Volare si Può, Sognare si Deve!

Autore archivio: assoparkss

Giornata Mondiale della Malattia di Parkinson

SASSARI 12 APRILE 2014 PALAZZO DELLA PROVINCIA

Resconto di una giornata ‘mondiale’

La Giornata Mondiale della Malattia di Parkinson, promossa dalla European Association of Parkinson’s Disease. Ricorda il medico inglese James Parkinson che nel 1817 descrisse per la prima volta i sintomi della “paralisi agitante” e che morì 190 anni fa, il 11 aprile 1824.

Puntualmente alle ore 9,30 inizia il programma con l’introduzione di dott. Kai Paulus, neurologo della Clinica Neurologica dell’AOU di Sassari che da oltre dieci anni gestisce il Centro Parkinson e che sottolinea innanzitutto l’ottimo lavoro svolto dalla neonata Associazione Parkinson Sassari per aver portato a Sassari, come unico Centro dedicato in Sardegna e con soli altri cinque in tutta l’Italia, la manifestazione ‘Parkinson’s Open Day’ in occasione della Giornata Mondiale della Malattia di Parkinson, e poi elogia le iniziative associative già in corso quali la riabilitazione di gruppo guidata dalle fisioterapiste dott. Valeria Nuvoli e dott.ssa Luisa Giordo, lo sportello d’ascolto della psicologa dott.ssa Iole Sotgiu, il corso di ballo con maestro Bruno Pitzolu.

Prende la parola Ing. Lino Mura, vicepresidente della Provincia, che porta il saluto della Presidente e che parla dell’importanza della presenza di una associazione nel contesto di una patologia neurodegenerativa per il sostegno dell’ammalato e della famiglia. Di seguito, dott. Mario Manca, direttore sanitario dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Sassari saluta tutti i presenti a nome della direzione della AOU e ringrazia l’associazione per le sue attività e dichiara la vicinanza dell’Azienda al mondo del volontariato; riferisce di incontri all’assessorato regionale per le richieste di sostegno per migliorare il programma sanitario e quindi l’assistenza della AOU di Sassari, ma non nega che molti progetti non sono al momento realizzabili a causa di mancanza di fondi. Successivamente, Prof. Virgilio Agnetti, direttore della Clinica Neurologica dell’AOU e responsabile del Centro Parkinson pone l’attenzione sulle disabilità nel Parkinson come in altre patologie croniche e su come vengono vissute dall’ammalato, dalla famiglia e dalla società. Alla fine del suo intervento Prof. Agnetti assicura che farà di tutto per stabilizzare l’unico neurologo per il Parkinson a Sassari e per garantire in questo modo un futuro al Centro specializzato. Il docente universitario riceve un lungo e caloroso applauso, lui che in questi anni non è mai mancato agli eventi organizzati per i malati di Parkinson e che anche questa volta vuole essere vicino a loro, nonostante fosse appena rientrato da un viaggio nelle prime ore del giorno.

Dopo la parte introduttiva inizia il programma della giornata e per aprirla dott. Paulus legge una filastrocca dello scrittore sassarese Francesco Enna sul sogno di volare di un gabbiano (tratto da “La vera storia di Gondrano il commorano”, ed. Condaghes, 2007). Il sogno di volare diventa il leitmotiv di questa giornata ed il neurologo fa vedere un’immagine di persone affette da Parkinson sdraiati in una palestra e si immagina che loro stiano sognando di arrivare al canestro per fare centro; forse non ci arriveranno mai, ma non importa, però il sogno, la forza di volontà, il desiderio di riuscirci li porterà sulla giusta strada, sia negli esercizi sia nella gestione generale della loro malattia. Chi invece arriva a fare canestro per davvero sono i giocatori di pallacanestro e con un caloroso applauso arrivano due volti storici della Dinamo Basket Sassari, Emanuele Rotondo, a tutt’oggi capocannoniere assoluto della Dinamo, e Nicola Bonsignori, già seri A con la Basket Firenze, tutti e due attualmente allenatori della Sezione Giovanile della Dinamo Sassari. Dopo le domande di rito sul loro ruolo di atleti, nell’intervista di Paulus si toccano temi importanti quali lo sport dei disabili (da alcuni anni la Dinamo cura propri una sezione Disabili) e la possibilità di insegnare la disciplina tramite lo sport; si passo così dai piccini della Minibasket agli ammalati, dove la disciplina rappresenta un concetto prezioso nella gestione della malattia di Parkinson a tutti i livelli, si pensi solo alla corretta assunzione dei farmaci, l’importanza della giusta condotta a tavola ed il comportamento responsabile non soccombendo come vittima ma cercando modi per vivere una dignitosa vita. Dopo l’ennesimo applauso, il presidente della Associazione Parkinson Sassari, Franco Delli, consegna ai due sportivi, le magliette con il logo della manifestazione in segno di gratitudine e ricordo per questo incontro tra sport e disabilità molto sentito in sala.

