“Il dolore nutre il coraggio
…non puoi essere coraggioso
se ti accadono cose bellissime”
Da quando frequento l’associazione del Parkinson mi sembra di vivere in un’altra dimensione; tutto quello che prima mi sembrava scontato ora non lo è più, soprattutto quando vedo i miei amici parkinsoniani cambiare i loro movimenti giorno dopo giorno.
Inizialmente, osservando le varie manifestazioni di questa patologia, pur essendo cattolico, mi sono sempre chiesto come mai Dio poteva chiederci questo sacrificio… a cosa poteva servire!!! Non sono mai riuscito a darmi una risposta.
Se penso poi ai familiari dei pazienti che senza alcun insegnamento si vedono costretti a gestire questo “pacco” 24 ore su 24 (sì, avete letto bene, ho scritto pacco perché di pacco ingombrante si tratta), allora mi vengono i brividi e il mio umore precipita…precipitevolissimevolmente.
I nostri amici medici ce la stanno mettendo tutta per farci vivere una vita migliore ma a volte non basta. I medicinali la fanno da padrona e così siamo in balia di essi; un farmaco che funziona viene smentito da un’ altro che non funziona mettendo in crisi la nostra stabilità. Perciò, quando siamo insieme, ci incoraggiamo a vicenda cercando di non stare mai soli per non dare spazio alla malattia.
Al momento stiamo tentando di portare in scena la commedia “Giulietta e Romeo 40 anni dopo”, rielaborata in tono scherzoso dal nostro amico Franco Enna e, nonostante le varie difficoltà, penso che alla fine riusciremo a fare un buon lavoro.
Salvatore Faedda