Volare si Può, Sognare si Deve!

IL RIPOSIZIONAMENTO di Kai S. Paulus

(Pillola n. 35)

Cosa c’entra il termine “riposizionamento”, parola alquanto obsoleta e consumata, con le nostre Pillole sul Parkinson?

L’ovvio significato della parola non necessita di ulteriori spiegazioni ed anche il Treccani è molto sintetico e lapidario: “il porre di nuovo una cosa nel luogo da cui si era tolta o spostata”.

Però, il “riposizionamento” in campo farmacologico è una procedura emergente e molto attuale. Si tratta di riproporre un noto farmaco, per esempio una sostanza ipoglicemizzante per la terapia del diabete, per il trattamento di una malattia diversa, per esempio il Parkinson.

Da alcuni anni, il settore dello sviluppo di nuovi farmaci è in enormi difficoltà a causa dei costi proibitivi dello sviluppo, della sperimentazione e della commercializzazione di nuove sostanze, ed anche per le difficoltà di reperire le materie prime per principi attivi, eccipienti, ma anche per blister e confezioni.

“Riposizionamento di farmaci: una breve panoramica”

 

La ricerca di nuovi usi per farmaci già in commercio comporta grossi vantaggi, oltre che economici per l’azzeramento dei costi di sviluppo e sperimentazione, specialmente di sicurezza e tolleranza conoscendo già approfonditamente le caratteristiche del medicinale, i suoi pregi e difetti (effetti collaterali ed avversi) confermati grazie al suo lungo utilizzo nel campo per cui era stato concepito.

Il primo e più famoso caso di “riposizionamento” di un farmaco riguarda l’acido acetilsalicilico (Aspirina) che nasce originariamente (nel 1899!) come analgesico, ma nel 1980 trova una sua seconda indicazione come farmaco antiaggregante e per la prevenzione di malattie cardiovascolari, per cui il biochimico e farmacologo inglese, John Robert Vane ottenne il Premio Nobel nel 1982. Addirittura, l’acido acetilsalicilico ha ottenuto recentemente una terza indicazione in campo oncologico.

Spesso, queste nuove indicazioni vengono scoperte per puro caso, come per esempio, il pramipexolo (Mirapexin) che originariamente venne sviluppato come antidepressivo, ma trovò subito il suo principale utilizzo nella cura del Parkinson, oppure l’antivirale amantadina (Mantadan) che oggi è conosciuto come strumento contro le discinesie causate dal Parkinson.

Interessante lavoro di un gruppo scientifico milanese, appena pubblicato, sull’utilizzo di farmaci cardiologici e dismetabolici per il trattamento della scialorrea e della disfagia.

 

La lista di esempi è molto lunga, ma l’attualità è molto affascinante per noi, in quanto stanno per arrivare in soccorso alle truppe in battaglia contro su nemigu farmaci antidiabetici, anti-asmatici, ACE inibitori e betabloccanti, a basso impatto socio-economico ed alta efficacia.

Caro rapace infingardo, per te sarà sempre più dura!

 

Fonti bibliografiche:

Battini V, Rocca S, Guarnieri G, Bombelli A, Gringeri M, Mosini G, Pozzi M, Nobile M, Radice S, Clementi E, Schindler A, Carnovale C, Pizzorni N. On the potential of drug repurposing in disphagia treatment: New insights from a reral-world pharmacovigilance study and a systemic review. Frontiers in Pharmacology 2023, doi: 10.3389/fphar.2023.1057301.

Jourdan JP, Bureau R, Rochais C, Dallemagne P. Drug repositioning: a brief overview. Journal of Pharmacy and Pharmacology 2020; 72: 1145-1151.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.