Volare si Può, Sognare si Deve!

Elenia – La fisioterapia – Il Parkinson Testo di Franco Simula

 


Elenia, attuale docente di fisioterapia, prevalentemente on-line, ci chiede di sapere che cosa ci aspettiamo da questo tipo di esercitazione soprattutto in relazione al fatto che chi ne usufruisce è colpito dalla malattia di Parkinson.
Il fine ottimale che vorremmo poter conseguire sarebbe la guarigione dalla malattia condizione sino ad oggi impossibile da ottenere La ricerca in campo neurologico sta facendo dei progressi impensabili sino a qualche mese fa, ma la soluzione approssimativa o definitiva ancora non esiste, siamo ancora alle cure sintomatiche che arginano, rallentano ma non risolvono. Che cosa è capitato a noi ammalati di Parkinson? E’ capitato che un bel giorno ci è stata diagnosticata la malattia ma i sintomi non erano molto evidenti: il tremore era leggero, lo squilibrio e la rigidità dei movimenti solo accennati e saltuari, i segnali di freezing solo episodici, le distonie non frequenti e di breve durata. In questo modo la malattia è andata avanti per anni senza segnalare all’ammalato concreti evidenti e repentini aggravamenti. La metabolizzazione del male è avvenuta per piccole dosi evidentemente ancora sopportabili dall’organismo già ammalato. Ma quando poi, accade un evento eccezionale come la pandemia del 2019, allora anche la malattia precipita in caduta libera. La mancanza di rapporti sociali consolidati, la scarsità di movimento, il conseguente aumento di peso corporeo, inducono a “dimenticare” le cose acquisite di recente. Insomma un tracollo da guerra mondiale guerreggiata con le armi; con la differenza che per le strade non ci sono macerie ma di morti ce ne sono milioni. Oggi con la fisioterapia, dobbiamo cercare di recuperare tutto o almeno una parte del patrimonio che abbiamo perduto: lentamente e con sofferenza. Dobbiamo riequilibrarci. Dobbiamo riabilitarci. Dobbiamo riacquistare gli automatismi perduti.

Franco Simula


 

5 Commenti

  1. Kai Paulus

    Sono d’accordissimo con Franco Simula, la pandemia era (ed è ancora) un disastro anche per tutta la comunità del Parkinson, e d’accordissimo anche per l’inefficacia dei farmaci a modificare il decorso della malattia. Però, carissimo Franco, in attesa che arrivino gli innovativi medicinali, abbiamo già a disposizione tre strategie per gestire meglio il Parkinson e ritardare la sua progressione: 1) il movimento, e quindi attività quotidiane e riabilitazione, 2) il buon riposo notturno, con cui vi sto tediando in questo periodo in questo stesso spazio, e 3) le emozioni positive ed il divertimento. Sembra tutto molto banale, ma la realizzazione è alquanto difficile. Non bisogno necessariamente riuscirci, non bisogna saper volare, però, bisogna volerlo (Volare si può, sognare si deve), ma ci vuole “molta forza di volontà”, la medicina più efficace e senza effetti collaterali negativi.

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  2. Egle Farris

    Cara Elenia cosa posso aggiungere ? Tutto verissimo ma ci sono giorni duri da vivere , troppo. Per me dubito di poter usufruire di cure più avanzate ,ma solo per l’età Sono sicura che mister Parky come lo chiamo io,batterà in ritirata molto presto e tu potrai gioire e pensare di aver contribuito .Un abbraccio affettuoso Egle

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    1. Kai Paulus

      Sono sicuro anch’io, carissima Egle, che mister e misses Parky batteranno presto in ritirata.

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  3. Maria

    Io ho capito e mi sono resa conto che con il movimento tra ginnastica posturale piscina e fisioterapia e molta forza di buona volontà riesco a muovermi ad essere più sciolta nei movimenti

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    1. Kai Paulus

      Ecco, la ricetta con i giusti ingredienti: ginnastica posturale, piscina, fisioterapia, e soprattutto “molta forza di volontà”. Grazie, Sig.ra Maria.

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