiore al lavoro originario”. “E non pensavi di poterne trarre anche tu un beneficio economico”? “L’idea del vantaggio economico non mi stimolava più della soddisfazione morale derivante dall’essere riuscito, da solo, a ottenere risultati superiori a quelli dell’intero gruppo; le loro valutazioni spontanee per me erano il massimo della soddisfazione”.
Questi personaggi eterogenei , spesso anche con idee divergenti, quando si incontrano alla muraglia nelle belle notti d’estate riescono a trovare una coesione, un accordo straordinario, forse anche perché si conoscono da tutta la vita; riescono a formare un complesso coeso e armonioso veramente eccezionale che attira l’attenzione e gli applausi di tutti i numerosi turisti che si fermano incantati ad ascoltare . La riproposizione delle tradizionali nostalgiche canzoni algheresi accompagnate dalle classiche canzoni spagnole o catalane costituiscono un complesso musicale dal fascino imperdibile che non può lasciare indifferente il passante. E mentre i capannelli si alternano in continuazione per evitare di interrompere il flusso della passeggiata, fra la gradinata di trachite rossa e il Bastione si perde l’ultimo canto nostalgico nella notte afosa di questo Luglio dominato dall’anticiclone africano.
Franco Simula
Complimenti per l articolo, ricco di sfumature della cultura artistica musicale Algherese dei ragazzi della muraglia. A loro va tutto il rispetto neccessario affinché i signori gestori dei ristoranti e/o bar dei bastioni abbiano un minimo di buon senso,sopratutto nel rispetto della legge.
Mi hai fatto conoscere una realtà che non sapevo . Magnifica in tutti i sensi . Abbiamo davanti a noi atmosfere e luoghi che devono fare parte della nostra anima . Grazie Franco Un abbraccio a te e Giannella.
Solamente una persona di una certa cultura poteva scrivere un articolo così dettagliato.
Colgo l’occasione per ringraziare da parte di tutta la “cricca” della muraglia il prof.Franco Simula per il bel articolo significativo
Luis Doppio