Tra il pubblico è presente Roberto Manca che con l’organizzazione annuale dello spettacolo di beneficienza “Ballando con le drag” riempie da alcuni anni i teatri con delle serate all’insegna del divertimento aiutando alcune associazioni onlus, tra cui anche la Parkinson Sassari. Paulus lo ringrazia per il suo lavoro ed il suo appoggio ricordando che l’amico Roberto è stato determinate per la causa del Parkinson a Sassari.

Tocca ora alla fisiatra dott.ssa Simonetta Clemente, responsabile del Centro di Riabilitazione di Macomer, che illustra i possibili benefici della riabilitazione neuromotoria, elenca i molteplici approcci terapeutici nell’ambito parkinsoniano e sottolinea però che in Sardegna si è ancora piuttosto indietro con la programmazione di una riabilitazione mirata per il Parkinson e che la realtà locale è molto limitata per tanti motivi con risvolti negativi sulle possibilità di migliorare la qualità della vita. All’intervento limpido della Clemente segue ovviamente una animata discussione.

Dott. Giovanni Carpentras, responsabile del servizio di Psicologia Clinica dell’AOU spiega la figura del ‘caregiver’, cioè quella persona che quotidianamente si prende cura dell’ammalato, per la maggior parte si tratta di un familiare e quasi sempre di una donna; lo psicologo espone con molto delicatezza ben conscio che molti dei presenti si sentono chiamati in causa. La ricetta, per non ammalarsi come caregiver e per non farsi schiacciare sotto il peso della continua richiesta di assistenza giorno e notte, le responsabilità di non recare danno all’assistito, ed i sensi di colpa per non aver fatto abbastanza, sta nel trovarsi degli spazi per se stessi, la necessità di poter staccare, di non rinunciare alla propria vita. Ben venga allora l’associazione come punto di riferimento per il familiare, l’eroe innominato.

La discussione a questo punto potrebbe andare avanti per ore, ma il prossimo intervento in programma prosegue con la tematica iniziata da Carpentras: la responsabile degli infermieri della Clinica Neurologica dell’AOU, dott.ssa Anna Bellu, parla proprio della famiglia come elemento fondamentale nella presa in carico dell’ammalato, specialmente in questi tempi caratterizzati anche dai continui tagli alla sanità pubblica. La sala diventa molto partecipe, tutti vorrebbero dire la propria esperienza, e saranno soddisfatti con il successivo intervento della dott.ssa Iole Sotgiu che da circa un mese e mezzo ha iniziato lo sportello d’ascolto e tira le somme dei colloqui di gruppo facendo intervenire diversi testimoni che raccontano le difficoltà e le insidie della gestione nelle mura domestiche. Forse la convivenza nella famiglia nasconde tante incomprensioni e rischi, specialmente quelli che mettono a dura prova i ruoli di ciascuno; allora può capitare che l’ammalato abbandoni qualsiasi autonomia pur essendo in grado di svolgere alcune attività quotidiane o comunque abile a parteciparvi; oppure succede che il caregiver possa assumere il ruolo di genitore e l’ammalato quello di figlio, situazione che pone fine a qualsiasi sana relazione di coppia ed ai ruoli naturali all’interno della famiglia.

