Volare si Può, Sognare si Deve!

“Castigo de Dios”, poesia di Paolo Marogna


CASTIGO DE DIOS

Noi che abbiamo vinto la luna
Noi che abbiamo girato intorno a Marte,
noi
che viaggiamo più veloci del suono
e abbiamo vinto la morte di tante malattie,
noi
quando la terra trema, le montagne si muovono,
ed i mari si sollevano,
noi
siamo deboli ed impotenti
come uomini primitivi.
Che coperti di pelli,
quando il sole oscurato
si tingeva di sangue
per le nubi dei vulcani,
nelle loro grotte
si prostravano in ginocchio
e battevano la fronte per terra
offrendo sacrifici
e chiedendo al loro Dio
permaloso e crudele
perdono per peccati
terribili e inesistenti
che non avevano mai commesso.


Commento a “Castigo de Dios”

L’autore fa delle osservazioni semplici ma che vanno a scavare l’essenza dei problemi che provocano le sue riflessioni spesso amare.
Gli uomini del nostro tempo, che hanno toccato vertici impensabili di tecnologia – dalla conquista della luna all’esplorazione dello spazio alla definitiva sconfitta di tante malattie – non sono in realtà meno fragili degli uomini primitivi che interpretavano fenomeni naturali come terremoti, alluvioni, eclissi lunari e solari come punizione divina per peccati che non avevano commesso.
Oggi l’uomo sa che non può trattarsi di una punizione divina, ma di fenomeni naturali che non possono essere controllati neppure con la tecnologia, e comincia a rendersi conto che spesso lui stesso contribuisce colpevolmente ad alimentare tali catastrofi.
(F.S.)


 

2 Commenti

  1. Kai Paulus

    Pur credendoci superbi, restiamo persone semplici e dobbiamo rispettare sempre la natura ed il nostro prossimo.

    Rispondi
  2. g.b.

    L’utilizzo del linguaggio diacronico della poetica di Paolo , consente al lettore una immediata fruizione del testo e lo stimola a essere partecipe attivo nella riflessione e nell’esternazione del proprio pensiero, possibilmente da tradurre sul sito in forma autorale. In questa disamina sulle poesie di Paolo, manca l’autorevole commento di Giannella, ne sentiamo la mancanza.

    g.b.

    Rispondi

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