Il personaggio dell’anno 2019
XIII° Giornata Sassarese della Malattia di Parkinson
“Dinamo” – La nuova terapia

L ‘Associazione Parkinson Sassari ha fatto – 13 – !! , proprio così, mercoledì 13 – novembre, al palazzetto dello Sport di piazzale Segni, una nutrita rappresentanza di associati ha fatto conoscenza con un nuovo “generatore dopaminico – il suo nome mitico è DI-NA-MO.
La new entry , col “botto” – visto il risultato finale – è la DINAMO BASKET Banco di Sardegna Sassari: squadra ai vertici della serie A , con una lunga militanza nel Basket nazionale con successi anche Europei.
Confermando il suo prezioso impegno nel sociale, il Presidente, Dottor Stefano Sardara, coadiuvato dalla sollecita e gradevole presenza della Dottoressa Viola Frongia che ha curato la logistica, ha consentito al gruppo Parkinson Sassari convenuto al palazzetto dello Sport , una “scintillante “ospitata” che ha goduto di una festa …. fatta di spettacolari canestri all’ultimo secondo, schiacciate, bombe, e adrenalina allo stato puro, condita da un risultato finale debordante – 90 Vs 67 – con un avversario (Strasburgo) “stralunato” fin dalle prime battute e già alle corde fin dal primo quarto.
Il tutto poi, si è tradotto in un esuberante pieno di dopamina: vitale energetico allo stato puro e, ulteriore attività terapeutica complementare, aggiunta alle altre già praticate dall’Associazione (fisioterapia mirata – canto – teatro – ballo/movimento terapia), nei programmi quotidiani.
Un sentito ringraziamento, per questa nuova esperienza al Palaserradimigni , va a tutta la dirigenza della Società Dinamo Banco di Sardegna, da parte del Presidente Franco Simula e di tutti gli associati , con l’auspicio di proficua continuità, in nuovi eventi sempre graditi.
g.b.
Parkinson – Dinamo : Una serata gioiosa
Ore 19 alla spicciolata, un po’ infreddoliti, gli ospiti “speciali” di questa serata al Palaserradimigni cominciano a confluire nel punto convenuto. A mano a mano che arrivano tutti pronunciano, come prestampata sulla fronte: -E i biglietti dove sono? Chi ce li dà?- Il presidente non può più traccheggiare, estrae dalla tasca i biglietti che Viola Frongia la “ministra plenipotenziaria dei rapporti sociali con l’esterno” aveva già preparato e procede alla consegna ordinata dei preziosi documenti di ingresso. Ne avanzano due: di chi saranno? Di due che all’ultimo momento hanno rinunciato o di due ritardatari? Alla fine prevale la seconda ipotesi quando, in un corridoio Margherita e la figlia, trafelate e senza biglietto, accompagnate da un commesso che, credendo alla loro buona fede, può ritirare i due biglietti “avanzati”. Lo stile di Viola Frongia, stile Dinamo, si propaga a tutto il personale di servizio del Palazzetto. Geminiano guida il gruppo verso il settore che ci è stato assegnato e finalmente possiamo sederci nel tempio del basket sassarese. L’ambiente è avvolgente: sembra di essere entrati in una dimensione diversa dal solito: le luci proiettate sul parquet sono fortissime, lo illuminano a giorno; i giocatori-giganti che fanno esercizi di riscaldamento dall’alto della gradinata sembrano più piccoli, un gruppo di bambine si esibisce nell’esecuzione di una danza artistica.
Ore 20,45: inizia la partita. L’avvio è balbettante non solo per i francesi di Strasburgo ma anche per i giganti della Dinamo: il canestro sembra diventato un anellino. Interviene Pozzecco. Come per incanto la partita cambia indirizzo: da quel momento non c’è stata più storia ; la Dinamo è stata avanti anche di 40 punti; il risultato finale 90 a 67 testimonia la metamorfosi.
