“HOUSTON, CI SENTITE?” di Kai S. Paulus
(Pillola n. 87)
Secondo il gruppo di ricercatori otorinolaringoiatrici statunitensi capitanati da Lee Neilson la riduzione dell’udito può rappresentare un fattore di rischio per sviluppare la malattia di Parkinson.
Whaoo, che frase forte!
Questa affermazione, pubblicata pochi giorni fa, il 21 ottobre scorso, è molto coraggiosa e provocatoria, visto che sinora si sosteneva che la perdita dell’udito non sarebbe correlato al rischio di riscontrare il Parkinson, come confermano anche il geriatra cinese Pingping Ning e colleghi solo pochi mesi fa. Poi, ieri, il 31 ottobre, il neurologo tedesco Thomas Mueller si inserisce nella discussione, ripercorrendo i dubbi su causa ed effetto, e cioè, se la neurodegenerazione comporti anche una compromissione dell’udito, oppure che i disturbi auricolari causino o comunque accelerino una neurodegenerazione.
Come vedete, botta e risposta in pochissimo tempo, il che sta a significare l’attualità della tematica nel contesto della corrente scientifica attuale che cerca indizi precoci per diagnosticare e trattare il Parkinson (vedi anche ” ALL ORIZZONTE LA DIAGNOSI PRECOCE DELLA MALATTIA DI PARKINSON”, “ PREVENIRE IL PARKINSON. PARTE 3: I PRODROMI“ e ” DIAGNOSI DI MALATTIA DI PARKINSON: CAMBIA TUTTO!“).
E’ davvero affasciante, perché stiamo assistendo, praticamente ‘in diretta’, ad una discussione scientifica internazionale di alto livello.
Ma di che cosa si tratta esattamente?
Il nostro cervello si orienta elaborando continuamente segnali che provengono dall’ambiente circostante, e lo fa raccogliendo dati sensoriali (visivi, uditivi, tattili, termici, olfattivi) che poi servono per reagire, e determinano le nostre azioni ed i nostri comportamenti. Quando invece un canale sensoriale è difettoso e non arriva il solito flusso di informazioni, il cervello viene stimolato di meno e non svolge le abituali compiti correttamente; la ridotta stimolazione comporterebbe alla lunga una disfunzione dei circuiti cerebrali ed un maggiore rischio ad innescare oppure velocizzare dei processi degenerativi.
Ning e colleghi affermano di non aver riscontrato alcuna correlazione tra riduzione/perdita dell’udito e la malattia di Parkinson, mentre il gruppo di Neilson sostiene che la relazione esiste e che la correzione dell’udito con apparecchiature e protesi potrebbe ridurre il rischio di Parkinson.
Dal conto suo, Mueller prende atto del lavoro di Neilson ma non trova un chiaro collegamento tra disturbo otorino e malattia di Parkinson.
Continuiamo a seguire questa interessante discussione che aggiunge altri tasselli per una sempre migliore comprensione del funzionamento del cervello e del possibile sviluppo di patologie neurodegenerative.
Fonti bibliografiche:
Mueller T. Vorteil fuer Hoergeraetetraeger: Hoerverlust beguenstigt Morbus Parkinson. SpringerMedizin.de, Parkinson-Krankheit, Nachrichten, 31.10.2024.
Neilson LE, Reavis KM, Wiedrick J, Scott DS. Hearing Loss, Incident Parkinson’s Disease, and Treatment with Hearing Aids. JAMA Neurol, 21 october 2024; doi.org/10.1001/jamaneurol.2024.3568.
Ning P, Mu X, Guo X, Li R. Hearing loss is not associated with risk of Parkinson’s disease: a Mendelian randomization study. Heliyon, 6 June 2024; doi.org/10.1016/j.heliyon.2024.e32533.