MALATTIA DI PARKINSON E BENESSERE di Kai S. Paulus
(Pillola n. 32)
La malattia di Parkinson è una malattia cronica, lentamente progressiva, e non (ancora) guaribile. Per cercare di gestirla e per consentire alle persone colpite di (sopra-) vivere, ci si avvale di tonnellate di farmaci e di esercizi fisici spesso noiosi e faticosi. L’imperativo è di “rimanere attivi”, di “fare” (leggi anche SIAMO QUELLO CHE FACCIAMO).
Alla persona ammalata, già affaticata, dolorante e magari ansiosa e depressa, viene chiesto davvero tanto: un tour de force ad ostacoli, tra familiari, caregiver, terapisti e medici che impongono il da farsi, che bisogna prendere le pastiglie all’ora giusta, mangiare sano, esercitarsi sempre, uscire e fare passeggiate anche se non si ha voglia, non riposare di giorno e dormire bene di notte.
Che corsa, che stress!
E se ci prendessimo un momento di relax? Magari farci coccolare da un massaggio?
Che i massaggi fanno bene si sa. Ma forse si sa di meno che i massaggi possono far bene alla persona con Parkinson, seppur non è una nozione nuova, visto che sin dagli anni ‘70 sono stati pubblicati diversi lavori scientifici sull’effetto di vari tipi di massaggio (Classico, Tattile, Thai, Anma, Riflessologico, Neuromuscolare, Yin Tuo Na, Addominale, Trager, ecc.) sulle manifestazioni motorie e non motorie della malattia di Parkinson, con risultati variabili, ma tutti con l’evidenza di miglioramento della qualità di vita e sensazione di benessere anche a lungo termine.
La scienza attuale mette l’accento sul mantenimento di un accettabile livello qualità di vita, e penso che la qualità di vita possa essere migliorata anche con un momento di relax, con delle sedute di massaggi.
Immaginatevi di essere sdraiati su un lettino, lontani dal mondo, sereni di “non dover fare” nulla, di godersi il momento, mentre le vostre membra vengono delicatamente manipolate procurandovi delle sensazioni piacevoli di calore e di rilassamento completo.
Queste sedute di dolce non-far-nulla possono essere molto salutari, in particolare nella malattia di Parkinson, dove rigidità e contratture causano dolori cronici e posture sbagliate, e dove malessere e malcontento, disagio e tensione, sono all’ordine del giorno.
Uscire da una seduta di thai o shiatsu, sereni e con meno dolori e muscoli più rilassati può essere molto benefico ed avere degli effetti molto positivi sulla salute in generale, con possibile miglioramento del tono dell’umore e del sonno, riduzione dell’ansia e quindi miglioramento della qualità di vita che sarà, anche se non ottimale, ma almeno più soddisfacente.
E se poi con i massaggi si riuscisse ad ottenere, oltre alle coccole, anche dei miglioramenti dei sintomi parkinsoniani, allora sono convinto che i massaggi debbano far parte delle importanti terapie complementari (musicoterapia, arti-terapie, ecc.), che completano la gestione globale della malattia di Parkinson, accanto alle terapie tradizionali, farmacologiche e riabilitative.
Fonti bibliografiche:
Angelopoulou E, Anagnostouli M, Chrousos GP, Bougea A. Massage therapy as a complementary treatment for Parkinson’s disease: a systematic literature review. Compl Th Med 2020; 49: doi: 10.1016/j.ctim.2020.102340
Kang Z, Xing H, Lin Q, Meng F, Gong L. Effectiveness of therapeutic massage for improving motor symptoms in Parkinson’s disease: a systematic review and meta-analysis. Front Neurol 2022; 13: doi: 10.3389/fneur.2022.915232