Anche i parkinsoniani ( ho notato che le donne seguono il fenomeno Dinamo con maggiore intensità rispetto agli uomini) da questo momento hanno cominciato a respirare in maniera più distesa e a produrre una maggiore quantità di dopamina.
Nell’intervallo lungo il Presidente Franco Simula è stato intervistato da una giornalista che in prima battuta ha chiesto quale impressione avessimo riportato da questa esperienza del tutto diversa da quelle quotidiane, il Presidente (che è anche l’estensore di questa cronaca) ha dichiarato con entusiasmo che eventi di questa natura non possono non essere graditi dagli ammalai di Parkinson che da questi eventi traggono immancabilmente motivo di gioia e di benessere e tale particolare condizione rappresenta di per se stessa una terapia, in grado di coadiuvare per almeno un trenta per cento la farmaco terapia tradizionale che, come è ormai appurato, è sintomatica. Quindi ben vengano questi momenti di spensieratezza per un tipo di ammalato che potrebbe rifugiarsi nella depressione.
L’intervista è stata un’occasione propizia per rivolgere un sincero ringraziamento al Presidente della Dinamo dott. Stefano Sardara e al suo staff per la sensibilità dimostrata in ripetute occasioni verso categorie di persone che o per l’età o per malattie non sono più in grado di inseguire palloni come in gioventù.
Ormai possiamo solo portare fortuna…come oggi.
La festosa serata si è conclusa con la simpatica cerimonia dello scambio dei gagliardetti fra il capitano della Dinamo Giacomo (Jack) Devecchi e il presidente dell’Associazione Parkinson.
Franco Simula
Alcune testimonianze rese da donne parkinsoniane
Queste sono alcune delle preziose e straordinarie testimonianze rese da donne parkinsoniane sabato 21 Settembre 2019 durante il convegno tenuto ad Alghero dal titolo “La signora Parkinson”.
Le testimonianze hanno reso unico ed incomparabile l’evento.
Maria
Buongiorno e buon lavoro a tutti. Sono molto emozionata, non é facile parlare dei propri sentimenti, dei propri affetti, delle proprie paure, delle proprie debolezze; con voi mi sento serena e ci proverò.
Io sono diventata Signora Parkinson ufficialmente circa quattro anni fa.
I primi dubbi iniziarono quando le mani di mio marito Paolo e le braccia tremavano compulsivamente e inspiegabilmente tra cambio e il volante dell’automobile. Vai dal medico, che fa la diagnosi e scatta l’incredulità; ti chiedi il perché ma ti proponi di reagire. Inizi a informarti, chiedi, cerchi tra i tanti dubbi e incertezze. Finalmente trovi il medico specialista di questa malattia sperando di aver subito risultati positivi. Per tutti noi dottor Paulus che, per quel che mi riguarda, é un punto di riferimento anche umano. E’ come se facesse parte della famiglia, ci sprona, incoraggia e, quando necessario, ci consola e anche ci sgrida. Un grazie sentito da parte mia.
Intorno hai tante persone care che ti consigliano, ti chiedono, ti aiutano e anche ti rimproverano. In alcuni momenti mi sento in colpa, inadeguata, incapace di reagire o capace di reagire in maniera sconosciuta, non consueta, ad esempio con rabbia; perché tu non sei più tu. Ti chiedi chi sei, dove sei, che cosa potresti fare ancora, le tue paure le chiudi in un angolino perché non hai più la forza e la volontà di condividere nulla, ti senti nuda.
Sai che l’ammalato é tuo marito, sai che la malattia inattesa ha vigliaccamente aggredito lui, ma anche tu, cioè io, mi sento preda di quel male.
In alcuni momenti ti vene di chiedere aiuto, di avere affetto, coraggio, mai compassione, di avere un pò di gratitudine per quello che fai e se non c’é, inconsapevolmente, ti viene da dire basta. Poi invece, ritrovi te stessa e ricominci a lottare, piano piano, si riesce a ritornare come prima o quasi. Si trovano nuovi equilibri, nuove forme di coinvolgimento fisico ed emotivo, di condivisione dei sentimenti, delle paure, delle gioie, come spesso per fortuna succede da noi, dentro l’associazione.
