Volare si Può, Sognare si Deve!

DISTURBI DEL SONNO NEL PARKINSON Pillola n. 13

I disturbi del sonno sono molto frequenti nella popolazione generale, ma nella malattia di Parkinson rivestono dei significati molto rilevanti. Circa il 60-90 % dei parkinsoniani soffrono di disturbi del sonno che vanno dalle difficoltà nell’addormentarsi, alla frammentazione del sonno con frequenti risvegli, fino alle parasonnie e disordini comportamentali nella fase REM. I disturbi del sonno possono presentarsi già nelle prime fasi della malattia o addirittura precederla di anni.

Il Parkinson può portare a difficoltà notturne semplicemente per frequenti risvegli notturni causati da poliuria, spesso dovuta all’aumentato metabolismo, a turbe del sistema autonomo, ma anche alla stessa terapia. Invece, nella maggior parte dei casi il riposo notturno viene compromesso per la difficoltà nel girarsi nel letto o per trovare una posizione adatta, per la rigidità che aumenta di notte quando i farmaci assunti durante il giorno perdono efficacia, ma anche per dolori specialmente alle gambe ed alla schiena. Anche problemi respiratorie ed apnee notturne creano insonnia. La malattia può alterare il ritmo circadiano con spostamenti e riduzioni di melatonina e cortisolo, responsabili del fisiologico ritmo sonno-veglia.

L’insonnia è un sintomo aspecifico che non rimanda a lesioni di una struttura specifica, bensì può essere provocato da tutti i processi che possono evocare reazioni di risveglio; a questi processi contribuiscono meccanismi neurodegenerativi situati in strutture che regolano il ritmo sonno-veglia, quali il tronco encefalico, le connessioni talamo-corticali, il locus coeruleus ed il nucleo del rafe. Pare che proprio la patologia dei neuroni dopaminergici, causa principale del Parkinson, favorisca i disordini del sonno, specialmente i movimenti periodici delle gambe, i risvegli improvvisi, gambe senza riposo, e la sonnolenza diurna.

La terapia dei disordini del sonno nel Parkinson non è facile; certamente in prima istanza va ottimizzata la terapia dopaminergica, poi, a seconda del caso si possono introdurre dei neurolettici atipici con variabile beneficio.

Ma prima di arrivare a questi estremi e di aggiungere ulteriori farmaci, ci viene in aiuto uno studio recentissimo che ha osservato che l’esposizione di ammalati di Parkinson ad una intensa fonte di luce per due ore al giorno migliora nettamente il riposo notturno e diminuisce la sonnolenza diurna. Quindi armiamoci di occhiali da sole ed usciamo di casa!!

Kai Paulus

 

Fonti:

Schrempf W, Reichmann H. Schlafstoerungen beim idiopathischen Parkinson-Syndrom. Neurologie&Psychiatrie, 19(2),2017

Videnovic A, Klerman EB, Wang W, et al. Timed light therapy for sleep and daytime sleepiness associated with Parkinson’s disease. JAMA Neurol, published online February 20, 2017

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