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ABUSO DI BENZODIAZEPINE di Kai S. Paulus

(Pillola n. 63)

 

Nella nostra comunità del Parkinson siamo purtroppo abituati a farmaci che vanno assunti anche più volte al giorno, che a volte aiutano ma spesso non si vedono chiari miglioramenti, e di cui vanno tollerati tanti effetti collaterali.

 

Ma esistono farmaci che funzionano per davvero, e tra essi ci sono le Benzodiazepine. Le benzodiazepine sono dei calmanti, dei sedativi, che conosciamo un po’ tutti: Alprazolam, Bromazepam, Delorazepam, Depas, Diazepam, EN, Etizolam, Halcion, Lexotan, Lorazepam, Minias, Pasaden, Tavor, Valium, Xanax, ecc.)

 

Queste sostanze sono efficacissime e funzionano velocemente: quando si è nervosi o agitati una piccola dose di benzodiazepine risolve velocemente il malessere, ed un po’ di gocce la notte ci fanno dormire beatamente.

Farmaci quasi miracolosi: efficaci ed utili se assunti con criterio e molta cautela.

 

Ma, ATTENZIONE!

 

Proprio a causa della ottima risposta, dietro l’angolo si nasconde un grosso rischio: visto che il farmaco risolve immediatamente un problema, si è portati ad usarlo anche un’altra volta, ed un’altra volta ancora, intanto ci si convince che “poche gocce non fanno male”. Poi, ci si abitua e si assumono le benzodiazepine praticamente tutti i giorni, così spesso, che, quando non vengono assunte, causano malessere e quindi si è portati ad assumerli regolarmente. Ci si autoconvince sempre di più che “piccole dosi non possono far male”.

 

Ed è proprio qui che si fa un grande errore: si continua ad usarle e si diventa dipendenti da esse.

 

Parlando di abuso di benzodiazepine, non ci si riferisce a gravi casi di assunzione di alte dosi e di intossicazione, ma si intende la molto frequente abitudine dell’assunzione quotidiana di piccole dosi che appunto si assumono tranquillamente nella convinzione che non possano far male. Purtroppo, il contrario è il caso, e l’assunzione quotidiana anche di piccole dosi (“poche gocce”) possono causare dipendenza e sintomi di astinenza (agitazione, sudorazione, malessere generale) quando si decide di sospenderli.

Uno dei problemi principali delle benzodiazepine è la loro lunga emivita, cioè, pur assunte solo una volta al giorno, rimangono in circolo spesso oltre le 24 ore, e quindi alla prossima assunzione, seppur distante, possono accumularsi ed aumentare sedazione ed effetti collaterali.

 

Le benzodiazepine diminuiscono la vigilanza e la capacità di reazione, per cui non devono essere assunte da persone che guidano la macchina e che lavorano.

Per quanto riguarda la persona con difficoltà di equilibrio, le benzodiazepine sono controindicate perché aumentano il rischio di cadute.

Inoltre, le benzodiazepine possono causare tremore, o, se già presente, possono accentuarlo.

Infine, queste sostanze, spesso assunte di notte per vincere l’insonnia, invece alterano la struttura del sonno e non portano ad un riposo ristoratore.

 

Quindi, nella malattia di Parkinson sono proprio da evitare perché possono aumentare il rischio di cadute, tremore ed altri disordini del movimento.

 

Fonti bibliografiche:

Haider MR, Jayawardhana J. Opioid and benzodiazepine misuse in the United States: the  impact of socio-demographic characteristics. Am J Addict, 2024; 33(1): 71-82.

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Kozak Z, Urquart GJ, Rouhani S, Allen ST, Park JN, Sherman SG. Factors associated with daily use of benzodiazepines/tranquilizers and opioids among people who use drugs. Am J Addict, 2024; 33(1): 83-91.

Simone CG, Bobrin BD. Anxiolytics and sedative-hypnotics toxicity. StatPearls Publishing, 2024. PMID:32965980.

Soyka M. Benzodiazepinabhaengigkeit. CME, 2022; 19(4): 19-26.