Certo la malattia, la stanchezza, la rabbia, il sentimento di malinconia sono costanti insieme alla paura di quello che sarà domani. C’é però sempre da parte mia la speranza che la ricerca, la scienza , le istituzioni sanitarie e amministrative diano una mano per lenire il disagio, il dolore che accompagna i nostri ammalati.
Cerchi comunque energie nuove, il tempo passa e tutto questo mi farà crescere e maturare dentro. Mi auguro che la malattia prima o poi subisca un grande ko.
Grazie a Tutti, buon lavoro, forza paris.
Maria
Adelaide
Nel 2006 mi è stato diagnosticato il morbo di Parkinson. Si è manifestato con tremore alle mani e alle gambe ed una certa instabilità.
La mia prima preoccupazione è stata accertarmi che non fosse una malattia mortale ; una volta che sono stata tranquillizzata in merito, con l’impegno ad assumere quotidianamente dei farmaci, mi sono convinta che ci avrei dovuto convivere nel modo più tranquillo possibile.
Le preoccupazioni sono state tante, non ultima quella della cura del mio aspetto fisico . Ciò può apparire poco importante, ma non per me, che ho sempre tenuto ad essere ordinata sia nei capelli che nel trucco ed ovviamente nell’abbigliamento.
Non volevo apparire la malata che suscita pietà, non fa per me e ho deciso di combattere con tutte le mie forze col mio nuovo nemico .
Inizialmente per queste esigenze mi sono venute in aiuto mia figlia e mia nuora che, dopo aver accompagnato i figli a scuola , venivano a casa nostra e si occupavano del mio trucco e parrucco; del resto si occupava mio marito. In questo modo io mi sentivo a mio agio e ciò mi ha aiutata tanto ad affrontare i problemi legati alla malattia.
Mio marito, però, non si è perso d’animo e osservando le manovre delle ragazze ha imparato ed oggi è lui il mio truccatore e parrucchiere di fiducia. Naturalmente lui è contento di rendersi utile anche in questo oltre che in tanti altri bisogni quotidiani.
Posso dire che abbiamo raggiunto un certo equilibro e collaboriamo reciprocamente nella nostra quotidianità .
Devo ringraziarlo molto per la tranquillità e la sicurezza che sempre riesce a darmi.
Josè
Quando ho cominciato a frequentare il gruppo dell’ Associazione mi sono trovata subito bene. E’ un piacere vedere che negli anni l’associazione è cresciuta arricchendosi di attività interessanti e molto utili ed efficaci per chi soffre di questa patologia.
Per me in particolare il canto mi fa bene. Il canto è stato una sorpresa! Ho fatto parte della corale dell’ UTE e successivamente anche di un’altra corale per più di 20 anni, dalla quale ho deciso di ritirarmi quando la malattia ha iniziato ad essere più aggressiva. Quindi mi ha fatto piacere poter riprendere la mia passione! Nonostante la mia voce ora vacilla…..
E’ entusiasmante cantare insieme al gruppo, alcune canzoni in particolare come ad esempio Dimonios. Anche grazie alla guida del bravo e paziente ( e per di più bello!!! ) maestro Fabrizio.
Per alcuni di noi il ballo è un vero toccasana, alle prime note di un liscio si vedono persone
che si alzano e danzano leggere mentre nella quotidianità quasi non riescono a camminare.
Nel gruppo c’è una bella intesa!
Il supporto della famiglia è importante e ringrazio di avere due figlie ( una delle quali vive con me e mi SUPPORTA/SOPPORTA 24 ……. ehm anzi 36 ore su 24!!!) che mi aiutano.
Ho 5 nipoti e 6 pronipoti che mi chiamano Nonna-Bis e anche se non li vedo spesso quando li sento per telefono e mi dicono “ Ciao nonna-bis” sento la dimostrazione del loro affetto.
