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INTERVENTO CHIRURGICO DI PROTESI ARTICOLARE NEL PARKINSON (Pillola n. 12)


(Persone affette da malattia di Parkinson possono presentare problemi ortopedici come la spondiloartrosi, scoliosi della colonna vertebrale, ernie del disco, ed artrosi delle articolazioni. Specialmente queste ultime necessitano spesso di interventi di impianto di protesi quando gli analgesici non portano a sufficiente sollievo oppure interferiscono con i farmaci anti-parkinson. Riassumo qui un recente articolo scientifico che cerca di chiarire vantaggi e svantaggi dell’intervento ortopedico-chirurgico nella persona con Parkinson)

Accanto a rigidità, tremore e rallentamento motorio, nella malattia di Parkinson si riscontra molto spesso dolore. Il dolore può essere di diversa natura, ma spesso è legato al consumo delle articolazioni: lartrosi. Il Parkinsoniano si trova frequentemente in un circolo vizioso: la rigidità muscolare ed il tremore causano una accentuazione dell’artrosi che a sua volta peggiora il dolore e le difficoltà in postura e marcia. Specialmente l’artrosi dell’anca e del ginocchio aggravano particolarmente l’instabilità posturale ed il dolore può assumere un significato importante in termini di riduzione della qualità di vita. Una volta che tutte le possibili scelte di terapia conservatoria ed antidolorifica sono state prese in considerazione, oggigiorno esiste anche per la malattia di Parkinson la possibilità della sostituzione della articolazione. L’obiettivo ragionevole dell’intervento è rappresentato dalla riduzione oppure anche la scomparsa del dolore, mentre i risultati della ripresa funzionale sono meno consistenti.

La persona con Parkinson che si sta sottoponendo ad un intervento di sostituzione di articolazione necessita di una particolare attenzione pre-, peri- e post-operatoria. Va discussa la terapia farmacologica in atto: la terapia dopaminergica non va interrotta ma adattata alle esigenze dell’intervento; molti pazienti parkinsoniani soffrono di osteoporosi, osteopenia e carenza di vitamina D, e pertanto sono indicati loro accertamenti pre-operatori. Per evitare un digiuno prolungato, sarà opportuno programmare l’intervento in prima mattinata. Le complicazioni maggiori sono date da problematiche polmonari riscontrando nel parkinsoniano spesso malattie ostruttive; si può assiste ad ipotonia e calo della pressione arteriosa a causa della perdita di sangue durante l’intervento. In generale vengono preferite le anestesie regionali, e si utilizzano cateteri intra-articolari per analgesici locali evitando eccessive dosi di oppioidi durante il periodo post-operatorio. E’ importante iniziare con la riabilitazione intensiva appena possibile; una corretta riabilitazione può prevenire contrazioni muscolari, altrimenti dolorose e dannose.

(Riassumendo: la persona affetta di malattia di Parkinson, tra i vari problemi, soffre di dolori ed instabilità posturale. In caso di marcata artrosi articolare sarà pertanto opportuno l’intervento chirurgico per evitare un ulteriore aggravarsi del quadro clinico e per recuperare autonomie posturali. L’intervento non è privo di rischi e la terapia anti-parkinson va adattata alle circostanze. I risultati non sono miracolosi, ma la riduzione dei dolori viene quasi sempre ottenuta, mentre il recupero funzionale spesso risulta meno consistente)

Kai Paulus

 

Fonte:

Schuh A, Handschu R, Schwemmer U, et al. Gelenkersatz: Auch bei Parkinson-Patienten eine Option. Fortschritte der Medizin 159, 2; 2017


 

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