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PARKINSON E MICROBIOTA di Kai S. Paulus

Microbiota Parkinson

(Ecco la relazione che originariamente volevo presentare alla recente XII Giornata Sassarese del Parkinson, ma che per motivi di tempo avevo tolto dalla scaletta per dare la possibilità ad altri amici di poter intervenire. La relazione, che avevo già presentato in recenti convegni a Porto Rotondo ed a Cagliari, tratta un tema importante ed attualissimo, in questo momento oggetto di studio in tutto il mondo e che negli ultimi due-tre anni ha aumentato notevolmente le conoscenze sulla malattia di Parkinson.)

La malattia di Parkinson conosciamo tutti molto bene, forse un po’ meno il microbiota, e ciò che ci sfugge del tutto sono le strette, strettissime correlazioni tra di essi.

Il microbiota è l’insieme di circa 2000 specie diverse di microorganismi, per la maggior parte batteri, che popolano le mucose del nostro tratto gastrointestinale e che vivono in simbiosi con il nostro organismo, cioè si nutrono grazie alla nostra alimentazione, e, da parte loro, ci aiutano nella digestione, nella difesa da germi patogeni, e contribuiscono alla sintesi di proteine, ormoni e vitamine essenziali per la nostra sopravvivenza. Infine, il microbiota è coinvolto nella regolazione di processi immunologici. Giusto per sottolineare l’importanza del microbiota, il numero totale di gene del microbiota, detto microbioma, è 100 volte maggiore di quello del genoma umano.

Figura da: Idrocolonterapia Milano, 2018

  Ma, che cosa c’entra questo micro-universo, che portiamo dentro di noi, con il Parkinson. Tanto, anzi, tantissimo. Innanzitutto, ce ne accorgiamo dai sintomi a noi molto noti, quali nausea, eccesso di saliva, difficoltà nella deglutizione, reflusso gastro-esofageo, bruciore gastrico, gonfiore addominale, stitichezza, e diarrea, che sono espressione di un microbiota alterato.

Il microbiota può essere alterato, da un lato, a causa della stessa malattia di Parkinson, che è responsabile del rallentamento del transito gastro-intestinale (il cibo che impiega più tempo per passare dallo stomaco all’intestino), e della alterazione della peristalsi (il movimento ritmico dell’intestino che serve per trasportare il suo contenuto lungo tutto il tubo digerente), e ciò conferma l’esistenza della nota asse cervello-intestino che conosciamo anche da altre malattie come l’ansia che può provocare gastrite ed ulcera gastrica. Però, dall’altro lato, e ciò ha permesso di individuare l’asse intestino-cervello, pare che l’alterazione del microbiota possa essa stessa rappresentare una delle cause di Parkinson. Questo ha veramente dell’incredibile! Ma come è possibile?

Già da tempo si era scoperta la presenza di corpi di Lewy,

Figura da: Corpo di Lewy, blastingnews.com, 2015

le tipiche alterazioni del Parkinson nel cervello, anche nei nervi intestinali, il cosiddetto plesso mioenterico. Ok, dicevano, il mistero è presto svelato, in quanto durante l’embriogenesi l’ectoderma (da cui origina il cervello) e l’entoderma (da cui origina il tratto gastro-intestinale) sono adiacenti e mantengono stretti rapporti per tutta la vita. Quindi, dal cervello migrano questi corpi di Lewy (inclusioni cellulari da paragonare a dei sacchi di spazzatura in cui la cellula, il neurone, include la proteina alfa-sinucleina malformata che dà origine al Parkinson) verso l’intestino? Poco probabile. Le ricerche invece hanno scoperte la presenza di corpi di Lewy nell’intestino molti anni prima dell’esordio clinico della malattia. Sembra impossibile. Eppure, studi danesi, svedesi e tedeschi hanno dimostrato che processi infiammatori nella mucosa intestinale, causati da un microbiota irritato da qualche agente esterno, sia alla base di eventi a cascata che portano all’accumulo di alfa-sinucleina malformata, quindi non utile al suo utilizzo intracellulare che quindi viene incluso nei sacchi di “mondezza”, i corpi di Lewy.

