I gelati…di ghiaccio!!!
Nella vita di ciascuno di noi c’è sempre qualcosa da ricordare, difficile da cancellare ma…divertente da raccontare.
Avevo circa 10 anni quando con i miei amici andavamo a rubare il ghiaccio. Il ghiaccio??? Come il ghiaccio??? (direte voi)!!! Si proprio il ghiaccio. La fabbrica si trovava vicino al mercato della carne e noi ci appostavamo all’ingresso dove vi era situato un canale in lamiera utile al passaggio del ghiaccio direttamente sulle motorette che poi dovevano trasportarlo ai vari acquirenti. Per noi riuscire a raccattare qualche pezzo di ghiaccio che succhiavamo alla grande, ci dava l’illusione di mangiare del gustosissimo gelato.
In uno di quei giorni dedicato alla “raccolta” del ghiaccio, mentre stavamo attenti a raccoglierne il più possibile senza farci notare dagli operatori, una grande luce esplose su tutto il prodotto provocando in noi sgomento e paura….quasi da svenimento. Di lì a poco scoprimmo che la sostanza in questione non era altro che l’ammoniaca che veniva versata sui blocchi di ghiaccio.
Quando mio padre venne a conoscenza della nostra rocambolesca avventura, me le diede di santa ragione e, se non ricordo male, da quel momento finì per noi la grande mangiata dei gelati…di ghiaccio.
Le mandorle…amare!!!
Sempre per raccontare una delle tante disavventure giovanili ricordo che verso l’età di 12 anni insieme ad alcuni amici, un bel giorno decidemmo di andare a fare una breve escursione nelle campagne di “Logulentu”. Uno di noi, molto abile a salire sugli alberi, prese subito di mira un mandorlo, vi salì con la velocità al pari di “Tarzan” e cominciò a gettare per terra un congruo numero di mandorle. A cerchio ci sedemmo tutti per terra e subito iniziammo a separare il guscio dal frutto mettendone ogni tanto qualcuna in bocca per assaporarne il gusto. Mentre eravamo intenti ad eseguire quel piacevole esercizio, all’improvviso arrivò il padrone della campagna che, con il viso e la voce abbastanza alterati, non ci consentì di scappare. Subito prese due di noi sotto braccio (me compreso) e accompagnandoci con dolorosi calci nel sedere, ci portò sulla strada principale Sassari-Sennori lasciandoci umiliati e confusi. Tutto questo per una sola manciata di mandorle…amare.
Queste poche righe che ho scritto sono servite per ricordare…ma non per cancellare i miei 10 anni.
Salvatore Faedda
Nel ricordare questi due simpatici episodi dei suoi dieci anni, Salvatore ci regala altre due tessere della (sua) Sassari che fu, che leggo sempre con molto interesse e divertimento. Bravissimo!
Grazie Dott. Paulus…gentilissimo come sempre. Un caro saluto
Grazie Franco per il gentile commento che ho apprezzato tantissimo.
Caro Salvatore, quelle mandorle, o per il sapore del frutto ma soprattutto per il movimentato contesto del fatto che ci hai raccontato sono risultate amare in tutti i sensi. Mentre invece ciò che traspare sempre dolce e gradevole è l’espressione garbata e coinvolgente dei tuoi ricordi dai toni color pastello che finiscono per formare un mosaico policromo che sempre incanta a guardare. Grazie.