Volare si Può, Sognare si Deve!

1943 Gli Sfollati di Franco Simula


Il 2 settembre 1939 Hitler invade la Polonia.

Il 9 settembre Francia e Inghilterra dichiarano guerra alla Germania: è l’inizio della seconda guerra mondiale L’Italia, al momento, dichiara lo stato di non belligeranza. Nel mese di maggio del 1940, Hitler occupa la Danimarca e la Norvegia e poco dopo, nell’ordine, l’Olanda il Belgio e il Lussemburgo. Mussolini constatando l’azione travolgente di Hitler ma soprattutto temendo di non poter sedere al tavolo dei vincitori, dichiara guerra alla Francia e all’Inghilterra mentre le truppe tedesche entrano a Parigi.

Il 27 settembre 1940 viene stipulato un patto di alleanza fra Germania, Italia e Giappone. Nel novembre del 1940 fallisce il tentativo della Germania di invadere l’Inghilterra. Poco dopo Hitler decide lo sterminio totale degli ebrei residenti in territori tedeschi. Mediante un piano definito “soluzione finale” inizia l’uccisione sistematica di milioni di ebrei rinchiusi nei campi di sterminio nazisti.

Il 22 giugno 1941 la Germania aggredisce l’unione Sovietica; a questa operazione partecipano anche l’Italia, la Romania, l’Ungheria, La Slovacchia e la Finlandia: l’esercito sovietico oppone una eroica resistenza e impedisce l’occupazione di Mosca, Stalingrado e Leningrado.

12 Luglio 1941: stipula dell’alleanza russo-inglese.

12 Agosto 1941.Roosevelt e Churchill firmano la “Carta Atlantica” di alleanza.

7 Dicembre 1941: senza dichiarazione di guerra l’aviazione giapponese bombarda la Flotta americana e la distrugge quasi completamente. Il giorno seguente gli Stati Uniti dichiarano guerra al Giappone.

1 Gennaio 1942. I rappresentanti di 26 nazioni sottoscrivono a Washington la Dichiarazione delle Nazioni Unite con cui si impegnano a portar guerra a Italia, Germania e Giappone.

Nel novembre del 1942 si risolve la campagna d’Africa con la vittoria degli inglesi sui tedeschi a el-Alamein.

1943: il 2 febbraio l’armata tedesca si arrende a Stalingrado:

1943 : il 10 Luglio le truppe Alleate (americane, inglesi, canadesi sbarcano in Sicilia. Inizia per l’Italia uno dei momenti più tragici della sua storia civile e militare. Le truppe alleate cominciano a bombardare a tappeto l’Italia che l’8 settembre è costretta a firmare un armistizio.

1943: dopo la riunione del Gran Consiglio il 25 Luglio Mussolini viene arrestato e in Italia si forma il governo Badoglio.

L’8 settembre 1943 Badoglio annuncia l’armistizio dell’Italia con gli Alleati. Il Re Vitt. Em III e il Governo fuggono a Brindisi nell’Italia Meridionale liberata dagli Alleati.

Il 10 settembre i tedeschi occupano Roma e l’Italia Settentrionale.

Gli Alleati, sbarcati in Sicilia, iniziano la “Campagna d’Italia” avviando una serie di bombardamenti a tappeto; non viene risparmiata neanche la Sardegna: Cagliari, Sassari Alghero subiscono gravi perdite di persone e abitazioni. Le popolazioni sentono concretamente minacciate le loro esistenze e cominciano a pensare a delle condizioni di vita alternative, meno esposte. Dalle città si pensa a rifugiarsi nei paesi più piccoli, dai piccoli centri si pensa a un rifugio più sicuro nelle campagne.

Anche a casa mia la paura si impadronisce degli animi e si comincia a pensare a un possibile trasferimento in campagna. Era una possibile realistica soluzione dal momento che nonno possedeva una campagna bella e anche grande ( circa 15 ettari ), come grande era la casa che avrebbe dovuto ospitare anche la nostra numerosa famiglia.

Era il mese di maggio la stagione era quindi propizia per andare a rifugiarsi in campagna nella speranza che la vegetazione rigogliosa della primavera aiutasse meglio a mimetizzarsi sotto le fronde degli alberi e inoltre era ormai arrivato il periodo delle ciliegie. Si decise di fare una riunione familiare presieduta da nonno Fadda che, per la sua famiglia composta di persone adulte, aveva rinunciato a un trasferimento in campagna.. La casa di campagna era composta da un piano seminterrato che ospitava due mucche che fornivano il latte per la famiglia, e di due ambienti a piano terra. La stanza che comunicava con l’esterno era la più ampia e accogliente ed era quella in cui sarebbero state ordinate alcune balle di foraggio in modo da ottenere un grande letto che potesse ospitare tutta la famiglia.

