Per me che venivo da un piccolo paese ,dove esisteva un solo emporio con tre portoni, di cui due eternamente chiusi e senza vetrine e che vendeva indifferentemente zappe e zucchero in zolle irregolari, conservato in grossi sacchi di juta, che te ne trovavi sempre un filo tra i denti, scampoli e concimi, chiodi e bottoni, lana e damigiane, vedere quella piccola vetrina ed innamorarmene fu tutt’uno. Faceva angolo tra la piazza e via Università e dovevi piuttosto indovinare cosa c’era dietro quei vetri opachi ,dove la polvere regnava sovrana e tiranna . Ma dentro, ah, dentro trovavi bocce di vetro piene di girelle ,radici e more e nastrini di liquirizia, ciucci collosi e gelati di zucchero dai colori improbabili, bracciali e collane di corallini confettati e amabili ,mentine iridate e gomme americane dalle forme sferiche ,stirate e arrotolate . E i fruttini cotognata Zuegg ( dove sono finiti ?) e i minuscoli biberon ripieni di un finto rosolio e i morettini dal cuore che sapeva di panna e ricoperti di un croccante, impareggiabile cioccolato, che era un piacere soave scrocchiarlo coi denti, nascosti silenziosamente dietro una tenda, e i cremini Ferrero che si scioglievano in bocca . Il tutto in una folle mescola con il lievito e l’ovolina Bertolini, l’Idrolitina e lo sciroppo Fabbri ,rigorosamente gusto amarena. E quando entravo e trovavo qualcuno che comprava concentrato di pomodoro versato col mestolo di legno dai bordi sempre neri , sulla carta oleata e i capelli d’angelo a matassine, tirati su da un oscuro cassetto e si attardava a scegliere altra pasta da quei tiretti dalle maniglie a forma di conchiglia e tre etti di zucchero ed uno di caffè, mi pareva di perdere tempo ad aspettare il conto rigorosamente scritto sulla carta da involto con una matita sempre bagnata con la saliva, perchè attardava il momento di assaggiare delizie, che nella mia testolina di bambina ingenua e fantasiosa mi dicevano “prendimi, prendimi ” e non potessero aspettare e pensavo ancora fossero loro che potevano aprirmi la porta a quelli che allora mi sembravano sapori paradisiaci, adesso così irrimediabilmente lontani e dimenticati. Ed inaspettatamente riportati al mio tempo attuale solo da una passeggiata in una notte troppo tiepida e solitaria ed uno sguardo nostalgico a quell’angolo che, nella penombra, era rimasto intatto ed incontaminato come allora.
La signora col rossetto Egle Farris
Buongiorno carissimi amici golosi,
non posso commentare il negozio di prelibatezze descritto dalla nostra Signora col rossetto vivendo a Sassari da appena 38 anni.
Ma ricordo anch’io la mia infanzia golosa, a suon di Nutella. Ora direte “e che ci vuole”, ma vi rispondo che allora nella ricca ed abbondante colazione tedesca non c’era spazio per la Nutella, o almeno così la pensava mia madre e noi ragazzi dovevamo “accontentarci” con marmellate fatte in casa, miele del bosco (ad avercene oggi!) oltre ad uova, pancetta e pane di farine varie (il pranzo ovviamente era ridotto). Ma la mia gioia arrivava in tavola al mio compleanno: gli spaghetti! Ve lo immaginate, una volta all’anno spaghetti, oggi impensabile. Così cambiano abitudini e gusti. Voi rimpiangete la cotognata Zuegg e delizie varie, invece io oggi sono felice con Nutella (senza esagerare) e pasta (abbondante) di tutti i tipi.
Hum hum ! Allora ci piace tornare indietro nel tempo che ci riporta profumi e sapori indimenticabili ! Una parte di noi è rimasta lì…
Del negozio allora conosciuto come “coloniali” simile a quello raccontato da Egle, dove la promiscuità dei generi in vendita era sovrana, …. ho un particolare ricordo della insostituibile “carta oleata” adattata nell’occasione all’uso di contenitore da asporto. Dentro quel fagotto di carta oleata mal confezionato, trovavo le mie delizie..!! “l’estratto di pomodoro”, la “crema block bicolore”, le marmellate di frutta, dove tuffavo inevitabilmente il dito indice, eludendo la “sorveglianza” di mia mamma, per un assaggio rapinoso che mi mandava in sollucchero.
Ricordi nostalgici, di un passato che ritorna nella lettura di questi impareggiabili racconti della cara Egle.
Con affetto, Geminiano.
Egle, che memoria! Ho contato 32 “articoli” elencati con così tanta minuzia e precisione che non può non venirti l’acquolina in bocca pregustando i sapori delle merci mangerecce descritte con accuratezza ed arguzia. Naturalmente per me il pensiero corre al negozio del paese, che guarda caso si trovava di fronte a casa mia, dove si vendeva di “tuuuttttoooo”, comprese le scarpe e i vestitini. Un particolare mi è rimasto impresso nella memoria. La particolare abilità del negoziante nell’involgere con maestria le merci sfuse: era un artista. E lui era talmente compiaciuto della sua bravura che ogni involto finiva per diventare per lui un’opera d’arte.
Cara Egle,
i fruttini Zuegg esistono ancora in diversi gusti, inclusa la cotognata! https://www.zuegg.it/it/i-nostri-prodotti/fruttino.html
Un caro saluto da un goloso
e spero presto in un altro racconto che, a noi bambini di allora, piace molto così come la cotognata e le delizie che dicevano “prendimi, prendimi”.
Gian Paolo
GP ,ma sei onnipotens ,sai tuttoooooo… Forse perchè abbiamo la stessa età ? Più o meno ….Cerco sempre la cotognata Zuegg ,e quando la trovo non la mangio ,ma l’assaporo con gli occhi chiusi . Tutta un’altra cosa dalle marmellate odierne Un abbraccio a te e Luisa