Mancavano circa due mesi al nostro matrimonio quindi, per quell’anno, non avremo potuto fare il campeggio come di consueto. I nostri amici, invece, che non avevano il nostro impegno, lo organizzarono e ci invitarono a trascorrere qualche fine settimana prima del grande evento.
Per noi quella soluzione andava più che bene perciò, una domenica mattina, carichiamo la nostra 500 di frutta e verdura (giusto per non andare a mani vuote) e arriviamo a Vignola verso le 11:00. A quell’ora e con 40 gradi all’ombra, tutti i nostri amici sono già in spiaggia; ci liberiamo dei nostri indumenti e, in costume da bagno, li raggiungiamo immediatamente.
Io, che sono dotato di una sensibilità straordinaria, mi sono subito reso conto che la nostra presenza non era particolarmente gradita e, durante il bagno, ne ho parlato con la mia “quasi moglie” che, come me, aveva avvertito un certo disagio.
Dopo aver preso un po’ di sole e asciugato i costumi, risaliamo nell’accampamento dei nostri amici con la segreta speranza che le sensazioni avvertite fossero soltanto sensazioni e con la certezza di poter piazzare la nostra tenda per trascorrere con loro il fine settimana.
Mentre aspettiamo un invito, o meglio un’indicazione dove montare la tenda, un rimbalzare di domande del tipo: “quanti siamo oggi a tavola? Quanti piatti dobbiamo mettere? Quante sedie occorrono?” ci danno la convinzione che le nostre sensazioni non erano infondate e che forse era il caso di prendere bagagli e bagaglini e fare rientro a casa.
D’accordo con Anna ci vestiamo e, nel momento di congedarci, qualcuno dice timidamente: “perché non restate qui a pranzo?” Ma, ormai, il gelo aveva preso il sopravvento e senza tanti ripensamenti, ci scusiamo dicendo che altri impegni ci attendevano.
Subito mi rimpossesso della mia fisarmonica, che avevo dato loro in custodia in previsione di un nostro week end, e ci rimettiamo in viaggio alla volta di Sassari.
Dopo un paio d’ore circa arriviamo a destinazione, accompagno Anna a casa sua ed io faccio rientro alla mia. Ed ecco che succede questo: a casa non c’era nessuno perché i miei genitori erano andati in campagna, in cucina trovo sulla tavola ciò che mia madre aveva lasciato per la cena di mio padre (gnocchi, carne e tanto altro). A casa mia era risaputo che non ho e non avrei mai mangiato pasta avanzata o riscaldata ma, a quell’ora e con lo stomaco in subbuglio, senza tanti ripensamenti mi butto a capofitto su quelle pietanze.
Al rientro dalla campagna mia madre comincia ad indagare con i miei fratelli per sapere chi aveva divorato la cena, escludendo me perché ero refrattario ai cibi avanzati.
I miei fratelli si sono sempre accusati a vicenda, senza mai scoprire la verità…cose che capitano!!!!
Salvatore Faedda
Stiamo aspettando i commenti dei fratelli.
Ora sapete chi ha mangiato gli gnocchi del babbo!
Ma non litigate, intanto erano freddi …
Proprio perché erano freddi non sono stato mai accusato; prima d’allora non avevo mai mangiato la pasta fredda e mentre loro si accusavano l’un l’altro…io sorridevo sotto i baffi.
Grazie Dott. Paulus per questo simpaticissimo commento
Allora, così non va! Troppo silenzio!
Esigo almeno la versione del nostro tesoriere!
Ma è possibile che ancora non avete digerito gli gnocchi freddi mai consumati?