Nella mia esperienza personale è molto importante fare cicli regolari di fisioterapia e logopedia che aiutano a muovermi e a comunicare meglio. Nelle nostre condizioni si spera che la medicina raggiunga livelli superiori di cure!
Mi dispiace non poter essere presente a questo convegno…. purtroppo i miei attacchi forti di agitazione e ansia non mi permettono di stare a lungo fuori di casa!
Un cordiale saluto, Josè.
Ninetta
In riferimento all’incontro con Mr. Parkinson ognuno di noi ha la propria storia da raccontare, infatti, la malattia non colpisce tutti allo stesso modo e anche l’età varia. Non sempre si manifesta nell’età adulta, ma una cosa è certa, quando il morbo aggredisce, la strada diventa sempre più in salita.
Il mio primo sintomo fu la perdita dell’olfatto che, però, sottovalutai; non avrei mai potuto immaginare che potesse essere un segno premonitore della malattia. Per quasi due anni ignorai il problema; poi arrivò il tremore e la rigidità muscolare e, solo allora, venni sottoposta ai controlli necessari il cui risultato evidenziò la terribile patologia.
– Ce la farò! – mi dicevo
Passavano le settimane, i mesi ma, nonostante i farmaci, i progressi erano minimi. Ero avvilita, divorata dal senso d’impotenza, mentre avrei avuto bisogno di rilassarmi ed avere un atteggiamento più ottimista. Dopo qualche tempo entrai a far parte dell’associazione: la fisioterapia, il canto, l’attività teatrale, nonostante la persistenza dei sintomi, mi furono di grande aiuto. Stare con gli altri mi dava la possibilità di cogliere ogni segnale positivo, pur nella consapevolezza dei numerosi disagi che accompagnavano me e gli altri. Condividevamo il nostro stato d’animo, soprattutto, quando accadeva di sentire notizie su un sistema sanitario inadeguato che metteva in difficoltà il medico ma soprattutto il paziente.
A compensare, in parte, le mancanze del sistema sanitario c’ era lo spirito di condivisione che ho verificato fin dal primo momento nell’associazione e che continuo a sperimentare anche ora. Una condivisione, la nostra, non solo nella sofferenza e nei disagi, ma soprattutto nella voglia di andare avanti.
Perciò ognuno di noi si riconosce negli altri e trova in questa vicinanza lo stimolo a non arrendersi. Come dire, è la nostra, una famiglia allargata, stare insieme ci aiuta a trascorrere ore serene e a farci coraggio a vicenda. Tutto ciò contribuisce alla produzione della dopamina, la sostanza responsabile del controllo dei movimenti.
Questo ci aiuta ad andare avanti, ad avere fiducia nella ricerca che speriamo possa, quanto prima, debellare Mr. Parkinson.
LA SIGNORA PARKINSON di Kai S. Paulus

Circa un anno fa ci siamo interrogati sul nostro sito (vedi “Signora o Signor Parkinson”, archivio Agosto 2018) se vi fossero differenze nell’affrontare la patologia parkinsoniana tra i due sessi, in linea con le recenti evidenze indicate dalla Medicina di Genere. Ci siamo promessi che saremmo ritornati su questa importante tematica approfondendone diversi aspetti.
Ed ecco finalmente ci siamo:
Tra alcuni giorni ci incontreremo ad Alghero per approfondire le problematiche ed i disagi che comporta la malattia di Parkinson nella donna. Tralasceremo quindi i classici sintomi quali, tremori, rigidità ed instabilità posturale che conosciamo fin troppo bene, per focalizzare l’attenzione sulle possibili differenze del “Vivere-con-il-Parkinson” nel sesso femminile. E non si parlerà solo di ansia, depressione ed insonnia che possono colpire entrambi, ma si affronteranno i disagi quotidiani, personali, familiari e sociali. Per fare un esempio: un uomo affetto da Parkinson non si metterà troppi problemi per uscire di casa anche se a causa del tremore non riesce a radersi; la donna invece se non riesce a mettersi il rossetto… (capito cosa voglio dire?)