Alla fine del ricco programma prende la parola il presidente provinciale della consulta del volontariato, Giovanni Antonio Mieli, che saluta i presenti (nonostante la lunga ed intensa mattinata la sala è ancora gremita con tante persone in piedi) e mette in risalto l’importanza delle associazioni, in particolare quando possono lavorare uniti a dei progetti comuni per migliorare le condizioni dell’assistenza sanitaria e sociale.

Termina così la parte “congressuale” della mattinata a Palazzo Sciuti. Dott. Paulus ringrazia tutti gli intervenuti e partecipanti ed annota molto positivamente che le autorità abbiano seguito l’incontro con molto interesse fine alla fine, segno dell’importanza dei temi affrontati. Il Centro Parkinson della Clinica Neurologica continua a crescere e fornisce numeri impressionanti: in questi anni sono stati seguiti oltre 2000 persone con quasi 14000 visite ambulatoriali, ed il neurologo ci tiene a precisare che il percorso più importante è iniziato proprio ora, con la possibilità della presa in carico del paziente in maniera multidisciplinare e globale: oltre allo specialista neurologo si occupano del parkinsoniano e dei suoi familiari anche psicologi, fisioterapiste, infermieri, maestro di ballo, e tanti volontari della Parkinson Sassari, tutti pronti a dare una mano. Tutto questo è reso possibile grazie ad una perfetta sinergia tra AOU ed Associazione con l’obiettivo comune di eliminare la solitudine del singolo e di riportare la qualità di vita degli interessati a livelli dignitosi nella giungla burocratica delle istituzioni locali e sui percorsi ad ostacoli tra indifferenza e troppa ignoranza.

L’associazione invita quindi tutti ad un grandioso rinfresco allestito nel vicino locale sotto i portici di Piazza Italia dove una enorme torta con la scritta ‘Benvenuta Associazione Parkinson Sassari’ attende di essere tagliata; il tesoriere della Parkinson Sassari, Piero Faedda, fa cenno ai ritardatari di avvicinarsi ed insieme al presidente Franco Delli, vicepresidente, Peppino Achene, e la segretaria, Graziella Manchia si incide lo splendido dolce. La discussione ed il confronto con gli esperti prosegue ancora a lungo. Si sta bene insieme con un bicchiere di vino di Peppino, anima poetica ‘in limba’ dell’associazione, le pizzette, le insalate, torte salate, risotti, panini, tramezzini, e le gustose crostate delle amiche Nanna, Graziella, Bernardina, Paola, Anna, Pina; si socializza mentre fuori piove.

Si conclude alla fine questa mattinata molto riuscita sotto tutti i punti di vista per la soddisfazione di tutti, organizzatori, relatori, e pubblico. In due mesi si è organizzato una manifestazione informativa di valenza notevole, nulla è stato lasciato al caso. L’associazione cresce, è evidente. Già la “prova generale” di novembre scorso in occasione della V Giornata Nazionale della Malattia di Parkinson nella stessa sede è stata un successo, ma nessuno poteva immaginarsi il risultato odierno con i meritati applausi della direzione sanitaria locale e dell’organizzazione nazionale. Certo, la giovane associazione è sassarese, ma vista la provenienza di molti presenti, si possono annoverare tra le sue fila anche amici di Buddusò, Porto Torres, Alghero, Olbia, Tempio, Bosa, e Nuoro.

Non si dimenticano l’essenziale supporto non condizionato di UCB Pharma, il prezioso sostegno della segreteria organizzativa nazionale della AIM Group International di Milano tramite la simpatica e professionale dott.ssa Samantha Beccari, da mesi in stretto contatto telefonico ed elettronico con Sassari, e della gentile assistenza in sala della Sig.ra Alice Piras. Un doveroso riconoscimento va anche ai giovani, Daniele e Giulio, che con il loro lodevole impegno aiutano a risolvere le questioni logistiche.