La famiglia in quel momento storico era composta da padre madre e sei figli. Per completezza di notizia è corretto ricordare che nei primi dieci anni di matrimonio mamma aveva avuto sette figli l’unica che mancava all’appello era una sorellina che era morta di gastroenterite acuta a poco più di un anno di età. Sempre nella riunione familiare nonno Fadda che conosceva a menadito la campagna si preoccupò di ricordarci che a cento metri dalla casa campestre c’era una fontana, anzi la fontana, l’unica fontana che riusciva a soddisfare le arsure dell’estate e le più elementari esigenze dei tanti campagnoli che avevano le campagne confinanti con “Chereno”. Assieme ai miei genitori formarono un elenco delle cose indispensabili da portare per affrontare il periodo che avremmo trascorso al riparo dalle bombe. Un bel giorno di maggio effettuammo il trasferimento a Chereno: l’operazione non fu né semplice né priva di pericoli dal momento che ci si doveva spostare in otto più nonno che, a cavallo , doveva guidare la brigata babbo, mamma e sei figli il più piccolo dei quali era Mario che da qualche giorno aveva compiuto appena sette mesi e quindi doveva essere portato in braccio da qualcuno, anche Tonino di un anno più grande aveva necessità di essere badato da qualcuno; il compito di badare ai figli più grandicelli fu affidato naturalmente a babbo. Il viaggio doveva esser fatto a piedi e anche se la distanza non era eccessiva la strada, a tratti, non era molto agevole. Meno male che si poteva fare affidamento sulla cavalla di nonno che avrebbe trasportato mamma con Mario. La cavalla era la stessa che due anni prima, mentre Vanna e Maria giocherellavano con la sua lunga coda, aveva sferrato una zoccolata sulla testa di Maria che cominciò a perdere così tanto sangue che Vanna ed io, piccolini (avremo avuto rispettivamente tre e quattro anni) e spaventati per lo spettacolo impressionante, disperati e piangendo andammo alla ricerca di qualcuno che facesse intervenire un medico. In brevissimo tempo Maria fu affidata alle cure del dott. Francesco Nieddu (cugino di Peppe) che, dopo varie cuciture sul cuoio capelluto alquanto lacerato, ci restituì Maria con la testa tutta fasciata: solo gli occhi erano rimasti liberi.

Ancora oggi, dopo circa 80 anni, Maria può mostrare, ben conservato sotto i capelli, il marchio nitido della zoccolata del cavallo. Che nel trasferimento in campagna sarà ancora protagonista; infatti nel trasferimento nonno guidava il cavallo e mamma era seduta sulla groppa con Mario aggrappato a Lei. Sembrava una di quei dipinti natalizi del rinascimento che rappresentano San Giuseppe con la Madonna e il Bambino. Babbo si occupava di badare agli altri cinque figli che erano già un gran daffare.

Arrivati finalmente in campagna occorreva sistemare le provviste essenziali, preparare il letto con delle lenzuola adeguate che impedissero le punture del fieno e l’invasione di fastidiosi insetti.

Da considerare innanzitutto che i nostri genitori si erano portati al seguito sei figli da gestire il più grande dei quali, Peppino, aveva appena dieci anni; gli altri, a scalare, erano tutti più piccoli, sino a Mario che doveva compiere otto mesi. Per quanto tempo sarebbe durato questo sfollamento in condizioni di così profondo disagio rappresentato dalla mancanza di tutto ciò che offre una casa anche modestamente attrezzata? I genitori che erano stati i primi ad abbracciare l’idea del trasferimento in campagna come alternativa alle bombe furono anche i primi a rendersi conto che la vita in campagna era comunque difficile.

La notte caratterizzata da una serie di novità passò come un divertimento rappresentato dal letto originale, dalla stanchezza del viaggio e dal divertimento del pomeriggio trascorso ad esplorare un mondo completamente diverso dal solito, dal pensiero anch’esso suggestivo che al mattino seguente avremmo fatto colazione col latte munto alle due mucche “Peppita” e “Corredda” che si trovavano sotto di noi nella stalla seminterrata. E infatti l’indomani per la colazione trovammo il latte delle mucche che il pastore, all’alba, si era preoccupato di mungere. Tutte queste novità di vita, inserite tutte insieme dalla sera alla mattina, erano per noi piccoli motivo di divertimento imprevedibile e di scoperte eccitanti.

Dello stesso parere non erano i nostri genitori che dopo due/tre giorni di vita in campagna realizzarono che i sacrifici e i disagi che la nuova vita comportava erano sproporzionati rispetto ai vantaggi presunti che garantiva. La decisione opposta a quella adottata qualche giorno prima non tardò ad arrivare e riunite le poche cose che ci eravamo portati appresso riprendemmo la via del ritorno. In effetti accudire a tanti figli, alcuni dei quali molto piccoli, creava delle difficoltà insuperabili.

A questo punto, soprattutto da parte di mia madre, venne messa in atto quella pratica di fede che trovava conferma nella formula ripetuta nei momenti di difficoltà:”Ci penserà la Provvidenza”.

“Se la sirena annuncerà nuovi passaggi di aerei andremo a rifugiarci in cantina sperando nella buona sorte”.

Franco Simula 3-12-2021


1 Commento

  1. Paolo Marogna

    Bellissimo articolo,mi ha fatto ricordare gli anni del,così detto,sfollamento

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