A causa delle differenze culturali e sociali donne e uomini affrontano la vita in maniera diversa; per la stessa ragione una malattia cronica che colpisce soprattutto il movimento con impaccio motorio ed instabilità posturale, andrà ad impattare come un macigno sulla vita personale, quella di coppia, di una famiglia, stravolgendone i ruoli: i capo-famiglia, padri, madri, nonne, nonni, non solo perderanno il loro ruolo principale ma saranno costretti a chiedere aiuto per ricevere assistenza.
Per non parlare della coppia: cosa ne sarà del ruolo di moglie, dell’intesa, della complicità, dell’amore, e dell’intimità? Si rischia di andare incontro a due scenari, da un lato l’indifferenza, dall’altro la trappola del rapporto genitore-figlia/o.
Si può riuscire a mantenere una convivenza soddisfacente e gratificante per tutti? Si può e ci si deve riuscire!
Nella nostra società matriarcale, la donna riveste un ruolo cruciale, quasi da ‘manager’ familiare. Quindi, se la donna non dovesse più essere efficiente, tutto il mondo familiare ne risentirebbe, e prima di tutti Lei stessa.
Da tempo sono convinto che la malattia di Parkinson si curi per un terzo con i farmaci, per un terzo con l’attività fisica, e per ultimo, tutelando i diritti umani della persona ovvero la sua capacità di autodeterminazione delle scelte ed il diritto a conservare il proprio ruolo come membro responsabile ed attivo all’interno della famiglia e nella comunità. Credo proprio che quest’ultimo terzo sia quello più importante.
Anche scientificamente, la ricerca punta ad individuare le differenze di genere nel Parkinson, se pur ancora giovane e con poche evidenze scientifiche. Nell’ultimo numero della prestigiosa rivista scientifica americana ‘Movement Disorders’ è apparso un articolo di un gruppo italiano guidato dal partenopeo Alessandro Tessitore (che abbiamo avuto l’onore di ospitare alcuni anni fa per un convegno a Sassari), che racconta gli affascinanti studi sulle possibili differenze tra “Signor e Signora Parkinson”, oltre le note differenze fisiologiche del cervello, indagano il diverso funzionamento dei circuiti cerebrali coinvolti nella patologia extrapiramidale nei due sessi, che potrebbero spiegare la diversa risposta ai farmaci. Per avere risposte definitive, affermano gli autori, ci vorranno ulteriori studi.
Di questo parleremo ad Alghero. La scienza sta esplorando nuovi terreni, e noi cercheremo di stare al passo con le nuove conoscenze per migliorare costantemente la gestione globale della malattia di Parkinson.
Bibliografia:
De Micco R, Esposito F, Di Nando F, Caiazzo G, Siciliano M, Russo A, Cirillo M, Tedeschi G, Tessitore A.
Sex-Related Pattern of Intrinsic Brain Connectivity in Drug-Naiv Parkinson’s Disease Patients.
Movement Disorders, volume 34 (7), 2019.
L’Invettiva al demone ( Mr. Park ) :: G.B.
L’INVETTIVA
Nelle notti immote, quando per la TUA perfidia
non arriva il giusto riposo, con la mente,
ripercorro i sentieri aspri dove mi hai confinato,
così sgorga veemente la mia più feroce INVETTIVA :
Da vigliacco quale sei , silenziosamente,
con movenze feline,
ti sei insinuato proditoriamente
nelle pieghe profonde del mio essere
col preciso scopo di devastarmi l’anima,
logorando le mie resistenze e straziandomi le membra,
rendendomi succube del tuo insano progetto,
DEMONE che sei !
Per riconoscerti ho dovuto faticare anni , subendo
umiliazioni dal mio corpo che vagava incerto,
senza controllo, alla tua sola dipendenza.
Ho passato il tempo a chiedermi perché ?!