Ha finito di piovere ed i raggi del sole si fanno strada tra le nuvole. Qualche uccello vola sopra Piazza Italia. L’amica Anna di Alghero, arrivata la mattina con le stampelle, si allontana attraversando la piazza cantando e senza sostegno.

Forza Paris.

Forza Associazione Parkinson Sassari!

PRIMA GIORNATA NAZIONALE: per iniziare, un fiasco!

Prima giornata Parkinson

E’ impressionante ciò che abbiamo creato rileggendo questi resoconti: bellissimi convegni, ospiti importanti, ricchi programmi scientifici e culturali, giornali che scrivono di noi, e soprattutto, sale sempre piene. Ma non è stato sempre così…

Non dimentico quella mattina di sabato 27 novembre 2010, quando abbiamo aderito a Sassari alla Prima Giornata Nazionale della Malattia di Parkinson, per la quale la LIMPE, Lega Italiana contro la Malattia di Parkinson e le sindromi Extrapiramidali, ha coinvolto tanti Centri italiani che si dedicano a queste malattie, per tenere una specie di ‘Porte Aperte’ con gli specialisti del settore a disposizione per domande e chiarimenti. Ero molto orgoglioso che anche a Sassari ci era data l’opportunità di partecipare a questo evento. Siccome già allora il nostro Centro Parkinson della Clinica Neurologica era piuttosto affollato, ero convinto che una manifestazione a carattere nazionale avesse richiamato tanti interessati e curiosi, per cui mi mise alla ricerca di un locale adatto e sufficientemente capiente. La scelta è andata ad una aula della Facoltà di Medicina con quasi 100 posti e arredata con proiettori e lavagna luminosa. Insomma, perfetta. Dall’esperienza negativa vissuta insieme a Franco ed altri amici a Villacidro due anni prima, era chiaro che non volevamo organizzare un convegno scientifico, ma piuttosto doveva trattarsi di una possibilità per far parlare i diretti interessati, cioè ammalati e familiari dando loro l’opportunità di esprimere le loro preoccupazioni, ma anche le loro critiche davanti ai professori animando così una viva discussione. E così con Franco ci siamo dati da fare; quando sono arrivate le locandine e volantini da Roma, Franco ha tappezzato la città con gli annunci del prossimo evento, allora unico per Sassari, ed io mi sono recato nei piani alti per invitare professori e direttori. Devo ammettere che ero molto emozionato, ma allo stesso tempo mi sentivo sicuro avendo le spalle coperte dalla prestigiosa LIMPE. E così è stato: subito hanno accettato a parteciparvi i dirigenti di allora, il preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia e direttore della Clinica Neurologica, Prof. Giulio Rosati, il responsabile del nostro Centro Parkinson, Prof. Virgilio Agnetti, ed il commissario straordinario della Azienda Ospedaliera Universitaria, dott. Giovanni Cavalieri. Avevamo fatto centro al primo tentativo. Addirittura, una giornalista dell’Unione Sarda aveva garantita la sua presenza. Meglio di così… C’erano quindi tutte le premesse per un memorabile evento.

Per iniziare un fiasco

Seduto al tavolo dei relatori insieme (non nella foto) ai miei professori Giulio Rosati e Virgilio Agnetti, ed il commissario della AOU Sassari, dott. Gianni Cavalieri

