Volare si Può, Sognare si Deve!

LA ROSA del PRINCIPE – Testo di Franco Simula

La Associazione Parkinson, costituita da qualche mese, muoveva i primi timidi passi,(era gennaio o febbraio del 2014), ci si cominciava ad incontrare per progettare i primi programmi e promuovere qualche iniziativa. Era stata Pinuccia Sanna -fisioterapista professionista di grande esperienza- a rendersi disponibile per avviare un incontro settimanale di fisioterapia che oltre ad essere esercizio finalizzato al ricupero della mobilità di base- costituiva anche una naturale e spontanea forma di incontro, di scambio di opinioni, di socializzazione. Intanto erano iniziate le prove del dramma “Romeo e Giulietta quarant’anni dopo”. Durante gli scambi fugaci, con tutti e con tutte, ero riuscito a barattare quattro chiacchiere; solo con una signora dai capelli d’argento ma dall’aspetto ancora giovanile non ero riuscito a scambiare neanche un saluto: più io mi intestardivo ad attirare la sua attenzione, più lei continuava a vagare per i suoi personali sentieri. Prove teatrali, fisioterapia non servivano a niente: la signora dai capelli d’argento era sempre più distratta verso di me mentre io mi maceravo tanto che decisi di parlarne con mia moglie. A questo punto decisi di cambiare strategia.

Una sera mi presentai alla signora coi capelli d’argento con una bellissima rosa del mio giardino. “Posso offrirle una rosa del mio giardino” le dissi, sorprendendola.

E lei “A che cosa debbo l’onore di questa singolare gentilezza?”

Solo ed esclusivamente per attirare la sua attenzione che non riuscivo a catturare in alcun modo”. Solo la rosa più bella del mio giardino avrebbe potuto “piegare” la distrazione di una signora dai capelli d’argento. Dopotutto nella “piece” teatrale ero il Principe di Verona, quello che manderà in esilio Romeo che in una furibonda lite aveva assassinato Mercuzio. Chi credono di essere questi capuleti che non rispettano le regole della città? Occorreva solo una rosa, la più bella del mio roseto e il riconoscimento della mia autorevolezza di Principe della città per fare in modo che una signora dai capelli d’argento si accorgesse di me.

7 Commenti

  1. Peppino Achene

    Grazie Franco, per aver riportato in vita un episodio piacevole e divertente del nostro passato prendendo spunto da un mio gesto gentile. A questo proposito preciso che le rose erano più di una, con lo scopo di unire e rafforzare il legame del nostro grande Gruppo Parkinson Sassari. Oggi come allora “Forza Paris!”.

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    1. Kai Paulus

      Forza Paris, Peppino!

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      1. Peppino Achene

        Sempre Forza Paris, dott. Paulus!

  2. Franco Simula

    Chiedo scusa ai commentatori del racconto per averli portati fuori strada come se fossi io il donatore della rosa; dalla lettura di tutto il brano si evince che la rosa è stata offerta a Luisa (Giulietta) dal Principe di Verona (Peppino Achene) il quale era stato da me preventivamente informato e Peppino, compiaciuto e divertito mi aveva autorizzato a scrivere la simpatica storia (vera!)

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    1. Kai Paulus

      Allora complimenti a Peppino Achene per l’eroico gesto!

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  3. Kai Paulus

    “La signora dai capelli d’argento” non ha solo colpito il nostro Franco Simula, ma anche me e, ne sono convinto, tutti coloro che hanno assistito alle prove teatrali ed alla spettacolare messa in scena di “Romeo e Giulietta – 40 anni dopo” scritto da Franco Enna. I capelli d’argento sono genetica, il resto è forza della natura e voglia di vivere. Grazie per questo ricordo personale e teatrale.

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  4. Romano Murineddu

    Caro Franco, la tua storia è una bella pagina di poesia. Mi lascia però un dubbio: non so se questa tua è la delicata illustrazione di un aforisma per esaltare la forza della gentilezza e della perseveranza come la chiave capace di schiudere tutte le porte, anche quelle di un cuore femminile tenacemente restio ad ogni tentativo di accesso, oppure è il racconto reale di una tua esperienza vissuta che, se non fosse per il richiamato benestare di tua moglie, farebbe pensare a un corteggiamento di vecchia scuola andato a buon fine e che conservi con sentimento nel tuo cuore

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