Volare si Può, Sognare si Deve!

CELLULE STAMINALI – ABBIATE ANCORA UN PO’ DI PAZIENZA di Kai S. Paulus

(Pillola n. 28)

L’idea dei “pezzi di ricambio” è affascinante per la cura delle malattie croniche: inserire, dove serve, cellule nuove di zecca per far funzionare un organo o, nel caso nostro, un circuito cerebrale.

Le cellule staminali sono cellule immature, a riposo, ma che possiedono la proprietà, quando serve, di attivarsi e di differenziarsi in cellule mature e pienamente funzionanti. Sono dette anche pluripotenti, perché possono maturare, in base al bisogno, in cellule con diverse funzioni.

Le cellule staminali sono cellule giovani, immature che possono svilupparsi, differenziarsi, in tanti tipi diversi, in base alle esigenze dell’organismo. (da: www.my-personaltrainer.it 2023)

Non le conoscete? Eppure, andate dal parrucchiere ogni mese e vi tagliate le unghie ogni settimana.

Qualsiasi crescita biologica è possibile grazie alla presenza di cellule staminali, che vengono studiate e già utilizzate in alcuni campi medici, quali oculistica (cornea), diabete, oncologia, cardiologia, ecc. Il grosso problema delle cellule staminali provenienti da donatori è il rigetto, per cui la ricerca è molto concentrata sull’autotrapianto, cioè di cellule provenienti dallo stesso organismo, dette cellule staminali autologhe.

Anche nel Parkinson la ricerca sulle cellule staminali è molto intensa, perché l’idea di impiantare cellule sane nel circuito nigrostriale [neuroni dopaminergici che si proiettano dalla sostanza nera al putamen del corpo striato e che nel Parkinson si ammalano per prime; quindi nero=nigro e putamen/striato: nigrostriatale], ammalato è, oltre che affascinante, teoricamente fattibile. Principalmente vengono usate cellule provenienti da feti abortiti (che già solleva problematiche etiche).

Ma ci sono grossi problemi tecnici.

(e certo, ogni volta che siamo vicini ad una soluzione, Paulus ci dice che per il Parkinson non vale,…)

In questi anni di intensa ricerca sulle cellule staminali si sono presentati fondamentalmente tre scenari complicati:

  • Far arrivare il “pezzo di ricambio” a destinazione, al centro del cervello: per questo le cellule nuove devono attraversare la barriera ematoencefalica, cioè devono passare, se iniettate, dal sangue dentro il cervello e attraversare una ‘parete protettiva’ che si interpone tra vaso sanguigno e cervello (per fortuna esiste, diversamente ogni batterio del cavolo riuscirebbe ad entrare dentro il cervello); questo percorso è molto difficile;
  • Le cellule immature sono dotate di attività di crescita, di crescita, di crescita, e possono cescere, se non fermate, all’infinito. Cosa succede? Continuano a crescere in modo incontrollato: cancro! Non è proprio un bel modo per curare il Parkinson;
  • Le cellule nuove possono ammalarsi della stessa malattia: l’alfa-sinucleina alterata diffonde nel cervello ed infetta le cellule sane circostanti, quindi, nulla di fatto, il Parkinson persiste.

 

Questo mese, quindi attualissimo, un gruppo di ricercatori coreano-tedeschi ha pubblicato i risultati della loro ricerca sulle cellule staminali nel Parkinson sulla prestigiosa rivista ‘Movement Disorders’. Un gruppo di 15 pazienti è stato trattato con cellule staminali ed il risultato è stato una riduzione di alcuni sintomi parkinsoniani; ma il fatto più eclatante è che non si sono osservati effetti collaterali.

Le critiche a questo importante lavoro sono che il gruppo dei partecipanti è troppo esiguo, non c’è un gruppo di controllo di persone non trattate con staminali, ed, infine, il periodo di osservazione di 12 mesi pare non sufficiente per poter trarre conclusioni utili per l’applicazione di questa tecnica alla comunità di persone affette da malattia di Parkinson.

Non ancora, ma si stanno facendo grossi passi in avanti.

 

Fonte bibliografica:

Kim J, Inbo H, Kim HS, Kim WC, Jang SJ, Min K, Kim SH, Bae SH, et al. First clinical report on the treatment of Parkinson’s disease fetal midbrain precursor cells. Movement Disorders 2023, Jan 24: doi: 10.1002/mds 29316

1 Commento

  1. Mariantonietta

    Cartone animato degli anni ’90 ‘Mignolo e Prof’ (due cavie di laboratorio)- Dialogo iniziale di ogni puntata –
    Mignolo: “Cosa facciamo oggi, Prof?”
    Prof: “Semplice, Mignolo, quello che facciamo ogni giorno: tentare di conquistare il mondo”.
    A seguire, rocambolesche quanto sgangherate avventure, tutte destinate al fallimento.
    Tanto per iniziare col sorriso una riflessione…
    Questo fronte di ricerca staminali/Parkinson apre enormi prospettive per un futuro di liberazione dalla malattia sia per chi ora ne patisce gli effetti devastanti che, in maggior misura, per chi ne patirà in futuro (e ciò ci preoccupa, considerato che il fattore ‘familiarità’ è rilevante nella contrazione della malattia).
    Questo esperimento, tuttavia, mi inquieta… ha qualcosa di raccapricciante… Non tanto per l’uso di staminali fetali, quanto per le possibili implicazioni che comporta e che sono riassumibili in due parole: “controllo cerebrale”. Esagero? Forse si, ma non nutro tanta fiducia che il genere umano usi per il bene di tutti le conoscenze scientifiche e tecnologiche acquisite.
    Buona giornata a tutti
    Mariantonietta

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