Tutto è pronto. Arriva il grande giorno. Sorprendentemente i dirigenti si presentano puntualissimi; certo, penso, hanno capito l’importanza e la portata di questa eccezionale manifestazione. E così, con i dirigenti, Franco e me, siamo in cinque ad aspettare la folla aggiustando sedie e preparando discorsi; si unisce a noi anche, come promesso, la giornalista dell’Unione Sarda. Ci siamo tutti ed aspettiamo le persone che tra poco affolleranno la sala. Ci sarà posto per tutti? Sono nervoso. Con la sua solita ironia Prof. Rosati si rivolge a me commentando: “Vedo che i tuoi pazienti stanno rispettando il quarto d’ora accademico.” Sicuramente stanno cercando un parcheggio, e poi, l’aula non è molto conosciuta, quindi lasciamo loro un po’ di tempo. Ed ecco arrivare i primi, tre ammalati accompagnati da tre familiari; vengono calorosamente salutati ad uno ad uno dai dirigenti. Certamente non si aspettavano una tale accoglienza. L’inizio è promettente. In attesa che arrivino tutti gli altri si inizia a chiacchierare e qualcuno pone timidamente una domanda sul Parkinson ai professori. Entrambi i professori rispondono in maniera molto disponibile avvertendo che tra poco, durante l’incontro, quando l’aula si sarebbe riempita, si sarebbe affrontato il tema in modo più approfondito. A sorpresa viene posta una domanda sul futuro del nostro Centro Parkinson che in quei giorni, come a tutt’oggi, appare appeso ad un filo: neurologo precario ed il Centro a rischio di chiusura per i tagli alla sanità; nulla è cambiato da allora. Comunque, il preside loda il lavoro svolto e rassicura i presenti che un servizio di tale importanza non può sparire; anche il commissario straordinario si dichiara d’accordo con il preside, e tutti appaiono più tranquilli, anche io! Torna la calma in sala; in attesa dell’imminente arrivo di tutti gli altri, c’è chi si aggiusta la cravatta, chi prende appunti, chi si sistema la sedia. “Paulus, sarebbe opportuno iniziare, dott. Cavalieri ha ancora altri impegni” si rivolge deciso Prof. Rosati a me. Vi immaginate la scena, quasi surreale? Quasi sotto voce e parecchio impacciato dichiaro per aperta la Prima Giornata Nazionale della Malattia di Parkinson a Sassari, in un aula vuota. Vorrei nascondermi dalla vergogna. Un totale fallimento, una figuraccia davanti ai miei professori ed al commissario dell’AOU che hanno in mano il destino del Centro Parkinson. Tutto il lavoro fatto in questi anni appare vanificato, la piena disponibilità verso chi ha bisogno, le tante ore di ascolto di problemi non solo neurologici, il punto di riferimento per tanti, le acrobazie compiute per non interrompere l’attività ambulatoriale in assenza di contratto dovendo viaggiare dall’Ogliastra dove mi guadagnavo il pane garantendo comunque due giorni pieni a settimana in Clinica per il Parkinson. Tutto finito. Tutto invano. Ora i dirigenti si alzeranno e lasciano l’aula quasi deserta. Invece no! Per mia grande sorpresa rimangono e con ammirevole disponibilità rispondono alle tante domande dei pochi presenti, cercando di spiegare l’organizzazione complicata del sistema sanitario, le cause e le possibili cure della malattia di Parkinson. Insomma, l’evento c’è stato, come se la sala fosse stata riempita fino all’ultimo posto. Ed alla fine dott. Cavalieri, prof. Rosati e prof. Agnetti salutano cordialmente tutti i presenti, nuovamente uno ad uno. “Daì, Paulus”, mi consola Prof. Agnetti vedendomi sconsolato, “non è andata male, magari la prossima volta un po’ più di pubblicità.” Sicuramente ero rosso in viso dalla delusione e dalla rabbia. Deluso perché volevo dare a tante persone la grande opportunità di confrontarsi con i vertici della sanità sassarese; rabbia per la mia ingenuità ed inesperienza. Togliendo insieme a Franco le locandine da pareti e bacheche, siamo d’accordo: “abbiamo imparato la lezione; la prossima volta andrà meglio.” Da lì a poco Franco sarebbe diventato presidente della nostra Parkinson Sassari appoggiato dai nuovi amici Graziella, Piero e Peppino, a me avrebbero prorogato il contratto, e qualche giorno dopo Patrizia Canu spenderà per l’occasione parole più che lusinghiere sulle pagine dell’Unione Sarda.