Lunedi 17 Maggio 2021 é stata celebrata la messa funebre in suffragio di José Mosca. La cerimonia, intima, intensa, commovente, ha segnato il momento di massimo coinvolgimento emotivo quando Fabrizio Sanna, maestro del coro Parkinson, del coro cui José apparteneva, ha intonato il cantico “Fratello sole sorella luna”e poi l’Ave Maria in sardo.
Al maestro ha fatto eco timidamente un coro sommesso dei presenti al quale “da più in alto del sole” si é unita anche Lei, José che tanto amava cantare. Per Lei il canto era vita, anche se vita sofferta. Gli incontri per canto corale li tenevamo in un androne della Scuola Elementare di Santa Maria, Quando José arrivava le chiedevo come stava e la sua risposta era di generica insofferenza, offuscata da un velo di tristezza. Io cercavo di rincuorarla: “Vedrai che dopo il canto starai meglio” E puntualmente dopo il canto l’umore era completamente cambiato: era rinfrancata, sorridente,gioiosa.Io amavo definire questa condizione “ una malinconia solare”.
Le figlie Anna Maria e Luigina ricordano che era una combattente. Ed effettivamente palesava, nitida, la tempra della battagliera decisa ad ottenere le cose che riteneva giuste e di pubblica utilità. Nessuno di noi potrà dimenticare la battaglia combattuta in solitaria da José per ottenere dal Comune la riqualificazione e il riordino dell’attuale piazza Mons. Carta nel rione Carbonazzi. Adesso é diventato un giardino dignitoso e pulito. Ma ci son voluti quindici anni di attesa. Che José ha voluto puntigliosamente ricordare scrivendo un’altra lettera alla Nuova Sardegna.
Due anni fa, durante il ricorrente convegno organizzato in occasione della Giornata nazionale del Parkinson l’Associazione di Sassari ha voluto conferire il riconoscimento di Donna dell’anno alla 92enne dolce, battagliera José.
Ciao Jose Sono sicura che nel tuo eterno infinito viaggio troverai un coro per cantare tra le stelle. Egle Jose
Grazie Iosè,
Lei è stata un faro della nostra Parkinson Sassari.