Vi narrerò di tre secoli, due donne, un sogno – testo di Egle Farris
Vecchia . Vecchia e rassegnata .
Già vecchia e rassegnata lo nacque ,la mia prozia ,circa venti anni prima della fine dell’ottocento
Sempre così arrendevole, ignorata ,vecchia e rassegnata . Labbro superiore con neri baffetti d’ordinanza , come imponevano le regole di allora , un rosario dai grani di legno consunti sulla sinistra, snocciolato continuamente e la destra impegnata a servire . Perché allora le figlie zitelle ,chiamate solo zia col loro cognome, come dalle convenzioni sociali e verbali ,assolutamente da rispettare, a quello erano destinate ,servire il resto della numerosa famiglia. E lei trascorreva gli anni in quella cucina col pavimento scuro ,con una finestra così in alto che ci voleva una sedia per aprirla e il cielo era sempre troppo lontano . Stagioni ,inverni , estati passate tra due guerre ,il fuoco sempre acceso in un camino ad angolo,un tripode troppo nero ed infernale, che accoglieva una padella esagerata . E io mi saziavo di quelle frittelle infinitamente lunghe, morbide e spugnose ,di quelle “origliette” intorcinate e tuffate nel biondo miele ma…..in cambio lei pretendeva e mi insegnava , nonostante la mia ritrosia, con fermezza e convinzione, una preghiera sarda sugli angeli ,che dopo oltre settant’anni , ricordo ancora …. E fu così che , un giorno , il più impaziente dei nipoti , trovò nel minestrone un crocifisso alto un palmo , caduto, ovvio ,dal suo rosario. La scena ,tragicomica, fu lunga e feroce e lei che sempre aveva abbassato la voce e la testa ,la alzò un’unica volta quella testa ,guardò tutti,uno ad uno ,e non volle più fare niente, chiusa in un silenzio che solo lei sentiva assordante e in giorni senza speranza , sino a che se ne andò, qualche attimo prima della mezzanotte del 31 dicembre di un anno immemorato ,come se anche quello nuovo ,che galoppava veloce, l’avesse rifiutata ………
E quando , perso tutto per me nella memoria , venti anni fa ,mi arrivò per vie traverse ed imperscrutabili, l’ unico tesoro materiale da lei mai posseduto ,ho cercato in ogni luogo dove sono stata, le statuine di un angelo . Non mi chiedo il perché ,ma il primo gesto che compio al ritorno è sempre quello di aprire la “sua” credenza ed aggiungerne altri , come fossi stata invitata e destinata a vivere nel terzo secolo .
E mi accade allora qualcosa di immaginario ed illusorio , che non ritorna , stimolante e rigenerante di tutti i miei sensi .Inizio a provare sensazioni ,nelle quali mi smarrisco e tento di tornare in me ,ma vengo trascinata in silenzi abissali e luci all’infinito ,nei silenzi più profondi e velocità che noi non siamo in grado di quantificare . Mi smarrisco e mi anniento in sogni ritrovati, dopo averli perduti. Con lo sguardo pronto al silenzio, nella solitudine spaventosa degli spazi e tempi inesplorati. Spazio e tempo che non esistono più. E così ,lasciandomi trascinare per prima, come lei nata vecchia , nata io inguaribilmente, irreparabilmente , inesorabilmente agnostica , assisto però in quel preciso momento ad una esplosione di luce che mi divampa negli occhi e nel cuore facendomi tremare ogni singola cellula . Sento dappertutto che quegli atomi di lei ,che viaggiano alla velocità della luce in algidi luoghi e spazi atemporali e silenziose stelle che iniziano e terminano in mondi che non capiamo e che non ci è dato sapere , fuggiti alla gravitazione , si fermano un nanosecondo di un tempo eterno ,perpetuo ed inestinguibile e “sentono” che una donna ancora la ricorda e può aspettarla ed invitarla ad esplorazioni inimmaginabili a mente umana .Solo che abbia voglia di trasformarsi in lucenti e sfavillanti atomi come lei ,donna che dai conformismi sociali dei suoi tempi , da un fato e da una vita ingrata, arrogante ed avarissima non ebbe neppure la gioia di essere chiamata col solo dono che ebbe ,il magnifico nome che portava .
LEONTINA
Una signora col rossetto
Lawrence Maxwell Krauss . Ispiratore dei miei sogni .
“La cosa sorprendente è che ogni atomo nel tuo corpo viene da una stella che è esplosa.
E gli atomi nella tua mano sinistra vengono probabilmente da una stella differente da quella
corrispondente alla tua mano destra.
È la cosa più poetica che conosco della fisica .
Tu sei polvere di stelle ” .