Non trovando alcuna risposta,
ho imparato a conoscere il dolore e la sofferenza
ma non mi sono arreso,
Ti ho confinato nei recessi più remoti della coscienza
incatenandoti al ceppo dell’ignavia , relegato in catene
per non sentirti e poterti ignorare.
Ma tu, sei infido come una serpe, e lo dimostri ogni volta
che le mie resistenze vacillano, sento che le catene
che ti imprigionano stridono e si assottigliano
per il tuo furioso dibatterti, sento che vuoi ritornare
al tuo ruolo infame, per essere ancora padrone del
mio tempo e rendermi giullare nelle tue mani.
Ma ho imparato a combatterti e la mia volontà
è più forte del tormento che mi infliggi, e con te ,
ingaggerò una lotta cruenta, combattente armato
di sciabola tagliente per decapitare la tua infamia,
e non darti vantaggi in questa disputa senza tempo.
Questo, fino a quando avrò vita !
Il tuo acerrimo nemico.
IO , Principe del tormento, sentendo i tuoi “finti” propositi,
rido …… e rido fino alle lacrime……Tu, non puoi nulla contro di ME !
Hai ragione, sono infido, subdolo, infame , ma da RAPACE
quale so di essere, non ti darò tregua , mai , e che battaglia sia !
Il tuo odiato compagno !
Continui la tua ignobile recita , stonata , becera,
consapevole di avere i giorni contati, perché già sai …
che oltre alla mia incrollabile volontà a combatterti,
presto verrai annientato dalla SCIENZA !!!
Ho pronto il tuo epitaffio : Qui giace l’ INFINGARDO,
che nella sua infame esistenza ” visse seminando veleni”
e alla fine ” raccolse solo improperi ”
AMEN.
g.b.
Navigare per sfidare la malattia :: Davide Pinna
Ritorno a scuola :: Giannella Cossi
Sapevamo che sarebbero arrivati, ce l’avevano promesso e hanno puntualmente mantenuto l’impegno.
Sembravano uno stormo di uccellini variopinti decisi a occupare questa tarda primavera con i loro festosi cinguettii.
Erano i bambini della IV e V elementare dell’Istituto Figlie di Maria che nel parco, seduti ordinatamente all’ombra degli alberi, hanno accolto noi anziani Parkinsoniani recitando, emozionati, i propri componimenti poetici, che riportavano le loro riflessioni spesso profonde con la convinzione di interpretare un momento speciale della loro vita scolastica.
Questo era il secondo incontro tra noi e i bambini, che erano rimasti profondamente impressionati dall’incontro con vecchi malati ma pieni di vitalità ed energia, che avevano cantato e ballato insieme a loro, suscitando la loro curiosità a tal punto da chiedere un po’ sorpresi: “Siete vecchi e malati, sapete dirci da dove scaturisce questa vostra vitalità e allegria ?” -“La nostra terapia, oltre a quella farmacologica, è rappresentata dal movimento, dal ballo, dal canto, dallo stare insieme.
Stare con voi oggi ci riporta indietro nel tempo e ci fa sentire ancora giovani, ci contagiate la vostra allegria e ci regala momenti di vita.
Tutto questo, con parole difficili, l’abbiamo chiamato incontro intergenerazionale, ed è stato incoraggiato dal nostro medico e dalle vostre bravissime insegnanti”.
In questo secondo incontro, abbiamo potuto constatare come questa esperienza sia stata vissuta dai bambini: ci hanno accolto come vecchi amici, le loro poesie parlavano della gioia ,dell’allegria dell’aver condiviso con noi momenti giocosi; alcuni componimenti ci hanno commosso fino alle lacrime per la sincerità e profondità di contenuti; e li abbiamo applauditi calorosamente e lodati come meritavano, ricambiando con qualche nostra composizione.
Abbiamo chiuso in allegria, ripromettendoci di incontrarci ancora.
Grazie ai ragazzi, alle maestre e alla loro Dirigente, e arrivederci.
Giannella Cossi