 

Figura da: Nervo Vago www.personaltrainerfirenze.it, Emanuele Santinelli

 

Secondo questi studi, gli aggregati di alfa-sinuncleina alterata riescono a risalire lungo il nervo vago (decimo nervo cranico che innerva buona parte dei visceri addominali) fino al tronco dell’encefalo, dove, dentro il nucleo di origine del vago formano nuovamente i corpi di Lewy). Successivamente, anni dopo, i corpi di Lewy compaiono nella sostanza nera e nei nuclei della base con comparsa dei sintomi clinici, quali tremori, rigidità e rallentamento motorio.

Incredibile!

Certamente, se questi studi si confermeranno definitivamente, non potranno spiegare tutte le forme di Parkinson, specialmente non quelle genetiche e secondarie a cause note, ma il cosiddetto Parkinson idiopatico, cioè da cause sconosciute, è da rivedere, e con esso anche la possibile porta d’ingresso: l’intestino.

Stiamo quindi parlando di fattori ambientali e di alimentazione, di pesticidi, conservanti ed additivi vari. Forse viviamo in un’epoca con eccessiva coltivazione ed elaborazione dei prodotti base della nostra alimentazione, ed allevamenti animali spinti.

Soluzioni?

Per l’immediato non ne ho. Però penso che aiuti tanto trattare bene il nostro microbioma con una alimentazione il più possibile naturale e ricco di fibre; inoltre, è essenziale trattare subito i sintomi di malfunzionamento gastro-intestinale, dalla nausea fino alla stitichezza, iniziando con le sufficienti quantità d’acqua. Ebbene sì, anche l’acqua è una medicina contro il Parkinson.

Fonti:

Parkinson’s disease and megacolon: concentric hyaline inclusions (Lewy bodies) in enteric ganglia cells. Kupsky WJ, et al. Neurology 37(7), 1987

Lewy bodies in the enteric nervous system in Parkinson’s disease. Wakabayashi K et al. Arch Hystol Cytol 52(suppl) 1989

Brain-gut-microbiota axis in Parkinson’s disease. Mulak A, Bonaz B. World J Gastroenterol 21(37) 2015

Das Darmmikrobiom bei der Parkinson-Krankheit. Bedarf JR et al. Der Nervenarzt 2018

How does Parkinson’s disease begin? Perspectives on neuroanatomical pathways, prions, and histology. Borghammer P. Movement Disorders 33(1) 2018.


 

L’insalata mista Batte tutti gli integratori

Alimentazione Parkinson

 

Senza titolo-2Dopo aver chiarito il malinteso per quanto riguardano le proteine nella dieta di chi deve assumere levodopa vorrei riflettere brevemente sulla qualità dell’alimentazione. Si può fare prevenzione con la dieta? Ci sono cibi da evitare? Cosa si intende per alimentazione corretta? Ragioniamo sui vari cibi iniziando dall’insalata cercando di smentire chi afferma: ‘l’erba alle pecore’.

Premetto che il lavoro del neurologo, che si occupa dei problemi che comporta la malattia di Parkinson, ha come obiettivo quello di cercare di far vivere alla persona una vita il più possibile normale. E per una vita normale non devono mancare i piaceri della buona tavola. Giusto, dovunque metto l’accento sul divertimento che ovviamente non deve mancare a tavola. Il cibo stesso rappresenta sopravvivenza, ma se oltre a nutrirci con le sostanze necessarie riusciamo anche a cibarci con gusto delle pietanze che ci piacciono tanto meglio; e se il rito conviviale diventa anche un momento di condivisione familiare e sociale, allora otteniamo il massimo beneficio dal ‘mangiare’.

