Volare si Può, Sognare si Deve!

Fra noi è nata una bella amicizia….. di Adelaide Sanna

E’ passato un po’ di tempo dal nostro ultimo incontro conviviale e già sento la mancanza di tutti voi e del vostro sorriso. L’esperienza fin qui vissuta all’interno dell’associazione e del gruppo mi ha convinta che essa è indispensabile per l’aggregazione e per la socializzazione dei nostri problemi legati a quello che noi chiamiamo il sig. PARKINSON e che ormai è la nostra ombra e che credo ci seguirà per tutta la nostra, spero lunga, vita.

Fra noi è nata una bella amicizia e un certo affetto che ci aiuta ad affrontare le giornate qualche volta difficili a causa della nostra malattia, ma quando stiamo insieme e quando facciamo le nostre attività siamo più sereni , più ottimisti e più fiduciosi nelle nostre possibilità di recupero e insieme troviamo il coraggio per vivere al meglio la nostra vita. Eh si, il coraggio, la serenità che ho visto e vissuto in mio padre alla fine dei suoi anni.

Quando ormai vedovo, alla veneranda età di novantaquattro anni, per una grave malattia venne decisa l’amputazione di una sua gamba , a noi figli questa apparve come una disgrazia e con grande preoccupazione ci riunimmo per dare conforto a nostro padre , aiutarlo nella decisione che spettava a lui prendere e per rassicurarlo sulla nostra assistenza e presenza.

Nella nostra ansia e concitazione lui intervenne e ci domandò : “ Ma si mi tagliani l’anca devu murì?”

A questa inattesa domanda noi dieci figli rispondemmo quasi in coro : “ Noooooo” e lui “ ma voi mi vureddi lu mantessi? “ noi sorridemmo e, commossi, lo rassicurammo.

“E allora tagliemmunnila “ fu la sua coraggiosa sentenza.

Certo questo episodio ci ha confermato quanto grande fosse la sua voglia di vivere, il suo coraggio, la sua determinazione ad andare avanti anche sulla sedia a rotelle. Ha vissuto circondato dall’affetto della sua famiglia, ha partecipato attivamente a tutti i momenti di gioia dei figli e degli amati nipoti che gli sono sempre stati vicini e spesso gli hanno fatto dimenticare la sua menomazione.

Ed è con questo spirito che io cerco di vivere la mia malattia, circondata da tante persone che all’interno dell’associazione condividono con me la voglia di andare avanti con entusiasmo e col piacere di fare quelle cose utili ma soprattutto piacevoli e spesso molto divertenti.

Ma devo rendere merito soprattutto alla mia famiglia che mi circonda di affetto e di premure anche se spesso non mancano le sollecitazioni a reagire nei momenti e giornate di difficoltà e di sconforto. Ma lo devo soprattutto ai miei adorati nipoti che con la loro allegria e gioia di vivere mi fanno sentire bene e mi fanno spesso dimenticare quell’ombra sempre incollata al mio fianco.

Un discorso a parte merita la ritrovata e consolidata amicizia con Dora e Giuseppe. La nostra conoscenza risale ai primi anni sessanta, quando Tonino e Giuseppe avevano una assidua e quasi quotidiana frequentazione e Dora ancora per noi non esisteva. La nostra amicizia diventò tanto solida che Tonino, quando partì per il servizio militare, mi affidò al fidato amico Giuseppe che aspettava che io uscissi dal lavoro per scortarmi fino a casa. Poi conoscemmo Dora alla quale subito ci affezionammo e Giuseppe se ne innamorò. Noi ci sposammo e continuammo a frequentarci. Nacquero i bambini e successivamente per lavoro, studio da parte di Dora e impegni vari , i nostri incontri si diradarono, ma restò sempre una grande fiducia e stima reciproche. Quando mi venne diagnosticato il Parkinson sapevo già che Giuseppe affrontava la malattia e non appena gli comunicai di essere stata colpita anche io dal male, mi rassicurò circa le terapie e mi propose subito di partecipare alle attività che già si svolgevano. Io accettai subito la proposta con grande entusiasmo anche perchè i miei figli videro l’opportunità di condividere con i nostri amici di sempre giornate diverse e soprattutto conoscere un nuovo gruppo di persone con cui confrontarci sulle problematiche della malattia stessa e aiutarci reciprocamente.

Devo infine ringraziare miei figli che hanno messo ordine in questi miei pensieri un po’ confusi e sgrammaticati.

Sassari 29 settembre 2015

Adelaide Sanna

1 Commento

  1. kaipaulus

    L’atteggiamento del padre di Adelaide mi piace moltissimo; avere il suo coraggio alla sua età, poi. Fantastico! E quel coraggio l’ha trasmesso a sua figlia che ora ne sta contagiando tutto il nostro gruppo. Anch’io vorrei ringraziare i figli della nostra “Nutrice” Adelaide che ci hanno permesso di poter leggere questa bellissima ed emotiva testimonianza di vita vera.

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