I cani di Sassari sono quelli che di notte trovano lo zerbino di un palazzo e lo credono casa.
I cani di Sassari sono quelli che vedi con lo sguardo di smarrito disprezzo, accucciati in un canto.
I cani di Sassari sono quelli che frugano nell’ immondizia alla ricerca di un sognato osso.
I cani di Sassari sono quelli artritici e sciancati che invocano una carezza ed un luogo caldo.
Un cane di Sassari era un errabondo randagio macedonia tipo bassotto , che mani pietose accudivano sotto i portici Crispo, diventati tutto il suo mondo . Dove adesso una stinta piastrella di ceramica ci ricorda il suo nome.
Kilometro , un nome lungo mille nomi, tutti i randagi di Sassari che ,assieme a lui , in silenzio e senza le nostre povere, inutili parole sono andati in un posto che a noi non è permesso, poiché esiste, si, un paradiso dove i cani vanno, dopo. Perché l’inferno loro lo hanno già vissuto in questa terra.
E perché non dovrebbero, andare in un posto dove il crudele uomo non c’è , in un paradiso, appunto , per cani ? E dove ,vedendoci al di fuori ,ci manderebbero un abbaio di felicità per dirci ” Staremo per sempre assieme, accomodatevi “.
Una signora col rossetto Egle Farris
Grazie a voi che avete dei ricordi magnifici .Non tutti sono così dolci e sereni . Ma forse è solo l amore per i nostri Amici Del Cuore Egle
Ho vissuto 14 anni della mia vita solo col mio cane, Ombra, una splendida femmina di Rottweiler che con mia immensa gioia,dopo la separazione dalla mia ex moglie, ha deciso di venire via con me’.
In principio nessuno ci voleva, abbiamo cambiato 3 case in un mese, quando dicevo “ho un cane…
Nessun problema farà la quardia quando lei non c’è…..
Ma Ombra era un Rottweiler…. Enorme… Forte… Coraggiosa… Non tutti amano questi cani, sbagliano perche’l’equilibrio di un cane è proporzionato a quello del proprietario.
Comunque dopo tanto cercare troviamo una casa in campagna dove abbiamo trovato serenità entrambi.
Ombra fa’parte di un vissuto della mia vita che porterò sempre nel cuore, non ho più avuto un cane anche se vivo in campagna e non credo ne avrò mai.
Ringrazio Egle e il Frank perché mi hanno fatto tornare in mente belle cose.
La storia di Ciccio. Tutti i giorni circolava per via Carmelo un cane randagio che i commercianti della zona, in particolare Francesco, che stava nella sua orologeria, avevano adottato col nome di Ciccio. Francesco tutti i giorni provvedeva tutti i giorni a fargli trovare nel solito angolinouna ciotola di acqua e di cibo. Finché un giorno l’incantesimo si spezzò perché spuntò fuori il padrone che se lo portò nel suo stabilimento a Predda Niedda, sostenendo che chissà come l’aveva ritrovato al centro di Sassari. Ma evidentemente la vita a Predda Niedda era molto triste perché trascorreva le giornate solo, legato a una catena. Finché un bel giorno, approfittando di un momento favorevole, scappò di nuovo e tornò a rifugiarsi presso gli amici di via Carmelo che gli avevano dato ospitalità e affetto. Il padrone ritornò nel centro storico e capì che Ciccio aveva trovato presso altri ciò che lui non era stato in grado di garantirgli e se ne tornò a Predda Niedda. Ciccio non tornò mai più a Predda Niedda e rimase tanti anni Co chi gli aveva garantito affetto e calore. Sino alla morte per vecchiaia.
Grazie Egle per la dotta disquisizione sui cani e in particolare su Kilometro, di cui anche io ho un velato ricordo. Non ricordavo ad esempio il particolare della targa sotto i portici Crispo collocata a eterna memoria. Grazie comunque anche perché la tua storiella mi ha fatto ricordare la storia di Ciccio che ti racconterò più tardi. Ciao Franco