La corretta dieta sicuramente aiuta a prevenire tante malattie, basti pensare a diabete ed ipercolesterolemia. Una sana alimentazione serve allo sportivo, allo studente, ma anche al cardiopatico. Le patologie neurodegenerative, tra le quali si annovera anche il Parkinson, hanno a che fare con l’invecchiamento e con l’usura. Il sistema nervoso è un organo molto sofisticato e tanto delicato quanto vulnerabile, che lavora giorno e notte, mese per mese, anno per anno; si sviluppa, accresce, si modifica costantemente e si adatta alle esigenze del momento; non riposa mai. Tale perfezione va mantenuta, nutrita, sostenuta e protetta. La singola cellula nervosa, il neurone, è un organo vivente, e per poter svolgere il suo lavoro necessita di carburante, principalmente zuccheri, ma anche aminoacidi ed ossigeno. Per favorire questi processi sono necessari dei cofattori enzimatici e vitamine. Durante le attività del neurone viene consumato il carburante e rimangono residui, specialmente i famosi ‘radicali liberi’ che vengono smaltiti tramite vari sistemi enzimatici. Nel Parkinson, questa ‘nettezza urbana’ non funziona più, ed i residui, la spazzatura, comincia ad accumularsi ostacolando la corretta funzionalità della cellula. Ecco, qui siamo a monte del problema, invece tutti i farmaci anti-parkinson agiscono a valle, cioè intervengono dopo, quando la ‘frittata’, per rimanere in gergo culinario, è già stata fatta. In farmacia possiamo acquistare gli anti-ossidanti per neutralizzare questi cattivi veleni, i radicali liberi. Allora si spendono tanti soldi per acido lipoico, quercetina, colina, vitamina E e C, glutatione e superossido dismutasi per proteggere l’organismo e le sue cellule dal processo di invecchiamento e dalle tante malattie croniche degenerative. Tutto lecito e giusto. Ma non sarebbe più facile mangiare bene? Tutte le sostanze sopraelencate si trovano in una gustosa insalatona! Ma a differenza degli integratori alimentari, di sintesi, l’insalata è infinitamente più ricco e completo contenendo anche tante altre sostanze nobile, come anche fibre, sali minerali, acqua e vitamine. Inoltre, il consumo di integratori può comportare anche un aumento dell’appetito con il rischio di aumento ponderale, mentre l’insalata conferisce un senso di sazietà. Inoltre, il consumo smoderato di integratori ed antiossidanti può avere degli effetti dannosi, come ci ha spiegato recentemente Prof. Serra. Insomma, avete capito ciò che voglio dire, l’insalata mista, cioè le verdure crude, rappresentano una ricchissima fonte di quelle sostanze che aiutano a proteggere il nostro organismo. Quindi, mangiamo l’insalata ed è fatta… o quasi, nel senso: con una corretta alimentazione si fa il fattibile, si aiuta l’organismo ad avere tutte le sostanze di cui necessita per funzionare bene. Certo, l’insalata non cambia il nostro destino, non modifica i nostri geni, ma aiuta, e tanto. Spesso sento dire durante le visite che l’insalata non piace. Allora rispondo: ma Sirio è gustosa? Certo che no, ma si assume perché si deve assume e basta. Allora, visto che la verdura è essenziale e va ugualmente assunta senza discussione, ho però il vantaggio di una ampia scelta: posso variare, posso preferire alcuni tipi piuttosto che altri, posso mangiarli all’ora che voglio, anche se la sera appare preferibile, posso preparare dei gustosissimi piatti combinando la verdura con carni, polli e pesce. E poi, vi avevo già detto che l’insalata aiuta a smaltire i farmaci ed i loro residui che tendono nel tempo ad accumularsi nell’organismo? Meditate, gente, meditate.

Poi c’è gente che non beve l’acqua sostenendo che provochi bruciore gastrico. Ma di questo e di altre leggende culinarie parliamo un’altra volta.

Kai Paulus